Dopo la nuova serie animata del 2008 sta per arrivare sul grande schermo (nipponico) il film live action di Yattaman (Yatterman). In Giappone il lancio del film è un evento mediatico eccezionale tanto che per pubblicizzarlo è stato relizzato persino uno Yattacan a grandezza naturale da portare nei raduni.
Yatterman è zeppo di effetti speciali e dovrebbe essere proiettato in Giappone nella primavera del 2009 ed è stato diretto da Takashi Miike e prodotto dalla Nikkatsu.
Ma veniamo alla parte importante: chi interpreterà Miss Dronio ;-PPP
Per il ruolo è stata scelta la bellissima Kyoko Fukada (foto sotto), attrice, modella e cantante, conosciuta anche da noi per il film di Nakashima Tetsuya, Kamikaze Girl.

Ai più il nome non dirà nulla, ma i fan di Star Trek sanno di chi sto parlando e sono in lutto per la sua scomparsa ieri a causa della leucemia che combatteva da oltre un anno.

Majel è stata a moglie di Gene Roddenberry, il creatore di Star Trek e sarà sempre ricordata per i suoi vari ruoli all’interno della saga.

Nel pilot Majel era il primo ufficiale dell’Enterprise (Spock era solo l’ufficiale scientifico), al comando del Capitano Pike; nella serie regolare il suo ruolo venne ridimensionato a quello dell’infermiera Chapel, innamorata dell’algido vulcaniano Spock. Nella serie classica ha prestato, inoltre, la sua voce al computer dell’Enterprise ed è tornata a farlo nel nuovo film, l’undicesimo, in uscita, che rivedrà riunito il vecchio equipaggio, se pure con nuovi attori.

Dopo la morte di Gene, Majel si è dedicata a cercare di mantenere vivo lo spirito di Star Trek ed ha avuto un ruolo importante se pure non fisso in “The Next Generation” e in “Deep Space Nine” dove interpretava Lwaxana Troi. Il personaggio di Lwaxana, betazoide e madre del consigliere Deanna Troi dell Enterprise-D è certamente più maturo e divertente di quello dell’infermiera Chapel e forse uno dei personaggi più riusciti dell’intero universo trek.

Una categoria di persone che non sopporto sono quelli che usano termini “alla moda”.
Allora tu senti autentici coglioni che straparlano di web 2.0 come se fosse una cosa reale o come se ci fosse mai stata una versione 1.0 o una versione beta; sembra la famosa barzelletta dell’aggiornamento da Fidanzata 1.0 a Moglie 2.0…
In questo momento va molto di moda Facebook, un cosidetto social network (altro termine del cazzo) apoteosi del web 2.0. Ma che cos’è Facebook? Certamente una buona idea, che sicuramente poteva essere realizzata meglio, ma comunque niente di innovativo e che finirà nell’oblio, a fare compagnia a Second Life, superata da un’altra nuova idea, buona e modaiola. Facebook ha, sostanzialmente, istituzionalizzato il cazzeggio, fra amici reali o virtuali, ha reso informazione quel rumore che riempie di Off Topic forum e newsgroup.
Il world wide web ha trasformato internet da un luogo virtuale molto elitario e tematico con pochi contenuti ma elevaissima qualità in una cloaca dove qualunque coglione può arrogarsi il diritto di scrivere cazzate, un po’ come la televisione e se penso alla diffusione della banda larga mi vengono i brividi… E’ sempre più difficile trovare informazioni senza imbattersi in errori grossolani; in compenso è tutto più user friendly e sopratutto rivolto all’utente che non è capace nemmeno di “quotare” una mail come cristo comanda. Oggi abbiamo i blog, Feed RSS, Wikipedia, Flickr, Picasa, Youtube, Facebook, Myspace, Linkedin, Google è in grado di discriminare i volti ma manca un motore di ricerca capace di filtrare le cazzate, manca un filtro per far scomparire i coglioni dalla rete. Sono un nostalgico, voglio tornare indietro. Per carità, anche io uso Facebook, Linkedin, Picasa, sto scrivendo in un blog (senza troppi fronzoli a dire il vero) ma per me questi sono solo strumenti che non hanno effetti sui contenuti (sarebbero state cazzate anche su un sito fatto con Frontpage), sono il mezzo non il fine.

