Io non ho mai capito questa fissazione tutta italiana per il concetto di “ricaricabile”. Sim per cellulari ricaricabili, carte di “credito” ricaricabili, pay tv ricaricabile… in pratica gli italiani paiono felici di pagare in anticipo un servizio che utilizzeranno non si sa come o quando, in un certo senso fanno un prestito al fornitore a tasso 0.

 

postepay-ricaricaPer la telefonia mobile, in effetti, ci sarebbe la classica anomalia italiana della tassa di concessione governativa applicata agli abbonamenti che scoraggia i contratti in abbonamento, il fatto è che le ricaricabili erano preferite anche quando era applicato il costo di ricarica [1] che, per tanti anni, ha fatto la fortuna delle compagnie telefoniche. Le motivazioni? A sentire i miei conoscenti in primo luogo la possibilità di avere un maggiore controllo sui consumi(???) e poi, questo è vero, tariffazioni in generale più convenienti ed oggi, ovviamente, l’assurda tassa di concessione governativa.

 

Personalmente ho avuto per qualche anno una prepagata collegata alla carta di credito con ricarica automatica  (già questa è insensato)  e vuoi per disguidi amministrativi, vuoi perché facevano la ricarica l’ultimo del mese, vuoi perché il credito finiva prima dell’arrivo della ricarica mi sono dovuto precipitare più volte al tabaccaio a cercare il cartoncino col codice. Per non parlare dei servizi aggiuntivi subordinati alla presenza di una certa quantità di credito. Insomma una vera iattura, eppure gli italiani continuano a comprare ricaricabili come caramelle. (A proposito ricordo che sulle SIM dati non ci sono tasse di concessione governative, giusto ne caso vi serva la sim per la chiavetta)

 

keepcalmMa dove si arriva alle vette dell’assurdità è con le carte di credito prepagate. L’italiano, si sa, ha una vera e propria ritrosia nei confronti dei pagamenti elettronici. Non importa se giovani o anziani, operai o dottori, abbiamo nel DNA la necessità di un rapporto tangibile col denaro. Ogni volta che si tocca l’argomento di ridurre l’uso del denaro contante si vede la gente sudare freddo e non certo perché siano tutti evasori; quando si parla di carte di credito, poi, si parla solo di carte di credito prepagate… che è una contraddizione in termini.

 

In pratica per poter utilizzare (in parte) il circuito dei pagamenti con carte di credito faccio uso di uno strumento che lato utente funziona come una carta di credito ma che non ti fa nessun credito in quanto ci si deve versare sopra del contante e “ricaricarla” prima di poter effettuare il pagamento. E ovviamente mai pagare su internet se non hai una ricaricabile  e mai tenerci sopra più dello stretto necessario… brrrr.

 

Classica transazione di chi vuole, che ne so, pagare un’utenza su internet. I principali gestori, giustamente, non accettano le carte ricaricabili ma moltissimi accettano Paypal, così l’italiano si crea un conto Paypal per associare la Postepay, va al Postamat e spende un euro e cinquanta per ricaricare la carta per l’esatto importo da pagare più un paio di euro che, hai visto mai, ci siano commissioni nascoste(farlo da internet è troppo rischioso metti che ti clonano le credenziali del Bancoposta) e poi va a casa ed effettua la transazione con Paypal. Senza voler discutere di quelli che su eBay utilizzano la ricarica Postepay come strumento di pagamento, effettuando una ricarica a favore del venditore come se fosse una cosa normale e inconsapevoli di non avere alcuna garanzia. Perché tutto questo? Beh, risposta classica, se mi clonano la carta ci rimetto solo l’importo ricaricato. Mi cadono le braccia.

 

Con questi presupposti è ovvio che l’e-commerce in italia stenti a decollare, anche perché sto parlando di quella piccola percentuale di “corraggiosi” disposti a “pagare” via internet.

 

Una carta di credito “vera” (non revolving) ti permette di acquistare un bene e pagare il mese dopo senza interessi, ti permette di sapere in ogni istante ogni singola transazione effettuata, ti avvisa via SMS e/o e-mail per ogni pagamento avvenuto e ti permette di disconoscere i pagamenti effettuati ribaltando l’onere della prova sul beneficiario. Non esiste uno strumento più sicuro di così, eppure…

 

[1] Mode Campagna Elettorale ON – lo sapete vero che ad eliminare i costi di ricarica dalle vostre amate schede telefoniche prepagate è stato Bersani?

L'Arcadia della mia Giovinezza24Capitan Harlock (Uchū kaizoku Kyaputen Hārokku) nasce coma manga, nel 1976, a cura di Leiji Matsumoto per diventare uno degli anime di maggior successo, anche in Italia, dove fu trasmesso per la prima volta su Rai 2 nel 1979.

 

Siamo nel 2977 e la Terra è un pianeta in pace dove i robot hanno totalmente soppiantato il lavoro manuale e l’umanità che ha da tempo conquistato lo spazio,  vive in uno stato di indifferenza ed apatia al prezzo della distruzione dell’ecosostema del pianeta e del prosciugamento degli oceani e di tutte le  risorse ambientali.

 

In questa condizione di status quo, chiunque osi avere una voce dissonante, rispetto ai diktat del Governo Unificato della Terra, viene bollato come estremista ed emarginato col marchio di fuorilegge. Questa è la sorte toccata ad Harlock, costretto a vivere insieme ai suoi compagni come  pirata dello spazio. Capitan Harlock e la sua ciurma, a bordo dell’astronave Arcadia, viaggiano, infatti, nel Sistema Solare  cercando di ristabilire la giustizia, osteggiati dai propri simili e costretti a combattere,  unico baluardo della Terra, contro la minaccia delle mazoniane e della regina Raflesia che vuole conquistare il pianeta nella totale indifferenza del Primo Ministro.

 

Captain Harlock 2013Capitan Harlock è una serie matura,  nonostante i suoi quasi quaranta anni, che affronta tematiche “serie“: dalla politica all’ambiente passando per il dissesto sociale e paventando il terrore e la paura per il dominio delle macchine, tema caro a molti manga e anime del periodo ed è una serie “moderna” nel senso che ancora oggi risulta godibile; la stessa figura del pirata Harlock, cupo e affascinante ha contribuito a ridisegnare l’icona del pirata come lo conosciamo oggi.

Come molti anime negli anni ’70 anche Capitan Harlock, in Italia, dovette fare i conti con la censura, del resto le tematiche politiche e sociali e la riflessione sulla guerra, trattate da Matsumoto in maniera molto diretta, non erano facilmente digeribili nel contesto socio-politico dell’Italia degli anni ’70.

 

Ho scritto tutto questo solo per dire che, a circa due anni di distanza dalle prime voci e dalle prime immagini rubate, gli Studios della  Toei Animation hanno annunciato, ufficialmente, per l’autunno 2013, l’uscita nelle sale dell’action movie “Space Pirate Captain Harlock” diretto da Shinji Aramaki e realizzato quasi interamente in computer grafica, dove vedremo il nostro pirata preferito (quasi) in carne ed ossa combattere contro Raflesia e le mazoniane. L’investimento, il più alto per la Toei Animation, di 30 millioni di dollari, lascia ben sperare per la qualità della pellicola di cui è stato rilasciato questo trailer ufficiale.

 

E ora aspettiamo Gaiking!