Proprio nei giorni in cui si festeggia il quarantesimo anno dello sbarco dell’uomo sulla Luna ci lascia, a 92 anni, dopo una lunga malattia, l’anchorman americano per eccellenza Walter Cronkite, zio Walter per gli americani. Cronkite, che ha lasciato il suo ruolo di conduttore dell’autoevole “CBS Evening News” già nel 1981, ha raccontato la guerra in Vietnam, l’assassinio di Martin Luther King, l’assassinio di Kennedy e lo scandalo del Watergate ed oggi non posso che ricordarlo per aver raccontato lo sbarco sulla Luna del 20 luglio 1969.


Cazzeggiando in rete ho scoperto che esiste uno store online del Corriere della Sera dove è possibile acquistare riproduzioni su carta fotografica di tutte le prime pagine del Corriere a partire dal 5 marzo 1876. Ho scoperto questa possibilità, a dire il vero, cercando un’immagine della prima pagina del giornale del 21 luglio 1969, il giorno successivo all’allunaggio di Aquila nella missione Apollo XI, il giorno successivo, cioè, allo sbarco del primo uomo sulla Luna. Inutile dire che ho ordinato una stampa 38×53 della prima pagina del Corriere del 21 luglio 1969 da incorniciare e appendere in salotto… non vedo l’ora che arrivi.

Quaranta anni fa dalla base di Cape Kennedy il gigantesco Saturn V portava nello spazio l’Apollo XI nella mitica missione che permetterà a Neil Armstrong di mettere piede, primo essere umano, a quanto se ne sa, sulla Luna.

Tutt’altro che inatteso l’annuncio di questi giorni di Google di realizzare un suo SO desktop basato sul kernel linux e con un’interfaccia utente derivata da Chrome, in pratica un browser internet per sistema operativo con la possibilità di farci girare web application utilizzando un tiny Pc come può essere un qualunque netbook.
Ricordo anni fa un aricolo su MC (Microcomputer) che profetizzava un ritorno ad un’architettura fatta di terminali e server centrali per le elaborazioni; per me, felice possessore di un Pc basato su Intel 80286, questa era un’idea sconvolgente. Il fatto di non avere “materialmente” nel mio favoloso Hard Disk da 40 Mb (si Megabyte) il software e i dati da trattare mi sembrava fuori da ogni logica eppure a pensarci adesso… francamente a parte, forse, Gmail, ad oggi, tutte le web application che ho visto fanno un po’ cagare, ma ciò non vuol dire che non si possa migliorare, specie con uno sviluppo ad hoc dei sistemi operativi. Qualcuno obietterà:-ma come fai a far girare Autocad in un browser?-. E la risposta è sempre la stessa:-Quanti usano Autocad?-. La gente usa il PC al 90% su Internet: social network, istant messaging, posta elettronica, qualche blog e poco altro; le uniche cose che si fanno off-line è scrivere qualche documento con Word o aggiornare il bilancio famigliare con Excel. In quest’ottica Chrome OS potrebbe trasformare il PC in un vero elettrodomestico, un aggeggio perennemente collegato ad internet attaccato all’LCD di casa con una minitastiera wireless e, al massimo, una stampantina laser.
Lo scenario che ho descritto, tuttavia, avrebbe un forte impatto sul concetto di privacy. Altro che decreto sulle intercettazioni… bisognerà abituarsi all’idea che i nostri documenti, i dati delle nostre navigazioni, la nostra vita, insomma, siano archiviati e distribuiti sui server di società che NON fanno beneficienza e di cui ci si dovrà fidare per forza di cose, bisognerà riconsiderare, definitivamente secondo me, il significato della parola privacy e non è detto che ciò sia necessariamente un male.

Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama in visita a L’Aquila per il G8 insieme al presidente del consiglio italiano da Repubblica.