Giovane agricoltoraNel week end si è diffusa la notizia bufala che l’Unione Europea avrebbe proposto un regolamento per imporre l’utilizzo di sementi certificate nella coltivazione di tutti i terreni vietando, di fatto, gli orti domestici, mettendo fuori legge le varietà tradizionali di colture e trasformando in atto criminale lo scambio di semi.

 

Ora, con pochi click, trattandosi di atti pubblici, è possibile arrivare qui, leggersi la “Proposta di regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo alla messa a disposizione sul mercato di materiale riproduttivo” per scoprire che la legge riguarda solo le grandi aziende agricole a tutela dei consumatori e della salute pubblica confermando l’obbligo di iscrizione al registro ufficiale comunitario delle varietà di sementi.

 

Probabilmente la registrazioni delle sementi è un’esagerazione, se ne potrebbe discutere se me ne fregasse qualcosa, ed è anche possibile che vada a vantaggio della Monsanto o chi per lei, ma da qui a dire che non posso scambiare i semi dei pomodori col mio vicino di orto ce ne passa.

 

Il problema, però,  è un altro. Questo genere di bufale si stanno diffondendo sempre più velocemente e i credenti le accolgono facendo atto di fede al punto che anche quando, come in questo caso, si cerca di spiegare, con tutti i riferimenti, che trattasi di cazzata c’è sempre quello che  risponde «Sì, però…»

 

Sì però un cazzo! Hai detto una stronzata, punto! E’ del tutto inutile andare contro l’evidenza o inventare balle ma niente da fare: sembra di parlare con un integralista islamico: le multinazionali, i vaccini, le scie chimiche, il signoraggio e bla bla bla.

Fino a pochi anni fa mi sarei limitato a ridere di questi cretini  ma oggi, mi rendo conto, si stanno organizzando. L’ex-consulente del M5S alla Sanità è da anni assertore dei danni dei vaccini, dell’urinoterapia e della cura del cancro col bicarbonato, immaginate per un attimo un tipo del genere Ministro della Sanità.

 

A questo punto non è più possibile limitarsi a ridere in faccia a chi si lascia affascinare dalle teorie del complotto[1] al punto di farle assurgere a nuova fede laica è necessario sbugiardarli, denigrarli, ridicolizzarli; è inutile anche cercare di spiegare loro la verità, vorrebbe dire abbassarsi al loro livello di ragionamento e rischiare di finire invischiati in una serie di antipatici non sense.

Il mio invito, comunque, rimane sempre lo stesso, se quando leggete una cosa su Facebook o in generale su internet e vi viene il dubbio che ciò che leggete è troppo strano per essere vero, probabilmente è proprio così e in ogni caso Google è vostro amico, se invece non avete mai dubbi probabilmente avete votato M5S.

 

Ciò detto, ma quanti di tutti questi amanti degli orti domestici hanno mai preso in mano una zappa o hanno mai provato a raccogliere i pomodori?

 

 

[1] a me piacciono le teorie del complotto che portano a futuri distopici e ad interessanti ucronie, ma da qui a credere a qualunque cazzata ce ne passa.

«Lei ci disprezza», replicò Natalie, senza voltarsi. «Non capirà mai quanto bene abbiamo cercato di fare per il paese.»

«Le strade per l’inferno sono lastricate di buone intenzioni….

 

Copertina di Vox PopuliVox Populi è un breve racconto fantapolitico di Alessandro Girola che prende spunto dall’attuale situazione italiana per disegnare una possibile futura Terza Repubblica. Il nuovo ordine  nasce dalle ceneri dei partiti tradizionali per essere governato dal partito unico del Network eattraverso una  falsa democrazia diretta.

 

Siamo in un’Italia che sta vivendo una fase acuta di povertà in attesa della rinascita profetizzata dall’ideologo del Movimento Jacopo Ferraris;  il guru e i suoi seguaci sono riusciti a scardinare la politica antica, sostituendo le figure di governo tradizionali con un ex attore farlocco prima e un Primo Cittadino fantoccio poi, eletti attraverso la democrazia diretta di un Network pilotato dalla propaganda di partito e addomesticato da una violenta forma di censura.

 

Vox Populi ci mostra i rischi di un movimento populista che riesca ad assumere il potere all’interno di un sistema dominato da un’immensa quantità di informazioni; informazioni che possono, però, essere usate, strumentalizzate e indirizzate per ottenere un controllo quasi assoluto all’interno di una realtà virtuale totalmente distaccata da quella materiale della gente che vive di stenti in una società distopica che  ha assurto a verità quella rivelata dall’identità elettronica dall’avatar controllabile nel Network.

