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Con la nascita di Gabriele e con Monica non “in formissima” sono qui a gestirmi i pargoli e aumentano i momenti per poter guardare qualche serie accantonata in un cassetto (espressione desueta per definire una cartella sperduta in un hard disk dimenticato).

 

 

E’ la volta di PlanetES un anime fantascientifico basato sul manga omonimo di Makoto Yukimura uscito nel 2001.  PlanetES è la trascrizione del termine  ΠΛΑΝΗΤΕΣ che, in greco antico, significa “errante” (vagabondo) e da cui ha origine il termine italiano “pianeta”.

 

La serie è pura hard science fiction, cosa infrequente anche se non insolita per le produzioni giapponesi; il mecha design è molto curato e anche gli svarioni scientifici sono moto limitati, oserei dire che è una serie ideale per ragazzi di 14-16 anni, ma godibilissima anche da un adulto.

 

La storia si svolge intorno al 2075, il primo episodio si apre con un volo spaziale commerciale, un’astronave simile ad un aereomobile orbita intorno alla Terra, sui sedili gente che va in vacanza, facce sorridenti, clima rilassato… in lontananza un bullone incrocia la rotta del volo spaziale e impatta violentemente con un oblò dell’astronave causandone la decompressione esplosiva e la morte di tutti i passeggeri.

Questo disastro accende i riflettori su un problema enorme per il futuro dell’esplorazione nello spazio: i detriti spaziali.

 

Decenni di missioni esplorative in orbita, satelliti abbandonati, materiale usato per la costruzione di stazioni spaziali, attrezzi smarriti dagli astronauti durante le riparazioni in orbita, hanno riempito lo spazio attorno alla Terra di tonnellate di spazzatura cosmica alla deriva. Non tutti i detriti sono mappati e anche un piccolo bullone, come abbiamo visto, può causare una catastrofe.
La Technora Corporation è una multinazionale con grossi interessi nell’esplorazione spaziale; una delle sue sezioni, la Sezione Debris, si occupa proprio di raccogliere i detriti spaziali  per salvaguardare le astronavi dai rottami vaganti, in pratica sono dei veri e propri spazzini orbitali.

 

Raccogliere detriti senza valore è un lavoro costoso e per nulla remunerativo e la Sezione Debris è una vera e propria armata Brancaleone, un gruppo di casi  umani, astronauti quasi per caso, ma che ogni giorno fanno la differenza. Spesso la raccolta dei detriti è solo funzionale a raccontare le storie dei personaggi, i loro rapporti, i loro sentimenti; a raccontare un futuro possibile che eredita tutti i difetti di un indimenticato passato: corruzione,  ingerenze della politica, terrorismo…

 

L’ anime è stato realizzato da Sunrise, prodotto da Yoshitaka Kawaguchi e composto da 26 episodi, distribuito in Italia dalla francese Beez Entertainment in 6 DVD.

 

Bellissima la sigla di apertura che presenta i personaggi principali mentre ripercorre le tappe dell’esplorazione spaziale.

Le cittadine di provincia, negli USA, sorprendono sempre per essere quasi delle città stato con leggi e regolamenti proprie oltre a un sindaco e uno sceriffo che fanno il bello e il cattivo tempo nella città; altro che il federalismo all’acqua di rose Umberto Bossi. In un contesto del genere è facile immaginare che si possa costruire una città controllata dal governo e abitata da soli geni, giusto per vedere cosa viene fuori. Presumibilmente negli anni ’40, dunque, da un’idea di Albert Einstein, nasce nel cuore degli Stati Uniti, Eureka, una cittadina che ruota intorno alla General Dynamics, società controllata dal governo e che si occupa di “impiegare” i talenti dei cittadini di Eureka per rivoluzionarie scoperte scientifiche e militari.

