Oggi il comitato promotore per il referendum per l’abrogazione dell’attuale legge elettorale ha vinto la sua prima battaglia: sono stati consegnati in Cassazione 200 scatoloni contenenti 1.210.466 firme, raccolte in due mesi, per chiedere l’abrogazione dell’attuale legge elettorale, il famigerato Porcellum.

Siccome so che è inutile chiedere al milione e passa di individui che sono andati a firmare per un referendum abrogativo che palesemente dovrebbe essere rigettato dalla Corte Costituzionale come funzioni, esattamente, la legge Mattarella a cui guardano con democratica nostalgia, vorrei solo chiedere ad uno qualunque dei firmatari, ammesso che l’abrogazione del Porcellum possa riportarci al precedente sistema elettorale in che modo, col Mattarellum, si aspettano che sia possibile esprimere la preferenza per il proprio candidato. Per rendere più semplice rispondere al mio banale quesito riporto due immagini tratte da questi due link (Camera e Senato) in cui non si spiega il sistema elettorale (troppo complesso) ma solo come votare nel 2001, appunto, col Mattarellum.

Per quanto mi riguarda delle due una: o si riforma il sistema repubblicano dalle fondamenta costituzionali o si torna al Proporzionale e mi date la possibilità di far eleggere di nuovo Cicciolina… e dal momento che l’attuale classe dirigente pare assolutamente incapace di riformare così profondamente l’impianto costituzionale, per cortesia raccogliamo le firme per un referendum che annulli i risultati del referendum abrogativo del 1991.

Ho iniziato la giornata con la notizia della morte  a 79 anni di  Sergio Bonelli, una notizia che devo ammettere mi ha rattristato. Non starò qui a tessere le lodi del genio Sergio Bonelli come stanno facendo un po’ tutti sulla rete, in un certo senso, ho sempre identificato Bonelli con mio padre (e anche lui non se la passa bene in questi giorni) e comunque mi ricorda l’infanzia; mi tornano in mente le estati passate ad imparare a leggere sugli albi di Tex di Galep/Nolitta, sui volumi di Zagor e nelle pagine di Mister NO.

C’è poco da dire su Bonelli è stato un buon autore e un editore lungimirante, anche se forse nell’ultimo periodo avrebbe dovuto mollare un po’. La Bonelli Editore, di fatti, ha monopolizzato l’editoria del fumetto italiano involontariamente ostacolando lo sviluppo di correnti alternative e se pure gli scrittori e i disegnatori di Bonelli sono innegabilmente bravi, che che se ne dica, le storie sono troppo ancorate ad alcuni schemi che non dipendono tanto dal filo conduttore della sceneggiatura quanto da un’impostazione “bonelliana” che trasforma Nathan Never in un Mister No del tardo 21esimo secolo e porta Tex Willer dentro le storie di  Martin Mystere. Se pure pian piano si è cercanto di innovare introducendo una certa continuity nelle storie, qualche ammiccamento sessuale come in Legs Weaver e limitando il maschilismo, i fumetti di Bonelli non sono riusciti ad attrarre le giovani generazione e, a parte qualche trentenne rincoglionito che si è fatto irretire dalla moda di Dylan Dog negli anni ’90, a comprare gli albi Bonelli sono tutti ultra trentacinquenni. I giovani, in fumetteria, praticamente (e giustamente) comprano solo comics americani e manga giapponesi.

La morte di Sergio Bonelli, comunque, lascerà il segno nella cultura e nell’editoria italiana: se segnerà una rinascita del fumetto nostrano o la sua definitiva dipartita sarà solo il tempo a dirlo.

P.S. Per un po’ ho cercato la copertina di un albo che meglio rappresentasse Sergio Bonelli autore ed editore ed immancabilmente erano albi di Tex, ma tutti stanno pubblicando immagini di Tex e siccome gli albi di Mister NO sono rimasti a casa di mio padre mi sono deciso a pubblicare l’immagine del fumetto che meno rappresenta  la Sergio Bonelli Editore: Legs Weaver (che infatti è stato chiuso prematuramente e per me inspiegabilmente visto che ancora vegeta quella porcata di Dylan Dog)

Ufficio Stampa Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Roma, 23 settembre 2011

Dichiarazione del ministro Mariastella Gelmini
“La scoperta del Cern di Ginevra e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è un avvenimento scientifico di fondamentale importanza.”

Rivolgo il mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico. Sono profondamente grata a tutti i ricercatori italiani che hanno contribuito a questo evento che cambierà il volto della fisica moderna.
Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo.

Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro.

Inoltre, oggi l’Italia sostiene il Cern con assoluta convinzione, con un contributo di oltre 80 milioni di euro l’anno e gli eventi che stiamo vivendo ci confermano che si tratta di una scelta giusta e lungimirante”.

Questo tunnel è così lungo che davvero non se ne vede la luce, speriamo almeno sia in discesa!

AGGIORNAMENTO

Nel pomeriggio il MIUR ha diffuso una nota che, se possibile, peggiora la situazione

«ovviamente, il tunnel di cui si parla nel comunicato di venerdì, non può essere per nessuna ragione inteso come un tunnel che collega materialmente Ginevra con il Gran Sasso. Questo è di facile intuizione per tutti e la polemica è assolutamente strumentale.

Il tunnel a cui si fa riferimento è quello nel quale circolano i protoni dalle cui collisioni ha origine il fascio di neutrini che attraversando la terra raggiunge il Gran Sasso. Alla costruzione di questo tunnel e delle infrastrutture collegate l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro. Questa polemica è dunque destituita di fondamento ed è assolutamente ridicola».

