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Non amo particolarmente il Natale, quest’anno però, sarà l’entusiasmo del bimbo, sento di più l’atmosfera natalizia. Oggi è la festa dell’Immacolata, tradizionalmente, dalle mie parti, si mangiano, panzerotti(*) e si mettono su il presepe e l’albero di Natale. Sinceramente la ricostruzione della natività di Gesù Cristo non mi ha mai detto molto a parte i bei ricordi d’infanzia quando mio padre era meno pigro di quanto lo sia diventato invecchiando e insieme si passavano interi pomeriggi a costruire casette e montagne; l’albero di Natale invece… L’albero di Natale mi piace, è pacchiano quanto basta, è un simbolo laico, volendo pagano, di quella che è sempre stata da ben più di 2000 anni una festa commerciale, è legato al Natale certo ma quanto lo può essere il Babbo Natale della Coca Cola, simboleggia la festa, la piazza e l’allegria, poi a me, lo sanno tutti, piacciono tanto le lucine.

Quindi anche quest’anno presepe e albero di Natale, anche se in verità sono già su da 10 giorni, sai com’è visto la fatica e il casino del mettere in piedi gli addobi natalizi che almeno durino il più possibile, e poi mi sono uniformato ai tempi della grande distribuzione ;-)

(*) Il panzerotto è un prodotto tipicamente pugliese e quando non si specifica è fritto. Il panzerotto non è un calzone e nemmeno una pizza chiusa che sono cose diverse. Purtroppo al di fuori della Puglia vengono spacciate per panzerotti un’infinità di cose ma generalmente sono delle immani porcherie che somigliano al panzerotto esattamente come un Sofficino Findus. Il panzerotto viene fatto con una pasta simile a quella del pane e della pizza che viene farcita con pomodoro, mozzarella e parmigiano e viene fritta nell’olio bollente(tanto olio). Qualunque altro ripieno è da considerarsi blasfemo e comunque porta come risultato finale a qualcosa che non ha nulla a che fare col panzerotto.

Un commento, un po’ in ritardo, sulle assemblee sindacali di lunedi scorso a Fiumicino. Il personale di terra di Alitalia in risposta ai cambiamenti unilaterali dei turni di lavoro da parte di CAI ha indetto delle assemblee sindacali a cui hanno aderito gran parte dei lavoratori, escludendo ovviamente i precari, coloro che con contratto a tempo determinato sarebbero stati volentieri licenziati dal carozzone nazionale. Tornando ad Alitalia, la carenza del personale di terra ha portato alla cancellazione di oltre 100 voli in partenza e in arrivo da Fiumicino creando inenarrabili disagi.
Io ero li, sono entrato in aeroporto alle 15.00, il mio aereo è decollato da Roma all’1.30 per essere dirottato a Brindisi, da dove la nostra solerte compagnia di bandiera ci ha cortesemente accompagnati, con tre meravigliosi pulmann gran turismo, all’aeropoerto di Bari-Palese dove ci aspettava… non ci aspettava un cazzo di nessuno dal momento che non c’era nemmeno un taxi disponibile.
Di chi è la colpa? Secondo Alitalia di quelli scriteriati scioperanti che hanno fatto uno sciopero illegale protraendo le assemblee oltre il dovuto… scene di panico all’aeroporto, battaglioni di carabinieri a sedare le risse, le povere hostess precarie dell’Alitalia sommerse da insulti dopo aver fatto turni massacranti e aver svolto mansioni non di loro competenza, tutto ciò non perchè qualche lavoratore cercava di esercitare un proprio diritto, come hanno detto ma solo perchè Alitalia ha centellinato le informazioni ai viaggiatori e quando le ha fornite, ha dato informazioni quanto meno contradittorie. Il mio volo è stato rimandato più e più volte prima di essere cancellato, ma non a causa del personale di terra, ho saputo dopo, ma semplicemente del fatto che l’aereo non è mai arrivato a Fiumicino, e il suo arrivo era previsto per le 2.05 del mattino. Il secondo volo su cui ho avuto la fortuna di imbarcarmi è decollato con quattro ore di ritardo per l’assenza del personale di terra che, pur rientrato dalle assemblee, doveva far sbarcare tutti gli aerei rimasti sulla pista nelle ore di “sciopero”. Il fatto è che questo Alitalia lo sapeva benissimo ma non si è mai premurarata di comunicarlo ai viaggiatori ma nemmeno alle hostess di terra costrette a fare da filtro fra viaggiatori inferociti e una compagnia aerea a dir poco carente. La beffa finale quando l’aereo è decollato alla volta di Bari per essere dirottato a Brindisi. Tutti a bordo avevano notizie circa la chiusura dell’aeroporto di Bari, ma Alitalia, dalla voce del comandante, che non ha chiaramente mai avuto il coraggio di farsi vedere dai passeggeri, continuava a rassicurare tutti circa l’atterraggio presso Bari-Palese.
Ovviamente se avessi saputo subito che il mio primo volo era cancellato e non dopo tre ore di false notizie avrei semplicemente noleggiato un auto per tornare a casa entro quattro ore, mentre se avessi saputo che il volo decollato all’1.30 mi avrebbe portato a casa alle 5 e mezza del mattino semplicemente me ne sarei rimasto a Roma per decollare il giorno dopo. Di chi è la colpa quindi?


