Beh Pierpaolo cresce e si porta a casa dal nido tutte le malattie possibili, così un week-end si e uno no siamo costretti a casa.
Comunque ci ha fatto andare in vacanza qualche settimana fa ed ecco cosa ha fatto un pomeriggio dopo aver mangiato un gelato allo yogurt per merenda.

Qui invece è a casa che ormai semovente ha deciso di rincorrere i suoi giocattoli.

Visto che Wind continua a non volermi concedere il privilegio di poter navigare in internet pur pagando un’ADSL, lenta anche quando funzionava, quasi al prezzo di una linea dati commerciale, oggi mi sono procurato una di quelle chiavette per navigare in UMTS col tablet.
Devo dire che la qualità della navigazione va al di la delle mie più rosee aspettative, un po’ meno per quello che riguarda la velocità di upload ma per ora va bene così. Ho avuto così la possibiità di leggere la posta e oltre ad aver trovato il codice di ricarica per cellulari che avevo richiesto tanto tempo fa come vincita di un concorso a premi ho ricevuto una mail da un vecchio netfriend, Andrea. Ci siamo conosciuti perchè lui aveva un chiodo fisso, realizzare una produzione fantascientifica amatoriale seria, Munnethep, di cui era anche pronto il pilot ormai sei anni fa. Poi ci siamo persi di vista, io che sono il solito orso pigro non gli ho più scritto e lui ha avuto fin troppi problemi per farlo. Beh è stato un piacere ritrovare questo vecchio amico (troppi ne ho persi per colpa della mia inerzia) un po’ meno, purtroppo, leggere alcune cose.

E’ aperta la caccia ai fannulloni. All’ATM di Milano dopo un blitz mattutino del presidente della grande azienda di trasporti pubblici milanese si è scoperto, all’interno dei locali del deposito aziendale, un laboratorio di falegnameria che produceva cuccie per cani. Eh si, una situazione paradossale quanto divertente. Ne parlo anche perchè conoscendo la tipologia d’azienda non faccio fatica ad immaginare la scena e mi vien da ridere. Per questo e altri motivi sono state licenziate 9 persone all’ATM (non è detto che non vengano reintegrati in realtà). Sembrerebbe una buona notizia e lo sarebbe se non fosse che questa caccia ai fannulloni porta solo all’irrigidirsi delle condizioni di chi fa il suo lavoro e chiede solo di non essere rotto i coglioni con tonnellate di inutili moduli, ma tant’è. In Italia come sempre ci si nasconde dietro ad un dito o nel caso sotto cumuli di scartoffie.
Domani intanto rientra lo Space Shuttle Discovery dalla missione STS-124 e oggi tutti i giornali ne parlano perchè gli astronauti hanno comunicato di aver avvistato un UFO vicino ai motori della navetta spaziale, in realtà si tratterebbe di un pezzo di ghiaccio o di un pezzo del rivestimento esterno ma basta poco per fare notizia.]]>

Oggi sul Corriere.it un interessante articolo sui pro e i contro della Laurea breve in Italia. In pratica si sostiene da più parti che il sistema del 3+2 va rivisto se non del tutto abrogato. Sin dalla sua entrata in vigore nel 2001 io ho sempre affermato che l’istituto della laurea breve non era altro che un ridicolo escamotage per aumentare il numero dei laureati italiani nelle statistiche europee e che avrebbe trasformato le università in sorta di diplomifici. E’ stato molto peggio di come mi aspettavo non solo si sono avverati i miei più negativi presentimenti ma è peggiorata e di molto tutta l’attività didattica.
Gli stessi professori non considerano la laurea di tre anni una vera laurea e tendono a sottovalutare i corsi che sono stati compressi in maniera indegna rendendo di fatto l’università una naturale proscuzione della scuola superiore, senza insegnare al discente la prima vera lezione:- imparare a cavarsela-. I miei primi giorni all’università furono a dir poco traumatici; a lezione non capivo nemmeno un terzo di ciò che scrivevano sulla lavagna, sui libri c’era scritto tutt’altro e l’unica era affidarsi ai propri appunti o a quelli di qualcun altro. Nessuno mi interrogava il giorno dopo ed ero io a scegliere quando (e se) fare l’esame. Oggi il professore elargisce le dispense in formato PDF scaricabili via internet, sorta di bignami del corso e già sai cosa ti verrà chiesto all’eventuale esame, eventuale perchè ogni due-tre settimane c’è un compito in cla… ehm un esonero e dopo n esoneri passi l’esame e ti regalano pure un buono sconto per un Happy Meal da McDonalds.
Non parliamo poi dei crediti acquisiti con stage e cazzate varie fatte nelle aziende. Una volta per tutte qualcuno mi deve spiegare perchè mai l’università dovrebbe preparare qualcuno al mondo del lavoro, NON è il suo compito. L’università produce studiosi non scimmie ammaestrate e non deve preparare a un cazzo di niente. Chi pensa che la propria facoltà lo aiuterà nel mitico mondo del lavoro o gli spiegherà come fare le cose non ha capito nulla ed è meglio che molli tutto per dedicarsi ad attività più consone, che so fare qualche provino per la prossima edizione del Grande Fratello; temo comunque che a generazione del 3+2 non concorderà con me, sarà perchè non hanno una laurea vera :-)

Odio i ciclisti!!! Diciamolo meglio: non ho niente contro chi in città può andare a lavoro o può uscire in bici per fare una commissione sfidando il traffico e le buche sulle strade, beato lui quanto vorrei… Quelli che non sopporto sono i ciclisti della domenica, quelli che vestiti come Pantani a Carnevale te li ritrovi in branco sulle strade statali e provinciali a chiacchierare del più e del meno come se non esistesse un mondo, quelli che creano file interminabili e quando, cercando di non cedere alla tentazione di renderli parte dell’asfalto, ti limiti a mandarli affanculo hanno anche delle rimostranze da fare, ma che cosa c’avrai da dire che sei più ridicolo di un pagliaccio al circo. Altra categoria simile ma per certi versi più pericolosa sono i motociclisti della domenica. Quasi quarantenni frustrati e repressi escono anche loro in branco generalmente nei week-end della bella stagione, bardati come Valentino Rossi al MotoGP su bolidi da 300Kmh e accelerazioni pazzesche, li vedi nello specchietto e cerchi di accostare per farli passare perchè non sai mai dove andranno a schiantarsi visto che guidano delle moto che più che la patente ci vuole il porto d’armi e lo fanno tre volte l’anno. Pensare che fino a qualche anno fa per andare in moto non si metteva nemmeno il casco, adesso ci vuole l’armatura.
Comunque a Madrid per protestare contro il pericolo di muoversi in bici in città non attrezzate al traffico ciclistico, ma nemmeno a quello dei pedoni, centinaia di ciclisti hanno sfilato in bici nudi per le strade della città. Protesta assolutamente condivisibile, le città vanno tutte ridisegnate per escludere il traffico automobilistico privato a favore di quello pubblico e della possibilità di poterle vivere a piedi o in bicicletta. Se avessero sfilato nudi a Roma, comunque, come minimo ci sarebbe stata un’interpellanza parlamentare dopo l’intervento del papa all’angelus; qui da noi, al massimo, avrebbero potuto sfilare con le tutine fucsia e i caschetti color porpora. Madrid diventa sempre più un posto dove andare a vivere.