L’elettroforo o anguilla elettrica (Electrophorus electricus), è un pesce d’acqua dolce appartenente alla famiglia Gymnotidae ed è conosciuto soprattutto per la sua capacità di generare dei potenti campi elettrici.
L’elettroforo possiede tre paia di organi elettrici addominali in grado di produrre una differenza di potenziale e generare così un campo elettrico. In pratica il pesce, che nonostante il nome non è un’anguilla, ha dei muscoli costituiti di cellule speciali denominate elettrociti all’interno delle quali scorre la corrente elettricia con un meccanismo è simile a quello di una batteria, nella quale piatti conduttori producono una carica elettrica. Lungo i fianchi del pesce, gli elettrociti, presenti in un numero che va dai 5 ai 6.000, possono produrre in questo modo una scarica di più di 500 volt, ed un flusso di corrente pari ad 1 ampere (500 watt). (Informazioni tratte da Wikipedia)
Un elettroforo dunque è in grado di produrre una scarica in grado di uccidere un uomo adulto ma è in grado anche di alimentare un albero di natale giapponese.

Il pesce mangia sia pesci che piccoli mammiferi, quindi, pensavo, che se ne prendiamo un certo quantitativo li chiudiamo in un acquario e gli diamo da mangiare gli infiniti ratti che infestano Bari potremmo risolvere il problema energetico della Puglia senza ricorrere a centrali nucleari, inefficienti pannelli solari o pali eolici… devo vedere di far arrivare il suggerimento a Nichi Vendola :-)

Oggi è stata una giornata a dir poco fiacca, una domenica abbastanza deprimente oserei dire, fra le altre cose mi sono pure incazzato, tutto sommato, senza motivo, per questioni di mera viabilità stradale, direi che non c’è motivo più idiota per perdere le staffe. Beh, giornata di merda dunque fino a oggi pomeriggio quando vi è stata una svolta imprevista.
Qualche anno fa nasceva Facebook, esclusivamente per favorire gli incontri fra vecchi compagni di scuola, poi è diventato quello che è diventato, un covo di idioti e bimbiminkia, qualcuno direbbe, altri lo chiamano social network ma alla fine siamo quasi nel campo dei sinonimi. Ad ogni modo anche io (come tutti?) sono iscritto a Facebook che oggi ha assolto egregiamente al suo compito primigenio. Ho ritrovato una compagna di scuola di quando frequentavo la prima elementare a Taranto, dopo più di trent’anni (il fatto che siano passati trent’anni, invero, non sarebbe un buon motivo per essere felici). Insomma io e Giusy all’epoca eravamo inseparabili anche se a dividerci ci ha pensato un semplice trasferimento dei miei che si decisero di andare a vivere nel paese più brutto della provincia di Bari (Cellamare per la cronaca), all’epoca ci scambiammo dei libri(forse era il destino) ma non ci siamo mai più visti ne sentiti. Beh alla fine di questa giornata sono contento, come non potrei visto che lei scrive anche di vampiri!


Pac-man e’ un videogioco creato da Tohru Iwatani della NAMCO pubblicato per la prima volta come gioco da bar nel 1980. La leggenda narra che Iwatani abbia avuto l’idea di Pac-Man osservando una pizza senza uno spicchio durante una cena. Ad ogni modo il 22 maggio del 1980 grazie a un team di sviluppo di 8 tecnici viene alla luce uno dei più famosi arcade game di tutti i tempi che oggi compie la bellezza di trenta anni. Io personalmente ho giocato a Pac-man, per la prima volta, nell’82 su una console Atari 2600 e per l’epoca sembrava incredibile. Oggi non solo la ROM dell’originale gioco da bar del 1980 gira tranquillamente sul MAME ma, addirittura, per i 30 anni, Google ha realizzato una versione Flash personalizzata del gioco che gira nell’homepage del famoso motore di ricerca. Altri tempi, altre potenze di calcolo. Io intanto ricordo quei tempi con nostalgia e guardo il mio smartphone da 50 euro che nel 1969 sarebbe stato comodo pa supportare le missioni lunari. Buon compleanno vecchia palla gialla.

