Prendo spunto da un post del mio amico Roberto per ampliare una mia piccola riflessione di questi giorni su come la società sia cambiata verso un modello che non prevede più la possibilità, la necessità, di fermarsi a riflettere.

Le opinioni sono tutte preconcette, preconfezionate; anche quelle sovversive. Forse il fatto di avere maggiori possibilità di interazione mediatica porta all’incapacità di soffermarsi a ragionare, di fermarsi a riflettere. Destra, sinistra, anarchici, libertari, giusto, sbagliato… tutte opinioni che puoi trovare comodamente su internet, tutte opinioni che hanno come comune denominatore quello di dare, all’individuo, la possibilità di autocelebrarsi come portatore della verità assoluta solo perché ci sono altre persone con in mano lo stesso vessillo. La convinzione di essere dalla parte della verità alla fine genera conflitti, vuoi perché ci sarà sempre un altro cretino, con un’opinione opposta altrettanto convinto di avere ragione, vuoi perché troverai sempre qualcuno, sempre meno in verità, che rimarcherà quanto il tuo atteggiamento sia stolto e, solo per questo, ti farà scoppiare di bile.

I giovani, quella generazione di trentenni ipercoccolati, straviziati, permalosi, fondamentalmente ignoranti perché cresciuti con falsi modelli culturali che li hanno condannati ad un semi-analfabetismo che solo una dose massiccia di calci in culo e buone letture potrà mitigare; i giovani, dicevo, sono quelli che più di ogni altro, in una società come questa, frenetica e rumorosa invece di fermarsi a pensare, invece di riflettere in silenzio, contribuiscono al rumore propagando opinioni non tanto contestabili quanto fuori dal contesto, questi giovani si creano un mondo che esiste solo nel proprio povero (culturalmente) immaginario dove come in una riproposizione dell’universo tolemaico loro sono al centro dell’universo e hanno SEMPRE ragione nelle proprie opinioni preconcette. Se non trovano lavoro è colpa della società, il sacrificio NON esiste, immaginare di cominciare “dal basso” per loro è un insulto, perché sono migliori della media, hanno studiato all’università di Paperopoli Analisi e Gestione delle risorse idroponiche di Topolinia, hanno in tasca l’aifon, e sono minchia manager  oltre che sticazzi leader; la società deve riconoscergli un posto al sole mica sono come gli altri. Peccato che sono TUTTI ugualmente semi-analfabeti e peccato che se mai dovessero leggere queste righe difficilmente ci si riconoscerebbero.

Silenzio e riflessione… silenzio, riflessione, calci in culo e buone letture (non le cazzate millantate nel profilo di Facebook); solo questo potrà aiutarvi a uscire dal vostro piccolo mondo di opinioni preconcette, di autocommiserazione per la società che state contribuendo a creare. Per molti di voi è troppo tardi, in particolare per chi non si riconosce nemmeno un po’ in ciò che ho scritto, ma spero non si debba davvero saltare una generazione.

Vengo or ora da una bella vacanza nel Lombardo-Veneto e volevo approfittare per fare una piccola riflessione. Avendo vissuto in un appartamento per qualche giorno mi è toccato fare la spesa un paio di volte e, anche per scappare dal caldo tremendo di questo periodo, ho preferito il microclima e i prezzi controllati dei grandi ipermercati alla fregatura, sempre in agguato, dei piccoli negozi delle località turistiche. Tutto ciò per dire che, dal punto di vista dei prodotti di prima necessità del mio piccolo paniere, ho trovato variazioni di prezzo che oscillano dallo 0% al -30% (menotrentapercento) rispetto agli ipermercati pugliesi (per fare un esempio in un’occasione ero convinto di spendere €25,00, con uno scarto di €2,00 in più o in meno, e mi sono trovato a spendere € 16,00, un delta pazzesco). Ora le mie osservazioni, ovviamente, non possono avere valore statistico, tuttavia posso affermare che, personalmente, non avrei alcun problema a vivere da quelle parti, almeno dal punto di vista dei prezzi e non solo dei generi alimentari.

L’esempio più eclatante è quello della foto: come ho avuto più volte modo di dire(per esempio qui) il Centro Commerciale, in genere, offre una serie di servizi che i negozi in città non forniscono al consumatore, uno di questi sono le (stramaledette) giostrine per far giocare i bambini. Certo questo è un servizio a pagamento ed è anche giusto che lo sia, solo che mentre in qualunque (QUALUNQUE) ipermercato della Puglia un giro sulle giostre costa € 0,50 qui ho trovato “COSTO  GETTONE € 0,05” (cinque centesimi), dieci volte di meno!!! Beh con € 0,50 ho svoltato la giornata :-)

L’Acquario di Genova, l’Acquario di Cattolica, il Sea Life di Gardaland, il Sea Life di Jesolo… mi chiedevo: come mai a Bari, o comunque in Puglia, dove il mare fa parte della cultura del territorio, dove i pesci sono una delle più grosse risorse, non ci sia un acquario visitabile dai bambini (e dai turisti) nemmeno lontanamente simile a quelli citati?

