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Qualche tempo fa avevo annunciato la nuova serie TV basata su Lupin III lanciata per il 40esimo anniversario della prima messa in onda dell’anime. Oggi parliamo, dunque, proprio di questa  nuova serie: “La donna chiamata Fujiko Mine“.

 

 

Come già il titolo lascia presagire il nuovo anime centra le sue vicende su Fujiko, conturbante co-protagonista di tutte le avventure del  ladro gentiluomo e sogno erotico di più di una generazione di ragazzini. In realtà più che su Fujiko come ladra il nuovo anime si concentra sulla storia della vita della  donna, una storia che si intreccia con quella del ladro più famoso del mondo, con quella di un giovane samurai, con quella di un killer stanco e sfiduciato e con quella di un poliziotto fissato per la cattura di Lupin secondo un copione che sembra essere stato scritto in un altro tempo e in un altro luogo, un po’ come se fosse la sceneggiatura di un film francese adattata alla vita reale.

 

Nella serie scopriamo tanti retroscena sulla vita di Fujiko ma anche su Lupin, Jigen e Goemon e viene fuori un inedito (per la TV) Zenigata lontano dall’incapace ispettore dell’Interpol che molti ricorderanno (tanto diverso da fare sesso con Fujiko nella stanza degli interrogatori) e che diventa, qui, il depositario di sordidi segreti e viene usato come trade d’union per più di un’avvenimento misterioso della vita dei protagonisti.

 

La storia è ambientata,  presumibilmente, all’inizio del dopo-guerra, i riferimenti ai Beatles e a Fidel Castro, per esempio, o il design di automobili, carri armati e aeroplani ci portano nei primi anni cinquanta, ma siamo in una dimensione diversa dalla nostra dove non solo alcuni eventi ma anche la geografia subisce qualche cambiamento.

 

Lupin, Jigen, Goemon e Fujiko non si sono mai incontrati e sarà proprio la donna a diventare non solo il collante delle storie ma ad intrecciare le vite dei protagonisti. L’ispettore Zenigata  ha qui un aiutante, il vice-ispettore Oscar, che idolatra Zenigata al punto innamorarsene ed essere geloso della stessa Fujiko che, nella stanza degli interrogatori, ha ottenuto da Zenigata quello che lui ha sempre anelato. Oscar è così infatuato del vecchio Zazà che finisce per farsi saltare in aria nel tentativo di compiacerne le aspettative.

 

Per chi ha amato il Lupin trasmesso dalla Fininvest negli anni ’80, devo avvertire che la nuova serie è completamente diversa da quanto visto finora: sangue, sesso e violenza la fanno da padrone così come sono centrali le trame oscure che sembrano guidare la vita dei protagonisti, in un certo senso richiama i primi episodi della prima serie ma sopratutto i primi manga. Dal punto di vista stilistico il tratto è simile proprio a quello della prima serie, per quanto adeguato ai canoni moderni e le musiche di Naruyoshi Kikuchi riportano indietro nel tempo, in particolare la sigla inziale “New Wuthering Heights” trasporta direttamente lo spettatore alle atmosfere del 1971  (almeno finché non arriva tuo figlio, che vuole giocare ad Angry Birds, a ricordarti che sono passati 40 anni).

 

In definitiva questa nuova incarnazione di Lupin III è uno dei migliori anime del 2012 ed è adatto sia a chi ha amato il vecchio Lupin con la giacca verde e sia a chi si avvicina ora al mondo del ladro ispirato all’Arenico Lupin di Leblanc.

 

Vi regalo intanto la nuova Fujiko.

E’ uscito il 16 marzo nelle sale americane e arriverà il 15 giugno anche da noi “21 Jump Street” l’adattamento cinematografico,  diretto da Phil Lord e Chris Miller, dell’omonimo telefilm creato alla fine degli anni ’80 da Stephen J. Cannell, che  fece decollare la carriera artistica di Johnny Depp. Il film prende spunto dalla serie tv e narra le vicende di due giovani  e imbranati agenti di polizia Jenko (Channing Tatum) e Schmidt (Jonah Hill)  destinati alla nuova squadra speciale “21 Jump Street” ricostituita dopo la chiusura del programma alla fine degli anni ’80. I ragazzi vengono  inviati sotto copertura in un college con l’obiettivo di sgominare un traffico di droga.

