Come tutti sanno la fiamma olimpica rimane accesa, nel braciere olimpico,  durante lo svolgimento delle Olimpiadi come simbolo dei Giochi, riproponendo gli usi dell’Antica Grecia quando un fuoco veniva tenuto acceso per tutto il periodo di celebrazione delle Olimpiadi antiche.

La fiamma olimpica viene accesa diversi mesi prima della cerimonia di apertura dei Giochi olimpici a Olimpia, in Grecia, dove undici sacerdotesse  accendono il fuoco utilizzando  uno specchio parabolico concavo, che concentra i raggi del Sole.

La fiaccola viene quindi trasportata nella città che ospiterà i Giochi Olimpici, quest’anno Londra, con una staffetta formata da tedofori generalmente a piedi ma anche in nave o in aereo. I tedofori possono essere atleti, celebrità e persone comuni.

Racconto tutto questo solo per dire che a portare la torcia olimpica, a Cardiff, sarà  l’undicesimo Dottore, interpretato da Matt Smith, esattamente come nell’undicesimo episodio della seconda stagione del nuovo corso, “Fear Her” (“La Disegnatrice”)  dove abbiamo visto,  il decimo Dottore (David Tennant), nei panni di un tedoforo. I fans in realtà si aspettavano che fosse proprio Tennant a tornare di nuovo nei panni di Doctor Who per portare la torcia olimpica ma proprio in questi giorni è stato ufficializzato che l’onore toccherà al Dottore in carica, Matt Smith, che ha sostituito più che egregiamente l’ottimo Tennant e che, proprio in questi giorni, è impegnato a girare gli episodi della settima stagione del nuovo corso di Doctor Who.

Partiamo da un presupposto: per me andare al cinema è un lusso che difficilmente posso permettermi; con due figli piccoli devo trovare il modo di organizzarmi possibilmente in un giorno in cui sono ragionevolmente sicuro di non dover stare a rispondere a telefono ogni cinque minuti.

 

Ci sono dei film, però, che devono essere visti subito, senza aspettare DVD, Blueray o MKV di contrabbando e devono essere visti rigorosamente al Cinema e rigorosamente in 2D. Uno di questi film è The Avengers. Così oggi pomeriggio io e Monica, lei casualmente con una maglietta di Superman,  mollati i mostriciattoli dai nonni siamo riusciti ad andare al cinema a vedere The Avengers.

 

Il rischio di un film che vede riuniti Iron Man, Thor, Hulk e Capitan America è che si vada in contro ad una puttanata galattica anche se la regia di Joss Whedon (Buffy, Angel, Firefly…) era una discreta garanzia; devo dire che, effettivamente,  il film non delude le aspettative dettate da un mechandise attivo da oltre due anni.

 

Evito di raccontare la storia per sfuggire agli spoiler ma dico solo che la battaglia a New York fra i vendicatori riuniti insieme contro Loki di Asgard e i chitauri merita da sola il prezzo del biglietto. La sceneggiatura è assolutamente ben congegnata e i personaggi sono ben caratterizzati. Oltre al mitico Tony Stark di Robert Downey Jr. che abbiamo imparato a conoscere ed amare nelle due pellicole dedicate ad Iron Man c’è un Bruce Banner/Hulk impersonato in maniera magistrale da un Mark Ruffalo che per la prima volta riesce a portare sullo schermo una degna interpretazione del gigante verde. Tutti i personaggi, comunque, sono delineati in maniera sublime e sono tutti veri protagonisti della storia, ognuno col suo carattere e i propri drammi. Anche il villain di turno, Loki, è interpretato magistralmente da Tom Hiddleston anche se, francamente, il suo personaggio è un po’ troppo debole, come dice l’Agente Coulson, prima di essere ucciso, è un perdente.

 

Se non siete ancora convinti ad andare al cinema a vedere The Avengers vi cito una delle scene più memorabili del film:

 

Loki: ORA BASTA!!! Voi siete inferiori a me! Sono un dio, creatura ottusa! Non subirò angherie da parte…

Hulk prende Loki lo sbatte sul pavimento come fosse un polpo su uno scoglio[1] con un espressione uguale a quello di mio figlio quando gli si impedisce di fare qualcosa

Hulk: Un dio gracile.

