Così recita un antico adagio, probabilmente di origine siciliana; una cosa simile amava dire Giulio Andreotti quando affermava che -il potere logora chi non ce l’ha-. La vicenda nota del Comandante De Falco e del Capitano Schettino, le registrazioni sputtanate dai media delle comunicazioni fra la nave e la Capitaneria di Porto nei drammatici momenti successivi al naufragio della Costa Concordia, sono, come tanti altri aspetti di questa storia, una metafora della nostra società.

Il Comandante De Falco è diventato, dopo quella sera, una sorta di eroe nazionale, di lui ci è piaciuto il tono perentorio con cui impartiva gli ordini al “vile” Capitano Schettino, tutta Italia si è sentita partecipe di quel momento di rivalsa, una sorta di nemesi della drammatica situazione politico-sociale in cui versa il nostro paese.

Cosa è successo veramente? Il Comandante De Falco è un ufficiale di marina, è addestrato, condizionato se vogliamo, ad agire con una logica diversa da quella che avrei io o un comune cittadino, De Falco, ad un certo punto si è reso conto della situazione e ha assunto il comando per fare quello per cui è addestrato: portare a casa un risultato, in questo caso per  salvare delle vite. In questa storia, però, l’ambientazione non è una nave da guerra o una caserma, De Falco si è trovato di fronte quello che era poco più che un civile che, incredibilmente, dal suo punto di vista, non ha nemmeno lontanamente pensato di obbedire agli ordini, ma che da perfetto pusillanime, preso fra il rischio di lasciarci la buccia e quello di finire nei casini, ha cominciato ad accampare scuse e ad inventarsi scenari sempre più improbabili.

Comandare è meglio che fottere, è purtroppo vero nel nostro Paese, dove il ruolo di comando, non è una condanna, non significa mettere le proprie capacità al servizio degli altri, in un Paese dove nessuno ha mai il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, anzi dove il sistema è strutturato proprio per fare in modo che le responsabilità siano talmente diluite, talmente condivise che quando ci sono degli illeciti è impossibile individuare un vero colpevole e al limite si parla di associazione a delinquere. No, comandare non è affatto bello, non vuol dire solo prestigio e una cospicua busta paga, da un grande potere derivano grandi responsabilità, diceva il nonno di Peter Parker :-), non tutti hanno al forza di sostenere il fardello di assumere decisioni che riguardano la vita (e in alcuni casi la morte) di altri individui, quasi nessuno è realmente preparato per farlo, per lo meno è così nel MIO mondo.

2 commenti
  1. francesco fuoco
    francesco fuoco dice:

    In italia, la “certezza” della pena non esiste, un iter processuale dura anni!
    In pensione si va sempre più tardi e quindi, in galera non ci si può più andare per raggiunti limiti di età!
    ormai non conviene più comandare, i vaffan si sprecano!

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