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Sì lo so che oggi è Pasqua e che a Pasqua si mangia l’agnello, ma quella ovina è l’unica carne che non riesco a mangiare, con quel suo tanfo nauseabondo; se devo scegliere preferisco il maiale ed è di questo che voglio parlare in questo post di cazzeggio pasquale.

 

bacon condomsGirovagando per la Rete (maiuscola come piace a Grillo) mi sono imbattuto nel sito di un’azienda americana, la J&Ds il cui scopo sociale è riassunto nel titolo del post: tutto dovrebbe aver sapore di bacon.

L’azienda, infatti, vende solo prodotti in qualche modo legati al bacon e se il sale al bacon può sembrare anche utile nelle grigliate, se il bacon ranch, che immerge qualunque cosa nel sapore del bacon, può avere un senso, se i pop corn al bacon possono trovare degli estimatori e se la baconnaise, maionese al bacon, può anche essere gradevole in certi panini ci sono prodotti, sicuramente concepiti a scopo di marketing, realmente fantastici.

 

Avete le labbra screpolate, cosa meglio di un balsamo per le labbra al sapore di bacon? Arriva l’estate e avete paura di scottarvi la pelle nulla potrà proteggervi meglio di una crema solare al bacon. Ma se c’è un ambito in cui il maiale è sempre apprezzato, beh è il sesso!

 

Secondo una recente indagine canadese commissionata dalla Maple Leaf Foods, leader nella vendita di pancetta, quando a qualcuno viene chiesto di scegliere tra il bacon e il sesso il 43% sceglie il bacon. Ma perché dover sceglier quando si può avere tutto, deve aver pensato la J&Ds, nascono così due prodotti pensati proprio per venire in contro alle esigenze di questa larga fascia della popolazione:

  • J&Ds  Baconlube, olio per massaggi e lubrificante a base d’acqua completamente made in USA, un nettare aromatizzato al maiale disponibile in quantità limitata e fino ad esaurimento scorte
  • J&Ds Bacon Condoms, preservativi al bacon, totalmente made in USA fatti di lattice di alta qualità. Ogni Bacon Condom  è stato rigorosamente testato per garantire l’affidabilità e la massima sicurezza e in ogni confezione in omaggio un tubetto di Baconlube che, applicata dentro e fuori, renderà  l’esperienza maiale ancora più hot; tutto questo, al costo di soli 10$ per il pacco da 3.

 

Insomma la J&Ds è proprio l’azienda che fa per me e c’è anche il merchandise, magliette, adesivi, rose al bacon e perfino una cassa da morto impregnata di essenze al bacon… credo che oltre alle altre cose ordinerò una magliettta e la crema da barba ;-PPP.

 

P.S. Tutta  la produzione è certificata Kosher e  non sono stati usati prodotti di origine animale nè alcun maiale è stato leso durante le lavorazioni; ciò rende i prodotti J&Ds adatti anche ai vegani.

Femen ItalicheCerto che a leggere i giornali vengono i brividi.

 

Poliziotti che manifestano contro la madre del ragazzo ucciso, per errore durante un controllo, da alcuni loro colleghi, un ex-comico che dice che il Governo non è necessario per fare le leggi (poi dicono che non fa ridere), un vecchio Presidente della Repubblica che dopo aver firmato le peggiori idiozie partorite dal vecchio satrapo tira fuori le palle rimanendo l’unico a cercare di rimettere in rotta un paese alla deriva e un Parlamento pieno di cittadini allo sbaraglio.

 

In tutto ciò gruppi hacker politicizzati “attaccano” il sito web di un sindacato minore di polizia e se ne vantano con i parenti e mentre vengono presentate, con una mostra fotografica, le Femen italiane[1], a Cipro decidono per un prelievo forzoso dai conti correnti per salvare il paese, l’Europa e il mondo. (Questo in realtà mi tira su dopo aver visto il mio ultimo estratto conto)

Ma non finisce qui, mentre è in corso il più grande attacco informatico di tutti i tempi (se non ve ne foste accorti), Renzi si appresta ad andare da Amici di Maria de Filippi e a Napoli vengono affissi dei cartelloni pubblicitari inneggianti al femminicidio[2]: Dexter passava di candeggina e poi controllava col luminol, oggi basta uno smacchiatore per “Eliminare tutte le tracce” e naturalmente il neoeletto presidente della Camera è già pronto ad un’interrogazione parlamentare.

elimina

L’italia… se non ci fosse bisognerebbe inventarla!