Eureka non è un posto normale, supernove che esplodono, bombe atomiche, viaggi nel tempo, cambiamenti nella gravità sono all’ordine del giorno come sono all’ordine del giorno i guai causati da questi esperimenti e che vedono la città in pericolo di evacuazione praticamente ad ogni episodio della serie; sì perché sto parlando di una serie televisiva dove il protagonista principale è lo sceriffo Jack Carter che è chiamato di volta in volta a sbrogliare la matassa utilizzando un approccio ai problemi scarsamente scientifico ma molte volte risolutivo.

Alle vicende di Eureka sono intrecciate le vicende personali di Carter: i problemi adolescenziali di sua figlia Zoe, l’amore contrastato per la dottoressa Allison Blake, la rivalità con il premio nobel Nathan Stark, l’amicizia con Henry Deacon. In un susseguirsi di colpi di scena con una leggerezza rara nelle serie di sf moderne, ogni episodio di Eureka, anche i meno belli, accompagnano lo spettatore alla fine della storia guidandolo attraverso la realtà alternativa del telefilm che diventa solo strumentale all’economia del racconto.

Un solo rimpianto, nel pilot della serie (bruttino) era presente Greg Germann nei panni del dott. Warren King, poi sostituito nella prima stagione da Nathan Stark; beh Germann (il Richard Fish di Ally McBeal) era adattissimo alla parte dello scienziato schizzato e un po’ stronzo e mi sarebbe piaciuto vederlo nel cast regolare.

 

Uno dei telefilm più belli degli anni ’70-’80, nonostante in italia non abbia avuto il successo meritato e, dopo un fugace passaggio in RAI, sia stato trasmesso solo dalle piccole emittenti private, è certamente “la Squadriglia delle Pecore Nere”. La stranezza è che nello stesso periodo le “fiction di guerra” ambientate durante la Seconda Guerra Mondiale hanno sempre avuto un notevole riscontro di pubblico.

La storia è tratta dal best seller del maggiore Gregory Boyington, intitolato “Baa baa black sheep”; le vicende si svolgono durante la Seconda Guerra mondiale e narrano delle avventure dello squadrone VMF 214  (tuttora la squadriglia esiste col nome VMFA214) di stanza nel Sud Pacifico per fronteggiare la minaccia giapponese.

Il maggiore Boyngton(Robert Conrad) ha creato una squadriglia di piloti da caccia scegliendo i suoi uomini fra gli “indesiderabili” dei marines; fra coloro, per esempio, che sono stati deferiti alla corte marziale per comportamento riprovevole (tipo colpire un ufficiale o contrabbandare alcolicil…). Questo squadrone da caccia soprannominato “Le Pecore Nere” è di stanza in un isolotto del Pacifico, l’isola di Vella La Cava, e con i loro Chance Vought F4U Corsair sono l’ultimo baluardo contro i formidabili Mitsubishi A6M “Zero”  nipponici. A vella La Cava non sempre arrivani ricambi e rifornimenti e gli aerei non ricevono la manutenzione necessaria ma, nonostante ,i ragazzi dell VMF 214 siano in inferiorità tecnologica rispetto ai loro antagonisti giapponesi, Pappy e i suoi piloti ottengono vittorie su vittorie nei cieli del Pacifico abbattendo un numero incredibile di Zero nemici. Boyngton e le sue Pecore Nere sono costretti ad affrontare anche il pregiudizio del Comando dell’Aviazione che non vede di buon occhio questo gruppo di “indesiderabili”; in particolare il colonnello Lard(Dana Elcar), diretto superiore del maggiore Boyngton, cerca di intralciare i nostri eroi in tutti i modi. Niente può cancellare, però, gli incredibili successi militari delle “Pecore Nere”

[spoiler show=”Biografia del Maggiore Boyngton” hide=”Chiudi Biografia”]

 

