poletti-giuliano2-05-12-13Ciao Giuliano mi rivolgo a te ed è strano che io lo faccia, strano perché io più invecchio e più divento classista e, tecnicamente, con uno come te diplomato in agraria e che non ha mai lavorato un giorno in vita sua, non ci dovrei nemmeno parlare; normalmente, dicevo, più invecchio e sempre meno è il tempo che sento di poter impiegare nel cercare di farmi comprendere da chi proprio non ne avrebbe le basi. Tuttavia, sai, viviamo in un paese stravagante, un paese dove con la terza media non si possono pulire i cessi di una scuola ma si può tranquillamente diventare Ministro dell’Istruzione, un paese in cui un perito agrario del PCI con esperienza politica all’interno delle fantomatiche Coop Rosse può diventare ministro del lavoro, intessere una riforma, il cosiddetto Job Act, che getta alle ortiche tutto l’impianto di tutela dei lavoratori per cui in teoria, egli stesso, da giovane dovrebbe aver combattuto, solo per NON raggiungere gli obiettivi che la stessa riforma si era prefissa (lo dicono i numeri); questi sono i motivi per cui sono costretto a parlare anche con te, questi sono i motivi per cui quotidianamente sono obbligato a confrontarmi con pletore di imbecilli senza la minima istruzione, con nessuna cultura ma con i giusti agganci e devo farlo solo per poter fare la mia parte nel cercare di dare il mio contributo a non mandare questo paese del tutto a scatafascio, lo so è una goccia nel mare, ma (almeno per ora) non riesco a farne a meno.

Eh sì, Giuliano, capisci quindi che quando senti un ministro del lavoro affermare dall’alto dello scranno in cui si trova, nonostante una batosta elettorale che, volente o nolente, era anche un giudizio politico proprio su quel Job Act che ogni giorno di più dimostra limiti e incongruenze:

Intanto bisogna correggere un’opinione secondo cui quelli che se ne vanno sono sempre i migliori. Se ne vanno 100mila, ce ne sono 60 milioni qui: sarebbe a dire che i 100mila bravi e intelligenti se ne sono andati e quelli che sono rimasti qui sono tutti dei ‘pistola’. Permettetemi di contestare questa tesi”.

e ancora

 “Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”.

quando senti certe parole, dicevo,  non riesci a non pensare, “oh, certo che bisogna averci la faccia come il culo” (tanto adesso questo modo di dire di origine emiliana è stato ampiamente sdoganato). No dai, diciamolo via, è stata una gaffè, certo, ma queste cose il nostro ministro del lavoro e delle politiche sociali le pensa per davvero e non si rende conto che quei giovani costretti a scappare all’estero per lavorare, saranno anche  non tutti dei cervelli in fuga, ma sicuramente è gente che non è riuscita ad avvantaggiarsi della sua meravigliosa riforma che, pare, abbia aiutato solo la fascia d’età dei cinquantenni, sono ragazzi costretti, come i loro nonni, a cercare fortuna all’estero; sai Giuliano, sono proprio quell’81%(OTTANTUNO) di persone fra i 18 e i 34 anni che hanno votato NO al suo referendum costituzionale e che hanno cercato, in questo modo, di fargli capire, che la sua riforma del lavoro con loro non ha funzionato e che l’unica strada che gli rimane li porta fuori da questo paese. Però, caro il mio Giuliano, il problema tuo e, sopratutto suo, te l’ho detto, è che col diploma in agraria, proprio vi mancano le basi.

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