Oggi mentre aspettavo che un collega venisse a recuperarmi ho cominciato a guardare i manifesti elettorali… eh si qui a breve ci saranno le elezioni comunali e sono tutti in fibrillazione. Ho cominciato a riflettere su come tutti i candidati di tutti gli schieramenti mettessero in risalto la “democrazia”, democratico di qui, democratico di li, Partito Social Democratico (eh si sono ancora vivi). Se ne parla così tanto che sembra quasi una promessa elettorale. In effetti in un paese dove non è possibile votare per il proprio deputato, il cui nome ti viene imposto dal partito, e dove, sia pure essendo frainteso, il capo del governo prima dice che in parlamento dovrebbero votare solo i capogruppi e poi che i parlamentari perdono tempo passando le loro giornate a votare leggi di cui non sanno nulla(*) la democrazia sembra aver definitivamente lasciato spazio ad una telecrazia per rincoglioniti. Certo non è che in italia una vera democrazia ci sia mai stata, non si può dimenticare che in questo paese, per cinquant’anni ha governato la DC, Democrazia Cristiana, praticamente una contraddizione in termini.

(*) E’ interessante notare nelle dichiarazioni in proposito del presidente del consiglio una sorta di insofferenza nei confronti del sistema biometrico che costringe i parlamentari ad essere presenti alle votazioni e vorrei ricordare che il primo compito del parlmentare dovrebbe essere quello di informarsi su cosa cazzo stanno discutendo in parlamento, le comparsate in TV vengono in subordine. A proposito di sistemi di rilevazione biometrica, poi, considerando che viviamo in italia, un paese dove i primi fannulloni sono proprio quelli che dovrebbero dare il buon esempio, inviterei il Garante della Protezione dei Dati Personali, a non considerare sensibili i dati biometrici utilizzati per la rilevazione presenze del personale nelle aziende, in particolare pubbliche.

Un divertente episodio accaduto ieri mi ha ricordato la mia infanzia. Ero nel corridoio, al lavoro, a bere un bicchiere d’acqua quando vedo una collega parlare concitamente con un usciere… mi avvicino per vedere cosa fosse successo e scopro che la ragazza aveva trovato una lucertola sotto la scrivania ed erano gia pronti a farne piazza pulita con una scopa. Entro nell’ufficio e vedo la bestiola raggomitolata su se stessa, mi piego e la raccolgo, non prendevo in mano una lucertola da quando avevo 12 anni. Il piccolo rettile era ghiacciato e sicuramente affamato, si è fatto prendere senza protestare più di tanto, chissà da quanto tempo era in ufficio, l’ho portato fuori e messo al sole, dopo un po’ si è ripreso e credo sia andato a cercare cibo.
Come ho detto era una vita che non tenevo in mano uno di quei piccoli rettili, ho sempre considerato la lucertola campestre un animale splendido, una specie di drago tascabile e anche se rimpiango di averne uccise molte da bambino, vederne una da così vicino mi ha messo addosso una nostalgia pazzesca; da piccolo, tornavo da scuola e, dopo pranzo, finiti i compiti e prima dei cartoni animati andavo, con gli amichetti, in un cantiere abbandonato di fronte a casa mia ad inventarmi storie di eroi e di alieni, a cacciare lucertole e a costruire rifugi con materiali di risulta… oggi sarebbe improponibile lasciare un bambino di nove-dieci anni in un pericolosissimo cantiere abbandonato dove potrebbe farsi male in tanti modi, ma erano gli anni ’80, e dopo i giochi c’era la girella e poi Goldrake.]]>

Su giornali e siti web leggo in questi giorni la notizia che 20 anni fa sarebbe nata Internet, confondendola come al solito con Internet Explorer. La nascita di Intenet può farsi risalire tranquillamente alla rete militare Arpanet negli anni ’60, altro che venti anni, anche se è nella RFC65 del dicembre 1975, relativa alle specifiche del protocollo TCP, che compare per la prima volta il termine Internet (non usato come sostantivo). Che cos’è Internet, in realtà? Detto molto semplicemente e senza voler entrare nel merito di questioni etimologiche si può tranquillamente definire Internet l’unica rete di computer mondiale ad accesso pubblico. Cosa nasce venti anni fa, invece? Il 13 marzo del 1989, al Cern, il fisico Tim Berners-Lee pubblica un documento, “Information Management: A Proposal”, in cui, sostanzialmente, vengono gettate le basi per uno standard di comunicazione ipertestuale fra sistemi diversi, che doveva, nelle intenzioni servire a comunicare i dati provenienti dall’Acceleratore di Particelle del Cern agli scienziati di tutto il mondo, che utilizzavano computer diversi e diversi sistemi operativi. Un paio d’anni dopo, dallo sviluppo di quel documento sempre Tim Berners-Lee diede vita al primo server web(nella foto) e al primo sito Internet. Di fatto Berners-Lee non ha inventato nulla, studi su sistemi di comunicazione ipertestuali andavano avanti dagli anni ’40 anche se ha avuto il grande merito dell’idea di applicare questo concetto alla rete Internet (ma non era questo lo scopo del progetto iniziale) e il buon gusto di non chiederne i diritti d’autore. Ad ogni modo dal 1993 esiste un nuovo servizio Internet, il World Wide Web (WWW) che ha fatto la fortuna di questo strumento di comunicazione. Quando si parla di Intenet, dunque, è bene sempre ricordarlo, stiamo parlando di qualcosa di ben più grande e complesso di un semplice standard di comunicazione, il “WWW” è solo un servizio, come lo è Usenet, la Posta Elettronica o Skype. Quindi Buon Compleanno World Wide Web.

Festa della Donna con bel tempo e quale migliore occasione per una gitarella fuori porta. Col pullman(*) pero’ e tutto gia’ organizzato compreso pranzo e visita guidata. Generalmente non amo molto essere vincolato da orari e costrizioni ma la compagnia non e’ male e poi col pupo sono vincolato di default quindi, tutto sommato, ci puo’ stare, poi passare la domenica a casa non è il massimo e mettermi in macchina per andare a Lecce, cosi’, senza motivo, beh non l’avrei fatto. Ad ogni modo una bella gita, durante il “viaggio” ho anche letto un romanzo di Robert J. Sawyer di cui parlero’ poi, se ne avro’ voglia, e Pierpaolo si e’ pure divertito, anche se lui e Monica si sono portati dietro il raffreddore.

(*) continuo, per un’odiosa deformazione professionale, a chiamare autobus i pullman, (e il mio collega Claudio me lo fa notare SEMPRE :-)) e’ pur vero che con pullman si definisce un certo tipo di autobus, ma comunemente autobus sono quelli di linea urbana. Mi odio quando non riesco a staccare!

Da VARIE

Wallpaper che fonde due dei miei ricordi più piacevoli. Il viaggio a New York city, dove ho scattato la foto del ponte di Brooklyn e Parigi, dove ho comprato il modellino di Mazinger Z ritratto nella foto. In ricordo di un pomeriggio di spensierato cazzeggio.