 

[1] parlare delle Femen, ovviamente, è solo una becera scusa per far aumentare le visite

[2] che brutta parola

 

 

Io odio fare la coda! Non sopporto la coda alle casse del supermercato, la coda all’ufficio postale, non sono mai stato sulla Torre Eiffel… perché ODIO la coda. D’altro canto non sopporto nemmeno le affermazioni qualunquiste del tipo: «eh, non è vero che c’è la crisi, hai visto quanta gente in fila per comprare il nuovo iPhone!». Eh già perché, alla fine uno se ha tempo e soldi da spendere, ma anche se vuole indebitarsi per un telefonino saranno pure cazzi suoi, ma non è questo il punto.

La verità è che fare la coda alle due di notte per comprare un cellulare, è qualcosa di più di un moto di follia collettiva: significa, in un certo senso,  partecipare ad un evento, trascorrere del tempo con persone che hanno la tua stessa passione, socializzare e non è compito mio e di nessun altro stare a giudicare le passioni altrui o il rapporto prezzo/prestazioni del nuovo cazzillo con la mela bacata morsicata [1], altrimenti dovrei fare la stessa cosa per chi fa la coda allo stadio o si apposta il giorno prima ai cancelli per vedere un concerto di Vasco Rossi. Del resto io spendo un sacco di soldi in cazzate inutili bellissimi gadget, e se non fosse che dovrei essere un buon padre di famiglia ne spenderei tanti di più.

Nonostante il mio odio per le code, ricordo, con una sorta di nostalgia, le file chilometriche davanti alla segreteria dell’università nei giorni dell’iscrizioni, ricordo le chiacchiere con i colleghi e alcuni scambi di battute per infrangere la noia con ragazze più o meno carine e più o meno intelligenti, insomma non c’era Facebook e in qualche modo bisognava pur socializzare.

Tutto ciò per parlare dell’ultimo esempio clamoroso di coda da far scalpore, quella davanti al McDonald’s della Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Ho pranzato in quel fast food un paio di mesi fa mentre ero a Milano per un convegno [2] ed in effetti è probabilmente la location più bella in cui ho trovato un McDonald’s, tanto bella da essere perfino discutibile, ma francamente penso che il comune di Milano sbagli a chiudere un punto di aggregazione per favorire l’apertura di un negozio di Prada ma, si sa, io sono di parte, adoro McDonald’s quasi quanto mi fanno schifo i panini che vende.

Tornando alla coda, il famoso fast food, prima della chiusura ha deciso di “ringraziare” la clientela affezionata offrendo panini e coca cola gratis a tutti e da qui la fila delle oltre 5.000 persone che ne hanno approfittato. Ma a pensarci bene, siamo davvero ridotti a fare tre ore di coda per elemosinare un panino o forse la stessa coda diventa un evento, un modo di aggregazione sociale? E’ evidente che  partecipare a quella coda per un panino abbia un significato che va oltre il premio finale; del resto, probabilmente, i nostri amici anglosassoni e la loro queue queste cose le hanno scoperte da tempo, anche se noi italiani rimaniamo sempre campioni mondiali di queue jump :-(

[1] OK è più forte di me, non riesco a non giudicare

[2] In quell’occasione ho avuto modo di scambiare tre parole con l’uomo alla ribalta delle cronache di questi giorni, il presidente della Regione Lombardia Formigoni (non ho letto i giornali magari non lo è già più), devo dire che a parte CL e la sua orrida camicia color carta da zucchero aveva una  prontezza nella battuta che non avrei mai sospettato in lui.

Sarà che fa caldo, sarà l’umidità dell’aria, i troppi pensieri che affollano la mente, il mal di testa latente o i bambini che non mi danno tregua; sarà quel che sarà ma oggi provo fastidio per  ogni tipo di atteggiamento ipocrita e buonista. Sì sono più intollerante del solito e decisamente meno incline ad atteggiamenti democratici.

Da questo pessimo stato d’animo scaturisce la voglia  di scrivere un sacrosanto post lamentoso contenente le cinque notizie commentate in maniera più ipocrita che mi è capitato di leggere nei feed quotidiani.

1) Il rapporto 2012 di Save The Children sull’infanzia e l’adolescenza.

In buona sostanza i ragazzini sono troppo sedentari, stanno troppo vicino alla TV e ad internet, fanno poco sport e frequentano poco i coetanei. Ci sarebbe molto da dire, senza considerare che l’analisi dei gggiovani è la stessa che si poteva leggere sulle riviste di costume nel 1980, personalmente, da genitore, se questo rapporto fosse veritiero, non potrei che essere contento.

Tanto per cominciare internet è uno strumento di comunicazione meraviglioso e, a saper scegliere, lo è anche la TV. Lo sport, invece, fa male, aumenta gli atteggiamenti inutilmente competitivi dei ragazzini,  insegna loro che è importante vincere sempre e comunque, non insegna il valore della sconfitta, crea false aspettative e alimenta spinte depressive.