No, perché quando si scrive – Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento – non c’è spazio per il fraintendimento. Sarebbe stato meglio dare la colpa allo stagista o a un  funzionario comunista. Ad ogni modo dubito che Maria Star si sia scritta il comunicato da sola ma di sicuro questa storia è un altro indicatore di come questo paese stia andando a rotoli; piuttosto non è che il terremoto dell’Abruzzo di due anni fa è la conseguenza della costruzione del tunnel? Dove cazzo erano i NO TAV?

Figlia di un funzionario del Ministero dell’Interno si occupa di politica già dai primissimi anni ’70 con editoriali radiofonici su temi di attualità. Si candida nella “Lista del Sole” nel 1979 senza, tuttavia, ottenere un grosso consenso elettorale. Nel 1985 entra nel Partito Radicale, note le sue battaglie contro l’Energia Nucleare e per i diritti umani. Nel 1987 viene eletta deputato con più di 20.000 preferenze, seconda nel suo partito, solo al fondatore Marco Pannella. Durante la legislatura lavora depositando svariati disegni di legge a favore dei carcerati, contro la violenza, contro l’uso di animali nelle sperimentazioni, a favore della depenalizzazione della droga, contro ogni forma di censura, per l’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole. Nel 1992, in vista delle nuove elezioni politiche, fonda un proprio partito che non riscuote tuttavia grosso successo.

Se non si fosse capito sto parlando di Elena Anna Staller, nota e indimenticata ex-pornostar di origine ungherese famosissima negli anni ’70 e ’80. In questi giorni, Cicciolina è tornata alla ribalta perché fra qualche giorno l’ancora bellissima show-woman compirà 60 anni e maturerà il diritto a ricevere il famoso “vitalizio” che spetta a tutti gli ex-parlamentari per un ammontare di circa 3000 euro lorde mensili. Ancora una volta insorgono gli anti-casta pronti a denunciare i privilegi dei politici, che poi se sono contro la “casta” come possono essere contro Cicciolina?  Del resto, nel bene o nel male Ilona Staller ha rappresentato un’epoca politica, forse quello del 1987 sarà stato un “voto di protesta”, resta il fatto che fra una pornostar dichiarata in parlamento e quello che si legge su tutti i giornali, anche considerato che Cicciolina quei voti, in un modo o nell’altro se li è conquistati, non mi sembra così drammatico che anche per lei valga quello che vale per un qualunque parlamentare… o no? In fondo c’è qualcuno a cui risulti che Cicciolina abbia corrotto, incassato tangenti, favorito amici o raccomandato un parente?

Avrei da scrivere un compendio sulla (mala)sanità italiana, sulla fottuta pazzia dei vecchi, sugli effetti della paura della morte, sul terrore dell’abbandono, ma preferisco argomenti dal tono più leggero, argomenti più frivoli… parliamo dunque del nuovo idolo della sinistra: Manuela Arcuri.

Le (sempre siano lodate) intercettazioni telefoniche apparse sui giornali in questi giorni ci fanno sapere che la nostra nuova eroina nazionale avrebbe rifiutato, niente meno, che le avance proferitele dal miglior “t(R)ombuer de femmes” degli ultimi 150 anni. Trasmissioni televisive, fiction TV, favori di vario genere, niente è riuscito a convincere la nostra Manuela a darla al seduttore del consiglio, lei, eroina indefessa delle fiction TV, portatrice del vessillo delle femministe pronte a manifestare ai piedi della statua innalzata in suo onore in quel di Porto Cesareo ha rinunciato a tutto per preservare la sua purezza ed ora… ora la inviteranno alla Festa dell’Unità… ophs dei Democratici. Siamo ormai ad un tale paradosso da considerare eroico un comportamento assolutamente normale e considerare un simbolo di integrità un’attrice di fiction TV e idolo dei camionisti (niente di male in questo, ma non mi sembra sufficiente per proporne la beatificazione)
Intanto voglio segnalare, agli stessi che osannano i nuovi eroi, qualora non fosse ancora chiaro, l’inutilità totale dell’Istituto Referendario. Ho rinunciato a capire quanto ci sia di approvato e quanto sia nella testa di Tremonti, ma se ho ben recepito una delle svariate Manovre Finanziarie di questi giorni prevederebbe la vendita delle ex-Municipalizzate (che, ricordo, erogano servizi pubblici), sostanzialmente per fare cassa, contravvenendo di fatto ad almeno uno (se non tutti e due) dei, così detti, referendum sull’acqua che in realtà riguardavano i servizi di pubblica utilità; notizia di oggi, invece, è quella relativa ad un esponente del Governo(non ricordo nemmeno il nome, tanto son tutti uguali) che vorrebbe rimettere in discussione l’esito del Referendum proprio per quanto riguarda la cessione delle aziende che erogano servizi idrici.
Il referendum più simpaticamente disatteso, tuttavia, è quello sul legittimo impedimento. L’unto del signore, infatti, chiamato dalla procura di Napoli, come persona informata sui fatti in merito al giro di puttane che bazzicavano le sue ville, fatti per i quali la procura lo considera parte lesa, seguendo il noto detto barese(visto che ormai la città è conosciuta internazionalmente per San Nicola, la Fiera del Levante e le puttane d’alto bordo) “‘na parol’ chiu’ pic’ e ritirat a cast” letteralmente “meglio dire una parola di meno e ritirarsi a casa integro” ha deciso di opporre un legittimo impedimento alla chiamata dei magistrati e andare in tour a presentare la sua meravigliosa manovra economica ai vertici dell’UE.

E mentre fuori il mondo va amorevolmente a rotoli e questi non costruiscono una centrale nucleare solo perché Tremonti gli ha detto che non c’è una lira, io sono in un ospedale fatiscente a chiedermi come si fa ad essere così coglioni da pensare di lasciarsi morire per un ascesso ad una coscia.