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Eccomi qui dopo due giornate e mezzo di inferno e in attesa di almeno altre due a tirare un attimo il fiato e ad approfittarne per controllare se è caduto il governo… Beh no sembra che abbia le ore contate ma il presidente è, come sempre, ottimista, beato lui. Io no, sarà il periodaccio, la stanchezza o forse che mi sopravvaluto ma, francamente, mi sono rotto di vivere in questo paese e non mi riferisco a questo buco in provincia di una citta provinciale dove sono “costretto” a stare ma proprio all’Italia. Il fatto è che nel DNA degli italiani deve esserci qualche gene specifico che induce al malaffare. Faccio un esempio telefono a moneta, metto i miei bravi soldi nell’aggeggio, il telefono non mi restituisce le monete; in un qualunque paese civile faccio un esposto alla compagnia dei telefoni che verificato il problema mi rimborsa i pochi centesimi che ho “perso”, in Italia vado a controllare se è stato malintenzionatamente ostruito lo sbocco delle monete e certamente ci trovo una palla di carta che rimossa mi permette di recuperare i miei soldi. La verità è che fin da piccoli siamo allevati come degli approfittatori, egoisti maestri nell’arte di arrangiarsi e stiamo li ad ammirare, invece che condannare, quelli più bravi di noi nele attività al limite dell’illecito. In un paese come gli USA, che per molti versi non amo molto, evadere il fisco prima di essere illegale è assolutamente immorale, qui da noi è immorale pagare le tasse ed illegale non pagarle solo se sei beccato salvo poi lamentarsi che sono alte… eh si perchè una delle migliori qualità dell’italiano è il lamento: ci si lamenta delle tasse, del governo, degli allenatori del pallone, dell’immondizia a Napoli, della TV, per poi non solo non far nulla per cambiare ma peggio adeguandosi alla situazione e quando possibile sguazzandoci dentro. Con un bimbo piccolo da educare questo modello sociale, capirete, non è il massimo ma la soluzione di emigrare non è, purtroppo, così facile alla mia età.

Equilibrio precarioLeggo i giornali e trovo i politici (tutti i politici) raccontare la balla che il lavoro deve essere flessibile e che una persona nella vita deve cambiare più di un impiego salvo poi alla pagina accanto trovare la notizia di un uomo di 39 (dico 39 non 59) anni che tenta il suicidio per non essere riuscito a trovare lavoro (nemmeno come lavavetri) dopo averlo cercato in tutte le fabbriche della sua zona (non a Reggio Calabria eh ma a Torino). Ora al di la del caso specifico mi sembra che in Italia ci sia una vera e propria emergenza lavoro nonostante le statistiche che spacciano per impiegate persone con contratti di lavoro quasi giornalieri. In realtà, poi il problema, non è tanto il non trovare un impiego quanto il riuscire a trovarne uno stabile e con un salario dignitoso.
Si parla tanto di gente che resta a casa fino a quaranta anni additandoli come di bamboccioni incapaci e mammoni… si certo. Il punto è che mentre quando mio padre aveva la mia età il valore di acquisto del suo stipendio consentiva di mantenere molto più che dignitosamente una famiglia di quattro persone ora solo per poter pensare di pagare un affitto e avere tre pasti al giorno è necessario lavorare in due; per cui i single o sono molto fortunati, o vivono come studenti in case-comune(sperando nel rinnovo del contratto) o rimangono a casa coi genitori (che è certamente la scelta più comoda) e non sto parlando di gente senza competenze ma di ragazzi laureati e con esperienza infinitamente maggiore a quella dei propri genitori (vabbe’ c’e’ anche una folta schiera di cretini ma questo è un altro discorso). Il punto è che la famiglia come ammortizzatore sociale assolve un ruolo che dovrebbe essere proprio dello Stato che invece utilizza le pensioni erogate alle passate generazioni per sostenere un sistema che si poggia su un circolo vizioso destinato inesorabilmente a implodere. E si torna al problema principale: non solo non dovrebbe essere consentito alle aziende l’utilizzo di contratti pazzeschi (Cocopro e similia…gli strumenti per la flessibilità tutelando i lavoratori ci sono sempre stati e non serve ulteriore estro creativo) ma dovrebbe essere garantito un salario commisurato alle competenze delle persone oltre che al costo della vita. Non si è mai visto che una persona che decide di cambiare lavoro (cercando di applicare, questa volta, a proprio favore la famosa flessibilità di cui tanto ci si riempie la bocca) non riesce ad avere che offerte per un salario più basso del precedente ridicolo già di suo…(caso reale) e francamente non mi frega nulla che le aziende dovendo GIUSTAMENTE pagare una serie di tasse e contributi non possono permettersi di assumere un lavoratore con contratti normali e con uno stipendio dignitoso… che chiudano tutte queste srl farlocche e la si pianti una volta per tutte con la storia che l’Italia basa la propria economia sulle piccole e medie aziende o tanto vale che si vada tutti a lavorare in Cina visto che, come lì, la competizione in Italia non si fa sulla qualità del prodotto ma cercando di comprimere le spese di produzione.

