chi vota oggi...

Sei mesi fa, più o meno, in concomitanza con le elezioni politiche scrivevo “Chi vota Grillo oggi non venga poi a rompere il cazzo fra sei mesi“, sono passati sei mesi ed eccoci qui in una situazione peggiore di quella in cui ci aveva lasciato il Governo Monti ed eccoli qui i soliti mentecatti a cianciare di ingiustizie sociali e di inciuci.

 

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Marte, il pianeta rosso: quante storie sono nate immaginando di raggiungerlo, immaginando di trovarci un’altra civiltà, una diversa cultura, alieni aggressivi e femmine marziane disegnate come prosperose pin up dalla pelle colorata. La storia di Marte nel mito e nella letteratura ha origini molto lontane.

 

Pianeta Rosso di Davide ManaDavide Mana in “Marte! 150 anni di scienza e immaginazione” (scaricabile gratuitamente da QUI) ripercorre l’influenza del pianeta rosso nella letteratura fantascientifica a partire dalla fine dell’800 e dalle suggestioni del ciclo burroughsiano di John Carter di Marte passando per Welles, Bradbury, Tanith Lee, fino ad arrivare alla science fiction del ventunesimo secolo.

 

In questo breve saggio Davide ci guida attraverso la storia della fantascienza passando gli autori e gli editori che hanno trattato il tema marziano  spaziando dalla space romance all’hard science fiction. Alla fine dell”agile volumetto” ti rimane l’amaro in bocca per non aver letto tante delle perle citate e ti metti, come me, a cercare disperatamente una copia di quel “Cristo Marziano” che  non sapevi nemmeno che fosse stato scritto da Philip Josè Farmer.

 

Ma non finisce qui, sempre in tema marziano,  Davide ci propone anche una vera e propria perla ucronica con un racconto ambientato su un Marte, per molti aspetti simile al Barsoom di Edgar Rice Burroughs ma che in realtà racchiude molte delle rappresentazione del pianeta rosso della fantascienza classica, facendoci incontrare il mito risorgimentale Giuseppe Garibaldi, ora per davvero “eroe dei due mondi” che, in una sorta di esilio volontario su Marte, si troverà alle prese con una serie di intrighi terrestri e alieni che lo porteranno in un serrato  susseguirsi di avventure in contatto con altri personaggi storici e con bellissime donne marziane. Non vi anticipo altro per non rovinarvi la sorpresa di questo racconto (scaricabile da QUI in formato ePUB  e da QUI in formato mobi) e del suo finale strepitoso.

 

Il mio consiglio, per questa nemmeno caldissima estate, è di scaricarvi questi due piccoli capolavori di Davide Mana, comprarvi, se non l’avete ancora fatto, un ebook reader (la carta a mare si bagna) e leggerli sotto l’ombrellone al posto delle 40 sfumature di cazzate che sono certo avete parcheggiato nella libreria del salone.

 

Pacific Rim narra epiche lotte di mostri giganti e robottoni in un live action che qualunque bambino cresciuto negli anni ’70 e ’80 ha sempre sognato, Pacific Rim nasce con tutti i presupposti per essere il più costoso film pornografico della storia dell’umanità ma Guillermo Del Toro lo ha reso un capolavoro.

Pacific Rim

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Professional EscortDivampa la polemica per l’intervista autopromozionale, rilasciata ai giornali locali, dall’AD di un noto parco di divertimenti pugliese che lamenta di non riuscire a trovare schiavi personale da far lavorare d’estate a ferragosto e di domenica con orari variabili su turni che possono finire alle tre di notte quando, dopo la selezione dei curriculum, viene spiegato che lo stipendio è di 800 euro per 40 ore settimanali(almeno sulla carta). Ah che strana la vita, questi giovani d’oggi non vogliono lavorare, massa di scansafatiche, quando eravamo giovani noi e quando c’era lui persino i treni arrivavano puntuali… no dico 800 euro per un lavoro stagionale che NON ti lascia niente, nessuna formazione, nessuna competenza, nulla di rilevante da scrivere sul curriculum ma naturalmente sono i ragazzi di oggi ad essere choosy per dirla alla Fornero e mi viene in mente il reddito di cittadinanza, sì quello strano istituto sponsorizzato come parte del programma irrealizzabile da ogni ortottero di quartiere. Regalare a ogni italiano, che non può mantenersi, una cifra variabile fra 800 e 1000 euro al mese, poveri i nostri imprenditorucoli italioti che fatica dovranno fare per rubare manodopera al reddito di cittadinanza.

