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Periodo di festività, oramai finito, quanto meno ho avuto il tempo per fare qualcosa che mi piace, ad esempio guardarmi la serie di 26 episodi di Terrestrial Defense Corp. Dai-Guard che tenevo nel cassetto da anni.

Nel 2018 la Terra è minacciata da un terribile mostro che attacca il Giappone e che le armi convenzionali non riescono ad abbattere. Per fermarlo l’esercito delle Nazioni Unite decide di lanciare la bomba OE, un arma non convenzionale dalla terribile potenza distruttiva vaporizzando, così, l’heterodyne, come è stato battezzato il mostro, insieme ad un’intera città. Da quel terribile giorno più nessun mostro ha minacciato il pianeta nonostante l’esercito si fosse preparato approntando un’arma di difesa, un robot antropomorfo alto 25 metri e pesante 156 tonnellate, nome in codice Dai-Guard, costruito proprio per contrastare la minaccia heterodyne. Sono passati dodici anni e il Dai-Guard, i cui costi di gestione sono risultati altissimi, è stato venduto dall’esercito alla 21st Century Security Corporation, una società sicurezza privata, che ha fatto del robot una specie di richiamo pubblicitario affidandolo al suo Secondo Ufficio Stampa e utilizzandolo nelle fiere. Proprio durante una di queste esibizioni, ancora una volta in Giappone, ritorano gli heterodyne a minacciare l’umanità.

L’esercito entra subito in azione per contrastare la minaccia “aliena” ma, nuovamente, senza successo ed è a questo punto che Shunsuke Akagi, il primo pilota del Dai-Guard decide di intervenire, coinvolgento il navigatore del Dai-Guard la signorina Ibuki Momoi e l’ingegnere di bordo Keiichiro Aoyama contro il parere del suo capoufficio, Haruo Oosugi, e del consiglio di Amministrazione della 21st Century Security Corporation. L’intevento del Dai-Guard mette in fuga l’heterodyne, sia pure a costo di danni al braccio del robot; a questo punto, però, nasce il problema di chi e come deve gestire il Dai-Guard. L’esercito vorrebbe utilizzarlo nuovamente per contrastare la minaccia “aliena”, ma il robot ormai è proprietà privata e non si pùò prescindere dal consiglio di amministrazione della 21st Century Security Corporation.

Tutta la serie si snoda fra apparizione degli heterodyne e interventi del Dai-Guard di volta in volta ostacolati dalla burocrazia di una grande società privata che deve contenere i costi e un esercito che invia un’osservatore al Secondo Ufficio Stampa, Shirou Shirota, per controllare le azioni del Dai-Guard e che non vuole delegare a un privato la protezione del pianeta. Da un certo punto di vista ricorda Trider G7, dove per far partire il robot si teneva il conto fino all’ultimo yen ed in efetti la serie è abbastanza scanzonata e non brilla di originalità; tuttavia il mecha design non è poi male e sopratutto è molto interessante osservare la vita dei “colletti bianchi” in una grande multinazionale giapponese alle prese con un imprevisto quale può essere il dover proteggere la terra da una minaccia aliena. Avrebbe migliorato la serie qualche spiegazione in più sulla provenienza degli heterodyne e un loro design un po’ più accattivante, visto che sono disegnati peggio degli angeli di Evangelion.

Una nota circa una gag, mi pare nel secondo episodio. A un certo punto per combattere un hetrodyne Akagi decide di omaggiare Mazinger e far ricorso al rocket pounch de Dai-Guard; in pratica stacca un braccio del robot e con l’altro braccio lo lancia contro il mostro “alieno”, questa scena viene ripresa pari pari in Shin Mazinger Z dove Imagawa fa ripetere la stessa gag a Zeus.

Nuovi modellini acquistati da eBay. Si tratta di due Veritech Fighter (Variable Engineering e Robotic Integration) TECHnology) della serie Macross: il Super Valkyrie VF-1A (quello bianco), il veicolo standard dei piloti, e del Super valkyrie VF-1J (quello azzurro) generalmente pilotato dal capo squadriglia.