.Max HeadroomIeri sera guardavo l’episodio dal titolo “John Quixote” di Farscape (che fra l’altro è abbastanza noioso come tutta la quarta stagione finora) e in varie scene c’e’ un richiamo esplicito ad un altro telefilm di fantascienza degli anni ’80: Max Headroom. Mi è tornato in mente lo scenario in cui è ambientata la vecchia serie: siamo in un futuro non troppo lontano e i network televisivi hanno un potere enorme. Sulle TV è vietato avere il pulsante di spegnimento, le stesse elezioni sono di fatto controllate dallo share dei vari network e i programmi e gli spot inducono nella gente dei comportamenti prevedibili utilizzando messaggi subliminali per controllare i pensieri e le azioni dell’intera popolazione mondiale; insomma appena un po’ peggio di adesso. A questo punto mi viene in mente che qualcuno mi ha detto, riferendosi ai due miei ultimi post quissù:-il cinema no, la TV no cosa rimane?- Ecco effettivamente a pensarci bene non rimane nulla (oddio nulla nulla ancora no). Con una scusa o con un’altra, in un modo o nell’altro i media controllano le persone basti pensare alle campagne pubblicitarie martellanti che ci inducono non solo a comprare determinati marchi ma anche e sopratutto creano dei falsi bisogni o a programmi insulsi che propinano valori di plastica e modelli di comportamento oggettivamente discutibili. Il problema che si pone, dunque, è chi effettivamente guidi questi media: multinazionali, politici, pubblicitari… alla fine credo che non si possa definire univocamente chi sia il controllato e chi il controllore salvo che tutti sono d’accordo nell’imbrigliare qualunque possibile voce dissenziente. Ed ecco che nascono leggi e leggine per poter controllare qualsiasi cosa utilizzando la paura per far passare aberrazioni giuridiche degne del diritto di periodi bui e se ancora non è stata ripristinata la caccia alle streghe è solo perchè ce ne deve essere qualcuna che va a letto con qualche sottosegretario

Aprile tempo di elezioni. Uno contro l’altro i due poli opposti e complementari si battono alacremente per scegliere chi deve sedere sullo scranno del vincitore, chi deve governare un paese fatto di vecchi giovani e giovani vecchi, un paese di ipocriti e bugiardi, un paese dove ha ragione sempre chi la spara più grossa. Insulsa la campagna elettorale con un finale divertente e surreale che segna l’inizio della primavera… no… non la primavera per un’italietta all’amatrisciana ma proprio quella metereologica. Arrivano finalmente dopo un lungo e malinconico inverno le belle giornate e qualunquisticamente penso che tanto sono tutti uguali e alla fine, al limite, è una questione di simpatie e che in ogni caso fra pochi mesi me ne andrò a mare, che si appresta un lungo periodo di ponti nel week-end e che questa estate farà un giro nel nord Europa.

Per la prima volta dopo anni gli invasi della Puglia sono stracolmi di acqua; c’e’ stata tanta pioggia quest’anno che i raccolti di ciliege sono andati irrimediabilmente perduti… maledetti luoghi comuni…

Comunque questo e’ il primo week end veramente caldo della stagione e non posso andare al mare perche’ devo andare a votare. A dire il vero avevo cercato di dimenticarmene evitando accuratamente la TV e mettendo i paraocchi per non vedere le migliaia di manifesti che hanno deturpato le città, ma proprio oggi mi è arrivato un sms che mi ricorda come e quando votare. A questo punto che altro mi resta da fare, se non rinunciare alla sabbia nera del mare di Zapponeta, per evitare di sentirmi in colpa… Mi tocca, dunque, decidere chi votare. Non e’ che io non abbia le idee chiare sono loro che non le rappresetano se non in maniera frammentaria; per ora ho solo deciso per chi non votare. In realtà il vero problema è il sistema elettorale, l’ho sempre detto che e’ meglio il proporzionale, destra-sinistra, mare-montagna, cerne-pesce… così mi sembra limitante; pare però che questo non sia un problema per molti, e un po’ come il calcio uno contro uno e due tifoserie che si fronteggiano, da una parte tutti amici dall’altra solo nemici. In fondo, forse, è meglio così; è un modo come un altro per scaricare le tensioni in un paese democratico quanto basta da garantire l’alternanza… o almeno così e’ sempre stato.