Quando ero bambino, come tutti a Natale ricevevo dei regali. Macchinine, astronavi, robot… certo oggi, probabilmente i bimbi ricevono molti più doni dal buffo panzone instancabile sponsor della Coca Cola, e questo sarebbe un post serio se adesso mi mettessi a fare tutta una disamina critica sull’eccesso di consumismo che porta i bambini di oggi ad essere sommersi da più balocchi di quelli con cui possano giocare ma siccome ci sono dei momenti che me ne frego della politica, della gente che muore ogni giorno e degli stravizi dell’occidente mi limiterò a fare una riflessione sugli imballaggi, si proprio così: sugli imballaggi. Quando io ero bambino e ricevevo un regalo non dovevo fare altro che strappare la carta, aprire la scatola, togliere, eventualmente, la copertura di polistirolo e cominciare a giocare. Oggi no; oggi servono, forbici, tronchesine e talvolta anche un cacciavite. Si perchè i giocattoli sono immobilizzati nella scatola con fil di ferro e fermi di plastica sul retro e sul fondo del cartone. Chiunque ha un figlio piccolo sa di cosa parlo; è quasi impossibile per un adulto riuscire a tirar fuori il giocattolo a mani nude, figurarsi per un bambino. Ho provato a darmi una spiegazione di questo nuovo trend dei giocattolai e l’unica cosa che mi è venuta in mente è di dare la colpa ai centri commerciali. I giocattoli con questi nuovi imballaggi, infatti, non sono più chiusi in una scatola di cartone sigillata ma, pur saldamente fissati al proprio contenitore, sono accessibili dall’esterno pronti per una demo. Nel centro commerciale così montagne di giocattoli fanno bella mostra delle loro straordinarie capacità ai bimbi che li includeranno nelle loro letterine al pagliaccio bianco-rosso con la barba o nelle loro dolci preghiere al nascituro Gesù bambino. Che a ben pensarci, poi, questa storia della demo rovina pure la sorpresa. Essendo io assiduo frequentatore di ipermercati, avendone uno praticamente sotto casa, Pierpaolo si è ripassato tutto l’assortimento di giocattoli del grande magazzino almeno 10 volte; chiaro che quando poi li ha ricevuti in dono… nessuna magia, li conosceva già.

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