Nel film recita, in un cameo, anche Johnny Depp indossando nuovamente i panni di Tom Hanson, il poliziotto che aveva interpretato nel 1987 nella serie TV.

LA SERIE

La serie TV, andata in onda sulla Fox  dal 12 aprile 1987 e arrivata in Italia nel 1989, inizialmente col titolo “I quattro della scuola di polizia”, si differenzia dal solito cliché del poliziesco, anche di quelli creati dallo stesso Stephen J. Cannel a partire da “Adam 12″ fino a “Riptide”, e cerca di affrontare la tematica in maniera più realistica, sulla falsa riga di “Hill Street, Giorno e Notte”. 

LA STORIA

“21 Jump Street” è ambientato in un distretto di polizia, al 21 Jump Street di Los Angeles (anche se la serie è stata girata a Vancouver, in Canada), dove una squadra speciale di poliziotti, molto giovani, alle dipendenze del Capitano Fuller, viene infiltrata nelle scuole e nei college per risolvere quei casi  che non avrebbero potuto essere affrontati con i classici metodi investigativi.

Nella maggior parte delle storie, dunque, i giovanissimi poliziotti della squadra speciale  tornano ad essere  studenti e si ritrovano a dover affrontare i classici problemi dei teen-ager alla fine degli anni ‘80: abuso di droghe, suicidi giovanili, omofobia, prostituzione, razzismo, alcolismo. Come nelle serie dell’epoca, gli episodi erano tutti slegati fra di loro e ad ogni puntata termina con un finale moralistico. Nella serie originale, alla prima visione,  dopo ogni episodio veniva trasmesso anche, uno spot inerente il problema trattato con i numeri di telefono di eventuali associazioni coinvolte nel problema e disponibili a prestare il proprio supporto a chi ne avesse necessità.

A causa del calo di ascolti la serie fu soppressa dalla Fox alla quarta stagione. Fu realizzata, comunque, una quinta stagione, trasmessa in syndacation, ma l’assenza di Johnny Depp, che aveva lasciato al termine della quarta per girare “Cry Baby“, diede il colpo di grazia alla serie che si chiuse dopo cinque stagioni e 103 episodi. Negli anni successivi fu anche tratto uno spin-off, “Booker“, passato anche in Italia, con protagonista Richard Grieco  nuovamente nei panni di Danny Booker.

IL CAST

Tom Hanson – Johnny Depp (1987-1990)
Judy Hoffs – Holly Robinson
Harry Ioki – Dustin Nguyen (1987-1990)
Doug Penhall – Peter DeLuise(1987-1990)
Capitano Richard Jenko – Frederic Forest (1987)
Captano Adam Fuller – Steven Williams (1987-1991)
Dennis Booker – Richard Grieco (1988-1989)
Joey Penhall – Micheal DeLuise (1990-1991)
Sal Banducci – Sal Jenco(1987-1990)
Anthony McCann – Micheal Benedetti(1990-1991)

Dopo il successo televisivo planetario di Star Trek e dopo il successo cinematografico della saga di Guerre Stellari di George Lucas, agli Universal Studios progettarono di lanciare una serie di televisiva di fantascienza spaziale utilizzando effetti speciali cinematografici. Viene ingaggiato, quindi, Glen A.Larson che già dagli anni ’60 aveva in mente un plot basato su un comandante e un’astronave condannati alla deriva nello spazio profondo. In breve tempo vede la luce serie tv Battlestar Galactica: siamo nel 1978.