 

In questi giorni si è nuovamente riaperto il dibattito sul controllo di internet e in generale sulle piattaforme telematiche anche grazie alle affermazioni del Presidente della Camera a seguito di alcune vicende che l’hanno coinvolta personalmente.

Io sono su internet da prima del Web, l’ho vista crescere, cambiare, trasformarsi e sono sempre stato contrario a qualunque forma di controllo, ma quando penso al proliferare di teorie complottiste, dai poveracci che credono davvero alle cazzate sulle scie chimiche, agli ignoranti che sbavano dietro alle sciocchezze sul signoraggio, quando mi rendo conto che per giorni Laura Boldrini è stata oggetto di un meme denigratorio che la vedeva completamente nuda passeggiare in spiaggia solo perché qualche imbecille ha fatto circolare una foto a caso presa da un sito di nudisti, comincio a chiedermi a quali rischi si possa andare in contro.

 

Se la gente è disposta a credere qualunque cosa parli alla pancia, se le persone non sono disposte ad accostarsi ad uno strumento libero in maniera critica, se mancano gli strumenti intellettuali per riuscire a distinguere il vero dal verosimile, se ormai l’umanità ha deciso di gettare il cervello all’ammasso, probabilmente è vero che le leggi attuali sono inadeguate. Se un insulto, infatti, può essere punito anche se avviene per via telematica, una cazzata verosimile che in real life ci metterebbe una vita a diffondersi nel magico mondo dei Social Network diventa, in pochi minuti, un meme virale capace di diffondersi per sempre. E’ proprio questo che ha capito bene Jacopo Ferraris e che ha decretato il successo della Terza Repubblica del Network. E’ questo che ha portato l’Italia di Vox Populi ad un futuro di fame e di emarginazione.

 

Non vi svelerò altro sul racconto ma vi invito a scaricarlo gratuitamente dal sito dell’autore in formato Mobi ed ePub[1], ma sopratutto vi invito a leggerlo e a diffonderlo, non si sa mai che qualcuno in più cominci ad osservare la realtà con spirito critico.

 

[1] Per chi non possiede un eReader, oltre al consiglio di farselo regalare per la prossima festività e scoprire di non poter più vivere senza, lascio il link di un lettore di ePub per Windows

“Alcuni cambiamenti sono così lenti che non te ne accorgi, altri sono così veloci che non si accorgono di te”

Ashleigh Brilliant

Dopo il post dell’altro giorno in cui difendevo l’operato di Bersani e, sostanzialmente, davo la responsabilità al M5S e sopratutto ai suoi elettori, del caos politico/istituzionale in cui è finita la nazione, sono stato accusato di essere fazioso, di essere fascista, di essere comunista, mi hanno consigliato di votare direttamente il PDL alle prossime elezioni (questa viene direttamente dal blog di Grillo) e mi hanno minacciato di morte un paio di volte; niente di nuovo in realtà.

 

cobolL’altra accusa che è venuta sopratutto via Facebook è stata quella di non volere il cambiamento, ed è proprio di questo che voglio parlare.

 

Io, costituzionalmente, sono un informatico. Un informatico quando si trova a lavorare in ambienti “in produzione” impara subito alcune cose:

 

– NON si cambia mai quello che funziona, non importa quanto sia vecchio, non importa quanto sia brutto, se un sistema fa il suo lavoro, lo fa bene e lo fa da un sacco di tempo, non si cambia a meno che non ci sia un motivo maledettamente buono e no, la nuova interfaccia 3D uberfiga NON è un buon motivo.

 

– NON si cambia mai tutto insieme, cambiare un elemento di un sistema complesso porta quasi sempre a dei risultati imprevedibili ma con delle cause circoscrivibili e facilmente  eliminabili. Sostituire grosse porzioni di un sistema rende impossibile  o comunque molto costoso trovare la causa dei problemi.

 

– NON si cambia niente senza averlo testato in un ambiente controllato, è talmente ovvio che non ci sarebbe nemmeno bisogno di scriverlo, non si fanno cambiamenti senza avere la certezza di avere un sistema ragionevolmente stabile. Certo non è sempre possibile fare dei test in un ambiente uguale a quello di produzione e l’accuratezza del test dipende dalla criticità del sistema, ma diavolo non si può cambiare un sistema in produzione senza uno straccio di test.

 

– NON si fanno cambiamenti di venerdì, a meno che non ci sia un motivo dannatamente buono non si cambia nulla quando non si ha la possibilità di monitorare gli effetti del cambiamento e sopratutto quando non si hanno a disposizione tutte le risorse necessarie per poter far fronte ad eventuali problemi.

