Ben prima del bellissimo “District 9”, il tema dello sbarco alieno da parte di un popolo di extraterrestri disperati isolati e ghettizzati dai terrestri era stato trattato, nel 1989, con le dovute differenze di budget e di effetti speciali da “Alien Nation”, film che ha riscosso un grande successo di pubblico, sopratutto negli Stati Uniti, tanto da avere persino un seguito televisivo. In Italia, al contrario, sia il film che la serie non hanno riscosso un grande favore (ma questo vale anche per District 9) ed il telefilm è stato trasmesso solo su piccole emittenti private negli anni ’90.

“Alien Nation” può essere considerato, in un certo senso, un seguito ideale di “V” Visitors; Kennet Johnson riprende, infatti, il tema dello sbarco alieno senza battaglie spaziali o mostri verdi e si concentra sulla problematica di integrazione di profughi alieni sbarcati sulla terra con la popolazione locale fondendo genere fantascientifico e poliziesco.

LA STORIA

“Alien Nation” narra le vicende di due detective della L.A..P.D.(Los Angeles Police Departement) alle prese con casi più o meno intricati. Detto così sembrerebbe il classico serial poliziesco se non fosse che uno dei due detective é un “nuovo venuto”.
Nel 1988, infatti, nel deserto del Mojave in California, atterra un’enorme nave spaziale con 250.000 profughi fuggiti dal pianeta Tencton (caduto in mano a una dittatura che ha reso i suoi abitanti schiavi).
I tenctoniani definiti “nuovi venuti” o in modo dispreggiativo “Slags” vengono accolti negli Stati Uniti più o meno come fossero immigrati clandestini provenienti dall’Italia dei primi del 900, quindi vengono messi in quarantena e si cerca di dare loro dei nomi comprensibili e dei documenti andando a pescare fra le denominazioni delle località degli Stati Uniti o dei grandi personaggi. Un gruppo di avvocati  per i diritti civili, tuttavia, si attiva per cercare di far concedere ai “nuovi venuti”  la possibilità di essere integrati nella società americana; così,  grazie anche all’appoggio del presidente Reagan, per  i tenctoniani vengono “liberati” dalla quarantena e diventano a tutti gli effetti cittadini americani. L’integrazione della nuova cultura nel tessuto sociale americano è tutt’altro che semplice: alcuni “nuovi venuti”, non riuscendo a farsi accettare finiscono per dedicarsi ad attività illecite, in particolare la sintetizzazione e lo spaccio di una nuova droga, altri, invece, riescono ad assimilarsi bene nel nuovo mondo finendo per arruolarsi persino nelle forze di polizia. Questo è il caso di George Francisco, primo detective alieno della L.A.P.D., a cui viene assegnato il caso di omicidio di un poliziotto in cui probabilmente sono coinvolti i “nuovi venuti” e che deve collaborare per la soluzione del caso con un poliziotto umano il detective Matt Sikes. Sikes è il vero stereotipo del poliziotto televisivo americano, duro, caparbio, divorziato, attaccato al lavoro, incorruttibile e anche un po’ razzista. Il rapporto fra i due protagonisti inizialmente è molto tormentato ma l’amore per la giustizia sarà il punto comune che segnerà l’inizio di una profonda amicizia, esempio di totale integrazione fra umani e alieni.
In “Alien Nation”, dunque, il tema dominante, più che la fantascienza, é il dramma della discriminazione razziale e i problemi dell’integrazione fra  culture estremamente differenti, un problema profondamente sentito negli USA degli anni ’90 e mai realmente risolto se non addirittura peggiorato, come dimostrano le cronache a distanza di venti anni; un problema non solo degli USA ma di tutto il mondo dove la supremazia culturale, sociale e religiosa sembra, oggi, essere il principale motivo di attrito sia nella politica interna che in quella estera di quasi tutte le nazioni.

I TENCTONIANI

I Tenctoniani sono esteriromente molto simili agli esseri umani eccetto per la conformazione del cranio e l’assenza di capelli; l’epidermide  inoltre ha una particolare pigmentazione e presenta chiazze o striature variabili a seconda dell’individuo oltre ad essere  particolarmente sensibile al cloruro di sodio.
La fisiologia tenctoniana invece sembra essere abbastanza diversa da quella umana. Spiccano immediatamente delle sostanziali differenze nell’apparato cardiocircolatorio per la presenza di due valvole cardiache e nell’apparato riproduttivo vagamente somigliante a quello degli organismi marsupiali presenti sul pianeta Terra. La riproduzione è di tipo sessuato ma, a differenza delle specie terrestri, oltre al maschio e alla femmina è necessario un terzo elemento, denominato “sacerdote”, che funge da catalizzatore. La gestazione, infine, non é compiuta totalmente dalla femmina ma viene portata a termine dal maschio.

