Poco prima di Natale è iniziata la mia avventura con la lettura digitale, l’idea era di utilizzare per qualche mese un tablet cinese come e-book reader per vedere se l’esperienza di lettura fosse sufficientemente appagante.

Devo ammettere che al di là di ogni più rosea aspettativa leggere i libri sul tablet è stata davvero un’esperienza piacevole, a parte il leggero fastidio della retroilluminazione (utilissima però per leggere a letto) e l’impossibilità di leggere all’aperto. Fra le altre cose nel frattempo ho cambiato il Blackberry con un Galaxy con uno schermo sufficientemente grande  da permettermi di leggere libri, il che è una grossa comodità specie quando sei fuori casa.

Il vero limite, per quanto mi riguarda, della lettura sul china-tablet e sul cellulare è la maledetta batteria, è sempre scarica quando serve! La sera, quando mi viene voglia di leggere, me li ritrovo entrambi inutilizzabili, poi diciamolo il tablet cinese fa schifo anche solo come e-book reader, comunque nonostante tutto, da Natale avrò letto non più di 3 libri in cartaceo e quindi mi pare giunto il momento di eliminare tutti i problemi che affliggono i tablet e passare alla fase 2: acquistare un vero e-book reader.

In realtà non è stata una scelta granché ponderata, avevo bisogno solo di una scusa qualunque con me stesso e quale migliore pretesto del trovarmi in campagna, controvoglia, con una connessione ad internet simile a quella di Telecapodistria dalla Puglia nel 1978 e un sole accecante, per poter decretare l’indispensabilità dell’acquisto di questo nuovo, meraviglioso, gadget.

Perché proprio il Kindle? Beh non c’è bisogno di fare molte ricerche per stabilire che come rapporto costi/prestazioni sia quanto di meglio in circolazione, nonostante la limitazione relativa al formato e-pub(anche se Calibre fa miracoli [*]) e la mia naturale avversione agli ecosistemi chiusi  [**] come quello di Amazon.

A dirla tutta la spinta definitiva me l’ha data lo sconto di 10 euro praticato da Amazon grazie al codice promozionale gentilmente regalatomi dall’amico di Base Giacomo Dacarro che mi ha permesso di avere il giocattolino a soli 89 euro.

E proprio mentre io sto cliccando sul pulsante “paga” ,  Amazon rende noto che nel Regno Unito la vendita di e-book ha superato quella dei libri cartacei del 14%, un traguardo impensabile nei soli due anni di diffusione dello store Amazon. Ovviamente in italia per raggiungere un simile risultato ci vorranno decenni dato che da noi sono più i libri di cassetta, acquistati come status symbol per essere riposti in libreria, di quelli effettivamente letti; del resto  non fa granché figo mostrare dei file agli amci e va anche considerato che in italia si legge solo in italiano e il numero di ebook nella lingua di Dante è, effettivamente, ancora troppo basso.

Beh che dire, la prima impressione col Kindle è decisamente buona anche se  non ho ancora avuto modo di provarlo a pieno. Posso solo dire che rispetto al tablet è leggerissimo e molto meno affaticante per la vista anche se devo lasciare accesa la luce del comodino. A questo punto credo che visto il ridotto spazio disponibile smetterò di alimentare la mia vena collezionistica per comprare solo libri in formato digitale a meno ovviamente dei libri che di volta in volta scoverò dalle varie bancarelle (quelli presi in passato già costituiscono il 50% delle centinaia di volumi che affollano casa mia).

[*] è stata una figata pazzesca prendere l’e-book dell’antologia Ucronie Impure curata da Alessandro Girola, e con due ckick utilizzare Calibre per trasformarla in mobi e fargliela mandare direttamente sul Kindle.

[**] quando parlo di ecosistemi chiusi non mi riferisco a stupide battaglie fra open e closed source ma all’atteggiamento odioso e  disdicevole di aziende che raggiunta una certa quota di mercato tendono a realizzare formati proprietari e a chiudersi al resto del mondo nell’illusione, più volte smentita dalla storia, che possano così diventare leader incontrastati del mercato. E’ il caso, ovviamente, di Apple e in parte anche di Amazon.

Siamo nel 1973, la crisi energetica scatenata dalla Guerra del Kippur ha ridotto al tappeto l’economia planetaria, il prezzo del petrolio è alle stelle e mentre i Capi di Stato cercano soluzione politiche, un industriale visionario, il portoricano Hal Salazar, sta finanziando alcuni esperimenti sull’utilizzo di energie alternative, riutilizzando alcuni studi di Nikola Tesla.