Sono vecchio, se non bastassero i capelli bianchi a darne conferma c’è certamente il fatto di aver accettato, di buon grado di fare una gita in pullman per spostarmi di nemmeno trecento chilometri per andare a Salerno con la famiglia. Francamente non avere sottomano un auto specie col bimbo piccolo, mi mette ansia e a dirla tutta, saranno i ritmi della vita moderna, viaggiare in autostrada a 100 km/h non fa per me. Comunque devo ammettere che pensavo peggio. Ho scoperto che Salerno è una citta bellissima (in realtà l’avevo scoperto qualche mese fa ma in questo w-e ho potuto approfondire) e ho potuto riconfermare la mia opinione negativa sui napoletani che hanno, oltre agli altri, la grossa colpa di aver rovinato Napoli più di quanto i baresi abbiano fatto con Bari. Il fatto di viaggiare in pullman, porta poi, inevitabilmente, ad ascoltare i discorsi dei vicini di posto e come tutte le volte che sono “costretto” a frequentare le persone “normali” quelli cioè che non mi scelgo io, mi rendo conto di quanto i miei coetanei possano essere stupidi superficiali e vuoti e sopratutto mi rendo conto del perchè nel nostro paese non ci potrà mai essere una classe politica decente e dobbiamo rassegnarci ad essere governati, nella migliore delle ipotesi da incompetenti; completamente ridicoli questi ragazzi mischiavano errori storici a sbagliati riferimenti letterari condendo il tutto con gossip da ombrellone e tentando di dare un giudizio al film che veniva “proiettato” sul bus, una schifezza con Massimo Boldi… mi ricordavano un tale capo del governo che fa le corna mentre ci parla di Romolo e Remolo… Per il resto il viaggio è stato molto rilassante e il collega con cui ci sono andato e la sua bellissima famiglia si sono rivelati una piacevole compagnia.

Approfittando del mio week end a Napoli e Salerno e di un noioso viaggio in pullman ho avuto il tempo di divorare un romanzo che avevo da mesi nella pila delle cose da leggere: Slan Hunter. Uno dei motivi percui non avevo mai avuto il coraggio di aprire quel libro erano le recensioni negative al seguito del 1940 dello Slan scritto da Van Vogt che avevo raccolto in giro. Leggendo il romanzo, completato da K.J. Anderson, partendo dagli appunti lasciati da Van Vogt per un sequel, devo dire che ho passato quattro-cinque ore piacevolmente immerso nella solita sospensione della realtà di un romanzo di fantascienza. Ho ripensato allora alle critiche che avevo letto e mi sono reso conto che sono tutte motivate, ma perfettamente applicabili allo stesso Slan, a tutte le opere di Van Vogt a gran parte delle opere di Asimov e genericamente a quasi tutti i romanzi della SF del periodo d’oro. E’un po come per le tette, negli anni 50-60-70 agli uomini piacevano semplicemente le tette grosse, oggi devono essere perfette, modellate dal bisturi di un chirurgo plastico, tecnicamente bellissime, ma poi, a pensarci, manca sempre qualcosa. Molti romanzi SF di oggi sono tecnicamente veri capolavori, godono spesso di critiche positive anche nel genere mainstream ma raramente evocano lo stesso sense of wonder dei romanzi di Van Vogt, Heinlein, Asimov e tutti gli altri.
Ad ogni modo Slan Hunter riprende le gesta di Jommy Cross e dei protagonisti dell’originale Slan. Il presidente Grey è stato deposto dal capo della polizia segreta, il cacciatore di Slan, John Petty ma un grave pericolo incombe sulla Terra. Il pianeta viene attaccato da una nuova razza di slan, i senzantenne che da Marte, per secoli avevano pianificato l’invasione della Terra e l’eliminazione degli essere umani normali ma sopratutto degli odiati Slan che accusavano di aver generato la loro progenie monca. La realtà non è quella che sembra, John Petty, Kier Gray, Jommy Cross, fra doppi giochi e combattimenti intrecciano le loro storie ognuno, a modo suo, con l’intenzione genuina di salvare l’umanità. Il finale, teoricamente sarebbe aperto ad un seguito che dubito che ci sarà mai. Mai dare retta alle recensioni.