Intanto ecco il Sea Life di Gardaland.


Nel post di ieri parlavo delle polemiche suscitate dal manifesto pubblicitario di Giallo Oro che, utilizzando il più scontato degli approcci, quello che vuole l’accostamento di una ragazza seminuda a qualunque prodotto, e aggiungendo il carico da undici della frase umiliante “tu dove glielo metteresti?”, avrà aumentato il fatturato del mese di agosto di almeno il 400%.

Ovviamente il manifesto ha fatto il giro di media fino a scuotere la politica con il Minstro(?) delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, che annuncia di aver segnalato lo spot all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria.

Nel frattempo la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha dato il via libera alla legge sul divieto di burqa e niqab, con gran soddisfazione delle stesse persone che vogliono la rimozione dei manifesti definiti sessisti.

Dunque: le donne nude, no umiliano tutto il genere femminile, le donne troppo coperte, no umiliano tutto il genere femminile e  nel nome di “in medio stat virtus” le donne non devono essere ne’ troppo scoperte ne’ troppo coperte, se una donna, quindi, vuole coprirsi il volto o vuole mostrare le tette in giro, non può perché umilierebbe il proprio genere: in medio stat virtus. Eh ma la legge non è contro le donne ma contro chi le umilia in questo modo… certo come no(*). In italia esistono un sacco di leggi, ci sono leggi che regolamentano la “pubblica decenza” e leggi che tutelano dalle violenze delle imposizioni anche di quegli uomini che obbligano la donna a vestire in un certo modo. Tutte queste leggi possono essere utilizzate per proteggere le donne o chiunque altro(**) senza andare a colpire il comportamento dei singoli. Ma no, così è troppo difficile, meglio estirpare “il male” alla radice e mandare le libertà individuali a farsi fottere. E’ come se ai veri fedeli della Chiesa del Mostro di Spaghetti Volante fosse impedito di indossare uno scolapasta in testa per celebrare degnamente il proprio culto.

Nella foto l’emblematica protesta della pornostar Laura Perego che manifesta nuda sotto il burqa per i diritti delle donne davanti all’ambasciata afghana.

(*) A quelli per i quali la legge nasce con lo scopo di tutelare la sicurezza pubblica dagli attentati fatti dalle donne velate consiglio  di rinchiudersi in casa e restare a tremare sotto le coperte oppure, alternativamente, spararsi un colpo in testa e smettere di soffrire.
(**) Per questo stesso motivo sono assolutamente contrario a qualunque legge per “tutelare” i gay. Le leggi contro la violenza ci sono già, se servono aggravanti che si aumentino le pene per tutti (ammesso che ciò abbia senso)

Questa mattina mentre andavo a lavoro con la mia macchinina col pensiero rivolto alla manifestazione dei migranti(*) del CARA di Palese che hanno paralizzato mezza città, mentre andavo a lavoro, dicevo, mi trovo di fronte questo cartellone pubblicitario. Subito nella mia mente si affollano tanti pensieri e il mio cervello, non ancora del tutto sveglio, elabora le seguenti domande:

– Poveracci ma non potevano chiudere almeno la settimana di ferragosto?

– Chi è quel ciospo photoshoppato  in costume da bagno?

– Cosa cazzo vuol dire la pubblicità?

Ho dovuto accostare l’auto e riguardare più volte il manifesto per capire che “dove glielo metteresti?” si riferiva al logo di Giallo Oro SUL corpo della ragazza piuttosto che ad imprecisati particolari anatomici  NEL corpo di lei.

Ad ogni modo complimenti a Giallo Oro, da quello che vedo di questo cartellone ne stanno parlando dappertutto (TV, giornali, internet) e se pure domani, i soliti puritani perbenisti, faranno rimuovere il 6×3 l’obiettivo è stato raggiunto con poca spesa e io mi ricorderò, nel caso dovesse servirmi, che Giallo Oro non chiude a Ferragosto.

(*) non più extracomunitari ma  migranti… se c’è una cosa che non sopporto è questo modo di usare le parole per cercare di cambiare la realtà, sia che ciò venga da destra, sia che venga da sinistra. Chiamateli come cavolo volete ma questa, in gran parte, è povera gente che scappa dalla guerra in cerca di lavoro e libertà e non viene  in italia per essere chiusa in gabbia a pane e acqua. Che poi, almeno, a loro è rimasto il coraggio di ribellarsi.