alveareL’altro giorno “sfogliandoIl Post mi sono imbattuto nell’anteprima del primo capitolo di questo romanzo, “La Mentalità dell’Alveare“, scritto da Vincenzo Latronico, un ragazzo nemmeno trentenne, ed edito per Bompiani. Il libro descrive un’Italia alternativa, dove al governo del paese c’è un nuovo partito, la Rete dei Volenterosi, dichiaratamente ispirato al Movimento 5 Stelle e ce ne mostra gli effetti e alcune incoerenze attraverso l’intreccio con la vita sentimentale di due attivisti della Rete, Leonardo e Camilla Nigri.

La giovane età dell’autore, la trama, la lettura del primo capitolo e, sopratutto, il prezzo in offerta lancio per l’ebook (0,99 cent contro i 4,99 attuali), mi hanno spinto all’acquisto di questo pamphlet, come lo definisce Latronico, che in realtà non calca più di tanto la mano sulle contraddizioni interne del Movimento 5 Stelle, come avrebbe dovuto e potuto fare, anche se aiuta a una sana riflessione sul concetto, sempre più abusato, di democrazia diretta.

 

L’Italia, dunque, è governata dalla Rete dei Volenterosi fondata di Pino Calabrò (Beppe Grillo), ex anchorman televisivo che si era occupato dei diritti dei consumatori prima di essere cacciato dalla TV ed essere relegato ad un blog su internet. D qui comincia l’ascesa dell’RdV, da movimento di protesta a primo partito del paese. La RdV ricalca il programma del M5S a partire dai rimborsi della politica, passando per l’impignorabilità della prima casa fino al vincolo di due mandati e a tutte le altre sciocchezze populiste.  Leonardo e Camilla sono due attivisti RdV, con un passato di militanti di sinistra, che si sono incontrati all’università e si sono sposati lottando con la Crisi e coi pochi soldi in tasca.

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«Lei ci disprezza», replicò Natalie, senza voltarsi. «Non capirà mai quanto bene abbiamo cercato di fare per il paese.»

«Le strade per l’inferno sono lastricate di buone intenzioni….

 

Copertina di Vox PopuliVox Populi è un breve racconto fantapolitico di Alessandro Girola che prende spunto dall’attuale situazione italiana per disegnare una possibile futura Terza Repubblica. Il nuovo ordine  nasce dalle ceneri dei partiti tradizionali per essere governato dal partito unico del Network eattraverso una  falsa democrazia diretta.

 

Siamo in un’Italia che sta vivendo una fase acuta di povertà in attesa della rinascita profetizzata dall’ideologo del Movimento Jacopo Ferraris;  il guru e i suoi seguaci sono riusciti a scardinare la politica antica, sostituendo le figure di governo tradizionali con un ex attore farlocco prima e un Primo Cittadino fantoccio poi, eletti attraverso la democrazia diretta di un Network pilotato dalla propaganda di partito e addomesticato da una violenta forma di censura.

 

Vox Populi ci mostra i rischi di un movimento populista che riesca ad assumere il potere all’interno di un sistema dominato da un’immensa quantità di informazioni; informazioni che possono, però, essere usate, strumentalizzate e indirizzate per ottenere un controllo quasi assoluto all’interno di una realtà virtuale totalmente distaccata da quella materiale della gente che vive di stenti in una società distopica che  ha assurto a verità quella rivelata dall’identità elettronica dall’avatar controllabile nel Network.

 

In questi giorni si è nuovamente riaperto il dibattito sul controllo di internet e in generale sulle piattaforme telematiche anche grazie alle affermazioni del Presidente della Camera a seguito di alcune vicende che l’hanno coinvolta personalmente.

