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Fra gli ultimi termini di ricerca che hanno portato a questo sito, oggi, c’è praticamente sempre e solo la parola democrazia. Beh oggi dovrebbe essere un grande giorno per la democrazia, dopo 15 anni si riesce a non far fallire un referendum… eppure non credo sia davvero così.

Personalmente sono  felice per il raggiungimento del quorum, non tanto per la reale ricaduta socio-economica di questa consultazione che sarà praticamente nulla, quanto per il suo valore politico che infligge un’altro sonoro colpo all’attuale esecutivo e anche se non basterà a farlo crollare,  immaginare Berlusconi schiumare di bile, scusatemi, ma mi mette di ottimo umore.

Dicevo che non è un grande giorno per la democrazia per come si è raggiunto il quorum come non è un grande giorno per i media tradizionali che si sono visti sfilare la palma d’oro della propaganda dai media, come dire, alternativi, dai social network. Certo i quesiti questa volta erano di interesse pubblico ma non sarebbe stato sufficiente a raggiungere il quorum; gli elettori sono stati convinti a recarsi alle urne, a votare sì, dal terrorismo propugnato dai social network sul quale si è diffusa l’idea, il meme, che il fallimento del referendum avrebbe portato all’aumento del costo dell’acqua e ad una probabile esplosione atomica in un reattore nucleare da qui a 20 anni. Torme di bimbiminkia hanno così convinto le loro nonne rincoglionite da anni di lavaggio del cervello berlusconiano sull’onnipresente pericolo comunista, con una propaganda uguale e contraria non controbilanciata dalle TV del nano morale che hanno cercato di insabbiare tutto fallendo miseramente per diversi motivi, primo fra tutti la sottovalutazione dei nuovi media. Conclusione a votare c’è andato un mare di persone, non perché sapessero realmente cosa stessero facendo ma per il solito difetto della democrazia che può essere facilmente controllata manipolando le masse.  Il vero vincitore di questo referendum, quindi, non è il SI ma è Facebook che ormai è diventato un vero e proprio mass media e di questo se ne dovrà tenere conto in futuro. Adesso la politica, tutta la politica, cercherà di imbavagliare internet e presto si renderanno conto che è un’impresa impossibile anche per un “regime” come quello cinese, il secondo passo sarà di allearsi con il nemico e questo sarà molto più pericoloso. Oggi i politici si muovono sui nuovi media come elefanti in una cristalleria, anche quelli che ritengono di saperli usare cadono preda di troll da due soldi e ragazzini annoiati perché la scuola è chiusa; domani probabilmente a combattere le battaglie politiche, a fare propaganda ci saranno esperti di viral marketing e gente che davvero conosce i nuovi media; quel giorno la democrazia sarà davvero in pericolo.

Ho già avuto modo di scrivere cosa penso della democrazia diretta, in breve,  concedere ai cittadini la possibilità di legiferare su questioni di cui sanno poco o nulla equivale un po’ a fare le leggi col testa o croce.

DEMOCRAZIA DIRETTA

La democrazia diretta prevede che i cittadini, in quanto popolo sovrano siano anche legislatori e possano proporre e votare direttamente le leggi ordinarie e attraverso diversi istituti di consultazione popolare e diverse forme di partecipazione popolare.

DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA

La democrazia rappresentativa prevede che i cittadini eleggano, attraverso una consultazione popolare, i propri rappresentanti  a cui delegare il compito di proporre e votare le leggi ordinarie

Appare, dunque, subito evidente che il punto debole di entrambe le democrazie siano i cittadini. Al singolo cittadino, come unico requisito per esercitare l’enorme potere di contribuire alle scelte di un paese, viene richiesto un limite d’età, di solito basso. Da qui il grosso limite dell’impianto democratico che tanto più manipolabile quanto più sono manipolabili le masse e, in un sistema come l’attuale, dove la scuola è ridotta ad un posto per parcheggiare i ragazzi mentre i genitori sono a lavoro e la cultura è propugnata quasi completamente dai media, le masse sono molto, troppo manipolabili.