 

[1] citazione comprensibile solo nell’hinterland barese

 

Caprica è la serie TV nata come prequel di Battlestar Galactica (2004) che narra le vicende avvenute 58 anni prima di BSG e  che avrebbero portato alla guerra degli umani con i cylon e al quasi totale sterminio della razza umana dalla galassia.

La serie è molto diversa dallo space drama “Battlestar Galactica” ma nello stesso tempo i richiami a personaggi e avvenimenti del futuro la rendono tanto una delizia quanto un’occasione mancata per i fan di BSG. Caprica, infatti, è ambientata “solo” 58 anni prima degli avvenimenti del Galactica e in questo lasso di tempo ci dovrebbe essere la nascita dei cylon, una prima guerra con i tostapane, 40 anni di pace, lo sterminio della razza umana da parte dei lavori in pelle e la fuga del Galactica in cerca della tredicesima colonia. Tutto ciò su scala interplanetaria non è pensabile nemmeno con la psicostoria di asimoviama memoria. Oltre a questa, a mio avviso, imperdonabile incoerenza la serie pecca in dinamismo, se è vero che non è una serie di SF pura ma mischia molti elementi del family drama, mettendo insieme mafia, terrorismo e problemi adolescenziali  e anche vero che ci sono alcuni episodi talmente noiosi da aver contribuito a stroncare sul nascere una serie che avrebbe potuto, anche a livello di merchandise, far esplodere l’universo di BSG preparando il terreno a nuove storie (pare che anche Blood & Chrome sia morta prima di nascere).

LA STORIA

Siamo su Caprica, la principale delle 12 colonie  di Kobol dove gli umani vivono più o meno pacificamente su dodici pianeti collegati fra loro in una sorta di grande federazione interplanetaria. Caprica è molto simile agli Stati Uniti del XXI secolo, sia per il tipo di società che per la tecnologia appena più avanzata (anche se poi esistono i viaggi interstellari di cui si accenna a malapena nella serie e le gigantesche Battlestar che non avrebbero motivo di essere costruite senza una guerra interplanetaria ma che non hanno il tempo di essere progettate, costruite e diventare obsolete in poco più 50 anni). La società capricana ha dunque gli stessi problemi e gli stessi difetti della nostra società, le ideologie, il razzismo, la smania di potere, solo su scala più vasta trattandosi di una federazione di 12 pianeti. La vera differenza con la Terra del XXI secolo riguarda la religione; i capricani ma anche tutti gli abitanti delle 12 colonie di Kobol sono politeisti e credono agli dei di una mitologia molto simile a quella della Grecia classica. Richiami alla Grecia sono presenti spesso nella serie, anche sulle tastiere dei computer sono presenti caratteri dell’alfabeto greco.

La religione, si sa, è causa e motivo di tutti i mali e anche a Caprica tutto ha inizio a causa di un attentato ad un treno messo a segno da un gruppo di terroristi fedeli nell’unico vero dio. Nell’attentato perdono la vita Zoe Graystone, figlia di Daniel Graystone una specie di Bill Gates di Caprica che ha inventato  l’oloband, uno strumento che una volta indossato permette di vivere un’esperienza altamente realistica in un universo virtuale e Tamara Adama, figlia di Joseph Adama(sì lo stesso Adama del comandante Bill Adama del Galactica), un avvocato esperto in diritti civili che nasconde un passato doloroso a causa della guerra civile su Tauron, il suo pianeta natale, e che è  invischiato con la mafia tauroniana su Caprica, per molti aspetti simile alla mafia italo-americana raccontata nei fim.

