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Poco dopo il referendum sul nucleare e quando si parlava di AGCOM e diritto d’autore scrissi che presto sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbero capito che internet può essere usato per condizionare le scelte assai meglio dei media tradizionali: signori in questi giorni, non so se ve ne siate accorti, abbiamo assistito alla fase uno.

Mi immagino la scena: brainstorming a Cologno Monzese

– C’è bisogno di far passare un qualche decreto anti-intercettazioni, non è possibile che il nostro povero premier non possa chiamare una squillo senza che i giornali di tutto il mondo abbiano da ridire sulle tariffe.
– Eh, non è facile, appena parli di intercettazioni saltano tutti lancia in resta a difendere la libertà; i giornali e le TV in qualche modo le controlliamo, ma insomma, ricordate il referendum?
– Dobbiamo fermare i blog, dobbiamo fermare Facebook!
– Facciamo causa a Zuckemberg!
– Non possiamo Renzo, lascia stare e torna a creare fake su Google+
– Dobbiamo trovare un modo per distrarli.
– Costruiamo un nostro Facebook e lo controlliamo
– No Renzo, non va bene, tu pensa a diffondere il tag #forzagnocca su Twitter
– Signori, ho un’idea, usiamo la spada della distrazione!
– Spiegati meglio.
– Facciamoli cagare sotto, facciamo una norma per uccidere i blog e i social network, che ne so potremmo rispolverare la vecchia leggenda metropolitana dell’emendamento D’Alia, così mentre saranno tutti lì a difendere il proprio orticello, zac gli infiliamo la norma anti-intercettazioni su per il culo.
– Ottima idea. Serve solo un nome accattivante che renda immediatamente riconoscibile la norma liberticida, emendamento D’Alia non ha mai fatto presa.
– Chiamiamolo emendamento #forzagnocca
– Renzo, per favore, torna a giocare con la pleistescion
– Che ne dite di Comma 29, richiama un po’ i fumetti di Comma 22 e un po’ l’Area 51 di X-Files, che si sa che tutti questi blogger sono dei nerd segaioli.
– Approvato, si parte col Comma 29, noi prepariamo il DDL e tu Renzo vai a preparare i link su Facebook.

Non credo sia andata proprio così, ma una cosa è certa mentre tutti i blogger si cagavano sotto per la paura di ricevere l’e-mail dell’avvocato durante la vacanza a Cuba al  Palacio Berlusconi di Rosario in Argentina e Wikipedia Italiana, per colpa di quattro gatti, decideva di mostrare al mondo quello che già si sapeva circa la propria neutralità nessuno, se non qualche giornalista, si è preoccupato del resto del ddl che, ovviamente, passerà così com’è.  Signori blogger, condivisori di link del cazzo sui social network, estensori di note insensate su Facebook siete stati fottuti da un dildo XXL e vi è anche piaciuto.

 

“Il libero flusso di informazioni può essere usato per il bene, ma anche per il male” … “Dobbiamo fermare le persone quando utilizzano i social media per la violenza. Stiamo lavorando con la polizia e i servizi segreti per valutare se impedire la comunicazione tramite questi siti in casi del genere”

Queste le parole del premier britannico David Cameron mentre annuncia la linea dura per fermare le violenze in Inghilterra. Bello fare il frocio col culo degli altri; quando Twitter veniva usato dai “rivoluzionari” tunisini, algerini o egiziani per organizzare l’opposizione al regime andava bene oggi che lo utilizzano i “rivoltosi” inglesi per incitare i disordini… beh i social media non vanno più bene e vanno limitati: questo perché noi siamo democratici.

Per chi in questi giorni fosse stato sotto l’ombrellone o impegnato a seguire le vicende di cos…ehm… casa nostra riassumo cosa sta succedendo in Inghilterra.  La polizia ha ucciso un nero in circostanze non chiare e torme di giovani disoccupati hanno messo a ferro e fuoco le strade a partire da Tottenham, uno dei quartieri più poveri di Londra, dove convivono indiani, cinesi, turchi e gente proveniente dai paesi del Nord Africa: una miscela tendenzialmente esplosiva innescata da una crisi economica che spinge verso l’alto il fenomeno della disoccupazione.