Nonostante le premesse, Battlestar Galactica non ebbe il riscontro di pubblico aspettato e la serie venne cancellata dopo una sola, indimenticabile, stagione di 21 episodi. Le avventure della Battlesta Galactica, nonostante tutto, hanno lasciato il segno nella fantascienza televisiva e sono tuttora celebrate da migliaia di fans sparsi in tutto il mondo.

La serie ebbe inizio  con un episodio pilota della durata di tre ore trasmesso anche nei cinema e intitolato Battlestar Galactica: Saga of Star World (Battaglie nella Galassia). Il pilot, costato 3 milioni di dollari, faceva uso di favolosi effetti speciali e in alcune sale c’era persino un primo, timido, tentativo di approcciare il cinema dinamico utilizzando dei potentissimi altoparlanti che rendevano oltremodo realistico il decollo dei Viper.

LA STORIA

Battlestar Galactica parte da un’idea piuttosto originale rispetto ai classici della fantascienza televisiva e cinematografica degli anni settanta. Non siamo, infatti,  proiettati in un futuro lontano ma gli avvenimenti si svolgono  in una realtà alternativa. La Terra, il nostro pianeta, non è come pensiamo la culla dell’umanità, ma l’uomo ormai da migliaia di anni ha scoperto il volo spaziale a velocità superluminali e ha fondato una specie di Federazione Galattica che riunisce 12 pianeti colonia (Aeriana, Aquaria, Canceria, Caprica, Gemoni, Leo, Libra, Piscon, Sagitara, Scorpio, Taura e Virgon); la Terra, invece, è la tredicesima colonia, ormai dimenticata e relegata allle leggende della Federazione Galattica mentre i terrestri hanno da secoli perso il ricordo dei propri avi spaziali.
Le 12 colonie, nonostante la loro tecnologia, sono minacciate da un terribile nemico i “Robotics Cylons” (Cyloni) creature cibernetiche sopravvisute alla ormai estinta razza di rettili umanoidi che le ha progettate. Questi robots hanno fondato un impero è sono decisi ad annientare il germe della razza umana dalla galassia.

L’EPISODIO PILOTA

Gli avvenimenti trattati in Battlestar Galactica iniziano con la conferenza di pace fra umani e cyloni che avrebbe dovuto porre fine alle secolari guerre fra le due razze.
Gli umani si recano alla conferenza schierando l’intera flotta di astronavi da battaglia(Atlantia, Acropolis, Columbia, Galactica, Pacifica e Triton), ma l’offerta di pace cylona si dimostra essere una terribile trappola ordita con la complicità di un traditore umano, Count Baltar. Le navi da battaglia umane vengono attaccate e distrutte da un’immensa flotta di astronavi cylone e le 12 colonie, indifese, vengono rase al suolo. Solo una nave riesce a scampare alla tragedia, la Battlestar Galactica agli ordini del Comandante Adama.

La Battlestar Galactica riunisce, così, una flotta di 220 navi da trasporto e decide di fuggire alla ricerca della mitica tredicesima colonia, la Terra nella speranza di ricevere aiuto. Secondo la mitologia degli umani delle colonie, la Terra, infatti, dovrebbe essere un pianeta avanzatissimo e la sua teconologia superiore avrebbe potuto finalmente eliminare la minaccia cylone dalla galassia.

IL SERIAL TV

La serie di telefilm, trasmessa da ABC, fra il 1978 e il 1979,  riprende la trama del pilot con la narrazione delle vicende dei pochi umani che, scampati all’eccidio, vagano nello spazio alla disperata ricerca della colonia perduta inseguiti dai cyloni  intenzionati a mettere la parola fine alla storia della razza umana.
Nei vari episodi gli umani ingaggiano molte battaglie con i cyloni tentando di difendere la flotta, guidata dal Galactica, con i Vipers, caccia spaziali avanzatissimi e armati di potentissimi laser. Nella serie vengono raccontate, in particolare, le avventure della squadriglia Orange comandata dal capitano Apollo, figlio del comandante del Galactica, Adama, e composta fra gli altri dal tenente Starbuck (Scorpion), dal tenente Boomer, da Athena, sorella di Apollo e dal tenente Sheba. Le vicende, poi, si intrecciano con quelle famigliari di Apollo e del suo figlio adottivo Boxey.
Come ho detto, la serie TV non riuscì ad attirare l’attenzione del pubblico; le trame si rivelano un po’ troppo ripetitive, il carattere dei protagonisti, Apollo e Scorpion è troppo definito in un cliche e persino gli effetti speciali, punto di forza della serie, a lungo andare risultano noiosi; Battlestar Galactica, così, verrà cancellato dopo la prima stagione.