L’attentato al treno lega indissolubilmete i destini dei Graystone e degli Adama. Zoe, che ha ereditato il genio del padre, prima di morire come martire dei terroristi,  aveva realizzato un algoritmo in grado di raccogliere le informazioni, su una persona, presenti nella moltitudine di basi di dati delle colonie e ricrearne un avatar autocosciente. L’algoritmo di resurrezione sperimentato su se stessa ha generato una Zoe virtuale  che è sopravvissuta dopo la morte della vera Zoe. Questo avatar di Zoe sarà la vera protagonista del telefilm, attraverso di lei e di Tamara, il secondo avatar vivente creato da Daniel Graystone con l’algoritmo di resurrezione della figlia, vedremo le evoluzioni della nuova vita virtuale e dei cylon, macchine da guerra progettate per l’esercito ma che infettate dal programma di resurrezione germinano il seme dell’autocoscienza che le porterà a ribellarsi ai propri creatori.

Il dolore di Joseph Adama per la perdita della moglie e della figlia, l’ossessione di Graystone per la  ricerca dell’avatar di Zoe e il fanatismo religioso dei terroristi seguaci dell’Unico, porteranno attraverso una serie di circostanze fortuite, per chi non ha visto il finale di BSG, alla nascita del più grande nemico dell’umanità: la minaccia cylon.

Purtroppo Ronald Moore e David Eick hanno messo troppa carne al fuoco in una serie con un respiro troppo ampio per poter essere conclusa in 18 episodi ma allo stesso tempo troppo lenta per poter sopravvivere negli attuali canoni  televisivi USA: come ho detto un’occasione sprecata.

IL CAST

Daniel Graystone – Eric Stoltz
Joseph Adama – Esai Morales
Adama Graystone – Paula Malcomson
Zoe Graystone – Alessandra Torresani
Lacy Rand – Magda Apanowicz
Samuel Adama – Sasha Roiz
Jordan Duram – Brian Markinson
Sorella Clarissa Willow – Polly Walker

La città le sfrecciò incontro mentre infrangeva il codice stradale, articolo per articolo,  con accuratezza.

Questa è la storia dell’umanità diretta verso l’apocalisse come un autobus senza freni in una discesa, questa è la storia di una ex-sbandata, ex-tossica, ex-ragazza, di una donna che vuole salvare il mondo anche se in fondo non gliene fotte niente, questa è una storia d’amore, questa è la storia di un cane, un piccolo schifoso bastardo che guarda tutti dall’alto in basso.

 

Siamo a Praga, ai giorni nostri, Alex è in giro col suo scooter a fare le consegne per Gazi, “il Re del kebab” quando nella strada appare una voragine. Non si tratta di un crollo del manto stradale, non è il cratere di un meteorite ma è un vuoto, un buco che appare dal nulla per portare via un pezzo di realtà e sostituirlo con  una delle più grandi minacce che il mondo abbia  dovuto affrotare dai tempi di Enoch. Quel vuoto ha riportato sulla Terra gli inferenti.

 

Alex, è uno fra i più potenti column, le Colonne del Tempio, i Baluardi della Luce, gli agenti speciali addestrati da millenni a combattere la minaccia proveniente da un’altra dimensione … un’armata brancaleone, in realtà, ridicolizzata e senza finanziamenti, il mestiere di consegnare i kebab, per Alex, non è una copertura ma il modo di procurarsi il pane. I column, però sono anche l’ultima speranza per contrastare la minaccia proveniente dall’altra dimensione; grazie ad un’anomalia genetica, questi speciali esseri umani, sono gli unici a poter rilevare gli inferenti e ad essere in grado di annullare i loro poteri psichici e questa volta, annusando l’aria, Alexandra si rende conto che dall’altra realtà  sta per arrivare un attacco devastante che potrebbe porre fine all’universo come noi lo conosciamo.

 

Gli allarmi dei column,ovviamente, non vengono presi subito sul serio, ma la catena di avvenimenti che si susseguirà porterà le autorità a dare appoggio ai difensori del nostro continuum e Alex, per quanto piccola e minuta, armata di lame e della sua beretta, dovrà scontrarsi in veri e propri duelli mortali con l’Arconte, il capo degli inferenti, un essere che ha rinunciato a tutta la sua vita col solo obiettivo di compiere una missione: scatenare l’apocalisse per salvare l’universo.

