Fra il 1958 e il 1959, in piena Guerra Fredda, inizia la corsa alla Luna coi primi successi sovietici e delle sonde Luna 2 e Luna 3 fra settembre e ottobre 1959. Gli Stati Uniti trovatisi a rincorrere nello spazio l’Unione Sovietica, già dopo il lancio dello Sputnik, rispondono nel 1958 con le sonde Pioneer e successivamente con le Ranger ottenendo i primi riscontri solo nel 1965 con le prime foto della Luna a distanza ravvicinata. Intanto Luna 9 dell’URSS, nel gennaio 1966, effettuava il primo allunaggio morbido, obiettivo ripetuto dagli USA pochi mesi dopo con la sonda Surveyor 1, aprendo in questo modo la strada per il trionfo dell’Apollo 11 che il 20 luglio del 1969 portò il primo uomo sulla Luna, seguito da altri cinque sbarchi e 12 essere umani scesi sulla superficie del satellite.  La corsa alla Luna si chiuderà nel 1976 con l’ultimo allunaggio della missione sovietica Luna 24, fino ad oggi.

Lancio

Pechino, 14 dicembre 2013,  Controllo Missione, per 12 minuti sono tutti col fiato sospeso in attesa dell’allunaggio della sonda Chang’e 3 che, dopo 37 anni, insieme al suo rover Yutu, è il primo manufatto umano a posarsi sul suolo lunare, sul Sinus Iridum, una pianura di lava basaltica.

La sonda Chang’e 3 è la terza missione cinese verso il nostro satellite, preceduta da due orbiter il Chang’e 1, in orbita  lunare dal 5 novembre fino al 1º marzo 2009, quando è stato fatto intenzionalmente precipitare sulla superficie della Luna, e il  Chang’e 2, lanciato il 1º ottobre 2010 per condurre delle ricerche in un’orbita a 100 chilometri dalla superficie della Luna, in preparazione dell’allunaggio del Chang’e 3.

 

Il Chang’e 3 è stato lanciato  dal cosmodromo di Xichang, con un vettore Long March-3B,  il 2 dicembre 2013 e si compone di un lander e di un rover lunare, Yutu,  progettato per separarsi ed esplorare la superficie  del satellite in maniera indipendente grazie a  una serie di sensori.

 

 

Il rover, alimentato da un motore a plutonio-238 e da pannelli solari che gli consentiranno una durata operativa  di oltre un anno, è un  robot a sei ruote progettato presso l’Istituto di ingegneria dei sistemi aerospaziali di Shanghai, è lungo 1,5 metri e pesante 120 chilogrammi ed è in grado di trasportare un carico utile di 20kg, trasmettere video in tempo reale grazie a due telecamere panoramiche e scavare ed analizzare campioni di suolo. Il rover è dotato di un potente radar, di  uno spettrometro a raggi-X di particelle alpha e di uno spettrometro infrarosso  oltre a numerosi strumenti di diagnostica e trasmissione.

 

Il lander è dotato di un telescopio orbitale per effettuare le primissime osservazioni astronomiche dalla superficie lunare e di  una camera che funziona nell’ultravioletto, con cui osserverà le bande di radiazione della ionosfera terrestre, alla lunghezza di 30.4 nanometri. A bordo del lander, inoltre, ci sono 3  camere ad alta risoluzione per immagini panoramiche, più una camera per le riprese dirette della discesa sulla Luna oltre ad braccio robotico per sondare il suolo nella zona di atterraggio.

 

Lo scopo della missione del Chang’e 3 e della prossima missione gemella Chang’e 4, è  di sondare la struttura geologica del satellite  e la ricerca di possibili risorse, tutto ciò in preparazione delle missioni Chang’e 5 e Chang’e 6 programmate per il 2017 nelle quali verranno prelevati e riportati sulla Terra dei campioni di suolo e del successivo sbarco di un equipaggio umano previsto intorno al 2025.

 

Dopo tanti anni nei quali sembrava dimenticata, la Luna torna quindi ad essere il simbolo della crescita tecnologica, questa volta di un paese, la Cina, alla ricerca della propria collocazione fra le superpotenze mondiali; tutto ciò con buona pace di coloro che vedono il Sud Est asiatico come  Terzo Mondo credendo in una supremazia economica e tecnologica che i paesi occidentali hanno perso da tempo.

 

1 commento
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