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Esattamente un anno fa, l’11 marzo 2011 alle ore 14:45 (ora locale), al largo della costa della regione del Tōhoku, in Giappone, alla profondità di 30km si verificava un terremoto del nono grado della scala Ritcher seguito da uno tsunami che  ha devastato le coste con onde alte oltre 10 metri, che hanno raggiunto una velocità di circa 750  km/h e si sono abbattute principalmente sulla  prefettura di Iwate e sulla prefettura di Miyagi.

Ad oggi non è ancora disponibile un bilancio definitivo delle vittime di quello che è stato il sisma più imponente abbattutosi sul Giappone; si parla comunque di oltre 15.000 morti accertati e di quasi 5.000 dispersi.

Il sisma ha provocato lo spegnimento automatico di undici centrali nucleari, tuttavia le misure di sicurezza non sono state sufficienti per evitare il disastro nucleare  per la centrale Fukushima Dai-ichi dove i reattori in funzione si sono disattivati automaticamente dopo la scossa, ma i danni ai sistemi di raffreddamento hanno causato un surriscaldamento incontrollato e la fusione delle barre di combustibile prima nel reattore 1 e successivamente al reattore 3. Grossi problemi hanno interessato, nei giorni successivi, anche il reattore 2 e il reattore 4. La successiva evacuazione ha interessato 110.000 persone nel raggio di 30 chilometri dall’impianto.

Ad un anno dal disastro,  la situazione dei reattori è sotto controllo e le autorità nipponiche assicurano che il livello di radiazioni è totalmente nella norma. Le restrizioni alle importazioni di prodotti alimentari giapponesi, adottate dopo l’incidente di Fukushima, sono state abolite in alcuni paesi,  permane, tuttavia, una zona off-limits di 20 km per la popolazione civile.

L’emergenza che il Giappone si è trovato ad affrontare è stata di proporzioni inimmaginabili; 470mila persone furono evacuate in centri temporanei e ad oggi solo 687 persone risultano ancora in quei centri (ricordo che c’è ancora chi vive nei container dopo il terremoto in Irpinia nel 1980). Oggi nonostante la ricostruzione delle infrastrutture non sia ancora ultimata e il paese abbia un grosso problema energetico a causa della chiusura, successiva al disastro di Fukushima, di alcune centrali nucleari, quasi tutte le macerie e i detriti trasportati dallo tsunami sono stati rimossi e l’FMI prevede un incremento del PIL per il paese del Sol Levante del 1,7%.

Anche sul fronte energetico, comunque, qualcosa si sta muovendo. Dopo lo stop al nucleare voluto dal precedente Primo Ministro Naoto Kan, sull’onda emotiva che ha portato anche in Italia alla vittoria dei SI all’insulso referendum di giugno 2011, il nuovo primo ministro, Yoshihiko Noda, sta decisamente rivalutando la questione anche considerando che il Giappone trae il 30% dei suoi consumi energetici proprio dall’atomo.

Chiudo, dunque, ricordando questo primo triste anniversario, nella speranza che già fra un anno l’11 marzo 2011 sia un lontano ricordo.

 

Sonia, un’amica giornalista mi ha chiesto su Facebook (non so perché a me, grazie della stima) cosa penso del Governo Monti, rispondere con un PM è un tantino limitante e qui riesco meglio a chiarirmi le idee, perché non è affatto semplice esprimere un giudizio obiettivo su Monti e il suo governo.

Se entriamo in un bar o in un forum su internet (tanto è lo stresso)  com’era per Berlusconi, com’è per qualunque avvenimento anche per il Presidente del Consiglio Monti, è una questione di tifoseria: si trova chi lo elogia sperticatamente a prescindere e chi lo odia perché espressione delle lobby massoniche e delle banche pronte a spolpare fino all’osso il povero cittadino contribuente.

Per come la vedo io, invece non esiste davvero un governo Monti. Monti come persona è un personaggio degnissimo e prestigioso e, ovviamente, dopo anni di pagliacci al governo è servito e serve a dimostrare al mondo intero che gli italiani non sono tutti come l‘always horny di Arcore (come si legge sul Time di ieri)

La verità, però, è che gli italiani sono antropologicamente decisamente più simili al vecchio satiro mentre il Monti-style è una rara eccezione; il popolo italiano ha dimostrato, nuovamente, di non essere sufficientemente maturo per esprimere un sistema di governo democratico e, di conseguenza, come negli anni 50-90 si ritrova ad essere una potenza troppo pericolosa per essere lasciata a se stessa. Ancora una volta, dunque, americani, inglesi, francesi e, a questo giro, pure tedeschi, hanno deciso di imporre  un protettorato sul nostro paese, ancora una volta non dichiarandolo, esattamente come ai tempi di Andreotti; questo è il vero significato, squisitamente politico, di Monti.