Le otto centrali realizzate in tre diversi continenti per la sperimentazione hanno prodotto, per pochi istanti, la Teleforce, una nuova e misteriosa fonte di energia incontrollabile e che entrando in contatto con gli esseri umani presenti nelle centrali ha donato loro dei nuovi poteri trasformandoli in veri e propri supereroi o supercriminali.

Da queste premesse nasce il progetto “2 Minuti a Mezzanotte” il nuovo progetto di Alessandro Girola, una  round robin, una storia di fantascienza a carattere supereroistico composta da capitoli consequenziali. Ciascun capitolo è opera di un autore diverso.

“Due Minuti a Mezzanotte” è aggiornato settimanalmente ed è possibile leggere tutto sia online che in formato e-pub o mobi, per chi dispone di un e-reader.

Essendo il progetto realizzato col contributo di diversi autori è ovviamente il risultato di una sovrapposizioni di idee e di stili di scrittura ma, al contrario di quel che si potrebbe pensare e a differenza di altre iniziative simili, la qualità del prodotto rimane sempre decisamente alta e gran parte del merito è da attribuire proprio ad Alessandro Girola, che possiamo definire il curatore del progetto.

Di Alessandro avevo già parlato in merito al suo romanzo breve “Prometeo e La Guerra – 1935” ; di lui ho più volte potuto apprezzare lo stile di scrittura sobrio e senza i fronzoli e le infiocchettature tipiche del manuale del giovane scrittore ma sopratutto la sua più grande dote: quella di essere un creatore di mondi (*). Sì perché il successo e la qualità di 2MM la si deve indubitabilmente allo scenario creato da Alessandro che è riuscito a mettere in piedi un’ucronia credibile e con delle regole precise che guidano i partecipanti al gioco rendendo loro (relativamente) semplice il compito di proseguire la storia.

Alessandro non è nuovo a questo genere di iniziative; parlando di 2MM non è possibile non citare la pandemia gialla del “Survival Blog” progetto di scrittura collettiva nato nel 2010 e fra i più scopiazzati nel web  di cui in un certo senso questo progetto è la prosecuzione ideale; è stato proprio grazie alla pandemia gialla che io ho avuto il primo incontro con il lavoro di Alessandro.

Lo scenario delineato per 2MM si presta così  bene a scriverci delle storie che negli ultimi mesi c’è stato un proliferare di racconti autoconclusivi, più o meno lunghi, estranei alla narrazione della round robin ma dalla quale prendono in prestito personaggi e ambientazione. Gli spin-off sono assolutamente da non perdere, alcuni  sono delle vere e proprie perle e  nascondono personaggi fantastici meravigliosamente caratterizzati come Marilyn di Germano Greco o Sibir dello stesso Alessandro Girola.

Se vi ho in qualche modo incuriosito, se amate i super eroi e la fantascienza… beh non vi resta che entrare nel blog e leggervi le storie di “Due Minuti a Mezzanotte”, non ve ne pentirete ed è tutto gratis.

(*) citazione di Gianluca Santini

 

Parlare con una scrittrice di successo mi fa sentire sempre inadeguato. Ho sempre il terrore di dire cose sciocche o meglio ho il terrore che l’altro capisca che sto dicendo cose sciocche, con la maggior parte della gente non c’è questo problema. Ma partiamo subito con l’intervista a J.Tangerine la bravissima scrittrice italiana, autrice del romanzo di fantascienza “Apocalypse Kebab”.

A: La prima domanda che ho sempre voluto farti è questa: tu il kebab lo preferisci di pecora, secondo la ricetta tradizionale, o col maiale come lo fanno nei gyros grechi e nei centri commerciali nostrani?

J: Ogni tanto lo compro in una kebaberia conforme ai precetti islamici ma il più delle volte prendo la versione imbastardita. Ma come mai ti interessa, stai per convertirti all’islam? O ti sei fumato la lattuga di contorno? 

La mia prima domanda non era peregrina ma fondamentale per sapere se sei una scrittrice globalizzata; io per esempio preferisco il kebab dei centri commerciali, è una valida alternativa per il pranzo col Crispy McBacon del McDonald’s, una volta ho provato a fumare la lattuga del BigMac, un’esperienza inconfondibile che… solo da McDonald’s. Comunque c’è scritto anche nel programma elettorale di Beppe Grillo che l’alimentazione sana è importante e mi pare di ora di adeguarsi prima che la grande distribuzione ci proponga otto tipi diversi di olio di ricino

A: A proposito di Beppe Grillo hai visto la straordinaria affermazione del Movimento 5 Stelle alle elezioni amministrative. Cosa ne pensi dei sostenitori dell’artista estromesso dalle TV nazionali a causa della miopia del sistema mediatico che non accetta di far andare in video un comico che non fa ridere?
J: Sono ansiosa di vederli all’opera, dopo tante parole. Certo, quell’uscita di Grillo sulla mafia è stata a dir poco raccapricciante. In ogni caso, visto che il PDL pare voler candidare  Jerry Scotti, potremo organizzare le elezioni via televoto.