Gregory Boyngton nasce a Coeur d’Alene nell’Idaho il 4 dicembre 1912 e si arruola nel corpo dei Marines degli Stati Uniti nel 1930.
Quando gli Stati Uniti entrarono in guerra Boyngton era di stanza all’AVG(America Volunteer Group) fondato da Claire Lee Chennault per combattere a Rangoon in Birmania con i Curtiss P-40. Sempre con la squadrglia di Chennault Boyngton si battè a Mandalay e a K’ouen-ming.
Nel 1942 il pilota americano vantava già sei vittorie ottenute tutte contro piloti giapponesi. Quando l’AVG venne disciolto Boyngton tornò con i marines e fu assegnato su una nave con le mansioni di ufficiale operativo. Dopo molta insistenza riuscì a entrare nello sqadrone VMF-222, impegnato nel settorie di Guadalcanal, di cui fu prima ufficiale in seconda e poi comandante.
Lasciò il VMF-222 senza aver ottenuto nessuna vittoria pur avendo effettuato numerose incrsioni con i Wildcat.
A qusto punto decise di costituire, con piloti in aspettativa, una nuova formazione da combattimento. I superiori diedero la loro approvazione e gli assegnarono il VMF-214 che diventò la squadriglia delle Pecore Nere(Boyngton voleva inizialmente denominare la formazione “I bastardi di Boyngton” ma non gli fu permesso(1)).
Boyngton e le Pecore Nere ottennero vittorie su vittorie abbatendo decine e decino di Zero giapponesi. Il 27 dicembre 1943 nella zona sopra Rabaul, Boyngton soprannominato Puppy dai suoi piloti ottenne la sua 25° vittoria omologata quasi eguagliando il primato di Eddie Rickenbacker l’asso degli assi americani.
Il 3 gennaio del 1944 la fortuna voltò le spalle a Boyngton che fu abbattuto da un caccia giapponese dopo aver abbattuto a sua volta tre aerei nemici. Lanciatosi col paracadute fu mitragliato in acqua e creduto morto. Boyngton però, pur gravemente ferito, riuscì a gonfiare il suo battellino di salvataggio e fu raccolto da un sommergibile giapponese.
Fu prigioniero di guerra in Giappone fino al settembre 1945 quando venne liberato e fece ritorno negli Stati Uniti accolto come un eroe e gli fu assegnata la medaglia d’onore del congresso.
Tuttavia Puppy mal si adattava alla vita in tempo di pace e prese a bere. Questo suo comportamento disdicevole lo fece cacciare dai Marines e solo grazie alla sua forza di volontà riuscì a dare una sterzata alla propria vita diventando, nel 1955, un importante uomo d’affari.
Boyngton scrisse il best seller Baa Baa Black Sheep da cui fu tratto il telefilm interpretato da Robert Contrad.
George Boyngton ci lascia l’11 gennaio del 1988 ed è seppelito nel Arlington National Cemetery.(1) nell’episodio “Vento Divino” della serie televisiva “La Squadriglia delle Percore Nere” il tenente Boyle fa cenno ad un cappellano in visita a Vella La Cava del nome che originiariamente si voleva dare alla squadriglia dicendo che non avrebbe fatto un buon effetto nei dispacci ufficiali.[/spoiler]

 

Nella seconda stagione il telefilm cambia nome e da “Baa baa black sheep” diventa “Balck Sheeps Squadron”, sull’isola di Vella La Cava viene installato un ospedale militare e, probabilmente per far innalzare lo share, ai piloti di Boyngton si aggiunge un nutrito gruppo di avvenenti infermiere fra cui spicca Nancy Gilmore(Nancy Conrad figlia di Robert Conrad).

L”ospedale militare è comandato dal capitano Dottie Dixon(Katherine Cannon) che, ovviamente, non può resistere al fascino del maggiore Boyngton.
Paradossalmente l’introduzione di questo nuovo elemento nella serie ne segna inesorabilmente il declino; gli episodi, infatti, cominciano a diventare troppo melensi e sempre meno rispondenti al soggetto originale.

