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L’elettroforo o anguilla elettrica (Electrophorus electricus), è un pesce d’acqua dolce appartenente alla famiglia Gymnotidae ed è conosciuto soprattutto per la sua capacità di generare dei potenti campi elettrici.
L’elettroforo possiede tre paia di organi elettrici addominali in grado di produrre una differenza di potenziale e generare così un campo elettrico. In pratica il pesce, che nonostante il nome non è un’anguilla, ha dei muscoli costituiti di cellule speciali denominate elettrociti all’interno delle quali scorre la corrente elettricia con un meccanismo è simile a quello di una batteria, nella quale piatti conduttori producono una carica elettrica. Lungo i fianchi del pesce, gli elettrociti, presenti in un numero che va dai 5 ai 6.000, possono produrre in questo modo una scarica di più di 500 volt, ed un flusso di corrente pari ad 1 ampere (500 watt). (Informazioni tratte da Wikipedia)
Un elettroforo dunque è in grado di produrre una scarica in grado di uccidere un uomo adulto ma è in grado anche di alimentare un albero di natale giapponese.

Il pesce mangia sia pesci che piccoli mammiferi, quindi, pensavo, che se ne prendiamo un certo quantitativo li chiudiamo in un acquario e gli diamo da mangiare gli infiniti ratti che infestano Bari potremmo risolvere il problema energetico della Puglia senza ricorrere a centrali nucleari, inefficienti pannelli solari o pali eolici… devo vedere di far arrivare il suggerimento a Nichi Vendola :-)

«Noi sappiamo che in caso di caduta del Governo il Capo dello Stato ha le sue prerogative. Lo sappiamo benissimo che funziona così. Ciò che non sappiamo e non vogliamo capire, e che non ci piace per niente, è che il Capo dello Stato, nelle sue prerogative, possa pensare che per risolvere i problemi di questo Paese si mandi a casa chi ha vinto le elezioni, Berlusconi e Bossi, e si mandi al governo chi le ha perse, Casini e Bersani. E su questo si innesca una polemica perchè noi andiamo a toccare le prerogative del capo dello Stato. Noi sappiamo che le ha ma ce ne freghiamo, cioè politicamente riteniamo che non possa accadere questo. Anche i partiti hanno le loro prerogative»
Denis Verdini, coordinatore del PdL

Nell’attesa di tempi migliori pubblico qui, senza alcun commento, non credo ce ne sia bisogno  il  pensiero di Denis Verdini, coordinatore del PDL  per chi fosse interessato alla sua biografia c’è sempre Wikipedia

La Terra è un pianeta straordinario, culla dell’umanità, unica specie di esseri viventi, ad oggi conosciuta, in grado di incidere sulla natura e di plasmare il pianeta stesso secondo le proprie necessità. Ma la Terra è anche un piccolo pianeta con risorse, tutto sommato, limitate e certamente  insufficienti per sostenere i sei miliardi e mezzo di persone che l’affollano senza creare sperequazioni o la necessità di livellare verso il basso la qualità della vita della sua popolazione. Per questi motivi è necessario che le risorse vengano ottimizzate e si cerchi di ridurre al minimo gli sprechi, gli interventi inutili e dannosi sull’ambiente e quelli funzionali solo al guadagno di pochi.

L’ambiente dunque è una cosa seria, importante, troppo importante per lasciarne la tutela agli ambientalisti, ma sempre più spesso di ciò ci si dimentica e si lascia che poche persone, in buona fede certo ma spesso con una visione delle cose ristretta da meccanismi ideologici, incidano pesantemente su scelte che andranno sul lungo periodo a determinare le sorti di tutti.

Così nel nome dell’ambiente si fanno passare provvedimenti certe volte irrilevanti quando non controproducenti, uno fra tutti, quello che personalmente continuo a trovare esilarante è il divieto della commercializzazione degli shopper di plastica che entrerà in vigore nel 2011.

A prima vista sembrerebbe una scelta saggia quella di limitare la diffusione si sacchetti di polietilene che potrebbero finire per creare danni all’ambiente, data la loro tendenza a non essere facilmente biodegradabili; il fatto è che, come al solito, a fronte di un problema reale manca una soluzione sostenibile.

Il rimedio, a detta degli ambientalisti,  sarebbe quella di portarsi da casa buste di tela, sacchetti di cotone, cartoni, panieri, zaini per trasportare gli acquisti fatti nei negozi. I centri commerciali, naturalmente,  non si sono fatti sfuggire il business e hanno creato tutta una linea di prodotti per contenere la spesa (corredati dai loghi aziendali) da vendere ai consumatori in maniera che possano riutilizzarli in quello o in altri centri commerciali, trasformando così i clienti  in  veicoli pubblicitari più o meno inconsapevoli. Naturalmente la scelta di sostituire le buste di plastica con la sporta da portarsi da casa era ed è improponibile e come si è visto in tutti i centri commerciali che hanno anticipato l’entrata in vigore delle nuove norme dopo un avvio in salsa ambientalista, i consumatori hanno smesso di portarsi le buste da casa e hanno ripreso a comprare i sacchetti al centro commerciale; fenomeno questo a malapena mitigato dalla crisi economica che spinge al riutilizzo ma per motivi diversi. Ancora una volta, però, la GDO non si è lasciata sfuggire i business così al posto dei sacchetti di polietilene(che prima forniva gratuitamente) oggi vende sacchetti in mater-b, un materiale altamente biodegradabile, talmente biodegradabile che raramente arriva alla macchina. Così il consumatore paga delle cifre assurde per portare a casa un sacchetto che non può più riutilizzare.