CURIOSITA’

– Il regista di Alien Nation avrebbe dovuto essere inizialmente James Cameroon che abbandonò il progetto per dedicarsi a The Abyss

– Il telefilm Alien Nation é durato solo per una stagione tuttavia gli ascolti  USA erano sufficientemente alti da giustificarne una seconda. La produzione decise comunque di realizzare alcuni TV Movie per continuare la saga:
Dark Horizon (1994)
Body And Soul (1995)
Millenium (1996)
The Enemy Within (1996)
The Udara Legacy (1997)

IL CAST

Detective Matt Sikes – Gary Graham (nel film James Caan)
Detective George Francisco – Eric Pierpoint (nel film Mandy Patinkin)
Susan Francisco – Michele Scarabelli
Emily Francisco – Lauren Woodland
Buck Francisco – Sean Six
Cathy Frankel – Terri Treas
Albert Einstein – Jeff Marcus
Capitano Bryon Grazer – Ron Fassler

CREDITS

Titolo Originale: “Alien Nation ” il film é anche conosciuto come “Future Tense” e “Outer Heat”
Musiche: Jerry Goldsmith
Creato da: Rockne S. O’Bannon, Kennet Johnson
Regia: per il film Graham Baker
Casa di Produzione: Fox Television
Episodi: Prodotta una pellicola per il grande schermo, una stagione di 22 episodi andata in onda dal 1989 al 1990 da circa un’ora e 5 Tv Movie.

Fra i gadget più desiderati di questo 2011, non l’i-Phone 4, non l’i-Pod o il Kindle di Amazon ma la protesi idraulica peniana tricomponente. Questo moderno gadget frutto dei più avanzati studi di biotecnologia è costituito da  due cilindri, riempiti di liquido, collegati mediante un sistema a circuito chiuso a una pompa di controllo a livello dello scroto e a un serbatoio.  Il sistema viene installato attraverso un’unica incisione laparoscopia all’interno dell’organismo rendendo la componente biotecnologica invisibile dall’esterno. Il funzionamento di questo gadget è molto semplice, attraverso il meccanismo di controllo azionabile manualmente da sotto lo scroto (pompetta) viene compresso il liquido nei cilindri impiantati nei corpi cavernosi permettendo la desiderata erezione per il tempo necessario e in maniera assolutamente indistinguibile, sia visivamente che dal punto di vista funzionale, da un’erezione naturale. Per tornare allo stato di riposo è sufficiente agire nuovamente sui comandi di controllo che attraverso la compressione della pompa idraulica riportano l’organo ad una conformazione del tutto normale  e ancora una volta indistinguibile da quella naturale. Questo gadget, in realtà è il primo vero passo  per la creazione dell’uomo cibernetico.

