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Da qualche giorno, tutte le mattine, andando a lavoro,  mi capita di sentire in radio uno  spot fra i più insulsi  che abbia mai ascoltato e dire che di radio ne ho ascoltata moltissima. Nelle intenzioni, il messaggio radiofonico dovrebbe servire a far riflettere i ragazzi circa l’uso improprio di sostanze stupefacenti nei fatti, a me personalmente, fa venire voglia di calarmi una mezza dozzina di pasticche di chetamina giusto a scopo antidepressivo.

In pratica, lo spot elenca una serie di attività assolutamente banali e pateticamente insignificanti espresse con tono allegro e spensierato contrapponendole  a una voce depressa che dice “io mi faccio”

Io faccio ingegneria e ho appena superato l’esame d’ammissione
Io faccio il meccanico e vivo in mezzo ai motori

Io mi faccio.

Io faccio l’Erasmus e vado a Parigi
Io faccio progetti con la mia ragazza per vivere insieme

Io mi faccio.

Io faccio il bassista in un gruppo e vado in concerto
Io faccio volontariato e ho un sacco di amici

Io mi faccio.

è ovvio che per qualunque essere umano dotato di raziocinio  farsi di cocaina sia molto più intrigante che vivere le vite squallide descritte nello spot.

Oggi, avendo cinque minuti liberi,  ho deciso di documentarmi su questo obbrobrio radiofonico per scoprire che si tratta di uno spot lanciato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e che, dietro la sua realizzazione, c’è niente meno che Giovanardi (quello dei test anti-droga ai parlamentari prima e ai dipendenti pubblici dopo) e allora tutto appare chiaro; scopro poi che, nella campagna,  c’è anche un terribile spot TV con la colonna sonora interpretata da Nek (sì lo so  non lo caga più nessuno da anni e di certo sarebbe stato meglio Apicella). Ora non voglio rovinare la sorpresa a chi, come me, non guarda la TV e  si è perso questo capolavoro, dico solo che il vampiro dello spot non metterebbe paura nemmeno a Buffy, anzi ad essere onesto è molto più arrapante della tipa scialba che provoca l’impasticcato… Vabbè godetevi l’obbrobrio.

Io non so come sia nelle altre regioni; non mi sono mai interessato molto di sanità ma sto scoprendo in questi giorni, causa necessità famigliari, una situazione della sanità pubblica al limite del collasso.

Nel mese di giugno ho prenotato un elettrocardiogramma per Pierpaolo presso l’ospedale pediatrico e mi è stata fissata come data gennaio; sei mesi per un ECG che fra un po’ li venderanno sulle bancarelle cinesi collegabili alla porta USB. In realtà di questa cosa non mi sono preoccupato granché era solo un esame richiesto dal pediatra, quasi di routine e secondo me totalmente inutile, quindi passi. Ma diavolo oggi per prenotare un prelievo di sangue da analizzare, per mio padre, al Policlinico di Bari, mi hanno rimandato a  dopo la befana, due mesi per un esame del sangue, mica parliamo di una TAC/PET. E non più di un mese fa per un’operazione abbastanza delicata, sempre per mio padre, non c’era posto da nessuna parte, cioè non c’era posto nella sanità pubblica, ma in intra moenia invece sì!?! Non voglio nemmeno parlare dell’esperienza, sempre di questi mesi, con alcune cliniche semi-private (cioè private ma convenzionate col Pubblico) perché qui siamo al limite della mala-sanità.

Queste sono esperienze personali, ovviamente non fanno statistica, ma se aggiungo grosse difficoltà persino nel prenotare un esame, ho tentato di prenotare in una Coop ma il terminale era disconnesso fino a data da destinarsi, in farmacia non prenotano per il Policlinico e l’ospedale Pediatrico e al CUP mi hanno dato informazioni errate, non mi resta che trarre delle conclusioni negative sulla sanità pugliese.

Se a quanto sopra aggiungo che, ad esempio, nel mio paese quello che era un ospedale con tanto di pronto soccorso si è trasformato in un ambulatorio con tanti uffici intorno non mi resta che chiedermi e chiedere al presidente Vendola, che sulla sanità aveva incentrato parte delle sue ultime campagne elettorali: esiste un piano di rilancio per la Sanità pugliese?

P.S. “E’ colpa di Berlusconi” non è accettabile come risposta valida :-)