Io sono su internet da prima del Web, l’ho vista crescere, cambiare, trasformarsi e sono sempre stato contrario a qualunque forma di controllo, ma quando penso al proliferare di teorie complottiste, dai poveracci che credono davvero alle cazzate sulle scie chimiche, agli ignoranti che sbavano dietro alle sciocchezze sul signoraggio, quando mi rendo conto che per giorni Laura Boldrini è stata oggetto di un meme denigratorio che la vedeva completamente nuda passeggiare in spiaggia solo perché qualche imbecille ha fatto circolare una foto a caso presa da un sito di nudisti, comincio a chiedermi a quali rischi si possa andare in contro.

 

Se la gente è disposta a credere qualunque cosa parli alla pancia, se le persone non sono disposte ad accostarsi ad uno strumento libero in maniera critica, se mancano gli strumenti intellettuali per riuscire a distinguere il vero dal verosimile, se ormai l’umanità ha deciso di gettare il cervello all’ammasso, probabilmente è vero che le leggi attuali sono inadeguate. Se un insulto, infatti, può essere punito anche se avviene per via telematica, una cazzata verosimile che in real life ci metterebbe una vita a diffondersi nel magico mondo dei Social Network diventa, in pochi minuti, un meme virale capace di diffondersi per sempre. E’ proprio questo che ha capito bene Jacopo Ferraris e che ha decretato il successo della Terza Repubblica del Network. E’ questo che ha portato l’Italia di Vox Populi ad un futuro di fame e di emarginazione.

 

Non vi svelerò altro sul racconto ma vi invito a scaricarlo gratuitamente dal sito dell’autore in formato Mobi ed ePub[1], ma sopratutto vi invito a leggerlo e a diffonderlo, non si sa mai che qualcuno in più cominci ad osservare la realtà con spirito critico.

 

[1] Per chi non possiede un eReader, oltre al consiglio di farselo regalare per la prossima festività e scoprire di non poter più vivere senza, lascio il link di un lettore di ePub per Windows

Live di Newton ComptonArrivo in ritardo a parlare della nuova iniziativa editoriale della Newton Compton che ha lanciato nelle settimane scorse Live, una collana di libri low cost al prezzo di €0,99 per circa 120 pagine. Come molti ricorderanno il Gruppo Newton è quello che nel 1992 presentò la Collana del Fantastico Economico Classico , 50 volumi di 100 pagine a 1000 lire, pubblicando Lovercraft, Van Vogt, Burroughs, H.G.Welles, Tanith Lee, Conan Doyle, Zelazny e tanti altri e che in generale propose i famosi  ‘centopaginemillelire’.

 

La Newton conferma con i Live, con i libri a € 9,90 e gli e-book classici a € 0,49 (che richiamano anche nella copertina i centopagine) la sua politica aggressiva in fatto di prezzi e il mercato le sta dando ragione, nonostante la contrazione degli ultimi anni che ha portato molte piccole case editrici a chiudere, la Newton, infatti, ha persino avuto un incremento di fatturato del 29,4% nel 2012.

 

L’iniziativa della casa editrice romana è indubitabilmente positiva dal momento che si colloca in un mercato editoriale, quello italiano, dove in base al “Rapporto sulla promozione della lettura in Italia“, curato dal Forum del libro,  la metà degli italiani non legge neppure un libro l’anno e, nel 2012, soltanto il 46% ha letto almeno un libro, al contrario di quanto avviene, per esempio, in Germania, dove l’82% degli intervistati ha dichiarato di leggere almeno un libro l’anno o in Francia dove la percentuale si attesta al 70% e se è pur vero che il prezzo dei libri non è l’unico fattore a determinare la diffusione della cultura e probabilmente nemmeno il più significativo è anche vero che un accesso più semplice, sia in termini di reperibilità che di prezzo alla lettura sarà sempre benvenuto.