In tutto questo il governo inglese ha mostrato i muscoli, mandato in strada migliaia di poliziotti e sedato le rivolte e ora per chiudere in bellezza vuole frenare i Social Network, rei di essere stati usati per organizzare i rivoltosi. Sarebbe interessante far notare a Cameron che nessun paese occidentale è attrezzato tecnicamente per porre in atto una simile iniziativa censoria; in realtà nessun paese al mondo(nemmeno la Cina) lo sarebbe a meno di volersi isolare dalle comunicazioni internazionali; ma queste per i paladini della democrazia sono quisquiglie: importano gli annunci.(*)

Il fatto è che queste “rivolte” sono indice di un malessere diffuso, sono in parte legate a quelle nord-africane e arabe di questa primavera, sono l’avvisaglia del risveglio di un gigante fatto di poveri e di diseredati, di gente sfruttata nella propria terra devastata, sono un segnale di allarme per ricordare al mondo che forse è il caso di piantarla con la crisi che colpisce il ceto medio e pensare che c’è un mare di gente tendente ad incazzarsi perché ha niente da perdere e poco da mangiare, vittime di un sistema economico sperequativo che comincia a mostrare in maniera assai evidente i propri limiti.

Intanto tu, Cameron, pensa a come bloccare Farmville su Facebook.

 

(*) che poi pare che gran parte delle informazioni abbiano girato su Blackberry Messenger, una vaccata di simil-istant messaging per i Blackberry di RIM… bah io per la rivolta ci avrei visto meglio Android, ma tant’è ;-)

DISCLAIMER: sono consapevole che con questo articolo sto appoggiando un’operazione di viral marketing innescata probabilmente da eventi casuali ma di cui lo studio pubblicitario che ha realizzato questo spot sta cavalcando l’onda, ma a me IKEA piace e per tanto non me ne frega niente.

Abbiamo questo video di 45 secondi girato in una cucina IKEA dove alcuni “mafiosi” stereotipati stanno affrontando il problema dello smaltimento di un “sacco della spazzatura” e della pulizia della presunta “scena del crimine”, una bianca cucina chiaramente made in IKEA. I “mafiosi” parlano fra loro nel tipico “slang” dei film di Scorsese o de “I Soprano” mischiando l’accento siciliano e napoletano. La morale dello spot è che in una cucina IKEA anche un “mafioso” si comporta in maniera più ordinata e ambientalista.

Questa pubblicità ha scatenato in breve tempo un’ondata di polemiche nei soliti blog, su Youtube e ovviamente su Facebook da parte dei soliti personaggi che si sentono offesi quando si parla male del sud. Ora escludendo per un attimo il fatto che lo spot IKEA sia tutt’altro che offensivo nei confronti di qualunque minoranza etnica e volendo prendere per buono il fatto che sia denigratorio nei confronti del nostro tanto amato meridione, analizziamo il messaggio: ci sono delle macchiette di mafiosi con accento pseudo-meridionale, considerato il fatto che la mafia è radicata nel sud italia in diverse forme e dunque non può essere offensivo dire una sacrosanta verità, l’unica cosa che mi viene in mente è che non sia piaciuto il modo ridicolo in cui essa sia stata rappresentata. Mah! Secondo me, la verità, è che il concetto che, realmente, non è andato giù è proprio il messaggio ambientalista. Va bene tutto, gli scippi, gli omicidi, la mafia ma quando mai si è visto un terrone che chiude il rubinetto per risparmiare acqua…