YattermanHo finalmente visto Yatterman live action movie, il film di Yattaman. E’ inutile raccontare la storia di uno degli anime più esilaranti degli anni ’80 di cui oltre allo splendito remake animato è stato realizzato un film a dir poco meraviglioso.

 

Mentre scrivo queste righe ho un sorriso ebete stampato sulla faccia a ripensare al film. E’ praticamente identico al cartone animato e gli attori sono incredibilmente azzeccati, specie la bellissima Doronjo interpretata dalla splendida Kyoko Fukada, attrice e cantante j-pop. Il finale del film, che ha sbancato i botteghini, naturalmente in Giappone, lascerebbe anche presagire un secono capitolo con Yatter-pellicano, lo spero tanto.

 

Intanto godetevi il filmato col balletto esilarante del trio Drombo e un grazie anche a Dnotomista per i sub-ita non propriamente “girellari” ma curatissimi.

Grande finale per Shin Mazinger Z-hen. L’intera serie di 26 episodi ha dato davvero nuova vita alla saga di Mazinger ricostruendo totalmente l’universo che tutti noi abbiamo conosciuto con le due serie robotiche degli anni settanta. Certo poi ci sono stati varie saghe in manga, c’è stata quella porcheria di Mazinkaiser, ma nulla di paragonabile a quello visto in questi 26 episodi. Bisogna dire che la serie pecca un po’ per le animazioni realizzate in economia, il mecha-design non è questo granchè, non ho capito a che cacchio è servito il Jet Scrander se non a vendere un modellino in più; certo è che Imagawa ha saputo appropriarsi della storia per ricreare un universo che finalmente vede in Mazinger non più un anime adolescenziale, ma un prodotto che ha una sua coerenza interna e che funziona, ha saputo riprendere gli spunti presenti nei vari anime e manga per narrare la storia di come un ragazzo possa trovarsi a dover crescere velocemente e ad appropriarsi del potere che lo costringere a dover scegliere se diventare un dio o un demone. Forse l’anime ha peccato un po’ per la mancanza di una maggiore dose di sane mazzate robotiche, questo detto nel ricordo di Mazinga Z, ma sicuramente ne ha giovato la rappresentazione dei personaggi, tutti caratterizzati in maniera egregia, in particolare il barone Ashura.

La fine dell’ultimo episodio apre una porta ad un seguito e come nella serie classica tornano sulla Terra i micenei, l’ombra del Great Mazinger l’abbiamo pure vista, che dire spero ne facciano altri 26 episodi e continuino con un Great-hen, magari con un budget un po’ più alto.


Lo shopping on line è pericoloso. Ci sono dei momenti che, colto dal raptus della spesa folle, uno si compra un oggetto inutile inventandosi varie scuse per renderlo indispensabile; un tempo, in quei momenti, bastava non uscire di casa e il rischio era scongiurato, nel attesa del Natale per farsi regalare qualunque cazzata. oggi c’è eBay.
Quello di sopra è il risultato di un attimo di depressione che mi ha colto lo scorso week-end.

P.S. piccola nota, compro i simpatici oggettivi da ebay e chiedo esplicitamente al venditore di spedirmeli per corriere, pago qualcosa in più, ma non essendo mai a casa almeno sto tranquillo, per ulteriore sicurezza lascio l’indirizzo di mio padre, certamente più presente di me a casa. Arriva il corriere, non trova nessuno a casa di mio padre e mi chiama al cellulare per dirmi che a casa non c’era nessuno e di scendere (sigh!). Al che gli dico di lasciare l’avviso, tanto la loro sede è dietro il mio ufficio. Mi richiama per dire che ha lasciato il pacco a mio zio. OK c’erano dei modellini in PVC, ma se avessi comprato una bambola gonfiabile? La prossima volta lascio fare alle poste…