Andiamo un po’ controcorrente, va…

Sarà che in TV se ne parla poco, social network, Usenet, blog, invece non parlano d’altro: il 12 e il 13 giugno si va a votare per 4 Referendum. Il Referendum è probabilmente il principale strumento di democrazia diretta è consente al “popolo” legiferare(non in italia) o comunque di fornire la propria opinione (vincolante) su leggi e regolamenti. Come tutti gli strumenti di democrazia diretta dunque, il referendum, consente a chiunque di esprimere la propria opinione su cose o fatti di cui non capisce nulla o quasi; per questo motivo il referendum dovrebbe essere utilizzato solo per porre quesiti chiari, di interesse pubblico e per i quali è davvero necessario verificare che l’opinione degli “elettori” non si discosti da quella degli “eletti”.

Negli ultimi anni, in italia, quello referendario è stato uno strumento abusato, si sono fatti Referendum per qualunque cazzata incomprensibile ed è stato gioco facile pilotare gli “elettori” sul non andare a votare facendo fallire ogni consultazione. Questa volta, invece, i problemi posti, sono di interesse pubblico e abbastanza chiari, tuttavia la necessità del quorum rende, ancora una volta, la campagna referendaria drogata. L’attuale governo difficilmente potrebbe convincere la gente a non andare a votare su quesiti come quelli del 12 e 13 giugno che riguardano l’interesse pubblico se non altro perché anche l'”elettore” più instupidito dalla TV, pure se non capisce un cazzo, cercherà di auto-tutelare se e la sua famiglia votando secondo il comune “buon senso”. Gli interessi in gioco però, questa volta, sono davvero alti e l’obiettivo dichiarato del governo è di non raggiungere il quorum(dopo aver tentato strade alternative per l’annullamento della consultazione)  e c’è un solo un modo per farlo:  di questo referendum non se ne deve parlare, la gente non lo deve sapere. La politica, però, è vecchia, lo è talmente da non rendersi conto che la TV non solo non è più l’unico strumento di informazione ma non viene  più considerata affidabile, da questo punto di vista, nemmeno dal più sfegatato fan del pompetta munito. Dunque il referendum non solo si farà ma raggiungerà il quorum perché, a questo giro, hanno avuto campo libero i sostenitori dei SI.

Veniamo al referendum. Se fossimo in un paese normale, io voterei NO per tutti i quesiti. In pratica personalmente non solo sono favorevolissimo al nucleare ma credo anche che le risorse naturali come l’acqua, se pure debbano rimanere nella disponibilità di tutti gli individui, non devono essere sprecate. Oggi le tariffe simboliche e la gestione allegra delle infrastrutture porta ad uno spreco di acqua che NON ci possiamo permettere ed è necessario mettere un freno. Se l’erogazione idrica,  come servizio pubblico, ha dimostrato negli anni di essere capace di mettere in piedi solo carrozzoni mangiasoldi che hanno fatto tutt’altro che tutelare il bene comune, forse una gestione maggiormente votata al profitto potrebbe fare in modo di ridurre gli sprechi oltre al fatto che dover pagare l’acqua al reale valore necessario per erogarla in tutte le case porterebbe probabilmente a ridurre gli sprechi. Per quanto riguarda il terzo quesito, beh qui c’è una legge fatta per salvare Berlusconi dai giudici comunisti. Il fatto è che, tolto di mezzo il presidente dal culo flaccido (cit.), quella legge è sacrosanta. In buona sostanza fare in modo che le persone che rappresentano il potere esecutivo non possano essere perseguite, durante il loro mandato, per fatti che nulla centrano con esso, impedisce al potere giudiziario di interferire col potere esecutivo e ciò è alla base della divisione dei poteri sanciti dalla Costituzione ed è anche una cosa di buon senso.

Purtroppo l’italia non è un paese normale, sarà perché pieno zeppo di italiani, non lo so… resta il fatto che una centrale nucleare ha tali rischi intrinsechi da non consentire nemmeno l’ipotesi remota che i lavori possano essere affidati ad imprese meno che trasparenti e questo mette una grossa pietra tombale su qualunque ipotesi di nucleare in italia, almeno in questo momento. Per l’acqua, abbiamo visto  com’è  andata la gestione delle privatizzazioni dell’energia e delle telecomunicazioni e anche le prime parziali privatizzazioni della gestione dell’erogazione idrica  non lasciano ben sperare. Rimane il legittimo impedimento: il mio ragionamento in merito partiva da un’ipotesi attualmente non valida e cioè che non ci sia al governo chi c’è ora, quindi in questo caso il mio ragionamento non può essere applicabile.

