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Sono giorni che cerco di scrivere qualcosa di originale su questa storia, ma in realtà si è sprecato tanto inchiostro sull’argomento che, ormai, di interessante da dire non c’è rimasto quasi nulla. Di sicuro questo articolo sarebbe rimasto per sempre in bozza se una discussione con gli amici, ieri sera, a cena, davanti ad una spettacolare entrecote con contorno di spinaci freschi, non mi avesse fatto intravedere un nuovo punto di vista che voglio condividere.
Si fa presto a liquidare il presdelcons come un porco e pervertito, manipolato da poteri occulti e malato, le cose insomma che si leggono su tutti i giornali. Anche avere un moto di pietà per quello che risulta, dalle carte della procura, essere un uomo solo, in un certo senso sfruttato dai suoi fedelissimi e dalle sue “amichette” mi sembra quanto meno irrispettoso. Stiamo parlando di una persona che ha creato un impero economico, finanziario e politico, non dell’ultimo dei pirla. Il discorso di ieri sera prendeva spunto dai gusti sessuali del nostro premier, convengo che sia un po’ pruriginoso come argomento ma, alla fine, in un sabato sera a cena, con gli amici, mentre i bimbi giocano a smontare il locale, di cosa vuoi parlare? Abbiamo visto di tutto alle feste di Arcore, piscine piene di bolle e donne nude, ragazze vestite da dottoresse, poliziotte, infermiere, rigorosamente discinte, balli con le tette al vento… abbiamo riscoperto tutto il campionario dell’immaginario nelle camere da letto degli italiani degli anni ’80: lui ha potuto realizzare, sul suo lettone di Putin, tutte le più classiche perversioni sessuali covate dagli italiani e rappresentate nell’iconografia nazional-popolare del cinema e della TV di quegli anni e da ciò, nei più,  parte  un moto di invidia. Ma un momento… lui ha fatto di più. Quelle non erano le perversioni sessuali dell’italiano medio, quelle erano le sue perversioni sessuali. E’ stato lui, le sue TV, la sua casa di produzione cinematografica a mostrare un nuovo aspetto del sesso, a farlo piacere, a farlo diventare fantasia da realizzare in camera da letto. Da Drive-In a Non è La Rai passando per i vari filmetti degli anni ’80 con donne belle, discinte e disponibili fino all’indimenticato Colpo Grosso tutto l’immaginario di sesso alla matriciana è stato ampiamente rappresentato e adesso ci viene ri-sbatutto in faccia sotto forma di intercettazioni telefoniche. No, non si può liquidare il tutto come bulimia sessuale e delirio di onnipotenza; non credo che tutto fosse stato studiato ma di certo Berlusconi è stato in grado di cambiare la società, di modificarla in funzione di se stesso, di piegarla ai suoi capricci e alle sue voglie, tutto ciò in maniera indolore e senza che nessuno, forse nemmeno lui, se ne rendesse realmente conto, al contrario, anzi, a moltissimi oggi il mondo piace proprio così. Non c’è altro da dire: Berlusconi è un fottuto genio, del bene o del male non saremo noi, qui e ora a deciderlo.