La campagna per l’ormai imminente referendum abrogativo è stata esemplare per spiegare quello che voglio dire. I sostenitori del “NO”, di fatti, hanno un controllo totale dell’informazione tradizionale (TV, radio e giornali) col risultato che per far fallire il referendum non raggiungendo il quorum(*) hanno pensato che fosse sufficiente non fornire alcun tipo di informazione ai cittadini. Fosse stato cinque anni fa o un quesito meno “interessante” avrebbero avuto ragione. Nel frattempo, però, sono entrati in scena nuovi media meno tradizionali ma non per questo meno potenti in fatto di manipolazione delle masse e della realtà; parlo di internet e dei social network. I social network sono uno strumento difficilmente controllabile dall’esterno ma con un grosso limite: quando un meme si diffonde non è più possibile fermarlo finché non estingue da solo.

Cito Wikipedia

Un meme è una riconoscibile entità di informazione relativa alla cultura umana che è replicabile da una mente o un supporto simbolico di memoria, per esempio un libro, ad un’altra mente o supporto. In termini più specifici, un meme è “un’unità auto-propagantesi” di evoluzione culturale, analoga a ciò che il gene è per la genetica.

L’informazione può essere una leggenda metropolitana, un nuovo vezzo culturale, un concetto, in questo caso “4 SI ai referendum”. I social network, di fatto, hanno mandato a puttane tutto il lavoro di insabbiamento svolto dai media tradizionali: oggi tutti in italia sanno che c’è un referendum e sanno vagamente di cosa parlano i quesiti e andranno a votare SI perché hanno paura. Il fatto è che internet questa volta è stata usata non per fare informazione ma per fare propaganda a senso unico instillando dubbi, lanciando accuse, dicendo falsità e alimentando il terrorismo psicologico senza alcun contradittorio, se non altro perché, dall’altra parte se ne sono accorti tardi. Non sto facendo una valutazione sul referendum, si badi bene, ci sono ottimi motivi per votare SI e altri altrettanto buoni per votare NO, il mio è più un discorso, come dire, cybersociale.

Il punto dunque, indipendentemente dagli strumenti utilizzati, rimane sempre che l’opinione delle masse è facilmente manipolabile, basta saper premere i tasti giusti e più i media saranno pervasivi nella società, più la democrazia sarà a rischio di controllo di un Ente superiore, del resto Geroge Orwell queste cose le aveva scritte già nel 1948.

Il mio invito dunque è sempre quello di cercare di valutare le questioni utilizzando il proprio metro di giudizio senza volersi omologare a tutti costi all’opinione corrente, un po’ di sano spirito di contraddizione aiuta a valutare le questioni da tutti i punti di vista e a scegliere con più serenità. Con i nuovi media, fra l’altro, è ancora più difficile valutare bene. Mi spiego meglio: se un opinione viene esposta in TV da una persona da tutti riconosciuta essere un cretino tale opinione verrà scartata indipendentemente dal suo contenuto informativo; un meme che si diffonde invece, se pure partorito da un idiota, ha l’avvallo di migliaia di menti e viene gioco forza ritenuto affidabile.

E’ notizia di questi giorni quella di un interessante esperimento in Islanda, dove si sta scrivendo la nuova costituzione utilizzando internet per consentire a tutti i cittadini di partecipare direttamente alla sua stesura. In realtà  la supervisione dell’università di Reykjavík è molto forte e i cittadini dell’Islanda sono meno che quelli della città di Bari; questo esperimento di democrazia diretta, tuttava, rimane un interessante probabile fallimento da studiare con attenzione.

