Mi si è rotto l’hard disk multimediale e dopo solo 24 ore mi sono reso conto di trovarmi di fronte ad una specie di tragedia. Si perchè, quel poco tempo che abbiamo la sera da passare rilassati a guardare la TV prima di cadere insesorabilmente fra le braccia di Morfeo, era immediatamente diventato un incubo, sprofondati nello zapping più cupo alla ricerca di un barlume di speranza nell’immondizia dei palinsesti televisivi. In realtà il Mediacom MyMovie non era propriamente rotto, ma dopo un anno di vita l’alimentatore aveva deciso di tirare le cuoia. Quel Mediacom, però, aveva sempre dato problemi. Molte volte all’avvio non partiva il servizio del telecomando e poi ogni operazione era inesorabilmente leeeeeenta; inoltre all’interno c’è una ventola che fa più rumore di un elicottero, cosa che, tempo fa, mi ha costretto ad aprire il giocattolino e a fermare l’inutile frullino, invalidando così la garanzia. Ad ogni modo chiamo l’assistenza gli spiego il problema dell’alimentatore (esterno) guasto e mi dicono di rivolgermi ad un loro punto vendita. Dopo un po’ di tira e molla fra casa madre e punto vendita, si decidono ad ordinarmi l’alimentatore di ricambio all'”irrisoria” cifra di 24 euro; OK è tanto per un coso cinese che si romperà ancora ma mi dispiace gettar via il disco multimediale, così lo ordino. Ovviamente non posso aspettare i tempi biblici che ci impiegheranno, decido così di comprare un nuovo lettore multimediale. Questa volta però niente hard disk solo un lettore che mi permetta di collegarmi alla rete e leggere i file ovunque essi siano. Beh ho preso il WD TV Live HD e devo dire di esserne abbastanza soddisfatto. In primo luogo, come ho già avuto modo di scrivere, ho già un’ottima esperienza col servizio di assistenza di WD, che proprio per un problema di alimentatori mi ha rispedito il pezzo gratuitamente e senza battere ciglio. In secondo luogo questo oggettino è una piccola meravigia; si connette alla rete locale, legge ogni tipo di formato presente sugli hard disk in HD (OK devo cambiare il TV prima o poi), si connette a Youtube senza alcun problema, è in grado di collegarsi ad un server interno di streaming, è velocissimo e non fa rumore, con un disco esterno USB funziona perfettamente come NAS. Anche lui ha le sue pecche ovviamente. Il servizio SAMBA per collegarsi alla rete ogni tanto(troppo spessO) parte per la tangente e c’è bisogno di un reset fisico dell’apparecchio, ho aggiornato il firmware all’ultima versione ma il difetto è solo lievemente migliorato (prima non vedeva tutte le cartelle condivise) inoltre sarebbe carino se WD abilitasse lo streaming ad altre web radio e ad altri flussi video (non sarebbe male rai.tv). Comunque sia sono parecchio soddisfatto del’acquisto.

Quando ero bambino, come tutti a Natale ricevevo dei regali. Macchinine, astronavi, robot… certo oggi, probabilmente i bimbi ricevono molti più doni dal buffo panzone instancabile sponsor della Coca Cola, e questo sarebbe un post serio se adesso mi mettessi a fare tutta una disamina critica sull’eccesso di consumismo che porta i bambini di oggi ad essere sommersi da più balocchi di quelli con cui possano giocare ma siccome ci sono dei momenti che me ne frego della politica, della gente che muore ogni giorno e degli stravizi dell’occidente mi limiterò a fare una riflessione sugli imballaggi, si proprio così: sugli imballaggi. Quando io ero bambino e ricevevo un regalo non dovevo fare altro che strappare la carta, aprire la scatola, togliere, eventualmente, la copertura di polistirolo e cominciare a giocare. Oggi no; oggi servono, forbici, tronchesine e talvolta anche un cacciavite. Si perchè i giocattoli sono immobilizzati nella scatola con fil di ferro e fermi di plastica sul retro e sul fondo del cartone. Chiunque ha un figlio piccolo sa di cosa parlo; è quasi impossibile per un adulto riuscire a tirar fuori il giocattolo a mani nude, figurarsi per un bambino. Ho provato a darmi una spiegazione di questo nuovo trend dei giocattolai e l’unica cosa che mi è venuta in mente è di dare la colpa ai centri commerciali. I giocattoli con questi nuovi imballaggi, infatti, non sono più chiusi in una scatola di cartone sigillata ma, pur saldamente fissati al proprio contenitore, sono accessibili dall’esterno pronti per una demo. Nel centro commerciale così montagne di giocattoli fanno bella mostra delle loro straordinarie capacità ai bimbi che li includeranno nelle loro letterine al pagliaccio bianco-rosso con la barba o nelle loro dolci preghiere al nascituro Gesù bambino. Che a ben pensarci, poi, questa storia della demo rovina pure la sorpresa. Essendo io assiduo frequentatore di ipermercati, avendone uno praticamente sotto casa, Pierpaolo si è ripassato tutto l’assortimento di giocattoli del grande magazzino almeno 10 volte; chiaro che quando poi li ha ricevuti in dono… nessuna magia, li conosceva già.

A quanto pare Obama sembra avere interesse a rilanciare la NASA e mandare un uomo sulla Luna entro il 2020, Questo è il senso dell’incontro fra il presidente americano e l’Amministratore Delegato dell’ente spaziale americano, Charles Bolden, avvenuto giovedi e rivelato dalla rivista scientifica Scienceinsider. A quanto pare i piani sarebbero quelli di abbandonare il progetto Constellation e in particolare i vettori Ares I e Ares V per favorire una nuova piattaforma che sia in grado di portare l’uomo sulla Luna entro il 2020. Ovviamente i fondi destinati alla NASA sono quelli che sono; l’idea dunque è di chiedere aiuto alle varie agenzie spaziali mondiali per raggiungere questi risultati nel minor tempo possibile oltre che di consentire all’industria privata di entrare nel business dei viaggi spaziali.
Ad ogni modo, mentre siamo(come chi?) qui col fiato sospeso nell’attesa di sapere se e quando finalmente riprenderà la ricerca spaziale, su Spacetoys è in vendita una replica in scala 1:1 del LEM disponibile anche con gli interni. Il prezzo è allettante, per chi ha spazio in salotto, solo $89.000,00 dollari, non chiedetemi, dunque, cosa farei se vincessi al Superenalotto.

Forse arrivo tardi con questa notizia, ma saperlo mi ha messo una profonda tristezza. Mia madre per preparare i tipici dolcini di Natale (che poi chi glielo fa fare visto che i dolci alle mandorle in famiglia non piacciono a nessuno) aveva bisogno del mitico Elisir San Marzano, il famoso liquore prodotto dalla Borsci Industria Liquori. Dopo aver girato un paio di supermercati ha scoperto che semplicemente la Borsci è fallita. Quando me lo ha detto non ci potevo credere; poi ho verificato sul sito della Borsci che le vendite online erano sospese e da Repubblica.it vengo a sapere che dopo la pausa estiva gli stabilimenti Borsci hanno chiuso mandando in cassa integrazione i 26 lavoratori in attesa di qualcuno che rilevi la società. Ripeto, specie in questo perioso natalizio, la notizia mi ha messo su una profonda tristezza, non tanto per il liquore prodotto, che personalmente non mi è mai piaciuto, certamente per solidarietà con i lavoratori lasciati a casa, ma sopratutto per i bei ricordi di feste e dolcetti legati sopratutto al fatto che ho passato la mia infanzia a Taranto, dove il San Marzano insieme al caffè Ninfole è praticamente un must.