Una piccola riflessione sulla democrazia diretta ascoltando De Andrè. La democrazia rappresentativa, quella sostanzialmente in voga nella gran parte dei paesi occidentali  come forma di governo della cosa pubblica, non mi ha mai entusiasmato, non ne ho mai fatto mistero, la considero iniqua, troppo facilmente controllabile e, dal punto di vista darwinistico, troppo livellante delle opportunità evoluzionistiche, ma di queste cose ho già parlato e del resto non sono mai riuscito ad immaginare un sistema migliore, almeno non ci sono riuscito senza scrivere un racconto di hard science fiction di dubbia qualità. Ultimamente in italia si sta facendo sempre più strada l’idea di poter utilizzare, per governare, una qualche forma di democrazia diretta, il proliferare di referendum a cui mai nessuno va a votare, perché incomprensibili, ne è un sintomo. Ma cos’è la democrazia diretta? In breve si tratta di una forma di governo in cui la partecipazione alla cosa pubblica non è delegata a rappresentanti, ma qualunque cittadino è “invitato” ad assumersi l’onere di legiferare e governare attraverso istituti di consultazione popolare come i referendum o mediante assemblee. Ad Atene, ad esempio, funzionava più o meno così, c’erano assemblee a cui tutti gli ateniesi potevano partecipare e avevano diritto di voto e in cui il presidente era scelto a caso. Un bel casino, converrete, non per niente questo è l’unico strumento sostenuto da alcuni anarchici, utopistico quanto basta e pensato apposta per complicare le cose semplici. Eppure oggi gli strumenti telematici potrebbero consentire di immaginare una qualche forma di democrazia diretta e, difatti, è già stata battezzata con l’orrendo neologismo di e-democracy. Sono convinto, tuttavia, che probabilmente una forma di governo “diretto” sarebbe controproducente se non addirittura dannoso. E’ oramai innegabile che le motivazioni per le quali sia, sempre più spesso, invocata la democrazia diretta derivano dal fatto che, in particolare in italia, i rappresentanti del popolo si sono trasformati in una sorta di nuova aristocrazia e da sempre la borghesia e il proletariato, (consentitemi questi termini desueti e rimembranze di una lotta di classe vecchie di centinaia di anni eppure ancora attuali) nutrono invidia nei confronti della classe privilegiata. Un esempio su tutti, ad avvalorare la mia tesi, è che ogni volta che c’è un problema in questo paese si invoca, fra le soluzioni, quella di ridurre gli stipendi dei parlamentari, come se questo, fra gli sprechi, non fosse l’ultimo in ordine di importanza economica. L’invidia dunque è quello che muove gli stupidi e li spinge a voler partecipare direttamente alla vita politica senza doverne pagare il fio e senza avere la minima idea di cosa fare ma avendo ben chiaro in testa cosa distruggere. La stessa invidia che ha fatto rotolare nel cesto la testa di  Maria Antonietta, la stessa invidia che renderebbe vana ogni forma di democrazia diretta. Il bene della nazione non è gettare fango sull’operato degli altri quando non si ha la minima idea di come fare a migliorare le cose pur improvvisandosi allenatori  della nazionale ma sarebbe cercare di utilizzare le proprie risorse in modo consapevole; tutto ciò a partire dal voto, quel gesto, quel diritto, quel dovere alla base della democrazia rappresentativa troppo spesso elargito con superficialità, corrotto da campagne mediatiche e , a volte, persino, oggetto di copravendita per un prezzo quasi sempre ridicolo. Certo, forse, il suffragio universale è fin troppo universale ma, maledizione, è davvero ora di darsi una svegliata, altro che e-democracy e altre minchiate in stile 2.0.

L’Espresso ha pubblicato, in questi giorni, una particolare recensione, di un film (l’Espresso parla di fiction TV ma a me risulta trattarsi proprio di pellicola per il grande schermo) realizzato in Russia nel 2004 dal titolo Lychnyy Nomer(Личный номер), in italiano “Conto alla Rovescia”. Normalmente questa sarebbe una non-notizia se non fosse per la trama del film che, riporto da IMDB

A terrorist organization know as “Ansar Allah” is preparing to turn the city of Rome into a City of Dead. But the heroism of Smolin, professionalism of Catherine Stone, help of Umar (from Chechnya) together with the cooperation of Russian and western special forces will save the world from evil terrorists. Written by Pavel P.

Detto così potrebbe sembrare la solita scopiazzatura dei colossal americani dove ci sono i cattivi terroristi islamici e i buoni e integerrimi difensori della giustizia che alla fine trionfano ristabilendo il giusto equilibrio fra il bene e il male;  l’unica notizia di rilievo, dunque, sarebbe che il film è in parte ambientato a Roma.

Se andiamo però ad approfondire si scopre che il film è stato prodotto con la consulenza del vice-direttore dell’FSB  (Servizi federali per la sicurezza della Federazione russa) , l’erede del KGB sovietico e, sostanzialmente, serve a rilanciare, l’immagine del Presidente Putin, all’epoca dell’uscita del film offuscata da alcuni avvenimenti  in cui il presidente  e i servizi segreti non ci avevano fatto esattamente una bella figura (teatro Dubrovka e scuola di Beslan). La cosa che però fa morir dal ridere è la trama del film. In pratica questa cellula di terroristi dopo aver fatto una strage in Russia decide di colpire Roma e il nostro amato presidente del consiglio durante il G8. Vedremo così un premier interpretato da Orso Maria Guerrini(quello della Birra Moretti) scorazzare per Roma in auto blu protetto dalla sua scorta e minacciato dai terroristi islamico-ceceni. Sarà solo grazie al Presidente Putin, che invierà a Roma i suoi migliori uomini, che,  fra scazzottate, inseguimenti e sparatorie, il primo ministro italiano porterà a casa la pelle ringraziando la Santa Madre Russia.