CURIOSITA’

– Il Mitsubishi Zero rappresentato nella serie in realtà è un Texan T6 (come accade in molte produzioni hollywoodiane)
– Gli aerei utilizzati realmente dal VMF 124 sono dei Vought F4U-1A Corsair

 

[spoiler show=”Dati tecnici del Corsair” hide=”Chiudi Dati Tecnici”]CARATTERISTICHE TECNICHE


Tipo: cacciabombardiere monoposto progettato per l’impiego imbarcato
Lunghezza: 10,2 m
Apertura Alare:  12,5m
Altezza: 4,5m
Superficie Alare: 29,17mq
Peso: 4.174kg (6.653kg a pieno carico)
Motore: Pratt & Whitney R-2800-18W da 2450hp (il Corsair è il migliore aereo a pistoni mai realizzato)
Prestazioni:velocità massima 671 km/h a 6000 m; 509 km/h a livello del mare
Armamento: 6 mitragliatrici Browning da 12,7 mm oppure 4 cannoni 4 AN/M2 calibro 20 mm. Il Corsair può trasportare fino a 1.800 kg di bombe oppure 8 razzi da 5 pollici

Il modello di Corsair utilizzato realmente dalle “Pecore Nere” è l’F4U-1A prodotto in 2.030 esemplari prodotti con varie migliorie, come il tettuccio innalzato e un motore ad un certo punto della produzione leggermente potenziato. Furono utilizzate anche F4U-1D che poteva essere dotato di serbatoio ausiliario da 730 litri e due bombe da 907 kg, oppure otto razzi.

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CREDITS

Titolo Originale:Baa baa black sheep
Regia:Alex Beaton (I) Robert Conrad Philip DeGuere
Produzione
: Stephen J.Cannell – Philip DeGuere
Casa di Produzione:Universal
Episodi: durata circa 60 minuti. Due stagioni per 36 episodi trasmessi la prima volta dal 1976 al 1978 sulla ABC.

Un telefilm d’azione e d’avventura che ha per protagonista un super elicottero, questo è Airwolf, uno dei serial cult degli anni ’80.

Sfruttando il successo del film “Blue Thunder” (da cui verra’ anche tratta una serie televisiva), Airwolf  viene lanciato con un episodio pilota di quasi due ore dove viene raccontata la genesi di questa super arma del governo americano nome in codice “Airwolf” (per l’adattamento italiota Tuono d’Acciaio). Si scopre così che il prototipo di questa nuova generazione di macchine da guerra è stato trafugato dal suo creatore e portato in Libia per essere venduto a forze straniere ostili. I servizi segreti americani vengono, ovviamente, mobilitati per il recupero della nuova arma ipertecnologica e, per l’occasione, viene richiamato in servizio uno dei migliori piloti di elicotteri delle forze armate, Stringfellow Hawke (in Italia Stradivarius Hawke), l’unico con qualche chance di portare a termine con successo la missione.

Hawke, dopo aver combattuto nella guerra del Vietnam e aver visto morire tanti suoi commilitoni, è tutt’altro che felice all’idea di tornare in servizio attivo, ma ha bisogno dell’aiuto del governo americano per riuscire a salvare suo fratello, St. John Hawke, ancora disperso in Vietnam, dunque, suo malgrado, accetta la missione.

Il riferimento di Hawke, nei servizi segreti, è Michael Coldsmith Briggs III “Archangel” che acconsente a rivelargli tutte le informazioni in possesso del Governo una volta recuperato il prototipo dell’Airwolf.  Stringfellow, dunque,  parte col suo amico Dominic Santini copilota e meccanico nella missione di recupero del velivolo segreto. Il recupero dell’Airwolf, ovviamente, riesce ma Hawke, che conosce le trame dei servizi segreti, decide dei non riconsegnare l’elicottero agli Stati Uniti e lo nasconde in una località segreta nel deserto, impegnandosi a  restituirlo solo dopo aver avuto notizie del fratello ma accettando di utilizzare il velivolo, insieme al suo copilota Dom, per compiere alcune missioni riservate per conto del governo.

