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Esattamente 45 anni fa andava in onda sulla BBC il primo episodio di una delle serie TV più longeve di tutti i tempi. Fino ad oggi sono state 10 le incarnazioni del Dottore ognuna con un diverso fascino e grandiosi sono gli episodi delle ultime stagioni di “Doctor Who” interpretati prima da Christopher Eccleston e adesso da David Tennant.

Auguri Dottore e 100 di questi giorni.


Re:Model o New Getter o Shin Getter comunque lo si voglia chiamare,questa nuova incarnazione del Getter Robot, realizzata dal compianto Ken Ishikawa, è solo di poco inferiore a Shin Getter:The Last Day. Le atmosfere sono certamente meno cupe ma la storia scorre decisamente più fluida anche se forse si dilunga un po’ troppo all’inizio per concludersi poi in maniera eccessivamente frettolosa. Re:Model è un vero e proprio reboot della storia classica. Si consiglia di non continuare a leggere se non si vogliono scoprire particolari dela trama. Nei primi tre episodi vengono presentati i personaggi principali. Il Prof. Saotome, il geniale scopritore dei raggi Getter, di fronte alla nuova minaccia che incombe sul’umanità, i temibili Oni è alla ricerca di tre persone con doti eccezionali per pilotare le Getter Machine; intanto insieme al figlio Tatsushito cerca di mettere a punto il Getter Robot. Nei primi episodi si vede una riedizione del Getter Robot della serie classica rivisitato come in Last Day che viene usato come prototipo del nuovo Getter Robot (che non è l’ormai famoso Shin Getter visto in Last Day e nemmeno il Neo Getter ma una versione riveduta e corretta del Getter classico). Il prototipo pilotato da Tatsushito si scontra con un mostro degli Oni, ma sarà il primo pilota reclutato da Saotome, Ryoma Nagare a fermarlo. Nella battaglia avrà la peggio anche Tatsuhito dopo essere stato trasformato, a sua volta in Oni. Ryoma è lo stesso della serie classica ma ha il carattere ribelle e combattivo di quello che abbiamo visto pilotare il Getter Nero in Last Day. Il secondo pilota è ancora una volta Hayato Jin, questa volta ex terrorista ma sempre cupo e malinconico. Il terzo pilota è invece Benkey Musashibo, che porta il nome, oltre che gli aspetti caratteriali e fisici, dei primi due piloti del Getter Three, Musashi della serie classica e Benkey di Getter Robot G. Musashibo,ex brigante, si avvicina al buddismo grazie al suo carismatico maestro, che sarà poi costretto a uccidere quando, questi, verrà tramutato in Oni. Nella nuova serie spicca la figura di Michiru, figlia del prof. Saotome molto più matura rispetto alla serie classica; qui è una sorta di paleontologa che studia gli Oni ed è frequentemente in disaccordo con suo padre.


Gli Oni sono stati il nemico dell’umanità in Getter Robot G e li ritroviamo in Re:Model che compaiono dal nulla con efferata e sembrerebbe immotivata crudeltà. I primi tre episodi di Re:Model scorrono seguendo una classica linea narrativa anni ’70: appare il mostro, esce il robot, si combatte, i buoni vincono… ma dal quarto episodio comincia la vera e propria saga. Da dove vengono gli Oni e perchè attaccano la Terra? Michiru ne studia una serie di reperti appartenenti al periodo Heyan e sembrerebbero gli stessi Oni della mitologia giapponese, i primi abitanti della Terra, ma perchè troviamo i loro resti solo ora?. In realtà le cose sono più complesse: gli Oni sono solo il braccio armato di Seimei Abe una sorta di spirito, inizialmente buono, e provengono da varie dimensioni, inviati al solo scopo di distruggere il Getter. Ryoma e i suoi compagni si tuffano in una dimensione parallela per sconfiggere gli Oni e Seimei e alla fine dopo tre anni trascorsi in una in questa dimensione(anche se a questo punto il tempo è relativo) sembrano riuscirci e possono tornare a casa. Ma non è finita, nel loro spazio-tempo ritrovano il laboratorio di Saotome fortificato e un nuovo generatore di raggi Getter per il Getter Robot. Quando Ryoma collauda la nuova energia spinge il Getter Robot in un’altra dimensione; un universo dove l’uomo si è fuso al Getter e non esiste altro che morte, distruzione e assimilazione e scopre che è tutta colpa sua. Tornato indietro si rifiuta di tornare sul Getter Robot. Ma Getter lo reclama e quando Seimei torna dall’inferno per attaccare la Terra è costretto nuovamente a combattere. Il problema a questo punto diventa: chi sono veramente i buoni? Seimei viene distrutto grazie alla potenza dei raggi Getter ma subito arrivano i veri burattinai, coloro che sono dietro gli attacchi alla Terra e che si autodefiniscono dei. Sono loro a spiegare che i raggi Getter porteranno all’inferno nell’universo e che devono essere distrutti; Ryoma gli crede ma comunque si sente in dovere di combatterli e alla fine anche gli dei saranno distrutti ma Ryoma riuscirà con la propria forza di volontà a non cedere all’anima nera dei raggi Getter e deciderà di rimanere da solo a combattere contro un futuro di morte e distruzione. La serie termina con Ryoma a bordo del Getter One Classico che vaga per l’universo pronto a combattere.