In conclusione penso che andrò a votare per i referendum in modo da contribuire a raggiungere il quorum ma penso che voterò SI solo per il nucleare, non ce la faccio proprio ad andare contro il mio buon senso. (In pratica, in un’iperbolica contraddizione personale, voglio che i referendum passino ma non che passino per colpa mia :-) )

 

3 commenti
  1. eautontimorumeno
    eautontimorumeno dice:

    Due commenti:
    Scusa, ma non avrebbe molto più senso perseguire i politici per i reati *non* connessi al loro incarico, e rinviare (o affidare a tribunali dei ministri, voto degli elettori eccetera) quelli commessi nell’esercizio dell’incarico? Questo sempre al netto del sig. Berlusconi, ovviamente… :)
    Per intenderci, considera il caso Strauss Kahn: se fosse stato già il presidente francese, non avrebbero fatto bene lo stesso ad arrestarlo per quello che ha fatto(sempre ammesso che sia vero, ché non si sa mai cosa succederà)? Tra l’altro era proprio questo lo spirito dell’immunità parlamentare così come introdotta dopo la rivoluzione francese (impedire ritorsioni politiche).
    Sull’acqua, invece: sono ovviamente d’accordissimo quando dici che l’acqua è preziosa e non va sprecata in una rete poco manutenuta e ridotta ad un colabrodo. Devo però dire che nutro un forte scetticismo nell’affidare la rete ad aziende che cercano un profitto, in quanto queste sarebbero interessate sì a rivendere l’acqua ad alto prezzo (riducendo quindi gli sprechi “domestici”), ma non hanno nessun incentivo a sistemare a dovere la rete, a meno che l’acqua non sia loro venduta, alla “sorgente”, ad alto prezzo e, conoscendo la nostra politica, questo non verrà fatto (soliti imprenditori “amici”, magari gli stessi delle centrali!). Oltre a questo: in un’Italia ideale, affiderei il tutto al pubblico, in quanto cedere la gestione ai privati sarebbe (sempre idealmente) semplicemente un “prestito” per rimettere in sesto la rete velocemente, con cattive conseguenze a lungo termine; ma in un’Italia reale, la affido con ancora più convinzione al pubblico, perché temo che le zone poco redditizie verranno trascurate o abbandonate. In Toscana, dove hanno già privatizzato parecchio, è successo proprio così.
    Scusa per il lungo commento. Per concludere, penso sia chiaro a questo punto che io voterò SI a tutti e quattro i referendum :). Se andrai a votare, indipendentemente da cosa voterai, grazie ugualmente: il meccanismo del quorum è veramente malefico, in ogni circostanza.

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    • Angelo
      Angelo dice:

      Due considerazioni. La prima sul legittimo impedimento: il fatto di poter perseguire una carica pubblica per qualunque cosa possa aver e sopratutto NON aver commesso comporta uno squilibrio a favore del potere giudiziario che, in un sistema dove la componente mediatica è predominante, di fatto porta all’annientamento del potere esecutivo (classico esempio del processo Ruby, a Berlusconi il processo non farà male, lo ha colpito però la diffusione della storia sui giornali). Preferirei perseguirlo per i reati connessi al suo mandato che per una multa in divieto di sosta non pagata.

      Una seconda considerazione sul quorum. Premesso che il meccanismo del raggiungimento del quorum, per validare il referendum, non piace nemmeno a me, questo è perfettamente sensato nel contesto legislativo attuale e inoltre l’ingiusto vantaggio funziona in entrambi i sensi. Mi spiego meglio, il referendum serve per abrogare una legge e nasce da una raccolta di (poche) firme; ora una volta che il referendum viene indetto se agli elettori non gliene frega niente ma i 500.000 firmatari sono fasulli o la firma gli è stata estorta con chiacchiere ad banchetto improvvisato, il quorum serve a riequilibrare la situazione. Se è vero, inoltre che il non raggiungimento del quorum darebbe un ingiusto vantaggio ai NO, lo stesso vale per il suo raggiungimento in relazione ai SI. In pratica, voglio dire, che c’è sempre un 20% di persone che a votare ci va indipendentemente da tutto, dunque la massa di voti da spostare per raggiungere l’agognato traguardo non è del 51% (senza contare gli italiani all’estero) ma di e no del 30%.

      Ad ogni modo referendum SI o NO non cambierà granché, giusto per aggiungere una nota di ottimismo.

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