 

Personalmente sono stato, dunque, contento di vedere gli espositori dei “Live”, un po’ dappertutto, dalle librerie ai centri commerciali, anche se c’è da dire che l’accoglienza riservata a questi volumi non sempre è stata positiva; in particolare le dichiarazioni di editori e librai, pur dimostrando una certa cautela, sono tutte improntate all’insostenibilità economica dell’iniziativa e a considerarla un’operazione di marketing da parte della Newton, che dal canto suo  afferma di non lavorare e di non aver mai lavorato in perdita.

 

Se è comunque comprensibile l’atteggiamento degli editori, che vedono una contrazione delle vendite nel settore “tascabile economico” a causa della crisi, della diffusione degli e-book e ora di una rincorsa al prezzo più basso e se è comprensibile anche l’atteggiamento di alcuni librai che, pur mantenendo invariato il costo di gestione logistica del volume “economico”, hanno un margine di guadagno sempre più risicato, quello che è proprio inaccettabile è l’atteggiamento di certi “lettori”.

 

Tornando al “Rapporto sulla promozione della lettura in Italia” il 6,3% degli italiani leggono più di 12 libri l’anno, un numero talmente esiguo da poter essere quasi considerato una “casta[1], ed è così che infatti si comportano. Di fronte ai “Live” della Newton, infatti l’atteggiamento più comune, da parte di certi “lettori”, è stato di snobismo nei confronti dell’iniziativa: la carta della Newton si sfalda, le traduzioni sono imprecise, la colla puzza, la copertina contiene pubblicità. Vanno bene dunque i volumi rilegati a 25 euro e gli e-book a 7,99 in un paese dove per legge è vietato persino fare sconti sui libri se non entro certi limiti. La Newton, in parte, ha aggirato l’ostacolo della legge Levi non proponendo sconti ma tagliando proprio il prezzo di copertina e a certi grandi editori, certi grandi distributori e pure ad alcuni autori di “best seller” nostrani sembra che la cosa non stia andando giù. Poverini adesso hanno bisogno di una legge per imporre un prezzo minimo di copertina, si potrebbe fare, che ne so, 10 centesimi a pagina…

 

Dal canto mio, degli attuali titoli  Live ho già quello che mi interessa, forse prenderò “L’assedio di Roma” di Andrea Frediani, anche se da un po’ di tempo sto comprando solo libri in formato elettronico, sopratutto per lo spazio e la comodità di archiviazione.  Ad ogni modo ribadisco, per quel che vale, tutta la mia stima e il mio plauso alla Newton Compton.

 

 

[1] chissà  gli elettori del ex-comico genovese  considerano “casta” i lettori abituali, le dichiarazione antiscientifiche del loro guru di riferimento mi farebbe protendere per il sì.

 

 

 

 

 

2mm-season-two-nativityCi siamo lasciati ad Admiral City la notte del 23 aprile del 2012, molte cose sono successe nei pressi di ciò che resta della Salazar Tower, molti eroi sono morti, lo stesso American Dream è stato fatto a pezzi. I piani di Mezzanotte sono stati sventati e la teleforce ha mostrato realmente, per la prima volta, il suo incredibile e terrificante potere, gli equilibri mondiali sono stati stravolti ma non è ancora finita.

L’universo di Due Minuti a Mezzanotte ha ancora molto da dire e alla storia a puntate, che ci ha accompagnato per buona parte del passato 2012, non è stata messa ancora la parola fine.

Dopo la conclusione, letteralmente, col botto della prima round robin supereroistica italiana, il creatore di mondi, Alessandro Girola, rilancia con “Due Minuti a Mezzanotte – Nativity”, il seguito della storia fantastica di supereroi e di avventure, che ci allieterà in questo 2013, seguendo, ancora una volta, lo schema della scrittura collettiva e che ci riporterà nel mondo ucronico dove i Super e la Teleforce sono una realtà, in un 2014 alternativo dove, di nuovo, si deciderà il futuro dell’umanità.

Nell’attesa del capitolo introduttivo ad opera dello stesso Alex e annunciato  qui non ci resta, dunque, che gustarci questo spettacolare trailer.