(*) i referendum abrogativi in italia prevedono, per essere validi, il raggiungimento del 50%+1 dei votanti. La cosa ovviamente si presta a forti manipolazioni sui cittadini dal momento che basta convincerne un buon numero a NON fare nulla per ottenere l’annullamento del referendum. Tuttavia l’esistenza del quorum ha un suo motivo di esistere. Nelle consultazioni referendarie io sono chiamato a votare non per eleggere un mio rappresentante ma per abrogare una legge votata da questi; dover intervenire personalmente per correggere il tiro, oltre palesare il fallimento della democrazia rappresentativa, significa anche che posso essere chiamato a decidere su questioni che magari non mi interessano perché troppo tecniche o poco rilevanti nell’impianto legislativo generale, da questo punto di vista l’astensione assume un forte significato politico di richiamo ai rappresentanti e ai cittadini che hanno sprecato risorse per una consultazione inutile/dannosa.

Torno sua questione referendum per fare una considerazione, non tanto sui quesiti, quanto sulla campagna a favore del Sì.

In estrema sintesi fate schifo!

E’ vergognoso che si possa dire “porta anche tu un parente (o un vicino) anziano a votare!”,  siamo al limite della circonvenzione di incapace.

E’ vergognoso che vengano pubblicizzate iniziative del tipo “portate tessera elettorale timbrata c’è un caffè / panino / aperitivo / concerto/ teatro gratis”, siamo al limite del voto di scambio.

E’ vergognoso che si possa fare terrorismo con frasi del tipo “l’acqua è come l’aria, senza si muore”, vai a farti fottere, prendi  un’ampolla e corri a prelevartela alla sorgente.

E’ vergognoso che venga strumentalizzata la tragedia accaduta in Giappone per portare consensi ad un quesito che non è nemmeno quello per cui sono state raccolte le firme. A titolo di informazione Tokyo NON è una città fantasma!

Per queste ragioni oltre che, entrando nel merito dei vari quesiti, per la disonestà intellettuale condita da profonda ignoranza propugnata in questi giorni dai promotori del Sì mi sta venendo seriamente voglia di astenermi da tutti i referendum, anche perché, francamente, in questi giorni, ho cose più importanti da fare che sprecare buttare via dilapidare impiegare mezz’ora per andare a votare per quello che, sostanzialmente, è diventata niente più una consultazione politica.

E poi… come ha detto una mia amica:-Voterò NO sul nuculare, e spero che ne muoia un sacco di gente, cazzo.- ;-)

Non potevo crederci!!!

Apro Chrome e nella barra degli indirizzi digito www.ryanair.it per vedere che altra tratta hanno aggiunto da Bari, hai visto mai che questa estate ci salta il tic di fare una settimana da qualche parte nonostante il nuovo arrivato (il piccolo Gabriele di cui parlo per la prima volta e che arriverà a giorni). Apro la pagina, dicevo, e non riuscivo a credere ai miei occhi; tanto che prima che lo cancellino mi sono salvato la clipboard. Guardate anche voi cliccando sulla foto :-)

Andiamo un po’ controcorrente, va…

Sarà che in TV se ne parla poco, social network, Usenet, blog, invece non parlano d’altro: il 12 e il 13 giugno si va a votare per 4 Referendum. Il Referendum è probabilmente il principale strumento di democrazia diretta è consente al “popolo” legiferare(non in italia) o comunque di fornire la propria opinione (vincolante) su leggi e regolamenti. Come tutti gli strumenti di democrazia diretta dunque, il referendum, consente a chiunque di esprimere la propria opinione su cose o fatti di cui non capisce nulla o quasi; per questo motivo il referendum dovrebbe essere utilizzato solo per porre quesiti chiari, di interesse pubblico e per i quali è davvero necessario verificare che l’opinione degli “elettori” non si discosti da quella degli “eletti”.