CURIOSITA’

– Le astronavi di Battlestar Galactica sono, nella forma e nella configurazione, molto simili a quelle rappresentate nella trilogia di Guerre Stellari. Per questo e altri motivi ci fu una causa per plagio intentata dalla casa di produzione di George Lucas contro la Universal. Il giudice, comunque, ritenne che non ci fossero somiglianze sufficienti ad avvalorare l’ipotesi di plagio.
– All’interno della serie si usa un differente sistema di misura del tempo. Volendolo approssimare al sistema utilizzato sulla Terra avremo:
1 “micron”= 1 secondo;
1 “centon” = 1 minuto;
1 “centar” = 1 ora;
1 “secton” = 1 settimana;
1 “sectar” = 1 mese;
1 “yahren” = 1 anno.
– Dirk Benedict, l’interprete del tenente Scorpion in Galactica, interpreta anche Templeton “Faceman” Peck (Sberla) nella serie A-Team. In un episodio di A-Team, ambientato ad Hollywood, Sberla incrocia una comparsa che indossa il costume da cylone gurdandola con espressione interrogativa. Questa scena è anche ripresa nella sigla iniziale del telefilm.
– Il personaggio del traditore Baltar avrebbe dovuto morire decapitato alla fine della puntata pilota. Glen A.Larson decise però di salvarlo e riutilizzarlo nella serie; così Larson rigirò personalmente come regista la scena del pilot(ormai in fase di distribuzione), fermando la spada quando Baltar giurò ai cyloni di aiutarli ad annientare gli umani scampati al massacro.
– Il telefilm ha vinto 1 Emmy nel 1979 per i costumi di Jean-Pierre Dorléac .

CAST

Comandanre Adama(Adamo) – Lorne Green
Baltar – John Colicos
Capitano Apollo – Richard Hatch
Tenente Starbuck(Scorpion) – Dirk Benedict
Colonnello Tigh – Terry Carter
Tenente Boomer – Herb Jefferson Jr
Tenente Athena – Maren Jensen
Sheba – Anne Lockhart
Cassiopea – Laurette Spang
Sergente Jolly -Tony Swartz
Boxey – Noah Hathaway

Dopo Sigourney Weaver ecco un altro post/gallery dedicato ad un altro mito femminile della mia adolescenza, una delle attrici col corpo più bello mai apparso sul grande schermo (quelle ritoccate al Photoshop non contano),  Jamie Lee Curtis.

 

Nasce a  Los Angeles il 22 novembre 1958 (quindi anche lei ha superato i 50) ed è figlia dei celebri attori Tony Curtis e Janet Leigh. Jamie Lee è sposata dal 1984 con l’attore, regista e musicista Christopher Guest e insieme  hanno adottato due figli: Annie e Thomas.

 

Jamie Lee esordisce al cinema col film horror Halloween, la notte delle streghe di John Carpenter da allora lavora in ruoli drammatici e brillanti. Mi piace ricordarla in un film non molto conosciuto, Blue Steel, dove interpreta una poliziotta e, ovviamente, nel magnifico strip tease nel film True Lies con  Arnold Schwarzenegger. Ma possiamo vedere Jamie Lee un po’ ovunque al cinema e in TV, anche in bellissime commedie come Un pesce di nome Wanda di Charles Crichton o Una poltrona per due di John Landis.

 

Gustatevi quindi l’ennesima gallery con la nostra protagonista di oggi: Jamie Lee Curtis.