CURIOSITA’

– Della fiction  “Airwolf” sono state girate due serie una di tre stagioni e una successiva, “Airwolf II”, di una sola stagione in cui cambiano i personaggi e il posto di Stringfellow Hawke viene preso dal fratello maggiore St. John Hawke. Airwolf II  non è mai stata trasmessa in Italia e, negli USA,è stata sospesa dopo una stagione a causa dei bassi ascolti.

– L’elicottero Airwolf come detto non è un elicottero normale, viene designato come a long-range supersonic multirole helicopter. L’elicottero è, infatti, in grado di operare su una distanza di 1450 miglia e viaggiare a una velocità superiore a Mach 1 grazie a due potenti turbine.la cui spinta può essere anche invertita permettendo al velivolo di rallentare quasi istantaneamente. L’Airwolf è rinforzato con materiali speciali che lo rendono invulnerabile alle armi leggere.

– L’elicottero usato nella serie è un bell 222 appositamente modificato.

– Il titolo originale della sere è “Airwolf” ma la serie è conosciuta in USA anche come “Lonewolf”. In spagna il titolo invece è stato cambiato in “Lobo del aire” mentre nella prima trasmissione in Italia il titolo era “Supercopter”

CREDITS

Titolo Originale: “Airwolf”
Creato da: Taenha Goodrich, Jake West
Produttore: Burton Armus, Lester Wm. Berke, Clyde Ware, Rick Kelbaugh, Alan Godfrey
Produttore Esecutivo: Donald P. Bellisario, Bernard L. Kowalski
Musiche: Sylvester Levay, Udi Harpaz
Casa di Produzione: Belisarius Productions
Episodi: durata circa 60 minuti. 56 episodi in tre stagioni dal 1984 al 1986 trasmesso la prima volta sulla CBS. 24 episodi per la serie Airwolf II prodotta nel 1987

CAST

Stringfellow(Stradivarius) Hawke – Jan-Michael Vincent (1984-1986)
Michael Coldsmith Briggs III ‘Archangel’ – Alex Cord (1984-1986)
Dominic Santini – Ernest Borgnine (1984-1986)
Marella – Deborah Pratt (1984-1985)
Caitlin O’Shannessy – Jean Bruce Scott (1984-1986)
St. John Hawke – Barry Van Dyke (1987)
Jason Lock – Anthony Sherwood (1987)
Jo Santini – Michele Scarabelli (1987)
Major Mike Rivers – Geraint Wyn Davies(1987)

Siamo nella contea di Hazzard in Georgia e la voce fuori campo ci dice che lo sceriffo Rosco e i suoi vice Enos e Clatus hanno preparato l’ennesimo posto di blocco nelle strade di campagna della contea; da lontano si sente il rombo di un motore e le prime dodici note di Dixie, l’inno delle truppe confederate nella Guerra di Seccessione, ed ecco arrivare una macchina arancione che di colpo spicca un balzo e supera il posto di blocco per fuggire via poi in una nuvola di polvere.
Questa in breve la trama di una serie cult degli anni ottanta “The Dukes of Hazzard”.