 

Il nuovo romanzo di J.Tangerine si fa leggere tutto d’un fiato e porta con se più di un messaggio al lettore che per quanto preso dalla frenesia dei combattimenti e dalle corse per Praga, è costretto a riflettere sull’umanità e sul suo destino, è costretto a pensare che non può esistere una divisione netta fra buoni e cattivi. Alexandra e Tamel(l’arconte) sono due facce della stessa medaglia, due soldati chiamati a combattere per preservare la propria dimensione, due essere umani a cui il fato ha negato il diritto di essere liberi e di amare, due persone che alla fine decidono di prendere in mano il proprio destino e di salvare insieme l’universo.

 

Ancora una volta, dopo Porcaccia un Vampiro, Giusy De Nicolo alias J.Tangerine, dà prova di essere una grande scrittrice e di riuscire a costruire un universo narrativo del tutto nuovo e completamente diverso da quello di Porcaccia con un romanzo di fantascienza che fa sfigurare metà del panorama di scrittori italiani di genere.

 

Dopo il successo televisivo planetario di Star Trek e dopo il successo cinematografico della saga di Guerre Stellari di George Lucas, agli Universal Studios progettarono di lanciare una serie di televisiva di fantascienza spaziale utilizzando effetti speciali cinematografici. Viene ingaggiato, quindi, Glen A.Larson che già dagli anni ’60 aveva in mente un plot basato su un comandante e un’astronave condannati alla deriva nello spazio profondo. In breve tempo vede la luce serie tv Battlestar Galactica: siamo nel 1978.

Nonostante le premesse, Battlestar Galactica non ebbe il riscontro di pubblico aspettato e la serie venne cancellata dopo una sola, indimenticabile, stagione di 21 episodi. Le avventure della Battlesta Galactica, nonostante tutto, hanno lasciato il segno nella fantascienza televisiva e sono tuttora celebrate da migliaia di fans sparsi in tutto il mondo.

La serie ebbe inizio  con un episodio pilota della durata di tre ore trasmesso anche nei cinema e intitolato Battlestar Galactica: Saga of Star World (Battaglie nella Galassia). Il pilot, costato 3 milioni di dollari, faceva uso di favolosi effetti speciali e in alcune sale c’era persino un primo, timido, tentativo di approcciare il cinema dinamico utilizzando dei potentissimi altoparlanti che rendevano oltremodo realistico il decollo dei Viper.

LA STORIA

Battlestar Galactica parte da un’idea piuttosto originale rispetto ai classici della fantascienza televisiva e cinematografica degli anni settanta. Non siamo, infatti,  proiettati in un futuro lontano ma gli avvenimenti si svolgono  in una realtà alternativa. La Terra, il nostro pianeta, non è come pensiamo la culla dell’umanità, ma l’uomo ormai da migliaia di anni ha scoperto il volo spaziale a velocità superluminali e ha fondato una specie di Federazione Galattica che riunisce 12 pianeti colonia (Aeriana, Aquaria, Canceria, Caprica, Gemoni, Leo, Libra, Piscon, Sagitara, Scorpio, Taura e Virgon); la Terra, invece, è la tredicesima colonia, ormai dimenticata e relegata allle leggende della Federazione Galattica mentre i terrestri hanno da secoli perso il ricordo dei propri avi spaziali.
Le 12 colonie, nonostante la loro tecnologia, sono minacciate da un terribile nemico i “Robotics Cylons” (Cyloni) creature cibernetiche sopravvisute alla ormai estinta razza di rettili umanoidi che le ha progettate. Questi robots hanno fondato un impero è sono decisi ad annientare il germe della razza umana dalla galassia.

L’EPISODIO PILOTA

Gli avvenimenti trattati in Battlestar Galactica iniziano con la conferenza di pace fra umani e cyloni che avrebbe dovuto porre fine alle secolari guerre fra le due razze.
Gli umani si recano alla conferenza schierando l’intera flotta di astronavi da battaglia(Atlantia, Acropolis, Columbia, Galactica, Pacifica e Triton), ma l’offerta di pace cylona si dimostra essere una terribile trappola ordita con la complicità di un traditore umano, Count Baltar. Le navi da battaglia umane vengono attaccate e distrutte da un’immensa flotta di astronavi cylone e le 12 colonie, indifese, vengono rase al suolo. Solo una nave riesce a scampare alla tragedia, la Battlestar Galactica agli ordini del Comandante Adama.