 

Io ho sempre sofferto di problemi ai denti, problemi che mi porto dietro sin da bambino e che sono nuovamente acuiti in questi giorni. La cosa singolare è che, non so perché, probabilmente i primi miei incontri col dentista risalgono ai tempi della trasmissione TV di questa serie, associo il mal di denti a “Mork & Mindy” la popolare serie americana degli anni ’70.

 

Mork & Mindy è una sit-com a sfondo fantascientifico, spin-off di un altro capolavoro del piccolo schermo americano, Happy Days, che ha spopolato negli anni ’70 e ’80 anche in Italia e che ha lanciato nell’Olimpo delle star di Hollywood niente meno che Robin Williams.

 

Comicità è fantascienza, sapientemente mescolate da Garry Marshall, fanno di questa serie, trasmessa in quattro stagioni per 92 episodi fra il 1978 e il 1982 dalla ABC, uno dei più belli esempi di commedia fantascientifica di tutti i tempi.

 

LA STORIA

Su Ork si è deciso che è ora di interessarsi al pianeta Terra e di studiare le strane e curiose abitutidini dei suoi abitanti. Orson, una sorta di mega governatore governante galattico, decide dunque di mandare sul pianeta uno dei suoi uomini migliori: Mork.
 
Indossata la sua tuta spaziale rosso arancio e a bordo della sua astroave a forma di uovo, Mork piomba, dunque, nella casa di Mindy McConnell, a Boulder in Colorado, una normale terrestre, con un normale lavoro in un negozio di strumenti musicali,  che si ritrova la vita sconvolta e un alieno in casa.

 

Mork, nato da una provetta, e cresciuto su un pianeta alieno, se pure umanoide, non conosce nulla dell’umanità e rimane immediatamente folgorato dai concetti di amicizia e di affetto che sono soliti instaurare, fra loro, gli umani. Mindy, a sua volta, è incuriosita da questo strano alieno che beve con le dita e parla con le piante e decide, praticamente, di adottarlo e di farlo dormire in soffitta. Il rapporto che legherà Mork & Mindy nel corso della serie evolverà sempre più e la loro  amicizia pian piano si trasformerà in una strana storia di amore; amore una parola di cui Mork stenta persino a comprendere il significato.

 

Nella sit-com non mancano, naturalmente, personaggi di secondo piano che contribuiscono a creare gag comiche e colpi di scena, come il padre di Mindy, Frederick McConnell, che oltre ad occuparsi del negozioè un ottimo musicista e  suona nella banda della città.

 

Al termine di ogni episodio Mork fa un rapporto telepatico al suo capo Orson, che non compare mai e di cui si sente solo la voce, in cui riassume cosa ha scoperto degli umani durante la giornata trascorsa. Durante questi rapporti Mork racconta ad Orson tante sfaccettature dell’umanità, di cui fatichiamo anche a renderci conto e le espone da un punto di vista esterno, alieno, alternativo tale da portare lo spettatore a riflettere su certi comportamenti considerati normali.

 

CURIOSITA’

Pam Dawber and Robin Williams nel 2000

L’idea degli Orkiani, originariamente, era di conquistare e occupare un misero pianeta come la Terra e la prima spedizione di Mork si svolge non a Boulder ma a Milwaukee dove il nostro alieno incontra, sfortunatamente, un umano fuori dal comune: Fonzie.

 

Mork appare, infatti, nel memorabile episodio di Happy Days “Fantascienza anche per Fonzie” dove il suo indice incrocia il famoso pollice di Arthur Fonzarelli in un epico scontro per la salvezza dell’umanità.

 

IL CAST

Mork – Robin Williams
Mindy McConnell – Pam Dawber
Fred McConnell – Conrad Janis (1978-1979, 1980-1982)
Cora Hudson – Elizabeth Kerr (1978-79; 1981-82)
Eugene – Jeffrey Jacquet 1978-1979)
Jean DaVinci – Gina Hecht (1979-1981)