Anno 2517 distrutta la Terra, l’umanità sopravvive colonizzando i pianeti di un nuovo sistema solare. I pianeti centrali, vicini al sole, divengono ricchi e tecnologici e formano l’Alleanza, in quelli più periferici, selvaggi e di frontiera, la legge e l’ordine non esistono. In breve si scatena una guerra per il controllo delle risorse fra l’Alleanza e gli indipendentisti che verranno in breve tempo schiacciati dalla maggiore potenza militare dell’Alleanza. Punto di svolta della guerra la battaglia di Serenity dove conosciamo il protagonista della serie, il sergente Malcolm Raynolds e la sua compagna d’armi Zoe. Terminata la guerra Malcolm e Zoe, diventano commercianti, comprano un’astronave da trasporto di classe Firefly, che chiameranno Serenity, e reclutano un equipaggio. Arriveranno così Wash, incredibile pilota che sposerà Zoe, Kaylee meccanico della Serenity ruolo che contrasta il suo essere una ragazza dolcissima, Jayne avventuriero dai modi rudi sempre a caccia di denaro e Inara, un’accompagnatrice, sorta di geisha futuristica, che affitta una navetta della Serenity per svolgere la sua attività nei mondi visitati dalla nave.

Nel primo episodio si uniscono Book un predicatore con un chiaro passato da combattente, Simon un medico e sua Sorella River cavia di esperimenti scientifici da parte dell’Alleanza. La Serenity vagerà per i pianeti facendo contrabbando e piccoli traffici illeciti cercando di restare lontani dall’Alleanza (che ha emesso un mandato di cattura su Simon e River) e di guadagnare almeno i soldi del carburante passando di avventura in avventura.

La serie chiusa in soli 14 episodi ha avuto un seguito nel bellissimo film Serenity.

Partendo da alcune personali riflessioni sull’ignoranza che diventa colpevole quando si ammanta di arroganza voglio raccontare una storia: la storia di Anansi, il dio ragno,  uno dei più importanti e conosciuti dei della mitologia  della zona ovest dell’Africa. Si dice che Anansi abbia creato il Sole, le stelle e la Luna e che avrebbe portato fra gli uomini la conoscenza dell’agricoltura.  La leggenda vuole che un tempo cercò di racchiudere in una zucca tutta la saggezza  fino a quando ne accumulò tanta da rendersi conto di quanto fosse futile il suo tentativo e quanto fosse meglio liberarla nel mondo. Un altro episodio vede Anansi che si reca da suo padre Nyame, il dio del cielo, e gli chiede di diventare  il Re di tutte le storie. Nyame gli dice che se riuscirà a catturare il giaguaro con i denti come pugnali, la vespa che punge come il fuoco e la Fata che nessun uomo ha visto diventerà ciò che desidera. Anansi decide di impegnarsi nelle difficili prove nonostante i dubbi del padre. Inganna il Giaguaro, che voleva mangiarlo, proponendogli un gioco che permette ad Anansi di legarlo. Inganna anche la Vespa fingendo di essere la pioggia ed invitando l’insetto a nascondersi in un calabash dove la cattura. Infine riesce a prendere la fata con il trucco del bambino di pece . Terminati i suoi sforzi porta i trofei a Nyame e diventa il Re delle storie. La mitologia di Anansi si tramanda da secoli prima fra le popolazioni africane (pare che il mito sia originario del regno Ashanti) e fino a spostarsi, a seguito della migrazione degli schiavi  fino ai Caraibi. (fonte Wikipedia)

La storia del dio ragno è bella perché ingenua, è bella perché fa parte delle tradizioni e della cultura di popolazioni che avevano e hanno il diritto di seguire la propria strada, attraversare le proprie ere di pace e di conflitti senza che qualcuno debba globalizzarle ed evangelizzarle, senza che i missionari, avanguardia  di una cultura cristiana in decadenza, debbano andare a cercare nuova linfa in un continente, quello africano, che ha solo bisogno di imparare a camminare con le sue gambe senza trovarsi immerso nei soliti conflitti economico/sociali che non fanno altro che distruggere culture e sterminare intere etnie.  Noi dall’alto della nostra morale cristiano-centrica ipocritamente intrisa di cattolicesimo inputridito ci scandalizziamo di fronte ai riti tribali di popolazioni che li praticano da millenni, dimenticando come eravamo fino a 100 anni fa e pensando di essere migliori, più evoluti; forti di queste convinzioni, poi, non ci facciamo scrupolo a cancellare tradizioni più vecchie del’ave maria e del gloria della soap opera cristiana. Ora, sono certo, che molti (dei pochi) lettori di queste righe staranno per dire… si però i missionari fanno tanto di quel bene a questi poveri negretti… fottetevi, nei rari casi che riescano a fare qualcosa di buono (che NON è impiantare una stramaledetta scuola cattolica nel centro della giungla) NON è MAI gratis.