 

Poi leggo che la CISL raccoglie le firme per limitare PER LEGGE i livelli degli stipendi dei Top Manager delle aziende PRIVATE quotate in borsa agli stessi 294 mila euro annui previsti per i manager pubblici. Certo sono molti di più degli 800 euro al mese a cui hanno rinunciato questi choosy pugliesi per allietare le giornate dei vacanzieri in un parco di divertimenti, ma il punto è un altro: metti caso che un top manager faccia guadagnare all’azienda venti milioni di euro che senza le sue competenze non sarebbero mai arrivati, o facciamo l’esempio di un manager di un’azienda pubblica che consente dei risparmi allo Stato venti milioni di euro grazie alle sue capacità… che facciamo gli tagliamo lo stipendio a 300.000 euro per una forma di equità condita di invidia sociale così che per il prossimo esercizio possa legittimamente fottersene e andare ad apportare le proprie competenze altrove? Ma credere davvero di essere migliori degli altri ma solo più sfortunati? Pensate veramente che siano tutti raccomandati, tutti incapaci?

 

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Ne abbiamo viste tante di Barbie dal 1959, quando la bambola più famosa del mondo fu commercializzata, ad oggi. Peggio che nei film degli anni ’70 con Edwige Fenech abbiamo avuto la Barbie dottoressa, la Barbie soldatessa, la Barbie paracadutista, la Barbie professoressa e chi più ne ha più ne metta, però, no, la Barbie chiattona proprio non si può vedere.

 

Barbie prima e dopo la curaL’ americano Nickolay Lamm ha riprodotto, infatti, il giocattolo di punta della Mattel utilizzando le misure e le proporzioni di una diciannovenne media americana secondo i dati forniti dal CDC (istituto Usa per il controllo e la prevenzione delle malattie), i risultati come potete vedere nella foto  sono aberranti, viene fuori una bambola con le tette piccole, i fianchi larghi, il culo grosso, la pancetta, alta come un puffo e con dei piedi enormi, sembra un hobbit, in effetti, ma questo fa tanto bene alla psiche delle bambine che altrimenti crescerebbero sopraffate da un modello irragiungibile di oca bionda come la Barbie, sì come no…

 

E’ inutile, non cambia mai nulla, soltanto restando in Italia, negli anni ’70-’80 i giornali erano pieni di notizie di bambini lanciatisi dal balcone al grido di Jeeg Robot D’Acciaio, fu scomodato il Parlamento per mettere al bando Atlas UFO Robot che trasformava i bambini in temibili piloti di mecha guerrieri pronti a scatenare guerre integalattiche, gli anni ’90 sono stati il teatro della più grossa operazione di censura agli anime e oggi si scopre[1] che le bambine muoiono denutrite per colpa dell’anoressia causata dall’inutile tentativo di conformarsi alla Barbie principessa e quindi è ora di un bel restyling alla Barbie per renderla un modello più facile da imitare[2].

 

E’ sempre facile dare la colpa a qualcun altro, troppo comodo delegare ad altri l’educazione dei propri figli e addossare al sistema le responsabilità della propria incapacità e delle proprie scelte sbagliate, come se una ragazzina anoressica lo diventa perché gioca con le Barbie o guarda pessimi programmi televisivi, che poi, a proposito di Tv, non capisco come mai nessuno si lamenta dei pessimi programmi per bambini trasmessi oggi sui canali via cavo e satellitari, ma questo sarà oggetto di un altro post. Intanto vi lascio con il simpaticissimo video di “Barbie Girl” singolo del ’97 del gruppo pop scandinavo Aqua.

 

[1] in verità già nel ’97 la Barbie fu rimodellata per andare in contro alle esigenze dei folli protettori dell’infanzia

[2] che poi a prescindere dal problema della Barbie, quello di abbassare gli standard per facilitarne il raggiungimento al mucchio di caproni che affolla il pianeta, quello dell’omologazione verso il basso, insomma, è un altro grosso problema di questi anni