Non lo sai che il televoto e l’ultima è più grande espressione di democrazia diretta, l’importante che ci si possa accedere anche con Facebook. Del resto, si sa, le elezioni non servono a molto, tanto, citando Loki in the Avengers: sono nati per essere governati, alla fine si inginocchieranno sempre.

A: Tornando a Loki, sono sicuro che anche tu, come tutti gli scrittori di urban fantasy non hai potuto fare a meno di andare al cinema a vedere il film dell’anno, sai mentre io lo guardavo immaginavo Alexandra Zahradnik al posto di Natasha Romanova, tuttavia non ce la vedo Scarlett Johansson nel ruolo di Alex. Se un giorno Joss Whedon volesse fare una trasposizione cinematografica dell’Apocalisse tu chi ci vedresti nel ruolo di Alexandra?
J: Prima di tutto, ovvio che ho visto The Avengers, e il mio personaggio preferito è proprio Loki. Davvero interessante, sfaccettato, più incazzato che davvero malvagio, ma come tormentato. Certo, se cresci all’ombra di un fratello bietolone culturista, col ciuffo così laccato che da solo ha bucato l’ozono di tutto l’emisfero australe, per forza manifesti qualche problemuccio caratteriale. Ma di cosa stavamo parlando? Ah sì, di Alexandra. No, la Johansson non andrebbe affatto bene: troppo sensuale e sicura di sé. E troppo glamour. Alex è appuntita e ruvida, un misto di spacconeria e fragilità, un pulcino con gli artigli. Summer Glau, per come è apparsa nella serie Alphas, ha l’aspetto giusto. È molto brava ed ha anche già lavorato con Whedon: siamo a cavallo, no?

A cavallo, a cavallo… ma non lo sai che Summer Glau porta sfiga? Avesse portato a compimento una serie che fosse una! Comunque convengo che è gnocca, ma parliamo di cose serie (sì lo so che la gnocca è una cosa seria): i terremoti.

A: Tutti sanno che quello che è successo in Emilia è causato dal sistema HAARP utilizzato dai poteri forti e dalle banche per distogliere l’attenzione dai veri problemi della nazione e dalle tasse; alcune voci, tuttavia, dicono che il terremoto sia stato causato da un attacco degli Inferenti che si sono teletrasportati nella faglia appenninica, puoi confermare?
J: Certo! Li ho mandati sotto casa della mia editor, per quanto mi ha rotto le palle su questo libro. No, vabbè, magari! Ci sono stati ventisei morti nessun Inferente figo, purtroppo.

Capisco pochi 26 morti per un attacco degli inferenti.

A: Parliamo ora delle tue abitudini casalinghe, voci bene informate dicono che hai cercato di affettare un cocomero con la sciabola e che ti sei quasi tranciata una falange di netto.  E’ vero o sono pettegolezzi infamanti messi in giro nella blogosfera italiana?
J: Voglio chiarire la cosa una volta per tutte: non era un cocomero ma un ananas. La blogosfera italiana è davvero un ambiente malato.

Già dovremmo tutti tornare alle vecchie BBS.

A:  Veniamo adesso a quella troia di Alex; ma ti sembra normale che in un romanzo di urban fantasy ci debbano essere tutte quelle parolacce in bocca ad un’adorabile signorina che cerca di salvare il mondo dalla furia omicida proveniente da un’altra dimensione. Ma cazzo, dico io, non lo sai che quando ti pestano come una zampogna il fair play è fondamentale, lo capisci o no che il tuo libro lo mettono sullo stesso scaffale di Harry Potter e che se i 14enni che leggono quella merda dovessero, per sbaglio, leggere la parola figa nelle tue pagine finiscono in bagno a farsi le seghe per un mese; vuoi davvero avere tutti quei brufoli sulla coscienza?
J: Hai ragione, sono un’irresponsabile. È notorio che se sei un’ex bambina di strada e stai morendo per una overdose di mazzate procurata da un alieno feroce e apparentemente inarrestabile, sola, disperata e martellata dalla pioggia, la parola che ti sale alle labbra non può essere che POFFARBACCO!

POFFARBACCO! Torniamo all’urban fantasy.