Il nuovo spot IKEA, ad ogni modo, pur non essendo, francamente, un capolavoro, ha raggiunto il suo obiettivo, molto meglio di quanto l’agenzia pubblicitaria si aspettasse. Io, personalmente, non l’avevo visto prima delle polemiche rimbalzate sulla rete e suppongo che sarà lo stesso per qualcuno dei pochi lettori di queste righe. Ad ogni modo, da affezionato cliente IKEA, vorrei sfatare un mito che ho ritrovato in moltissimi commenti che ho letto in giro in questi giorni: che al prezzo mediamente più basso dei concorrenti corrisponda una qualità infima dei mobili IKEA è assolutamente falso. I mobili IKEA sono di qualità media e una volta assemblati correttamente sono resistenti esattamente come quelli acquistati in qualunque mobilificio ad un prezzo mediamente del 30% superiore. Anche la qualità dei materiali è nella media, per una qualità superiore in un mobilificio italiano bisogna essere pronti a spendere dal 200% al 500% in più. Il vantaggio dei mobili IKEA, dunque, è il prezzo (praticamente volendo potrei cambiare arredamento ogni anno) e sopratutto il design: i mobili IKEA sono mediamente belli. L’unico svantaggio, per alcuni,  è che la linea è inconfondibile, in pratica un arredamento IKEA si riconosce subito.  No, non sono stato pagato da IKEA per scrivere questo pezzo, ma tornando al post di ieri i centri commerciali IKEA sono quelli col maggior numero di servizi dedicati alle famiglie.

 

Ivan solleva la sciarpa a coprirsi meglio il collo. È una notte fredda e pulita, buona per pensare. E lui ha molte cose su cui riflettere.

Così il prologo di Sweet Dreams un romanzo a puntate che Giusy De Nicolo sta pubblicando nel suo blog purtroppo facendo penare i  lettori con i suoi tempi di pubblicazione, ma è lei la scrittrice…

Ma andiamo con ordine. Prima di tutto chi è Giusy De Nicolo? Allora: principalmente Giusy è una giovane scrittrice emergente, si dice così, tarantina che ad oggi ha pubblicato un romanzo “Porcaccia un Vampiro” di cui ho già avuto modo di parlare qui. Ma Giusy De Nicolo è anche una mia amica d’infanzia e, se pure con una luuuuuunga pausa, ci conosciamo, si può dire, da trent’anni. Ora questo potrebbe significare che i miei elogi sperticati nei suoi confronti siano frutto della mia amicizia con lei; invece no, la verità è che io già a sei anni mi circondavo solo di gente in gamba, non per niente, per anni ho avuto fama di essere asociale, andato via da Taranto non era mica facile trovare un amico in gamba come lei. In secondo luogo di che parla Sweet Dreams? Beh il romanzo parla di vampiri, società segrete, nerd sfigati e tanto altro che non è il caso di svelare perché vi invito ad andarvelo a leggere. Un cosa posso assicurare, che vi piaccia il fantasy oppure no, che vi piacciano i vampiri oppure no, è un piacere leggere Sweet Dream se non altro perché  Giusy scrive in maniera divina, come io non saprò mai fare e di questo sono profondamente “invidioso”. Sweet Dreams, dunque, come anche “Porcaccia un Vampiro” andrebbe letto anche solo per il piacere “estetico” della scrittura.

P.S. no, non sono stato pagato

Ieri sera, riavviando il WD TV Live, lo scatolotto ha rilevato un nuovo firmware. Installato e riavviato ho scoperto che adesso il WDTV ha il supporto per Facebook e Deezer oltre al supporto per le tastiere USB. In pratica comodamente dal divano adesso posso accedere a Facebook sul televisore e ascoltare la musica su Deezer. In realtà ci sono sono anche altre feature aggiunte ma devo ancora esplorarle. Adesso non mi resta che trovare una tastiera wireless USB che sia molto molto piccola :-)

Non che mi freghi molto di Facebook (di Deezer un po’ di più) ma i soldi per quello scatolotto sono stati davvero ben spesi.

Questa cosa induce anche ad una riflessione sulla sempre maggiore integrazione fa computer e sistemi entertainment da salotto. In cinque anni sono passato da masterizzarmi i divx su supporti dvd da leggere su un lettore dvd/divx (comprato da LIDL) a guardare i filmati in streaming dalla LAN casalinga o direttamente da internet tramite Youtube o altro. Direi che la strada per l’integrazione ormai è segnata e tutto sommato mi piace; resta da chiedersi perché pagare il canone RAI per la LAN casalinga, ma questa è un’altra storia.