Il film è facilmente reperibile anche in DVD su Amazon, ed è uscito anche in versione americana col titolo “Cownt Down – Mission Terror”. Ad essere onesti sia a vedere il trailer che a leggere le non italiche recensioni il ruolo del premier italiano non mi sembra propriamente caratterizzato sulla figura di Silvio Berlusconi e non è nemmeno centrale nella trama del film, resta il fatto che la scelta di Roma e il tono della pellicola meritavano questo articolo se non altro per potersi fare, ogni tanto, due risate sulle vicende politiche interne di un paese “amico”.

P.S. Grazie Sonia

Leggevo oggi della polemica tutta padana nei confronti di Luca Zaia ex-ministro dell’agricoltura (no il ministero non è stato abolito) e oggi Presidente della Regione Veneto che, udite udite, sarebbe andato a mangiare dal cinese per capodanno. Luca Zaia, proprio lui il leghista famoso per aver combattuto strenuamente (e inutilmente) contro la commistione della cultura tradizionale agroalimentare (padana) e i prodotti etnici provenienti dagli sporchi immigrati indo-arabo-negro-cinesi comunisti e musulmani ce lo ritroviamo a mangiare involtini primavera ad un self service asiatico da 15 euro al buffet.

Certo lui è libero di andare a mangiare un po’ dove gli pare e in alcuni ristoranti cinesi si mangia anche discretamente bene, però la notizia fa tanto ridere, ancor di più se si vanno a leggere i commenti  dai suoi sostenitori di partito (beh almeno di quelli che sanno scrivere) che si trasformano in  contorsionisti dialettici quando cercano di giustificare, in ogni modo,  il comportamento anti-padano del loro prode.

Per restare in tema “Paese del Drago”, oggi pomeriggio sono stato proprio in un negozio cinese di quelli  che vende chincaglieria importata a prezzi non (ancora) del tutto italiani. Quando entro in certi posti devo stare attento ad andarci coi soldi contati; sono infatti capace di uscirne con tante di quelle cazzate a led da illuminare una festa di paese e con  tutta una serie di gadget USB dal dubbio gusto e dalla scarsa utilità. Questa volta mi sono limitato ad una scatola di fusibili per la macchina ed un gomitolo di spago racchiuso in un fantastico contenitore per tagliarlo. E proprio qui viene il bello… osservando bene questo mio “oggetto del desiderio” leggo MADE IN ITALY!!?! Diavolo, non leggevo quella scritta, su un manufatto umano, da almeno dieci anni, non so probabilmente anche la dicitura è un tarocco cinese, un po’ come il logo CE sui giocattoli che per alcuni è una certificazione europea mentre per altri vuol dire China Export, certo che ritrovare il made in Italy in uno store asiatico mi ha fatto ridere più di Zaia che mangia gli spaghetti di soia.

Gli undici Dottori si sono riuniti oggi per fare gli auguri di Buon 2011.

Il 2010 per ognuno ha avuto un diverso significato, personalmente è stato un anno difficile ma non particolarmente brutto; di sicuro per il nostro paese si potrà annoverare fra gli anni bui. Crisi economica, razzismo, controllo dell’informazione, un governo di gente capace solo ad andare a puttane (pardon… escort) a spese della collettività oltre che ad infliggere danni al tessuto economico e sociale della nazione, ha caratterizzato questo anno che sta per finire. E’ d’obbligo, ovviamente, un augurio di buon auspicio per l’anno che verrà ma, di sicuro, le prospettive non sono delle più rosee. Il 2010 ci lascia in eredità immagini che in italia non si vedevano da tempi immemori, gente per strada a gridare la propria rabbia contro un potere distante, imbavagliati dai media che ne parlano solo  per dire quanto sono brutti i black block, una città bella e grande come Napoli soffocata dai rifiuti per la colpa e l’incapacità degli amministratori locali e nazionali, prospettive di lavoro inesistenti per i giovani laureati di un’università sempre più in decadenza massacrata dalle varie riforme, l’informazione asservita a questo o quel potentato e un’offerta culturale sempre più rivolta verso il basso.

Un augurio di cambiamento per il 2011, dunque, nella remota speranza che un’invasione dei Dalek ci salvi tutti e un consiglio ai ragazzi che hanno studiato e che vedono ogni sbocco sigillato da un muro invalicabile: seguite l’esempio di Rose Tyler, non fatevi intrappolare in una vita che può sembrare più semplice perché magari ci sono gli amici e i genitori, andate via. Cercate nuove avventure, fate le valige e scappate senza voltarvi indietro, non tornate più nemmeno in vacanza, dimenticate questo paese, le sue tradizioni, la sua lingua, per sentire casa avrete sempre un cellulare, certo non vi permetterà di chiamare se siete su Alfa Centauri nel 2789, ma dubito che andrete così lontano.