P.S. Sì lo so fa schifo, gli Skunk Anansie sono finiti nel 2000 però Skin mi attizza sempre ;-)

La mobilitazione di piazza di oggi delle donne fatta per rivedicare il diritto di essere considerate qualcosa di diverso da oggetti sessuali ha avuto un successo strepitoso e me ne compiaccio perché forse, ma ne dubito, può significare finalmente un cambiamento di costumi in questa povera italia; ne dubito perché penso che le prossime selezioni per l’Isola dei Famosi e per il Grande Fratello continueranno ad essere frequentate da migliaia di ragazzine zoccole(1) disposte a tutto per ritagliarsi un posto al sole supportate dalle loro madri, altrettanto zoccole, ma represse. Un altro motivo per cui sono contento del grande successo delle manifestazioni delle donne è che rappresenta l’ennesima spallata a questo governo; non sarà sufficiente a fargli fare la fine di Mubarack(2), per quello ci vuole ben più che un carnevale in piazza, ma sentire il crunch crunch dei denti di Berlusconi (tutti i denti meno quello perso contro la miniatura del duomo) che rosicano la sponda del lettone di Putin riempie il cuore di letizia(non Noemi).
Nonostante tutto, però rimango scettico nei confronti di questa manifestazione per diversi motivi: in primo luogo il nome della manifestazione. Se non ora quando? Venticinque anni fa! Il movimento femminista degli anni settanta aveva cercato la parità sessuale fra uomo e donne; qualcuno negli anni ottanta ne ha approfittato, come ho già avuto modo di scrivere, trasformando la donna sessualmente libera in oggetto sessuale. Un altro motivo che non mi vede vicino a questa manifestazione è che la protesta, sia pure indirettamente, è rivolta contro altre donne ed è intrisa fino al midollo di bigottismo terrone, nel senso più dispregiativo del termine. Fermo restando che le motivazioni, come ho detto, vanno ricercate nella società: una donna ha tutto il sacrosanto diritto di fare la puttana e le donne che stanno a sindacare sui costumi delle olgettine adducendo stronzate moraliste in chiave femminista non ci fanno, francamente, una bella figura. Un terzo motivo percui questa manifestazione non mi è piaciuta è il suo carattere politico. Nonostante non si sia voluto portare le bandiere rosse in piazza, questa era dichiaratamente una manifestazione politica; il paradosso è che si è fatta una manifestazione contro la donna oggetto, usando, di fatto, la donna per una manifestazione anti-governativa, cosa che trovo, personalmente, inaccettabile.

(1) chiamare una donna zoccola, da parte mia, non va letto in modo dispregiativo; nella fattispecie trattasi di aggettivo qualificativo

(2) a Bari uno degli slogan più belli è stato mo’sbarack con chiaro riferimento alla fine di Mubarak e che in slang locale vuol dire: adesso sbaracca

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Aenean commodo ligula eget dolor. Aenean massa. Cum sociis natoque penatibus et magnis dis parturient montes, nascetur ridiculus mus.

Donec quam felis, ultricies nec, pellentesque eu, pretium quis, sem.

Continua a leggere

No, no, non quella banda, non ancora almeno… :-) Mi riferisco all’allarme lanciato dall’ITU (Unione Internazionale delle Telecomunicazioni) e ripreso dal blog di Pino Bruno circa il mobile slowdown, che non è una nuova filosofia alimentare ma l’inesorabile saturazione della banda mobile. Personalmente ho cominciato a pensare a questo possibile problema appena ho cominciato ad utilizzare il Blackberry always connected. Certo la banda che utilizzo per twitter, per le mail, per facebook sul cellulare non è tantissima ma ormai sul mercato ci sono cellulari 3G con Android a partire da 89 euro e se ne vendono a milioni. Saturare il mercato con smartphone, penne  3G, tablet è questione di pochi mesi, dopo di che le telco, anche volendo effettuare gli investimenti necessari sulle infrastrutture, non riusciranno a fornire che connessioni lente e limitate e quando le infrastrutture saranno aggiornate gli smartphone andranno a 100 Mb/s. Le telco non riusciranno mai a stare dietro al mercato semplicemente perché i tempi di ROI ma anche, più banalmente, i tempi per completare le opere non viaggiano in parallelo con quelli per mettere sul mercato nuove tecnologie; dunque è necessario un forte investimento pubblico e, in italia, con i 100 milioni promessi dal governo, siamo ben lontani da qualunque possibilità di crescita nel senso della banda larga (figuriamoci in mobilità). Non mi sento comunque particolarmente pessimista, tutti gli annunci da fine del modo, nel campo dell’informatica e delle telecomunicazioni, sono stati sempre puntualmente smentiti: la fine degli ip (ma non era l’altro giorno?), l’impossibilità di aumentare la velocità di clock dei processori oltre una certa soglia (fino all’introduzione dei processori multicore) e molte altre catastrofi sono state predette, però internet, ad esempio,  pare sia ancora in piedi, sarà che è di derivazione militare ;-)

Anche in questo caso confido una soluzione si troverà,  molti paesi, ad esempio,  stanno sperimentando soluzioni alternative che uniscono il wi-fi al cellulare per la comunicazione dati e non è detto che questi siano solo dei workaround momentanei.

P.S.  Ma che fine ha fatto il wi-max? :-)