Uno prende un camion e si lancia contro la folla ammassata a guardare i fuochi d’artificio e, al grido di Allahu Akbar,  ti fa fuori un’ottantina di persone prima di finire ammazzato dai colpi di pistola della polizia e tu che guardi lo spettacolo  in TV pensi: <<cazzo un’altro attentato dell’ISIS>> per poi scoprire che con tutta probabilità il povero stronzo ha fatto tutto da solo e cominci a chiederti: <<è il terrorismo che fa gli attentati o gli attentati che fanno il terrorismo?>>

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nizzaOgni volta che viene portato a termine un attentato terroristico di matrice islamica in uno dei paesi del, così detto,  occidente civilizzato, perché poi alla fine di quello stiamo parlando, se muoiono decine di persone a Baghdad non frega nulla a nessuno; ad ogni attentato terroristico come quello dell’altro giorno a Nizza, dicevo, le reazioni sono sempre le stesse.

Leggendo i social network ma anche ascoltando la gente in un bar, che poi oggi è pressoché lo stesso, la prima reazione è «adesso hanno rotto il cazzo­», reazione a pensarci bene comprensibilissima, perché quando qualcuno viene a importunarti a casa tua, magari durante una festa, giustamente ti incazzi; il problema è quello che succede dopo, perché il punto è sempre: di chi e cosa stiamo parlando?

Dopo la prima giustificabile reazione a caldo, infatti, da un lato partono le analisi degli esperti di politica estera da bar, che «ah, se ci fosse ancora il mascellone l’ISIS avrebbe i minuti contati» o «Putin dovrebbe lanciare l’atomica sull’ISIS» e dall’altro, quello che realmente mi spaventa, un crescere dell’odio verso il diverso, l’immigrato, il musulmano, quello con la pelle un po’ più scura, anche da parte di persone normalmente moderate e talvolta anche intelligenti.

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Marianna Madia

Marianna Madia

Nella bozza di riforma della Pubblica Amministrazione, del Ministro Marianna Madia, spunta fuori un emendamento che  tende al «superamento del mero voto minimo di laurea quale requisito per l’accesso» e alla «possibilità di valutarlo in rapporto ai fattori inerenti all’istituzione che lo ha assegnato»

In parole povere oggi, in caso di concorso pubblico, la mia laurea in Informatica, presa all’Università degli Studi di Bari, vale quanto quella conseguita alla Normale di Pisa o come quella conseguita seguendo i corsi online e facendo gli esami al 3×2 di una qualunque università telematica.

Rispetto a quando mi sono laureato, poi, si è passati da un modello universitario finanziato quasi interamente dallo Stato ad un modello finanziato in buona parte dalle tasse di iscrizione (che si sono decuplicate), cosa che ha portato gli Atenei a cambiare del tutto il modello di offerta formativa e a cercare di attrarre gli studenti con la promessa di percorsi brevi e semplificati e voti più alti. Per fare un esempio, ma non credo che le altre facoltà se la passino meglio, il mio corso di studi è passato da 18 esami e 4 anni con una media di 7 anni per essere completato a 35 esami e 5 anni con una media di 6 anni per il pezzo di carta; più laboratori, esami semplificati, teoria ridotta all’osso: l’informatica si è trasformata da una scienza ad una serie di giochini col PC per hipster smanettoni in vena di aprire una startup.studentessa-foto-hard-2-2-2

Quello che vuol fare la Madia è semplicemente stabilire che prendere 110 e Lode facendoti il culo davanti ai libri, per la Pubblica Amministrazione, non è la stessa cosa che prendere 110 e Lode inventando giochini su Facebook mentre pensi a mettere su un crowdfunding per realizzare un pc indossabile basato su Arduino e alimentato a banane, da vendere a 15$ agli abitanti dell’Africa sub-sahariana. (Ora non rubatemi l’idea)

Secondo il sacro principio del valore legale del titolo di studio, dunque, la Pubblica Amministrazione deve continuare a caricarsi di incompetenti raccomandati perché altrimenti l’Università ingaggia una guerra senza tregua con il governo.

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Ah, certo poi ci sono quelli che «se io ho solo i soldi che mi permettono solo di andare in una università mediocre non è giusto che debba essere penalizzato rispetto al figlio di papà», nessuno pensa che, magari, con questo tipo di riforma le università torneranno ad essere più selettive per tentare di essere maggiormente competitive ed attrarre più studenti e che ci possa essere persino una qualche ripercussione sulla qualità media dell’istruzione universitaria italiana.

Niente da fare, ogni volta che in questo paese si tocca la scuola o l’università ci sono solo levate di scudi, mai una proposta concreta, mai un dibattito serio, solo NO a prescindere, chissà perché…

Dunque vediamo: abbiamo un miserabile scarto del genere umano che stupra una ragazzina di 15 anni che, non solo non è il solito immigrato islamico affiliato all’ISIS arrivato su un barcone in barba alla ruspe, ma è, niente meno, un militare italiano che si è finto poliziotto per avvicinare la fanciulla e carpirne la fiducia… vediamo cosa ne pensa l’italiano medio:

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Niente di nuovo, in verità, è tutta colpa della ragazzina, naturalmente. Niente di nuovo a tal punto che mi sembra di essere negli anni ’40 del secolo scorso. Dal momento, però, che siamo nella calda estate del 2015, non riesco a leggere questi commenti senza provare, per questa gente, un ribrezzo forse persino superiore al sentimento di disgusto che provo per lo stesso stupratore.

Non c’è nient’altro da dire e quindi vi lascio con una canzone di Edoardo Bennato, contenuta nell’album “È arrivato un bastimento” del 1983, all’epoca il 2000 non era tanto lontano, oggi l’abbiamo ampiamente superato ma le cose non sembrano cambiate, anche per questo vi invito a riflettere sul fatto che questa gente vota esattamente come voi.

 

…e famosi criminali.

kraft_zarco_30Ma cosa direste di un uomo che:

  • è stato condannato in via definitiva per aggressione a pubblico ufficiale;
  • è stato condannato in via definitiva per estorsione e tentata estorsione;
  • è stato condannato in via definitiva per estorsione aggravata e trattamento illecito di dati personali;
  • è stato condannato in via definitiva per detenzione e spendita di banconote false;
  • è stato condannato in via definitiva per detenzione e ricettazione di armi da fuoco;
  • è stato condannato in via definitiva per violazione di domicilio;
  • è stato condannato in via definitiva per appropriazione indebita;
  • è stato condannato in via definitiva per falso;
  • è stato condannato in via definitiva per corruzione;
  • è stato condannato in via definitiva per bancarotta fraudolenta;
  • è stato condannato in via definitiva per evasione fiscale?

Cosa direste di quest’uomo, se avesse pure in corso una  serie di procedimenti per diffamazione, truffa, oltraggio a magistrato, falsa testimonianza e detenzione d’arma?

Cosa direste se fosse anche un tossicodipendente fuggito dagli arresti domiciliari per tentare di nascondersi all’estero prima dell’arresto  dopo una condanna in appello?

Chiunque di voi, se appena onesto(ma anche no), direbbe che una persona del genere è un pericolo per la società e che dovrebbe stare dietro le sbarre… però via, in fondo non ha mica ucciso nessuno e poi, diciamola tutta, chissà cosa ne penserebbero i marò.