Il mito di Kyashan ritorna in una nuova incarnazione e con una nuova storia e a giudicare dal primo episodio di questo Casshern Sins lo fa mantenendo gli stessi livelli dell’anime degli anni ’70.
Ritroviamo l’androide nato dalla fantasia di Tastunoko in un mondo soffocato dalle piogge acide e dalla carenza di sole e dominato dalle macchine se pure in piena decadenza.
Nella nuova serie i robot non sembrano solo macchine da distruzione ma hanno coscienza di se e paura di morire, una morte causata dal progressivo decadimento iniziato quando Casshern ha ucciso il Sole chiamato Luna. Ancora una volta l’eroe è destinato a combattere contro i robot fra cui si è diffusa la leggenda che l’unico modo per sopravvivere e fermare la rovina è di mangiare Casshern. In questo primo episodio troviamo anche Briking in una parte quanto meno ambigua e anche nuovi personaggi come Ringo un bambino (credo) androide e suo nonno. La scena in cui Ringo si mostra terrorizzato di fronte alla furia distruttiva di Casshern, dopo che questi lo salva dal robot che gli stava per schiacciare la testa, vale tutto l’episodio e ci riporta alle atmosfere di paura del diverso che caratterizzavano la serie classica.]]>

Connie Sellecca

Uno dei telefilm indimenticabili degli anni ’80 è certamente “The Greatest American Hero” conosciuto da noi come “Ralph Supermaxieroe” a imperitura memoria dell’incompetenza degli adattatori nostrani. Il telefilm di Stepjen J.Cannnell è durato solo tre stagioni ed era una commedia che prendeva in giro tutti gli stereotipi dell’eroe americano da John Wayne a Capitan America. In tempo di revival ecco pronto un film probabilmente per la TV. La sceneggiatura del remake non è ancora trapelata ma sicuramente avranno una parte (non un cameo) i protagonisti della serie Robert Culp (Bill Maxwell), Connie Sellecca(Pam Davidson) e William Katt(Ralph Hinkley).

Katt dovrebbe avere una parte anche nella terza stagione di di Heroes, ritornando a fare il supereroe in un contesto diverso.

P.S. quella della foto e Connie Sellecca al secolo Concetta Sellecchia protagonista della serie originale

In periodo di revival è tornato finalmente Supercar. Oddio, il pilot è tornato a febbraio sulla NBC e visto il successo pare che in autunno verranno prodotti i primi 12 episodi della prima stagione.

La serie parte dall’assunto che a ideare la Knight Industries Two Toushand non fu Wilton Knight ma Charles Graiman, uno scienziato geniale coinvolto da Wilton nella fondazione Knight per la lotta contro il crimine e che dopo la costruzione di KITT si ritirò insieme alla figlia in un paese di campagna per continuare le sue ricerche. Ciò va in contraddizione con la serie classica dove fu Wilton ad ideare l’intelligenza artificiale e la copertura polimerica di KITT e dove la Trans Am fu scelta non per l’amore di Charles per le macchine sportive ma perchè era la stessa auto di Micheal Long (devo rivedere il pilot della serie classica). Ad ogni modo, un gruppo di terroristi internazionali ha, scoperto il rifugio di Charles Graiman ed è deciso a trafugare le ricerche. Quando arrivano al laboratorio, Graiman si fa credere morto e i terroristi riescono a trafugare gli hard disk criptati ma si trovano nell’officina dove è stato costruito il Knight Industries Three Thousand. L’irruzione nell’officina è meravigliosa, sembra un videoclip, i terroristi trovano gli schemi della Mustang Shelby (nuova KITT), il computer della vecchia KITT, parti di ricambio della Shelby, la targa della Trans Am e non capiscono dove sono e cosa è stato fatto li, quando improvvisamente la Shelby prende vita e sparisce a tutta velocità nella notte. I terroristi a questo punto vanno in cerca di Sarah Graiman anche lei scienziata per farsi aiutare a decriptare i codici ma KITT arriva prima. Da qui in poi fra inseguimenti e corse sulle colline viene reclutato anche il nuovo pilota Mike Traceur, ex ranger e pilota fallito, ma anche figlio di Micheal Knight. E ancora una volta “un uomo solo può cambiare le cose”, Mike e KITT fermano i terroristi e salvano Charles Graiman e fanno rinascere la fondazione. A dire il vero Mike non era troppo convinto di ciò ma si decide dopo l’incontro col padre Micheal Knight. Di questa parte retorica che vede il cameo di David Hasseloff vestito da becchino, francamente, si poteva tranquillamente fare a meno.

Che dire la nuova serie, o almeno il pilot, è davvero ben fatto la nuova macchina e a dir poco meravigliosa. Pensavo che la linea più tozza della Mustang avrebbe fatto rimpiangere la linea filante della Trans Am ma mi sbagliavo.

IL CAST

Justin Bruening … Mike Traceur
Deanna Russo … Sarah Graiman
Sydney Tamiia Poitier … Carrie Rivai
Bruce Davison … Charles Graiman
David Hasselhoff … Michael Knight