Sono giorni che cerco di scrivere qualcosa di originale su questa storia, ma in realtà si è sprecato tanto inchiostro sull’argomento che, ormai, di interessante da dire non c’è rimasto quasi nulla. Di sicuro questo articolo sarebbe rimasto per sempre in bozza se una discussione con gli amici, ieri sera, a cena, davanti ad una spettacolare entrecote con contorno di spinaci freschi, non mi avesse fatto intravedere un nuovo punto di vista che voglio condividere.
Si fa presto a liquidare il presdelcons come un porco e pervertito, manipolato da poteri occulti e malato, le cose insomma che si leggono su tutti i giornali. Anche avere un moto di pietà per quello che risulta, dalle carte della procura, essere un uomo solo, in un certo senso sfruttato dai suoi fedelissimi e dalle sue “amichette” mi sembra quanto meno irrispettoso. Stiamo parlando di una persona che ha creato un impero economico, finanziario e politico, non dell’ultimo dei pirla. Il discorso di ieri sera prendeva spunto dai gusti sessuali del nostro premier, convengo che sia un po’ pruriginoso come argomento ma, alla fine, in un sabato sera a cena, con gli amici, mentre i bimbi giocano a smontare il locale, di cosa vuoi parlare? Abbiamo visto di tutto alle feste di Arcore, piscine piene di bolle e donne nude, ragazze vestite da dottoresse, poliziotte, infermiere, rigorosamente discinte, balli con le tette al vento… abbiamo riscoperto tutto il campionario dell’immaginario nelle camere da letto degli italiani degli anni ’80: lui ha potuto realizzare, sul suo lettone di Putin, tutte le più classiche perversioni sessuali covate dagli italiani e rappresentate nell’iconografia nazional-popolare del cinema e della TV di quegli anni e da ciò, nei più,  parte  un moto di invidia. Ma un momento… lui ha fatto di più. Quelle non erano le perversioni sessuali dell’italiano medio, quelle erano le sue perversioni sessuali. E’ stato lui, le sue TV, la sua casa di produzione cinematografica a mostrare un nuovo aspetto del sesso, a farlo piacere, a farlo diventare fantasia da realizzare in camera da letto. Da Drive-In a Non è La Rai passando per i vari filmetti degli anni ’80 con donne belle, discinte e disponibili fino all’indimenticato Colpo Grosso tutto l’immaginario di sesso alla matriciana è stato ampiamente rappresentato e adesso ci viene ri-sbatutto in faccia sotto forma di intercettazioni telefoniche. No, non si può liquidare il tutto come bulimia sessuale e delirio di onnipotenza; non credo che tutto fosse stato studiato ma di certo Berlusconi è stato in grado di cambiare la società, di modificarla in funzione di se stesso, di piegarla ai suoi capricci e alle sue voglie, tutto ciò in maniera indolore e senza che nessuno, forse nemmeno lui, se ne rendesse realmente conto, al contrario, anzi, a moltissimi oggi il mondo piace proprio così. Non c’è altro da dire: Berlusconi è un fottuto genio, del bene o del male non saremo noi, qui e ora a deciderlo.

Apprendo adesso la notizia che la UE starebbe per aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per via del provvedimento che sancisce il divieto, entrato in vigore nel 2011, di distribuire i famosi sacchetti di polietilene comunemente utilizzati per riporre la spesa nei supermercati.
Come ho più volte avuto modo di osservare, vietare l’utilizzo di uno strumento comodissimo oltre che riutilizzabile, recuperabile per via energetica e riciclabile solo perché gli italiani sono un popolo maleducato e perché nei boschi e sulle spiagge, dove i famosi sacchetti verrebbero abbandonati e procurerebbero danni all’ambiente, non esistono, spesso, per chilometri contenitori per la raccolta dei rifiuti è una solenne sciocchezza che serve solo a tacitare le coscienze.
In breve il provvedimento italiano non sarebbe conforme alle normative europee per due motivi. Il primo di carattere sostanziale, in pratica il provvedimento vieterebbe l’utilizzo di un imballaggio perfettamente conforme alla a direttiva 94/62 su imballaggi e rifiuti dei medesimi, fra l’altro commercializzati nel resto dell’UE, impedendo, di fatto anche la libera circolazione delle merci nel mercato comune. Il secondo motivo, poi sarebbe di carattere formale e riguarderebbe la mancata notifica a Bruxelles di una normativa tecnica, obbligatoria ai sensi della direttiva 98/34. In sostanza il provvedimento è oggi annullabile anche attraverso un semplice ricorso al tribunale ordinario e di conseguenza a breve ritroveremo i sacchetti di plastica nei supermercati.
Ancora una volta gli ambientalisti della domenica, di fronte ad un problema serio, rispondono con soluzioni inapplicabili, complesse, che hanno gettato un intero comparto economico sull’orlo del fallimento a fronte di NESSUN reale vantaggio per quell’ambiente che vorrebbero preservare, ma, al contrario peggiorando la situazione dal momento che il divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica, al di la dell’irrazionale pretesa di cambiare le abitudini sociali costringendo la gente a portarsi le borse da casa, ha di fatto creato il business dei sacchetti biodegradabili, che hanno un costo ambientale infinitamente maggiore dei sacchetti di polietilene.
La cosa divertente, poi, è che avevano anche cercato di far passare, riuscendoci con l’opinione pubblica, il provvedimento come un adeguamento ad una fantomatica normativa europea, pur sapendo che già nel 2007 la Francia era stata bloccata da Bruxelles per un’iniziativa analoga. Spero che adesso invece di cercare la strada dei divieti si torni al percorrere quella dell’educazione civica e del riciclaggio(*) per preservare l’ambiente, ma come al solito, ne dubito.