 

Sono contrario ai cambiamenti? No, sono prudenzialmente contrario agli equlibrismi senza rete.

 

Una nazione è un sistema complesso e la nostra nazione ha bisogno sicuramente di tanti upgrade ma, mi dispiace, non si può pensare di rottamare tutto, perché:

 

– NON è tutto da buttare,

– NON sapete dove un cambiamento così radicale vi potrà portare,

– NON avete avuto modo di sperimentare il cambiamento in una realtà meno complessa,

– NON avete più il tempo per mettere una pezza agli inevitabili casini.

 

Quando mi dicono che la classe politica ha portato allo sfacelo attuale e che è ora di cambiare tutto e ricostruire non posso fare a meno di ricordare che non si può gettare l’acqua sporca con tutto il bambino, ma sopratutto non posso fare a meno di dire che la classe politica è espressione e specchio della gente che l’appoggia e oggi signori, che ne siate soddisfatti oppure no, siete rappresentati da  un uomo di 88 anni che è stato costretto a prendersi la rogna di salvarvi il culo quando, legittimamente, potreva fregarsene; nella vostra infinita incapacità, nel vostro elogio del dilettantismo avete dimostrato che non siete stati in grado (per fortuna) di esprimere nessun cambiamento e il vostro unico risultato è stato quello di portare alla paralisi istituzionale e alla necessità di affidare il Paese ad un’anziana balia.

IN BOCCA AL LUPO.

giorgio-napolitano--960x640Signori, a  quasi due mesi dalle elezioni politiche del 2013 ci ritroviamo con lo stesso Governo Monti tanto odiato, per quanto ingiustamente, e lo stesso Presidente della Repubblica, un signore di quasi 88 anni, unico nome in grado di compattare i partiti arroccati alla ricerca dell’auto conservazione; ci ritroviamo con la prospettiva di un governo di grandi intese che vedrà la luce sotto la stella dell’immobilismo, esattamente il contrario di quello che, in teoria, sarebbe uscito dalle urne.

 

E’ il fallimento della democrazia? No, è solo che la democrazia non può impedire a nessuno di tagliarsi le palle per fare dispetto alla moglie. Avete votato il cambiamento, ma il cambiamento si ottiene con la rivoluzione o con un progetto preciso e voi avete scelto la rivoluzione da salotto, la cultura acquisita on demand su Wikipedia, avete scelto quelli che quando il gioco si fa duro fanno retro-marcia, la retro-marcia su Roma. Avete voluto Grillo e Casaleggio, avete scelto il populismo, il complottismo, l’urino terapia, la crassa ignoranza ed ora ve la prendete con Bersani.

 

bersaniBersani pagherà e sta pagando politicamente l’essere stato una persona seria, una persona onesta. Bersani ha fatto una campagna elettorale sobria, senza alzare i toni, dicendo le cose che andavano dette e ha perso, ha perso sopratutto la leadership dei suoi uomini, personaggi spesso squallidi, che hanno vestito mille casacche e che hanno sempre e solo pensato ai propri interessi personali al di là del bene della nazione o di qualunque forma di rispetto delle istituzioni.

 

In questi giorni convulsi del dopo voto, Bersani ha cercato di seguire il mandato ottenuto dai suoi elettori che sostanzialmente era: mai accordi con Berlusconi; così ha tentato, in tutti i modi, un accordo con Grillo fino a farsi umiliare in diretta streaming da un probabile narcolettico che si autosmentisce ogni 10 minuti e da chi crede che la Carta Costituzionale sia un dettaglio aggirabile dalla Rete e ha la simpatia di un pugno di sabbia nelle mutande, per cosa? Sentirsi rimandare al mittente qualunque proposta per quanto sensata. Certo la candidatura di Marini e l’accordo col centro-destra probabilmente è stato un errore strategico, ma cosa avrebbe dovuto fare, tentare la strada di un presidente della Repubblica eletto da un’unica forza politica? Forse prima di Marini avrebbe potuto vedere il bluff di Grillo su Rodotà ma, in fondo, è stato meglio così, se anche lo avesse appoggiato, Rodotà non ce l’avrebbe fatta comunque e la colpa sarebbe stata del PD, anche se questo Bersani non poteva ancora saperlo.

Sconfitto Marini la candidatura di Prodi è stata ineccepibile e devono bruciare all’inferno i vigliacchi che hanno votato contro, in buona sostanza dalemiani e renziani che hanno dato il via alla distruzione del PD per fare un favore a Berlusconi. Napolitano era l’unica strada da percorrere prima di un D’Alema presidente e, francamente, mi meraviglio non sia stato impallinato anche lui.