 

Questo 2012 ha segnato la svolta nella vendita di due gadget tecnologici, due device, simili nella forma, tanto da essere spesso confusi e che in modo diverso hanno cambiato e stanno cambiando le modalità di fruizione delle informazioni, mi riferisco ai tablet e agli ebook reader.

Il primo tablet commercializzato è stato nel 2010 l’iPad della Apple, un dispositivo in grado di connettersi ad internet e far girare applicazioni dedicate; il primo ebook reader, invece, è stato, il Kindle, lanciato da Amazon nel 2009 utilizzando la tecnologia e-ink [1].

In tutto ciò si inserisce Google con un nuovo sistema operativo pensato per i cellulari, Android, che in breve tempo si è diffuso ad ogni forma di apparato in mobilità (e non) e ha permesso la realizzazione e la diffusione di tablet ed ebook reader a costi contenuti, il risultato: alla fine del 2012 questi aggeggi sono presenti praticamente in tutte le case.

Esempio di squallida propaganda neo-luddista

Esempio di squallida propaganda neo-luddista

Cosa ha cambiato la diffusione di questi apparecchi?

Un tablet è un dispositivo multi-purpose in grado di permettere, mediante un accesso wireless, di essere sempre connessi ad internet e poter avere a disposizione social network, motori di ricerca, fonti di informazioni in tempo reale. Inoltre i tablet attuali sono sufficientemente potenti da far girare applicazioni ludiche e di produttività, in pratica consentono di giocare e di lavorare da remoto con un oggetto leggerissimo e portatile molto più di un notebook.

Un ebook-reader è un dispositivo progettato per un unico scopo: leggere libri e lo fa dannatamente bene. Lo schermo di un e-reader utilizza una tecnologia, denominata e-ink, che mediante campi elettrici fa ruotare microsfere polarizzate e colorate di bianco e nero in maniera tale da comporre, sullo schermo, i caratteri della pagina di un libro in maniera estremamente realistica.

E’ evidente che la diffusione di questi apparecchi, come di tutte le nuove tecnologie, non può non avere un profondo impatto sulle abitudini della gente, è sempre stato così. Prendiamo ad esempio il walkman negli anni ’80, tutti in giro con le cuffiette di spugna ad ascoltare musica, stessa scena che si ripete nei primi anni del 2000 con i primi iPod e gli auricolari senza parlare dell’enorme rivoluzione sulla vita di tutti i giorni che hanno portato i telefoni cellulari. Allo stesso modo, adesso,  è tutt’altro che  raro vedere gente in treno, in bus o in metropolitana smanettare sul tablet o leggere un libro sul e-reader.

Oggi, però, c’è l’acuirsi di un fenomeno, quello del neo-luddismo, che è sempre stato presente in ogni rivoluzione tecnologica ma che in questi anni è passato dall’essere semplicemente fastidioso a diventare, quasi, d’intralcio.

Il fenomeno del luddismo, a dire il vero, ha radici più economiche che sociali, o meglio nasce e si diffonde quando una classe sociale teme di perdere i privilegi economici, derivanti dal proprio status, ad opera delle tecnologia; non per niente lo troviamo in Inghilterra alla fine del 1700, in piena rivoluzione industriale, quando le macchine erano considerate la causa della disoccupazione e dei bassi salari ma sopratutto andavano ad infrangere tutta una serie di monopoli.

