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Sopravvivere alle feste è stato come combattere l’intera campagna di Unreal Tournment tutta d’un fiato in modalità Deathmatch ed entrambe le cose le ho fatte negli ultimi due giorni. Il gioco, se pur vecchio, l’ho preso usato per la Ps2 a 5 euro, i parenti a cui sopravvivere per la pasqua ce li avevo già. Un vero tour de force, corri di qua corri di la, mi sembrava di essere una trottola. Ma che cazzo non si possono accontentare di un sms, che ormai fatico a mandare pure quelli. Pierpaolo, poi, è quello che ne ha “risentito” di più, sballottato fra un nonno e una zia gli sembrava di essere a Disneyland e adesso e qui nel suo “recinto”, eccitato manco avesse cinque anni e fosse la notte di natale, che lascia un gioco per prenderne un altro in un tripudio di gridolini; ho terrore per la notte che si approssima.
Leggevo un paio di articoli sul risparmio energetico in generale. In uno si fa menzione della famosa lucina dello stand-by di tv e altri ammenicoli, che se spenta farebbe risparmiare non so bene quanta enrgia elettrica, tanto che si sono inventati sistemi telecomandati per togliere la corrente a tutti gli apparecchi; questo è un classico esempio di “risparmio” che tende a cambiare il mio stile di vita e che dunque stento ad accettare(vedi La Fine di un’era). A parte che non sono affatto convinto che i calcoli sul risparmio presunto derivante dalla disattivazione dello stand-by siano veritieri è probabile che il gioco (sia in termini di costo economico che di impatto ambientale) valga la candela della comodità di poter attivare e disattvare sistemi da remoto… non è questo il modo di ridurre i consumi energetici.

Stiamo assistendo in questi mesi ad un incremento progressivo del prezzo del petrolio e di riflesso dei costi dell’energia. L’economia occidentale, è inutile nascondersi dietro ad un dito, si basa sugli idrocarburi. Se è vero che fino ad ora le crisi petrolifere sono sempre state generate da problemi politici o da speculazioni economiche è inevitabile considerare che ormai si è giunti o ci si sta rapidamente approssimando, al punto di flesso della produzione mondiale di petrolio e, complici anche la crescita economica e produttiva dei paesi del sud-est asiatico, la domanda globale è in costante aumento. In poche parole il petrolio sta finendo ed è il caso di prepararsi qualche alternativa. Il sistema economico, in particolare nei paesi occidentali, finora ha considerato l’energia prodotta dagli idrocarburi virtualmente inesauribile generando un modello sociale basato su questo. Lo stesso concetto di libertà personale, paradossalmente è basato sul petrolio. Oggi non è raro che il posto di lavoro sia cinquanta-cento chilometri dalla propria abitazione, ma chi si deve fare al massimo un’ora di macchina per andare a lavoro raramente si considera pendolare e mai usa il mezzo pubblico se non costretto. Sono dunque libero di scegliere dove abitare come sono libero di farmi 60 km la domenica pomeriggio per andare al nuovo mega centro commerciale. Se penso che mio nonno si spostava dal paesello solo raramente e quello era considerato un evento non posso non considerare queste come conquiste di libertà, libertà però ora minacciata non da sangunari terroristi ma dal fatto di derivare direttamente da un modello di sviluppo basato su una risorsa solo virtualmente infinita.
La crisi a cui andiamo sempre più velocemente incontro rischia di mettere in discussione l’intero way of life della nostra società e ad oggi non sembrano esserci soluzioni credibili per risolvere il problema e mantenere lo status quo. Dunque l’unica soluzione sembrerebbe quella di modificare il nostro modo di vivere nel senso di evitare gli sprechi anche se tutti i media, continuamente, da almeno trenta anni cercano di far passare il messaggio opposto. Evitare gli sprechi a tutti i livelli deve passare come messaggio “etico” non solo per attuare un deciso risparmio energetico ma per contrastare una cultura economica basata su indicatori incompleti come gli indici riferiti alla produzione e al consumo, non può passare il messaggio che spendere serve a far girare l’economia, non è possibile che flotte di camion trasportino acqua imbottigliata da Nord a Sud e viceversa, non è possibile dover progettare telefonini biodegradabili perchè la loro vita utile è sempre più
breve solo in quanto sorpassati dalle mode. Si badi non sto proponendo di rinunciare al proprio modo di vivere e nemmeno di rinunciare al supefluo(io sono notoriamente il re dei gadget inutili) ma solo di razionalizzare i consumi essendo attori consapevoli delle proprie scelte senza farsi influenzare dal voluttuario eletto a necessità vitale ma senza rinunciare alle cose che ci piace fare.