LA STORIA

Al centro della serie la famiglia Duke che da cinquanta anni prima della dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti ha come principale attività la distillazione di alcol. Purtroppo il proibizionismo ha reso illegale questa “arte” ma i Duke non demordono e guidati dal patriarca, “zio Jesse”, continuano a produrre e contrabbandare whisky sfidando continuamente le forze dell’ordine… almeno fino a quando i cugini Bo e Luke Duke vengono fermati  e condannati per contrabbando. La famiglia Duke è allora costretta ad un accordo con le autorità e si impegna a terminare le proprie attività illecite in cambio della liberazione “sulla parola” dei due cugini.
Bo e Luke non possono uscire dalla contea e non possono detenere alcun tipo di arma da fuoco(si accontentano di arco e frecce…esplosive) e ovviamente non possono più commettere attività illegali
La contea di Hazzard è controllata dal commissario di Contea Jefferson Davis Hogg. Ex socio in “affari” di zio Jesse, Boss Hogg è deciso irrevocabilmente a liberarsi della famiglia Duke, rea di mettergli i bastoni fra le ruote nella gestione dei suoi loschi traffici. J.D. Hogg controlla praticamente tutte le attività lecite ed illecite della contea compresa la polizia affidata a suo cognato, lo sceriffo Rosco P. Coltrane assistitoo dai suoi vice Clatus e Enos, quest’ultimo perennemente innamorato della bellissima Daisy Duke. Unico membro della polizia a non essere al soldo di Boss è Flash, il bassotto poliziotto di Rosco, che non perde occasione per far spaventare J.D.Hogg, che ne ha il terrrore, passando il resto della giornata a dormire nell’auto di pattuglia.
In questa breve descrizione della serie, tuttavia, ho volutamente tralasciato il vero protagonista di “Hazzard”, quello che ha sancito il successo del telefilm al di là di ogni ragionevole aspettativa, il mitico “Generale Lee”.

IL GENERALE LEE

 

 

Il Generale Lee è l’automobile con cui si spostano i nostri eroi Bo e Luke sulle strade dissestate della contea di Hazzard. Il Generale è una Dodge Charger del ’69 modificata sul modello delle Charger che hanno vinto tante gare nell’americanissimo circuito Nascar. Il Generale Lee quindi è quella che si direbbe una Muscle Car, un’automobile equipaggiata con un motore sovradimensionato in grado di spingerla a velocità pazzesche e di darle una potenza sufficiente a poter spiccare balzi e a sfuggire alla polizia. Ma anche dal punto di vista estetico il Generale è assolutamente inconfondibile. La sua carrozzeria, infatti, è verniciata di arancione con un’enorme bandiera degli stati confederati sul tetto e i numeri 01 dipinti sugli sportelli saldati alla scocca che insieme ad un roll bar interno contribuiscono a rinforzare l’intera struttura della macchina.
Il Generale è dotato di un apparato di comunicazione CB, (serve ai cugini Duke di rimanere in contatto con gli altri membri della famiglia) la cui lunghissima antenna è montata sul baule posteriore.

Nel telefilm sono state usate circa 300 Dodge Charger di cui, al termine delle riprese, se ne sono salvate solo diciasette. Quindici auto sono state vendute a privati come pezzi da collezione e le altre due sono state conservate dalla produzione e sono state riutilizzate in seguito in “Duke of Hazzard The Reunion”.
Generalmente nel telefilm venivano utilizzati due modelli di Generale. Uno più curato per le riprese ravvicinate e quasi sempre guidato da Bo Duke(Schneider aveva infatti frequentato una scuola di guida speciale proprio per le riprese) e l’altro utilizzato per i salti e dunque equipaggiato con un motore più potente, che veniva pilotato da stuntmen.

Una delle caratteristiche  del Generale Lee che lo rendono irresistibile sono le trombe del clacson che suona le prime 12 note di Dixie. Pare che la scelta del clacson sia stata casuale. Infatti la leggenda narra che fosse montato su una delle prime Charger che la produzione acquistava usate in tutti gli Stati Uniti.

La targa del Generale appartiene allo stato della Georgia e in tutta la serie rimane invariabilmente: CNH320.

CURIOSITA’

Nella quarta stagione, visto il successo strepitoso della serie, i protagonisti Wopat e Schneider chiesero alla Warner una revisione del contratto. La Warner per tutta risposta sostituì Bo & Luke nella serie con Coy & Vance due nuovi improbabili cugini Duke. Naturalmente vi fu una sorta di sommossa popolare, i giusti ruoli vennero ristabiliti prima ancora della fine della stagione e Coy e Vance furono presto dimenticati.

Non solo il Generale fra le bellezze della serie; come dimenticare Daisy Duke/Catherine Bach, la cugina bona dei Duke e una delle più grande gnocche mai apparse in TV e di cui, sotto, si può guardare la photogallery.