E’ un po’ che non scrivo. Non riesco a conciliare il tempo libero con la voglia di scrivere o di leggere. Questi giorni, complice una gita a Roma, ho ripreso in mano “1984” dopo, boh, quindici anni. Quando lessi la prima volta il romanzo di Orwell, a venti anni, ricordo che non mi piacque, mi sembrava troppo forzato, si prende troppo sul serio per essere così maledettamente improbabile, pensai. Il film che vidi qualche anno dopo mi piacque molto di piu, ma rimaneva estremamente improbabile. Rileggendo oggi “1984” mi sono detto solo… perchè no? In questi giorni è successo di tutto. Siamo in piena campagna elettorale e il partito al governo non è riuscito a presentare le liste nei modi e nei tempi stabiliti dalla legge nelle principali regioni (Lazio e Lombardia). Certo in “democrazia” non si può correre da soli ma questi invece di picchiare la testa contro il muro e darsi degli imbecilli cercando un accomodamento condiviso vanno prima allo scontro istituzionale e poi approvano un decreto, cosidetto interpretativo, della legge elettorale per cercare di far riammettere le liste, e il bello è che il TAR gli da torto anche così… rimane che ci hanno provato e, di fatto, cercare di cambiare le regole in corsa non è certo un toccasana per uno stato che si definisce democratico, non che la democrazia sia poi questa gran forma di governo, visti i risultati. Così, persa la battaglia a colpi di carta bollata nel Lazio, la compagine governativa decide di mostrare la sua forza in piazza ma anche li abbiamo Piazza San Giovanni occupata da un palco enorme, decine di gazebo e qualche sparuto gruppo di attivisti e col nostro miglior presidente del consiglio dai tempi in cui al Circo Massimo correvano i carri e le bighe che tira fuori dalla naftalina il suo miglior repertorio: i giudici, la sinistra, i comunisti, l’ICI, fino al treno ad alta velocità che deve connettere l’Atlantico al Pacifico nel corridoio 5 e a partire lancia in resta per la nuova guerra contro… il cancro. Intanto la gente, quelle stesse persone che, se pure sono troppo pigre per accorrere alla chiamata della piazza, continuano ad osannare il presidente e gli rinnoveranno la fiducia a questa tornata elettorale, nonostante non riesca ad arrivare alla fine del mese e non è solo colpa della crisi. La maggior parte di noi italiani vive al di sopra delle proprie possibilità: ultimo modello di TV LCD, iPhone che già il Blackbarry è da sfigati, abbonamento al calcio di Mediaset Premium o SKY (rigorosamente in HD lo dice anche lo spot), l’auto nuova che dopo 3 anni è già da cambiare e tante altre minchiate a cui sembra non si possa più rinunciare. Il superfluo è diventato necessario, più necessario persino del buon cibo e del buon vino e per risparmiare si schiantano il fegato e lo stomaco con bibite gassate e schifezze idrogenate e quando vanno a votare, se ci vanno, la preferenza va a chi gli dice che in fondo va tutto bene, che tutto sommato loro stanno meglio degli altri, perchè c’hanno due telefonini. Intanto la crisi economica e finanziaria attacca non solo le piccole e medie imprese ma sopratutto ridimensiona le poche grandi multinazionali presenti in italia costringendo a chiudere sedi e a buttare in mezzo alla strada migliaia di persone con skill elevati che nel mercato del lavoro, alimentato quasi esclusivamente da aziende patronali e body rental, non troveranno una ricollocazione semplicemente perchè eccessivamente competenti… beh in queste condizioni, però, siamo pronti a risolvere il problema del cancro, presto chiamate l’OMS.]]>

Buona azione quotidiana oggi pomeriggio. Usciamo in macchina direzione IKEA, svincolo della tangenziale, Citroen C3 contromano in lontananza comincio ad immaginare l’epiteto da rivolgere allo scellerato autista, quando mi avvicino e una signora, stravolta mi fa cenno di aiutarla. Accostiamo, esco dalla macchina e mi avvicino alla signora sconvolta, la C3, aveva preso lo svincolo troppo velocemente e dopo un testa-coda si è fermata in bilico su un fosso appoggiata su un muretto cone le ruote anteriori che non poggiavano sulla strada. C’è mancato poco per la signora che ha corso il rischio di capottare. Per rimettere la macchina in strada è bastato solevarla un po’ da dietro con l’aiuto di un altro tizio che si è fermato a dare una mano. Pochi danni per la macchina, anche se una controllatina la farei dare e solo un brutto spavento per la signora che è tornata a casa su tutte e quattro le sue ruote… Io, beh me ne sono andato all’IKEA a valutare se comprare una Billy in edizione speciale realizzata per festeggiare i trenta anni della famosa libreria che ha venduto 41 milioni di pezzi in tutto il mondo. In realtà ho liberato un po’ di spazio nello studio e una nuova libreria ci sta tutta, magari con le ante. Forse prendo quella in foto. Per ora me ne sono tornato a casa con tre blister di pile alkaline.

AGGIORNAMENTO 25 ottobre 2009 (vedi foto):
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