Siamo nel 1973, la crisi energetica scatenata dalla Guerra del Kippur ha ridotto al tappeto l’economia planetaria, il prezzo del petrolio è alle stelle e mentre i Capi di Stato cercano soluzione politiche, un industriale visionario, il portoricano Hal Salazar, sta finanziando alcuni esperimenti sull’utilizzo di energie alternative, riutilizzando alcuni studi di Nikola Tesla.

Le otto centrali realizzate in tre diversi continenti per la sperimentazione hanno prodotto, per pochi istanti, la Teleforce, una nuova e misteriosa fonte di energia incontrollabile e che entrando in contatto con gli esseri umani presenti nelle centrali ha donato loro dei nuovi poteri trasformandoli in veri e propri supereroi o supercriminali.

Da queste premesse nasce il progetto “2 Minuti a Mezzanotte” il nuovo progetto di Alessandro Girola, una  round robin, una storia di fantascienza a carattere supereroistico composta da capitoli consequenziali. Ciascun capitolo è opera di un autore diverso.

“Due Minuti a Mezzanotte” è aggiornato settimanalmente ed è possibile leggere tutto sia online che in formato e-pub o mobi, per chi dispone di un e-reader.

Essendo il progetto realizzato col contributo di diversi autori è ovviamente il risultato di una sovrapposizioni di idee e di stili di scrittura ma, al contrario di quel che si potrebbe pensare e a differenza di altre iniziative simili, la qualità del prodotto rimane sempre decisamente alta e gran parte del merito è da attribuire proprio ad Alessandro Girola, che possiamo definire il curatore del progetto.

Di Alessandro avevo già parlato in merito al suo romanzo breve “Prometeo e La Guerra – 1935” ; di lui ho più volte potuto apprezzare lo stile di scrittura sobrio e senza i fronzoli e le infiocchettature tipiche del manuale del giovane scrittore ma sopratutto la sua più grande dote: quella di essere un creatore di mondi (*). Sì perché il successo e la qualità di 2MM la si deve indubitabilmente allo scenario creato da Alessandro che è riuscito a mettere in piedi un’ucronia credibile e con delle regole precise che guidano i partecipanti al gioco rendendo loro (relativamente) semplice il compito di proseguire la storia.

Alessandro non è nuovo a questo genere di iniziative; parlando di 2MM non è possibile non citare la pandemia gialla del “Survival Blog” progetto di scrittura collettiva nato nel 2010 e fra i più scopiazzati nel web  di cui in un certo senso questo progetto è la prosecuzione ideale; è stato proprio grazie alla pandemia gialla che io ho avuto il primo incontro con il lavoro di Alessandro.

Lo scenario delineato per 2MM si presta così  bene a scriverci delle storie che negli ultimi mesi c’è stato un proliferare di racconti autoconclusivi, più o meno lunghi, estranei alla narrazione della round robin ma dalla quale prendono in prestito personaggi e ambientazione. Gli spin-off sono assolutamente da non perdere, alcuni  sono delle vere e proprie perle e  nascondono personaggi fantastici meravigliosamente caratterizzati come Marilyn di Germano Greco o Sibir dello stesso Alessandro Girola.

Se vi ho in qualche modo incuriosito, se amate i super eroi e la fantascienza… beh non vi resta che entrare nel blog e leggervi le storie di “Due Minuti a Mezzanotte”, non ve ne pentirete ed è tutto gratis.

(*) citazione di Gianluca Santini

 

Questa mattina alle 5.14 UTC (7.14 ora italiana) il Mars Science Labotratory “Curiosity” è atterrato su Marte, nel cratere Gale, pronto per compiere la sua missione di investigazione della superficie marziana alla ricerca di forme di vita passate o presenti.

Il rover Curiosity è un veicolo lungo tre metri e pesante circa 900kg in grado di muoversi sul pianeta rosso in perfetta autonomia, grazie anche ad un generatore termoelettrico a radioisotopi (sì un motore nucleare), alla velocità massima di 90 metri al secondo, trasportando ben 80 kg di strumenti scientifici.

Vista la distanza da Marte, Curiosity, non poteva essere telecomandato dal centro di controllo e questo ha causato notevoli problemi anche in fase di ingresso nell’atmosfera marziana. Curiosity, infatti, è decisamente più pesante di qualsiasi cosa sia mai stata mandata in giro per Marte; dunque è stato studiato un sistema di atterraggio molto complesso che ha previsto l’utilizzo di uno scudo termico per rallentare la velocità, di paracadute e di un vero e proprio modulo di atterraggio.

La fase di atterraggio sul suolo marziano, effettivamente, è stata la parte più delicata della missione, fino ad ora,  proprio perché totalmente affidata all’intelligenza della sonda e senza alcun intervento dalla Terra. La NASA, tuttavia, ha saputo sfruttare questa storia dell’atterraggio difficile riuscendo a generare un hype per questa missione come non di vedeva da tanto, troppo tempo, si sono persino dati a Twitter per far parlare la sonda di se con gli “internauti”.

Ovviamente come per tutti i grandi traguardi che l’Uomo riesce a raggiungere ci sono sempre i disfattisti (ai quali voglio rivolgermi), quelli che:

eh, con due miliardi di euro(tanto si ipotizza il costo complessivo della missione Curiosity) si potevano aiutare tante famiglie colpite da questa profonda crisi.

Stolti(stolto è un modo più politically correct per dare a qualcuno del coglione), questi ragionamenti idioti hanno contribuito a generarla la vostra ridicola crisi.

Non cercherò di spiegarvi che i due miliardi di euro, che sono comunque una cifra ridicola considerando il genere di missione, sono un investimento; un investimento in ricerca scientifica e tecnologica, quella stessa che vi permette di andare in giro con quel cazzo di cellulare marchiato con la mela, o pensate forse che Steve Jobs abbia avuto i progetti dal Capitano Kirk in vacanca a San Francisco nel 1986?

Voglio invece soffermarmi su una cosa che capirete ancora meno: rispetto all’umanità la vostra singola esistenza (sì anche la mia) non conta un cazzo. L’Uomo nella sua accezione più magnifica è riuscito in poche centinaia di anni ad abbandonare le grotte, in cui si rifugiava per timore dei predatori, e a raggiungere la vetta della catena alimentare, fino alle stelle. Un simile risultato è dovuto esclusivamente alla curiosità e al “sense of wonder“(inteso nello stesso modo di quello indotto da un’opera letteraria fantascientifica) nei confronti della scoperta, quel senso di meraviglia di fronte al quale due miliardi di euro per vedere la prima immagine del rover appena atterrato su Marte, dopo un viaggio di otto mesi e dopo aver percorso 560 milioni di chilometri per attraversare mezzo sistema solare, SONO SOLDI SPESI BENE.

Sì lo so che non capite di cosa parlo, infatti siete parte del problema e come tali… beh andreste estirpati.