La parte del rapporto che mi fa più piacere, devo ammetterlo, è, però, quella relativa alla scarsa frequentazione dei coetanei da parte dei ragazzini; mi pare il minimo, io non permetterei mai a mio figlio di frequentare simili imbecilli…

2) Un’ordinanza, a Reggio Emilia, impone che non si possano somministrare bevande alcoliche in bottiglie di vetro o lattine.

Ma la vogliamo piantare di permettere ai sindaci di legiferare in termini di sicurezza… a parte che ogni città finisce per avere i suoi regolamenti ma, almeno, li scrivessero bene. Secondo l’ordinanza  (l’ho letta) io me ne posso andare in giro a Reggio Emilia con una bottiglia di plastica piena di birra senza poter essere soggetto a sanzioni, fra l’altro, se non ricordo male(*),  proprio per aggirare queste ordinanze folli, la Ceres, un paio d’anni fa, commercializzò una birra in bottiglia di plastica. Per dare l’idea di quanto siano assurde questo tipo di imposizioni, l’altra sera, durante la finale, credo, del campionato europeo di calcio, qui a Casamassima, è stata emessa un’ordinanza simile a quella di Reggio Emilia per cui, per mangiare una pizza nei tavoli fuori dal locale (al cui interno c’era un maxischermo e dei commensali eccessivamente rumorosi) ho dovuto rinunciare a bere una birra!!!

(*) Ho verificato, ricordavo bene

3) I cani di green Hill.

Lo so che è una notizia vecchia, ma ogni giorno tocca rivedere le foto e leggere l’indignazione per quei pucciosi (e pulciosi) cuccioli di beagle allevati per essere usati per la sperimentazione animale. Il punto è: serve la sperimentazione animale? La risposta è, ahimè, semplice: sì. Credete forse che le multinazionali del farmaco (o del cosmetico fate voi) facciano investimenti milionari e si giochino l’immagine pubblica solo per assecondare i desideri sadici di un ricercatore che ha deciso di infilzare il cervello di una scimmia con un ago elettrificato? Certo che serve la sperimentazione animale, senza, la medicina, che tutto è tranne che una scienza, sarebbe indietro di decenni, del resto pure in veterinaria serve la sperimentazione animale, o pensate che l’antibiotico,  prescritto al vostro ammasso di pulci con la tosse canina, sia stato testato prima su un essere umano? Che poi, se proprio pensate che la vita di un animale sia più importante di quella di un uomo, se ne può anche discutere, mi vengono in mente un sacco di soggetti perfetti per testare dei farmaci sperimentali. E la cosmetica? Beh vorrete mica che si usi la sabbia per fare il fondotinta e il carbone al posto dell’eye liner. Che poi mai nessuno che si preoccupi dello sterminio delle larve di zanzara ad ogni disinfestazione o dei periodici olocausti delle blatte…  tutti lì a preoccuparsi dei cani e gatti. In realtà sono ingiusto, c’è chi si preoccupa anche degli scarafaggi…e non ci dorme la notte: i vegani che, se gli tocchi, qualunque serbatoio di proteine animali diventano cannibali, che dicevo prima della sperimentazione umana?

4) L’auto a energia alternativa.

Sono quindici anni che vengono proposte auto ad aria compressa, ad acqua, a molla, a vapore… ora si è arrivati addirittura all’auto al ghiaccio tritato d’Islanda; sono quindici anni che puntualmente Grillo e i suoi seguaci ci abboccano esca, amo e lenza. Chiaramente è tutto un complotto demo-pluto-giudo-massonico delle multinazionali del tabacco e delle banche volto a non permettere l’evoluzione delle leggi della fisica, per avvalorare, finalmente, le idee parascientifiche uscite da un albo di Topolino con Archimede Pitagorico degli anni ’80. Intendiamoci, non è che voglia fare il disfattista a tutti i costi, anche io sarei felice di mollare il naftone catramoso, fin’ora, però, l’unica alternativa green sono le inefficienti e costose auto elettriche o le complesse auto ibride e comunque il problema delle emissioni si sposta nei pressi della centrale ad olio combustibile che produce energia elettrica; a ciò si somma il costo ambientale, infinitamente maggiore, di smaltimento (evitate di sparare cazzate sul fotovoltaico).

5) Le puttane.

Come sempre d’estate torna alla ribalta l’annoso problema delle prostitute che insozzano le nostre bellissime città con il loro atteggiamento impudico. E’ la volta dell’EUR a Roma  che,  per la gioia dei residenti, è diventato un vero e proprio quartiere a luci rosse. Tralasciando la ridicola campagna politica in corso a Roma, il problema delle battone in strada si risolve liberalizzando la prostituzione, ma siccome questa soluzione, mi rendo conto, è troppo semplice, nemmeno l’avesse proposta Grillo, facciamo finta che esista, da qualche parte, un motivo qualunque per cui non si possa attuare.