 

La colpa è di Bersani? Ma per favore, lui ha commesso degli errori in buona fede anche a causa di alcuni consigli non del tutto disinteressati da parte dell’apparato del PD, lui ne pagherà politicamente il prezzo ma non è colpa sua se questa nazione è fatta da tifosi che quando nessuno gli compra il voto per una ciotola di riso, scelgono un partito come fosse la squadra del cuore. Non è colpa di Bersani se in Parlamento è pieno di ladri, di arrivisti e di ignoranti o almeno la colpa non è solo sua. Non è colpa di Bersani se credete alle scie chimiche e pensate che per risolvere i problemi dell’Italia basta usare la bio-washball.

 

Adesso guardate questo fermo immagine al momento della rielezione di Napolitano

berlusconi

Avete visto la sua faccia? Bene adesso abbiate il buon gusto di non lamentarvi delle sue malefatte passate e future, non lamentatevi quando l'”ottima” Fornero innalzerà la vostra età pensionabile a 95 anni, perché come dicevo già qualche giorno prima delle elezioni

grillo

 

 

 

Zak McKracken

Oggi parliamo di videogames, della storia dei videogames. Nel 1988 esce per la Lucafilm Games uno dei giochi in assoluto più belli di tutti i tempi: Zak McKracken and the Alien Mindbenders.

Zak McKracken è un’avventura grafica realizzata originariamente per il Commodore 64 e immediatamente dopo convertita per Amiga, Atari ST e PC.

 

Zak, un giornalista frustrato impiegato per il National Inquisitor,  un tabloid, da quattro soldi; quando il capo redattore gli commissiona l’ennesimo articolo su scoiattoli a due teste e UFO il povero Zak torna a casa depresso e si mette a letto. Da qui inizierà la sua straordinaria avventura; un sogno rilevatore aprirà, infatti,  a Zak le porte sugli intrighi di una razza aliena che sta utilizzando la rete telefonica per rendere stupida la popolazione terrestre al fine di conquistare il pianeta.

Zak capisce che deve fermarli e per farlo dovrà affrontare una rischiosa impresa che lo porterà in Egitto, in Perù, a Stonehnge, su Atlantide e nello spazio fin su Marte, tutto ciò in compagnia e con l’aiuto di Annie Larris, Melissa China e Leslie Bennett, tre studentesse di Yale

 

Il gioco è stato ideato da David Fox insieme a  Matthew Kane ed è molto diverso da tutto quello che si può trovare oggi in commercio. Certo la realizzazione grafica non è quella a cui siete abituati, il gioco per PC utilizzava l’allora avveneristica, per i computer IBM-Compatibili, scheda grafica EGA con ben 16 (sedici) colori, ma sono passati 25 anni e oggi non esistono praticamente più avventure grafiche come quelle della Lucasfilm dell’epoca.

 

Zak McKracken (come Maniac Mension prima di lui) era un gioco non lineare; non c’è, come accade oggi, una storia che accompagna il giocatore, come in un lungo film, attraverso un susseguirsi di enigmi che spesso sembrano più funzionali a narrare un racconto che a rendere la vita difficile al giocatore. Zak McKracken gira per il mondo alla ricerca di indizi da mettere insieme per poter salvare la razza umana e nel fare questo nulla impedisce che lui o le sue compagne possano morire nel tentativo, terminando il gioco, o possano rimanere bloccati senza via d’uscita; questo rende il gioco magari più frustrante ma sicuramente più divertente.

 

E’ di questi giorni l’annuncio che la Disney, dopo l’acquisizione per 4 miliardi di dollari della Lucafilm, ha deciso di dismettere il ramo Lucasarts (ex Lucasfilm games). In effetti è dalla fine degli anni ’90 che la Lucasart non produce più videogames degni di nota (mi pare fosse in progetto l’ennesimo videogioco su Star Wars), è comunque triste pensare che un pezzo di storia dei videogames finisca così.

Alla Lucasarts e alle sue avventure grafiche, oltre ad ore di grande divertimento, devo la mia (comunque scarsa) conoscenza della lingua inglese, all’epoca quei titoli li trovavo solo in lingua originale e mi ricordo che ci giocavo col vocabolarietto vicino alla tastiera (no cari, non ‘cera Google Translate, non c’era Google e non c’era nemmeno il World Wide Web)

 

Vi lascio con l’intro del gioco ancora oggi utilizzabile grazie a ScummVM anche con Windows 8

 

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