Ora parliamoci chiaramente, se è vero che un sacchetto di polietilene può causare danni all’ambiente è pure vero che questi sacchetti venivano conservati e riutilizzati per raccogliere la spazzatura. Dunque oggi siamo costretti da un lato a compare le buste in mater-b da buttare subito dopo l’uso e dall’altro a comprar buste di plastica in polietilene o polipropilene per raccogliere i rifiuti. C’è qualcosa che non va vero?

Concludendo gli imballaggi in polietilene sono riutilizzabili,  recuperabili per via energetica e riciclabili, certo non sono biodegradabili ma non è questo il peggiore dei mali se usati razionalmente; di contro non esiste un’alternativa credibile alla plastica che comunque regna sovrana in tutti gli imballaggi, anche là dove se ne potrebbe fare a meno. Dimenticavo, se ancora non fosse chiaro, portarsi la sporta da casa NON è un’alternativa credibile.

Ciao Julian,

scusa il disturbo,  e scusa se ti do del tu ma sai sembri un tipo che non si formalizza, ho letto che le tue prossime rivelazioni “scomode” riguarderanno le banche. Sai Julian a me di sapere che la Bank of America si è inguaiata con la storia dello scandalo dei pignoramenti fotte ‘na sega.

Lo so che fuggire per il mondo e rifugiarsi nelle grotte in mezzo alle montagne insieme a Bin Laden  non deve essere uno spasso, specie  con la CIA alle costole, e mi rendo conto che non deve essere nemmeno facile rispondere alle mail con telefoni satellitari criptati che devi cambiare ogni tre quarti d’ora, fra l’altro mi dicono pure che non siano così facili da trovare sulle montagne; però, caro Julian, sicuramente tu potrai aiutare me e migliaia  di persone in giro per il mondo che da decenni si fanno la stessa domanda, dimmi Julian loro sono fra noi?

Si lo so che questa rivelazione potrebbe essere sconcertante per gli equilibri mondiali, mi rendo conto che anche per te dare queste notizie a cuor leggero non deve essere facile, però dai Julian, tutto sommato dopo aver detto che Berlusconi fa i festini selvaggi sul lettone di Putin (libera interpretazione della storia dei regali importanti) cosa sarà mai per te rivelare i cables fra Washington e l’ambasciata U.S.A. su Prima Centauri? Ti prego Julian, è vero quel che si vocifera circa l’ambasciatore Londo Mollari? Si dice in giro che sia  un tipo eccentrico che ama circondarsi di donne terrestri dai facili costumi (escort) e che abbia eletto come ambasciata centauri una villa in Sardegna messa a disposizione dal premier italiano, il quale avrebbe importato, con un volo interstellare di stato, 150 unicorni centauri per far sentire  l’ambasciatore a casa sua; naturalmente anche gli unicorni hanno bisogno di uno stalliere, se poi ti recapitano una testa mozzata di unicorno almeno sai a chi rivolgerti…

Dai Julian ci puoi confermare queste indiscrezioni? E’ vero quel che si dice dell’Area 51 che verrebbe usata come una Guantanamo dei centauri per imprigionare i terroristi narne che non si sono piegati all’occupazione centauri e che la CIA avrebbe anche fatto dei corsi ai soldati centauri sulla tecnica del waterboarding?

Scusami Julian se ti ho fatto perdere tempo con tutte queste domande, mi rendo conto che ci sono rivelazioni più importanti, come il colore dei calzini di Sarkozy, però dai se puoi accontentami, grazie.

Con immutata stima.

Angelo

Brutte notizie per tanti bambini francesi che, domenica 31 ottobre, durante un’interruzione pubblicitaria nel famoso film di animazione Ratatouillè, trasmesso sulla rete privata TF1, hanno scoperto, niente meno, che Babbo Natale non esiste in uno spot della Banca Mutual. Bambini increduli in lacrime, sconcerto fra i genitori costretti a metterci una pezza, rivolte su Facebook con gruppi nati ad hoc e lettere di protesta alla banca e alla TF1; un tale putiferio che lo spot è stato modificato e tolta la frase incriminata che in italiano reciterebbe, seccamente, più o meno, così: “Ho una brutta notizia da darti, Babbo Natale non esiste!”.

Leggere queste notizie aumenta la stima del nostro paese; fa piacere sapere che non siamo l’unico popolo idiota a livello planetario, almeno non sempre.

Sotto il video incriminato e la storia secondo i media francesi (ovviamente in francese)