Come faccio a spiegare al mio bambino la presenza di queste signorine discinte?
Beh, amico mio, se tuo figlio ha più di dieci anni, il rapporto di Save di Children (prima notizia) dice che il tuo ragazzo passa almeno due ore al giorno a cazzeggiare su internet senza di te. Questo vuol dire che di troie vere o presunte ne avrà incontrate a centinaia e sa benissimo cosa ci fa la tua amica puttana lì vicino al falò.

E se mio figlio ha meno di 10 anni?
Beh glielo spieghi con parole che possa comprendere.

Pierpaolo: – Papà perchè quella signorina sta lì tutta nuda?
Angelo: – Perché ai signori che passano piace vederla così.
Pierpaolo: – Vabbé tanto fa caldo.

Che cavolo ci vuole, dico io!

Prima di commentare ricordate che, come ho scritto a inizio post,  mi sento poco incline ad atteggiamenti democratici.

Ieri sono arrivato a lavoro con un’ora di ritardo per via di uno svincolo chiuso a causa di una macchia d’olio e per la conseguente coda chilometrica che tale blocco ha generato; così mi sono detto: – sarebbe stato bello se quei meravigliosi pannelli a led piazzati sulla statale mi avessero avvisato della chiusura; avrei potuto fare un percorso alternativo ed evitare l’ingorgo –. Invece no, i pannelli sono lì a dare bella mostra di sé proponendo informazioni interessanti quanto un discorso di Beppe Grillo: “La velocità è causa degli incidenti”(non è vero ma ci credono), “Non parlare al cellulare alla guida” (meno male che posso almeno chattare su Facebook), “Non guidare in stato di ebrezza” (oh porca… mi hanno beccato), “Il bucato viene meglio con la Magic Wash Ball, e non si inquina” (no, questo me lo sono inventato); senza parlare delle simpatiche statistiche tipo: “Il 60% degli incidenti è causato dalla velocità”, “Il 30% degli incidenti è causato da distrazione”, “Il 40% degli incidenti è causato dall’alcol”… oh cazzo siamo già al 130%!

Intanto la vita continua, così, questa mattina,  mi rimetto in macchina e memore dell’ingorgo di ieri ero giusto lì che pensavo se fosse il caso di fare un percorso alternativo, certo avrei perso quei dieci minuti in più, ma tutto sommato… ad un certo punto, come un miracolo, il pannello luminoso mi dice “SS.16 chiuso svincolo per Foggia”, quasi commosso cambio strada per aggirare l’ostacolo e prendere un altra uscita, così fra complanari, sottopassi e ponti passo sopra lo svincolo maledetto e… ma cazzo è aperto! Il pannello non era aggiornato!

Non mi resta altro da fare che togliere Radio 24, mettere i Ramones a palla e proseguire per la mia strada riflettendo sull’inutilità dei tabelloni luminosi e sul concetto, tanto in voga,  di spending review. Già vi vedo dare addosso all’impiegato statale  che ha dimenticato di aggiornare il cartello, va così di moda, in realtà, sono pronto a scommettere, non c’è nessuno incaricato di gestire i pannelli ma solo qualche povero cristo di buona volontà che ha imparato come funzionano quelli affari e viene chiamato a intervenire in caso di emergenza da qualche forza di polizia, salvo poi non essere avvisato ad allarme cessato.

Molti progetti, che vedono un cospicuo investimento, come può essere l’installazione di pannelli a messaggio variabile lungo una strada statale, purtroppo, sono finanziati solo per la fornitura e posa in opera, magari con fondi europei, ma non c’è nessun capitolo di spesa per la loro costosa gestione e manutenzione, con l’inevitabile effetto, finito il periodo di garanzia, quando va bene, di avere tanti inutili relitti tecnologici ad infestare strade e città. La verità è che troppo spesso mancano le risorse, all’interno della Pubblica Amministrazione, economiche ma sopratutto umane, per far decollare, realmente i tanti progetti che vengono avviati e che cambierebbero il volto di questo paese se solo fossero adeguatamente seguiti e le cose non potranno fare altro che peggiorare visto che il ricambio generazionale e l’inserimento di nuove forze, considerando i nuovi traguardi pensionistici, avviene e avverrà sempre più col contagocce. Per come la vedo io, l’unica soluzione è di orientare i progetti verso sistemi autoconsistenti o che si appoggino, per reperire i dati, a strutture di terzi o sociali. Nel caso dell’esempio, collegare un social network come Waze a dei pannelli a messaggio variabile, pur con i dovuti sistemi di sicurezza per evitare abusi, potrebbe creare un sistema di messaggistica orientata all’utenza della strada che non avrebbe (quasi) bisogno dell’intervento umano.

Beh, chissà domani quale magnifica, nuova, massima potrò leggere sui miei tabelloni luminosi, andando a lavoro…