Un’annotazione va fatta su un personaggio apparso solo in un episodio, tale Jamie Lee Hogg, degno nipote di Boss Hogg che vorrebbe sposare Daisy per interesse. Jamie Lee è interpretato da un giovanissimo Johnatan Frakes meglio conosciuto come Comandante Riker in Star Trek TNG.

CROSS-OVER, SPIN-OFF E REUNION

Boss-Hogg e il vice.sceriffo Enos fanno un’apparizione nel telefilm “Alice” al Mel’s Diner che Boss vorrebbe comprare.

Da Hazzard è stata tratta una serie spin-off(di una sola stagione)dal titolo “Enos” andata in onda anche in Italia. La serie ambientata a Los Angeles vede come protagonista il vice-sceriffo Enos che è diventato un agente della polizia. Nella serie ci saranno apparizioni dei personaggi di Hazzard io ricordo perfettamente un episodio con Daisy, il grande amore di Enos.

Nel 1997 and ò in onda sulla CBS un film per la TV intitolato:”Dukes of Hazzard: Reunion!” in cui si riunisce tutto il vecchio cast del telefilm ad eccezione del defunto Boss(Sorrell Booke) che tanto aveva premuto per ottenere che la Warner Bros producesse un film su Hazzard e che, purtroppo, non ha potuto vedere realizzato il suo sogno. Pochi mesi dopo la messa in onda del film ci ha lasciato, dopo una lunga malattia, anche Zio Jesse(Denver Pyle). The Reunion è stato trasmesso in Italia col titolo “Hazzard vent’anni dopo”

Nel 2000 il cast supersite del telefilm si riunisce nuovamente per presentare “Dukes of Hazzard: The Hazzard In Hollywood” un altro reunion ambientato ad Hollywood dove la banda di Hazzard si reca per raccogliere fondi per un ospedale. Questo Film TV tuttavia non ha riscosso un grande successo negli USA e non è ancora stato trasmesso in Italia.

Nel 1983 fu prodotta anche una serie animata, con le voci originali del telefilm, dal titolo Hazzard.

Nel 2005 è uscito il film Hazzard con Johnny Knoxville e Seann William Scott  nella parte dei cugini Duke e Jessica Simpson che interpreta indegnamente Daisy.

CREDITS

Titolo Originale: “The Dukes of Hazzard”
Musiche:Warren Baker
Creato da:Gy Waldron
Prodotto da: Gy Waldron, Rod Amateau, Ralph Riskin, Bill Kelley
Produttore Esecutivo: Paul R.Picard
Casa di Produzione: Warner Bros
Episodi: prodotte 7stagioni dal 1979 al 1985 sulla CBS

IL CAST

Luke Duke – Tom Wopat(1979-82, 1983-85)
Bo Duke – John Schneider(1979-82, 1983-85)
Daisy Duke – Catherine Bach
Zio Jesse Duke – Denver Pyle
Jefferson Davis “Boss” Hogg – Sorrell Booke
Sceriffo Rosco P. Coltrane – James Best
Vice Sceriffo Cletus Hogg – Rick Hurst(1980-1983)
Vice Sceriffo Enos Strate – Sonny Shroyer(1979-1980, 1982-1985)
Cooter Davenport – Ben Jones
Coy Duke – Byron Cherry (1982-1983)
Vance Duke – Christopher Mayer(1982-1983)
Sceriffo Grady Byrd – Dick Sargent(1980)
Waylon Jennings – Voce fuori campo

Ruoli Ricorrenti:

Sceriffo Ed Little (Contea di Chickasaw) – Don Pedro Colley(1981-1984)
Lulu Coltrane Hogg – Peggy Rea
Signorina Emma Tisdale – Nedra Volz (1981-1983)
Hughie Hogg – Jeff Altman

Per vedere la gallery di Catherine Bach

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