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I miei nonni si sono ritrovati, dopo la Grande Guerra, a ricascare nell’incubo ancora più grande della Seconda Guerra Mondiale, arruolati in un esercito con stivali di cartone erano troppo impegnati a sopravvivere per pensare alle cazzate. Anche nel dopo guerra, nonostante il boom economico degli anni ’60 i miei genitori non è che se la passassero poi benissimo, certo stava nascendo un nuovo ceto medio, di cui più o meno facevano parte, ma ancora una volta chi più, chi meno si era tutti impegnati a lavorare, a mettere insieme il pranzo con la cena, per pensare a perdere tempo in puttanate. Oggi invece, nonostante l’evidente crisi economica che attanaglia questo paese e in generale il mondo occidentale, o forse proprio a causa sua, sembra che la gente abbia tutto il tempo e le energie del mondo da sprecare nell’inventarsi cause perse: siamo così invasi da pseudo-ambientalisti, animalisti da strapazzo o complottisti della domenica che imperversano sui social network e, come testimoni di Geova alla mattina presto, sono sempre pronti a fracassarti le gonadi con le loro lotte contro il sistema marcio e corrotto.

Ignorance is a choice

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