La pigrizia e la poca banda in upload mi fanno caricare i video in ritardo, però questo è proprio carino… al compleanno dell’amichetta Greta Pierpaolo si è molto divertito saltando fra giochi e palloncini, oltre ad aver mangiato come un leoncino. :-)

Per chi non sapesse cos’è Roomba, basta fare un giro sul sito della iRobot per scoprire che questa ditta ha il suo core business nell’automazione robotica “intelligente”, una specie di primitiva U.S.Robots, così come descritta nei racconti di Isaac Asimov. Certo io avrei tanto preferito comprarmi un iRobot Warrior 700, ma ho chiesto e m’han detto che non è in vendita per i privati cittadini… così ho dovuto ripiegare sull’iRobot Roomba.
Cos’è Roomba? In parole semplici è un aspirapolvere, meglio una scopa elettrica. in pratica un disco alto meno di dieci centimetri dotato di spazzole rotanti e sistema di aspirazione ma sopratutto dotato di un’intelligenza artificiale e una serie di sensori che gli consentono, semplicemente, di procedere da solo alla pulizia della casa, evitando ostacoli, frange di tappeti e scale. La domanda successiva, chiaramente è: funziona? beh in verità io avrei comprato Roomba fin da quando avevo sentito parlare della sua prima versione negli anni ’90. Chi mi conosce e chi ha letto queste pagine, sa ovviamente perchè. Ma tornando alla domanda, ciò che mi ha sempre frenato (oltre al costo e a, all’epoca, a mia madre) è l’incertezza sul funzionamento di Roomba. Comprare un aspirapolvere a 350-400 euro e scoprire che non serve a nulla non è divertente e non avendo termini di raffronto l’incertezza ha sempre stimolato la mia pigrizia. Certo su internet si leggono opinioni entusiastiche, ma si leggono anche su altri prodotti dal costo elevato e dalla dubbia utilità: chi ammetterebbe di aver speso 1000 euro per un oggetto che fa poco più di un robot da cucina cinese da 30 euro. Però la tentazione del Roomba è stata forte, come anche il pensiero di non dover più passare la scopa elettrica, è così, complice eBay, l’ho comprato. Ho preso il modello che più base non si può, l’ho preso come rimanenza di magazzino, ma me lo sono aggiudicato ad un prezzo più basso della metà del prezzo di listino. Così ora posso rispondere alla domanda: il Roomba funziona!!!
Dopo le sue 16 ore della prima ricarica oggi pomeriggio era pronto ad eseguire il nostro semplice ordine: CLEAN!
Abbiamo premuto il pulsante, l’abbiamo guardato affascinati per cinque minuti, passare sotto i tavoli, fra le gambe delle sedie, scomparire sotto i mobili, poi siamo usciti e quando siamo tornati: TUTTO PULITO!
Un minuto per svuotare il cassettino dello schifo raccolto e dare una pulita alle spazzole e poi di nuovo a cuccia per un’altra ricarica.