(*) ricordo ancora una volta che i sacchetti di plastica sono riciclabili al 100%

Gli anni ’80: arrivano i primi personal computer, un TV color in ogni casa, nuove correnti culturali artistiche provenienti da una visione cyber pop dell’universo causata dai tanti progressi nella tecnologia (sopratutto dell’informazione) . In questo contesto i media lanciano i primi “divi virtuali” prefigurando una tecnologia ancora molto al di là dal venire in grado di creare dei nuovi personaggi virtuali e dotati di IA. Un esempio in Italia, per chi ha avuto la sfortuna di vivere in quel periodo, era DJ Super X di Superclassifica Show, una palla stroboscopica antropomorfa che leggeva le classifiche. Su Channel 4 britannico, invece nasce Max Headroom, un vero e proprio annunciatore virtuale, che ebbe una tale presa sul pubblico da diventare protagonista persino una serie televisiva.

IL TELEFILM

Siamo in un futuro non troppo lontano, la TV, come nel peggior incubo di Orwell e come nei sogni, dell’epoca, di Berlusconi è diventato lo strumento principale per orientare l’opinione pubblica. Un po’ come avviene oggi in italia, i messaggi trasmessi attraverso i programmi televisivi e gli annunci pubblicitari influenzano il voto democratico e hanno un effetto dirompente sull’economia; pochissimi individui (comunisti?) riescono a sottrarsi a questo quotidiano lavaggio del cervello. Uno di questi, Edison Carter, un reporter d’assalto di uno dei più importanti network televisivi, il Network 23, scopre che, proprio il canale televisivo per cui lavora sta realizzando una nuova tecnologia di condizionamento attraverso messaggi subliminali che possono avere, però, rilevanti effetti collaterali sulla salute. L’inchiesta viene, ovviamente, subito bloccata da Grossberg, presidente di Network 23, ma ciò non è sufficiente a fermare Carter che continua a scavare alla ricerca della verità; il giornalista scoprirà così un nastro (si un nastro erano gli anni ’80) con tutte le prove ma, ormai le forze del male gli sono addosso e non fa in tempo ad esaminare le prove che si ritrova alle calcagna la security del Network 23 ed è costretto a fuggire con la sua moto. La fuga, tuttavia, durerà poco; Carter si schianta sulla barriera di uscita di un parcheggio e prima di perdere i sensi l’ultima cosa che vede è un cartello con scritto “Max Headroom 2.3m”.
Grossberg fa così portare via il corpo incoscente di Carter deciso a sapere cosa avesse scoperto; usaando una nuova tecnologia fa scansionare la mente del giornalista per riversarne i ricordi in un avatar dotato di intelligenza artificiale che appena attivo dice…Max… Max Headroom.
Grossberg ha dunque vinto la sua battaglia contro la verità, il corpo del giornalista scomodo viene portato in una banca degli organi per essere eliminato e il suo avatar, Max Headroom, è il prototipo di presentatore progammabile di Network 23. Non sempre, però, i piani dei cattivi procedono nel verso giusto: Carter viene salvato dalla sua amica Theora, Max, presa coscienza di se, scappa nella rete di computer del Network mentre Grossberg viene fermato da Carter che presenta le prove che aveva raccolto in diretta TV durante la conferenza stampa indetta per annunciare la propria morte.
Da qui partono le avventure di Edison Carter e del suo alter-ego virtuale un po’ schizzato Max Headroom.

CURIOSITA’

Nel 1987 un pirata televisivo dal nome Max Headroom fa irruzione durante un TG della rete televisiva WGN di Chicago per essere oscurato dopo pochi secondi e due ore dopo sulla rete PBS di Chicago interrompendo un episodio di Doctor Who con uno show satirico. Il pirata non è mai stato identificato.

CREDITS

Titolo Originale: “Max Headroom ”
Creato da: Annabel Jankel, Rocky Morton
Musica: Cory Lerios
Episodi: Due stagioni per 14 episodi da 60 minuti trasmessi la prima volta fra il 1987 e il 1988 dalla ABC + 1 Film TV “20 minuti nel futuro” da cui è stato rielaborato il pilot

IL CAST

Edison Carter / Max Headroom – Matt Frewer
Theora Jones – Amanda Pays
Murray – Jeffrey Tambor
Bryce Lynch – Chris Young
Blank Reg – W. Morgan Sheppard
Ben Cheviot – George Coe
Lauren – Sharon Barr
Breugel – Jere Burns
Angie Barry – Rosalind Chao
Mahler – Rick Ducommun
Gene Ashwell – Hank Garrett