Comincio subito col dire che a me Star Trek Into Darkness è piaciuto, molto. Se voi che leggete, dunque, siete Veri Fan della serie classica o di TNG, se la notte ricordate Gene Roddenberry nelle vostre preghiere fermatevi qui perché da questo momento in poi leggereste solo eresie ed empietà.

 

Into Darkness

 

Partiamo dal peccato originale: la Paramount Pictures nel 2007 decide di rilanciare il brand di Star Trek affidando il progetto al giovane produttore cinematografico, sceneggiatore e regista, stella in ascesa nel panorama televisivo USA e garanzia di successo assicurato, J.J. Abrams. Come va tanto di moda in questi anni di scarsa creatività e di ricerca di un facile riscontro di pubblico, Abrams opta per un reboot dell’Universo Trek introducendo una variabile impazzita nel continuum spazio temporale che porterà alla biforcazione dello stesso e alla creazione di un universo alternativo. In breve viene introdotto il personaggio di Nero, un romulano deciso a colpire lo Spock del 2387 colpevole, secondo lui, di non aver impedito la distruzione di Romulus a causa di una Super Nova e decide di ripagarlo con la stessa moneta quando, tornati lui e Spock casualmente indietro nel tempo, userà le tecnologie più avanzate del secolo successivo e la materia rossa ideata dall’Accademia delle Scienze di Vulcano per creare un buco nero all’interno del pianeta natale dei vulcaniani, annientandolo.

 

A questo punto mi volete far credere che possa essere ancora vero tutto quello che sappiamo della serie classica?

 

Certo, come nella TOS  abbiamo klingon e romulani minacciosi ai confini della zona neutrale ma nessun vulcaniano a stemperare la tendenza aggressiva dei terrestri che hanno ancora vivo il ricordo dalle Guerre Eugenetiche; la Federazione non potrà essere la stessa organizzazione pensata da Roddenberry come non potrà essere lo stesso l’equipaggio dell’Enterprise, non quando Kirk ha perso il padre ancora prima di venire al mondo crescendo come un teppista, non quando Spock, che ricordo essere per metà umano, ha dovuto assistere impotente alla distruzione di Vulcano, al genocidio della sua gente e alla morte della madre, ciò poco prima di incontrare un se stesso anziano e saggio che diventerà il suo mentore.

 

Vogliamo davvero colpevolizzare Spock per aver fatto prevalere il suo lato umano e per essersi innamorato di Uhura?2-25-2013 9-09-18 PM Oppure vogliamo discutere dell’etnia di Kahn qui  interpretato magistralmente dall’inglese Benedict Cumberbatch  che non fa per nulla rimpiangere il più latino Ricardo Montalbán visto nella TOS e nel film. Ma no rimaniamo a chiederci perché l’Enterprise fosse nascosta sott’acqua invece che in orbita… ma come perché? Perché oggi si può fare! La scena dello scafo della magnifica NCC1701 che emerge dalle acque è sensazionale e lo stesso Roddenberry, che immaginò inizialmente un Enterprise-D con la sezione a disco in grado di atterrare sui pianeti, se avesse potuto far girare scene simili probabilmente non avrebbe mai inventato il teletrasporto.

 

Ah il teletrasporto! In Into Darkness c’è il teletrasporto a transcurvatura in grado di trasportare istantanemente un uomo dalla Terra a Qo’noS che non solo renderebbe obsolete le navi stellari ma che sopratutto non c’era nella serie classica. Tutto vero ma la transcurvaura ce l’hanno anche i borg e mi risulta che vadano in giro su navi aleveare grosse come planetoidi e se non ci fosse stato lo Spock del futuro a completare l’equazione probabilmente Scott se ne starebbe ancora su Delta Vega a rimuginare su dove avesse rimaterializzato il povero Porthos[1].

 

movies_star-trek-into-darknessAh dimenticavo il fan service con Alice Eve gratuitamente in mutandine e reggiseno… oh ma ve la ricordate la serie classica o no? E i klingon? Vogliamo lamentarci degli elmi dei klingon quando fra la TOS e i film hanno completamente stravolto i personaggi?

 

Ma parliamo del film che è meglio. Star Trek Into Darkness è un buon film di fantascienza ed è,  dal punto di vista della  sceneggiatura, più o meno allo stesso livello degli altri undici film con la differenza che probabilmente è il più coinvolgente grazie alle numerose scene d’azione e ovviamente agli effetti speciali ben lontani dai modellini appesi ai fili della serie classica.

 

Buona la prova di Chris Pine decisamente migliorato nel ruolo di Kirk rispetto al primo film e ottimo Zachary Quinto nel ruolo di Spock.

Degno di menzione anche il buon Scott con un Simon Pegg che reinterpreta totalmente il personaggio dell’ingegnere scozzese. Per quanto riguarda McCoy, interpretato da Karl Urban, la critica principale è quella di essere un comprimario che si esprime a battutine, esattamente quello che è stato durante le tre stagioni della serie classica.

Totalmente intutile invece il personaggio di Sulu, sarà anche che sono particolarmente affezionato al mitico George Takei, ma questa interpretazione stile Jakie Chan non l’ho digerita per niente, stendiamo un velo pietoso su Checov, forse anche a causa del doppiaggio irritante.

 

In ultimo la vera protagonista del film, no non quella gallina isterica di Uhura interpretata da una Zoë Saldaña decisamente meno in forma che nel primo film, ma lei la magnifica, favolosa bellissima NCC 1701 Enterprise nella più bella delle sue incarnazioni.

 

Il nuovo design delle gondole, la nuova plancia, gli interni amo tutto di lei :-)

 

NCC 1701 Enterprise

 

[1] Scotty viene esiliato su Delta Vega dopo aver tentato un esperimento di teletrasporto a transcurvatura teletrasportando il beagle del Capitano Ammiraglio Archer chissà dove.

 

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