Sulle astronavi non c'è molto spazio per le librerie

Sulle astronavi non c’è molto spazio per le librerie

Questo è il motivo per cui ci sono innovazioni tecnologiche che stimolano di più la componente luddista della società. Se l’introduzione della musicassetta e del walkman, che andavano a sostituire il vecchio mangiadischi, non avevano portato a nessuna reale resistenza, in quanto sostanzialmente innocui, con la nascita del CD (duplicabile) si è cominciato a sentire cazzate del tipo che il suono del vinile è ineguagliabile, con la compressione degli MP3 poi… OK, ma io quando la musica si poteva ascoltare solo su vinile c’ero e fra fruscii, testine che saltavano, scratch e quant’altro, francamente preferisco un Mp3 a 64kbps. Adesso tocca al libro, sì perché le stesse cazzate sul romanticismo dei fruscii del vinile oggi le sentiamo sulla puzza di muffa sull’odore della carta. Ma volete mettere la sensazione tattile dello sfogliare delle pagine al meccanico ticchettio di un pulsante sul Kindle…

In realtà il libro elettronico fa paura. Fa paura alle case editrici per il solito motivo legato alla pirateria, sì perché non c’è nulla che l’editore possa fare per evitare che il proprio ebook possa essere facilmente duplicato in infinite copie e in maniera illegale, nulla tranne venderlo ad un prezzo equo. Che mi frega di andarmi a scaricare un libro pirata se l’originale lo trovo a 1,99? Poi ci saranno anche quelli che il libro lo scaricheranno comunque, ma in ogni caso non l’avrebbero comprato. In Italia, ovviamente, gli e-book si trovano a 8,99 e anche di più, un abominio. Ma l’ebook fa paura anche agli scrittori, quelli che hanno dovuto pagare per essere pubblicati dalle case editrici, quelli che hanno dovuto vedersi i propri libri riscritti per vederli pubblicati, quelli che sono semplicemente raccomandati, quelli che hanno approcciato la letteratura partendo da un campo differente. Tutta questa gente ha paura di venire soppiantata da scrittori indipendenti o legati a micro-case editrici che si autopubblicano non dovendo sopportare i costi di stampa e distribuzione.

In questo 2012 si è assistito a più di un attacco da parte di questi personaggi al libro elettronico, ridicoli anatemi basati su stravaganti concetti ambientalistici, inesistenti basi tecnologiche e noiose menate neo-romantiche. Nessuno che si renda conto di essere ridicolo al punto di mettere al primo posto il contenitore rispetto al contenuto, probabilmente perché loro di contenuti ne hanno pochini.

La carta usata, la nuova frontiera delle droghe

La carta usata, la nuova frontiera delle droghe

Ma falsi-scrittori ed editori si possono comprendere, ne hanno un tornaconto economico, quelli che invece mi danno maggiormente fastidio sono coloro che neo-luddisti lo sono gratuitamente. Una manica di fessi radical-chic che i libri li comprano scegliendoli dalla top ten in edizione rilegata ed esclusivamente per farne un feticcio da mettere nella libreria del soggiorno. Gente che legge 5 libri l’anno, di cui tre sotto l’ombrellone e scegliendoli fra le perle di Fabio Volo e le Cinque Sfumature di qualche cosa. Fatevelo dire siete delle teste di cazzo e lo siete a maggior ragione quando il vostro messaggio neo-luddista volete lanciarlo utilizzando i social network, siete gli stessi pseudo-ambientalisti della domenica, che pensano che la raccolta differenziata e l’abolizione delle buste di plastica risolveranno tutti i mali,  gli stessi stolti che hanno bisogno di una battaglia da poter condividere su Facebook. Siete inutili, anti-storici, superati e ignoranti, ignoranti nel senso più ampio del termine, eh, perché forse, non ve ne siete accorti, mentre vi dedicate ai vostri girotondi virtuali sui social network condividendo la foto della Foca Monaca in via di estinzione il resto del mondo va avanti senza di voi e negli Stati Uniti si stima che l’anno prossimo verranno venduti libri elettronici per il 45% del totale, capite 45% e l’ebook reader è stato inventato solo cinque anni fa, forse perché chi i libri li compra trova l’innovazione migliore del vostro pseudo romanticismo?

 

 

[1] Non rompetemi il cazzo dicendo che il primo tablet è stato inventato nel millenovecentosettantaequalcosa da un monaco boemo a cui il piccolo Steve ha rubato il progetto