A: E’ mai possibile che bisogna inventarsi sempre nuovi generi. Se dichiaravi, com’è giusto, di aver scritto un libro di fantascienza ti mettevano in libreria insieme ad Asimov e a Dick e ti risparmiavi i lettori di Harry Potter. (In realtà se dichiaravi di scrivere fantascienza non vendevi nemmeno una copia ma questo resti fra noi). Ma dimmi, la prossima volta, che ne pensi di scrivere un bel romanzo di fantasy gastronomica ambientato nel cesso di un McDonald’s?
J: Ammetto che etichettare un romanzo per me è come afferrare un’anguilla insaponata. Però l’idea del cesso del McDonald’s potrebbe essere promettente. :)

No, quei cessi sono sempre troppo lindi…

A: Quando ho scritto la prima volta di Porcaccia un Vampiro, ho detto che un romanzo di vampiri scritto da una donna è in genere una garanzia di vaccata e che leggendo il tuo romanzo mi sono dovuto ricredere. (in effetti le uniche vere critiche che ho letto su di te provengono da ragazzine illetterate che scrivono su fondo rosa con le gif animate di pipistrelli) Ammetto che la mia prevenzione nei confronti delle scrittrici femmine si estende anche e soprattutto alla fantascienza, anche questa volta però mi sono dovuto ricredere; era successo solo una volta, con il ciclo dei Dragonieri di Pern di Anne McCaffrey che pure è rimasto nella mia libreria per anni prima di essere consumato. Ora la mia domanda è: quando ti fai operare?
J: Non credo che farmi trapiantare il bigodino potenzierebbe la mia personalità da camionista, già predominante. Comunque, nel tuo rosario di pregiudizi mi pare manchi quello sugli scrittori italiani. Ti è mica sfuggito? Se sei italiano, devi per forza scrivere male, o essere noiosissimo, o entrambe le cose. Se poi sei italiano e scrivi fantasy o fantascienza, allora sei più in basso del più appestato tra i nemici dell’igiene. Dal mio punto di vista, tutte ottime ragioni per continuare.

Questo pregiudizio me lo conservo per la fiction italiana… a breve il mio post  “Ashes to Ashes vs Don Matteo”.
Comunque il fatto che tu sia un’eccezione… com’era il detto?

Bene J.Tangerine ancora una volta ti ringrazio per l’intervista e per la quarta di copertina della nuova edizione dell’Apocalisse ma sopratutto perché, grazie a te, d’ora in poi, penserò ai bigodini in modo del tutto diverso.

Un caro saluto a Ray Bradbury, un altro autore che ha condizionato la mia vita e che purtroppo oggi ci ha lasciato se pure all’età di 92 anni.

Genitori di origini svedesi nasce in Illinois e si trasferisce, da adolescente, in California dove si approccia alla fantascienza diventandone un vero innovatore.  Probabilmente verrà ricordato per sempre per The Martian Chronicles, una raccolta di racconti incentrati sulla conquista di Marte e sopratutto per Fahrenheit 451, il suo primo romanzo, pubblicato nel 1953 e ambientato in un futuro distopico dove è reato la lettura e dove i libri devono essere bruciati.

In realtà non si contano i racconti e i romanzi di Bradbury che è stato anche un grandissimo sceneggiatore cinematografico e televisivo dove ha scritto anche alcuni episodi di “Ai Confini della Realtà

R.I.P.

Oggi, come ogni anno dal 1996, si festeggia la giornata mondiale del libro, evento patrocinato dall’UNESCO che  ha proclamato il 23 aprile di ogni anno “Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore” (28 C/Resolution 3.18 del 15 novembre 1995)(1).

La giornata mondiale del libro ha come obiettivo quello di promuovere il piacere della lettura e  valorizzare il contributo degli scrittori al progresso socio-culturale dell’Umanità.

Il 23 aprile fu  scelto perchè il 23 aprile 1916 sono morti  Miguel de Cervantes (1547-1616),  William Shakespeare (1564-1616 )(2) e Inca Garcilaso de la Vega (1539-1616).

Io, per quel che conta, invito chiunque dovesse imbattersi, anche casualmente, in questo articolo ad un utilizzo maggiormente oculato della TV e a dedicare anche solo 15 minuti della giornata ad assaporare il piacere della lettura (non importa che sia un romanzo o un saggio, un libro o un e-book).  Sarà più faticoso ma… la cultura ne guadagna e anche il senso critico.

Visto che siamo in tema, lo so non lo aggiorno spesso, ma vi segnalo il mio profilo su Anoobi

(1) la Giornata mondiale del copyright merita una trattazione separata che non ho voglia di fare stasera.
(2)  Shakespeare è morto il 23 aprile secondo il calendario giuliano vigente in Inghilterra nel 1600, dunque dieci giorni dopo.