Negli ultimi anni, in italia, quello referendario è stato uno strumento abusato, si sono fatti Referendum per qualunque cazzata incomprensibile ed è stato gioco facile pilotare gli “elettori” sul non andare a votare facendo fallire ogni consultazione. Questa volta, invece, i problemi posti, sono di interesse pubblico e abbastanza chiari, tuttavia la necessità del quorum rende, ancora una volta, la campagna referendaria drogata. L’attuale governo difficilmente potrebbe convincere la gente a non andare a votare su quesiti come quelli del 12 e 13 giugno che riguardano l’interesse pubblico se non altro perché anche l'”elettore” più instupidito dalla TV, pure se non capisce un cazzo, cercherà di auto-tutelare se e la sua famiglia votando secondo il comune “buon senso”. Gli interessi in gioco però, questa volta, sono davvero alti e l’obiettivo dichiarato del governo è di non raggiungere il quorum(dopo aver tentato strade alternative per l’annullamento della consultazione)  e c’è un solo un modo per farlo:  di questo referendum non se ne deve parlare, la gente non lo deve sapere. La politica, però, è vecchia, lo è talmente da non rendersi conto che la TV non solo non è più l’unico strumento di informazione ma non viene  più considerata affidabile, da questo punto di vista, nemmeno dal più sfegatato fan del pompetta munito. Dunque il referendum non solo si farà ma raggiungerà il quorum perché, a questo giro, hanno avuto campo libero i sostenitori dei SI.

Veniamo al referendum. Se fossimo in un paese normale, io voterei NO per tutti i quesiti. In pratica personalmente non solo sono favorevolissimo al nucleare ma credo anche che le risorse naturali come l’acqua, se pure debbano rimanere nella disponibilità di tutti gli individui, non devono essere sprecate. Oggi le tariffe simboliche e la gestione allegra delle infrastrutture porta ad uno spreco di acqua che NON ci possiamo permettere ed è necessario mettere un freno. Se l’erogazione idrica,  come servizio pubblico, ha dimostrato negli anni di essere capace di mettere in piedi solo carrozzoni mangiasoldi che hanno fatto tutt’altro che tutelare il bene comune, forse una gestione maggiormente votata al profitto potrebbe fare in modo di ridurre gli sprechi oltre al fatto che dover pagare l’acqua al reale valore necessario per erogarla in tutte le case porterebbe probabilmente a ridurre gli sprechi. Per quanto riguarda il terzo quesito, beh qui c’è una legge fatta per salvare Berlusconi dai giudici comunisti. Il fatto è che, tolto di mezzo il presidente dal culo flaccido (cit.), quella legge è sacrosanta. In buona sostanza fare in modo che le persone che rappresentano il potere esecutivo non possano essere perseguite, durante il loro mandato, per fatti che nulla centrano con esso, impedisce al potere giudiziario di interferire col potere esecutivo e ciò è alla base della divisione dei poteri sanciti dalla Costituzione ed è anche una cosa di buon senso.

Purtroppo l’italia non è un paese normale, sarà perché pieno zeppo di italiani, non lo so… resta il fatto che una centrale nucleare ha tali rischi intrinsechi da non consentire nemmeno l’ipotesi remota che i lavori possano essere affidati ad imprese meno che trasparenti e questo mette una grossa pietra tombale su qualunque ipotesi di nucleare in italia, almeno in questo momento. Per l’acqua, abbiamo visto  com’è  andata la gestione delle privatizzazioni dell’energia e delle telecomunicazioni e anche le prime parziali privatizzazioni della gestione dell’erogazione idrica  non lasciano ben sperare. Rimane il legittimo impedimento: il mio ragionamento in merito partiva da un’ipotesi attualmente non valida e cioè che non ci sia al governo chi c’è ora, quindi in questo caso il mio ragionamento non può essere applicabile.

In conclusione penso che andrò a votare per i referendum in modo da contribuire a raggiungere il quorum ma penso che voterò SI solo per il nucleare, non ce la faccio proprio ad andare contro il mio buon senso. (In pratica, in un’iperbolica contraddizione personale, voglio che i referendum passino ma non che passino per colpa mia :-) )