La Battlestar Galactica riunisce, così, una flotta di 220 navi da trasporto e decide di fuggire alla ricerca della mitica tredicesima colonia, la Terra nella speranza di ricevere aiuto. Secondo la mitologia degli umani delle colonie, la Terra, infatti, dovrebbe essere un pianeta avanzatissimo e la sua teconologia superiore avrebbe potuto finalmente eliminare la minaccia cylone dalla galassia.

IL SERIAL TV

La serie di telefilm, trasmessa da ABC, fra il 1978 e il 1979,  riprende la trama del pilot con la narrazione delle vicende dei pochi umani che, scampati all’eccidio, vagano nello spazio alla disperata ricerca della colonia perduta inseguiti dai cyloni  intenzionati a mettere la parola fine alla storia della razza umana.
Nei vari episodi gli umani ingaggiano molte battaglie con i cyloni tentando di difendere la flotta, guidata dal Galactica, con i Vipers, caccia spaziali avanzatissimi e armati di potentissimi laser. Nella serie vengono raccontate, in particolare, le avventure della squadriglia Orange comandata dal capitano Apollo, figlio del comandante del Galactica, Adama, e composta fra gli altri dal tenente Starbuck (Scorpion), dal tenente Boomer, da Athena, sorella di Apollo e dal tenente Sheba. Le vicende, poi, si intrecciano con quelle famigliari di Apollo e del suo figlio adottivo Boxey.
Come ho detto, la serie TV non riuscì ad attirare l’attenzione del pubblico; le trame si rivelano un po’ troppo ripetitive, il carattere dei protagonisti, Apollo e Scorpion è troppo definito in un cliche e persino gli effetti speciali, punto di forza della serie, a lungo andare risultano noiosi; Battlestar Galactica, così, verrà cancellato dopo la prima stagione.

CURIOSITA’

– Le astronavi di Battlestar Galactica sono, nella forma e nella configurazione, molto simili a quelle rappresentate nella trilogia di Guerre Stellari. Per questo e altri motivi ci fu una causa per plagio intentata dalla casa di produzione di George Lucas contro la Universal. Il giudice, comunque, ritenne che non ci fossero somiglianze sufficienti ad avvalorare l’ipotesi di plagio.
– All’interno della serie si usa un differente sistema di misura del tempo. Volendolo approssimare al sistema utilizzato sulla Terra avremo:
1 “micron”= 1 secondo;
1 “centon” = 1 minuto;
1 “centar” = 1 ora;
1 “secton” = 1 settimana;
1 “sectar” = 1 mese;
1 “yahren” = 1 anno.
– Dirk Benedict, l’interprete del tenente Scorpion in Galactica, interpreta anche Templeton “Faceman” Peck (Sberla) nella serie A-Team. In un episodio di A-Team, ambientato ad Hollywood, Sberla incrocia una comparsa che indossa il costume da cylone gurdandola con espressione interrogativa. Questa scena è anche ripresa nella sigla iniziale del telefilm.
– Il personaggio del traditore Baltar avrebbe dovuto morire decapitato alla fine della puntata pilota. Glen A.Larson decise però di salvarlo e riutilizzarlo nella serie; così Larson rigirò personalmente come regista la scena del pilot(ormai in fase di distribuzione), fermando la spada quando Baltar giurò ai cyloni di aiutarli ad annientare gli umani scampati al massacro.
– Il telefilm ha vinto 1 Emmy nel 1979 per i costumi di Jean-Pierre Dorléac .

CAST

Comandanre Adama(Adamo) – Lorne Green
Baltar – John Colicos
Capitano Apollo – Richard Hatch
Tenente Starbuck(Scorpion) – Dirk Benedict
Colonnello Tigh – Terry Carter
Tenente Boomer – Herb Jefferson Jr
Tenente Athena – Maren Jensen
Sheba – Anne Lockhart
Cassiopea – Laurette Spang
Sergente Jolly -Tony Swartz
Boxey – Noah Hathaway