Criticare il governo Monti, dunque è inutile, le sue misure sono funzionali alla causa (non  a quella del paese ovviamente) ed è chiaro che saranno fatte con le buone o con le cattive. Il mondo occidentale non può permettere il fallimento dell’Italia. Agli italiani, invece non cambierà molto sia in caso di fallimento che di ristrutturazione si parlerà sempre di lacrime e sangue o qualunque altra espressione giornalistica.

Riguardo invece alla persona di Monti ma anche alle personalità del suo governo ribadisco il mio pensiero sul Monti-troll. Sinceramente dubito che le dichiarazioni sugli sfigati, sui mammoni, sul posto fisso siano frutto di improvvisazione; sono piuttosto delle reali provocazioni lanciate per saggiare il terreno politico e sociale del paese e, a giudicare da come politici e giornalisti trottano, ribadisco che Monti è un troll fatto e finito e vorrei davvero scambiarci due chiacchiere un giorno.

«Dobbiamo iniziare a dare nuovi messaggi culturali: dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto professionale sei bravo e che essere secchioni è bello, perchè vuol dire che almeno hai fatto qualcosa».

Queste parole, del vice-ministro Michel Martone, durante un incontro dedicato all’apprendistato hanno scatenato un putiferio pari ai “bamboccioni” di Padoa-Schioppana memoria. Ora io non ho intenzione di interpretare il pensiero di Martone, mi sono laureato a trent’anni e non mi ritengo particolarmente sfigato(1), tuttavia penso, come Martone, che in questo paese ci sia bisogno di un profondo rinnovamento culturale. Sì, perché oggi il messaggio che passa è che l’uomo di successo, la persona da imitare, sia il coglione palestrato protagonista del reality show di moda nel momento o la troietta rifatta che l’ha mollata a un calciatore abbronzato in cambio di un mese di gossippara notorietà: questo messaggio è SBAGLIATO. Questi personaggi sono SFIGATI e nel mio mondo sarebbero dei paria e non godrebbero dei diritti civili, in primo luogo della facoltà di esprimersi col voto in un contesto democratico (2). Cosa accade invece? Succede che lo “sfigato” è quello che ha studiato, che alla serata UNZ UNZ preferisce la compagnia di un libro, che alla cocaina predilige  un piatto di spaghetti, che usa l’auto come mezzo di trasporto e non come estensione del proprio pene. Lo sfigato oggi è chi si fa il culo per tirare avanti in questo paese sempre più depresso, chi non cerca scorciatoie, chi paga le tasse, chi si assume le proprie responsabilità. Per anni, come popolo, abbiamo avuto una guida che non solo ha personificato lo stereotipo dell’italiano arruffone e incompetente, ma ne ha fatto un modello da seguire trovando, in questo, terreno fertile nell’ignoranza e nella mediocrità assunte a status sociale.

Oggi lo sport nazionale, sui giornali e su internet, è quello di fare le pulci alla vita di Martone per rivelarne gli scheletri nell’armadio. Personalmente devo dire che l’atteggiamento e il modo di porsi del vice-ministro (ma anche la sua faccia) non mi ispira alcuna simpatia, tutt’altro, ma se il suo obiettivo, se le sue parole, serviranno non dico a scardinare ma almeno a dare una spallata a questo sistema culturale,  se quello che questo governo vuol fare è tentare di ristabilire i ruoli, di chiamare le cose col proprio nome, beh per quanto mi riguarda io sono totalmente d’accordo. Smettetela, dunque, di fare i permalosi, voi che avete dovuto studiare e lavorare, che avete avuto due figli durante il percorso di studi, che siete rimasti orfani durante l’università e che siete incazzati perché vi hanno incluso negli sfigati in quanto sopra-soglia e cerchiamo invece di migliorare tutti insieme questo paese.

(1) non mi pento di essermi laureato a 30 anni, anzi. Non ho giustificazioni per questo, avrei potuto laurearmi due-tre, forse quattro anni prima, non dovevo studiare e lavorare ed economicamente non me la passavo nemmeno malaccio; se però avessi abbreviato i tempi non avrei fatto tante cose che ho amato, non avrei letto tanti libri, non avrei imparato molto di quello che poi mi è servito dopo e oggi sarei profondamente diverso, probabilmente peggiore.

(2) OK, emarginare qualcuno perché stupido e impedirgli di votare non è propriamente democratico, ma qui è anche ora di pensare di riformare la democrazia.

Dite quel che volete ma avere un presidente del consiglio troll mi fa godere come un riccio.

In risposta a un’interrogazione di un personaggio folkloristico della Lega Nord, circa le spese per il veglione di Capodanno del Presidente Monti, lui risponde da governo.it

Il Presidente Monti precisa che non c’è stato alcun tipo di festeggiamento presso Palazzo Chigi, ma si è tenuta presso l’appartamento, residenza di servizio del Presidente del Consiglio, una semplice cena di natura privata, dalle ore 20.00 del 31 dicembre 2011 alle ore 00.15 del 1° gennaio 2012, alla quale hanno partecipato: Mario Monti e la moglie, a titolo di residenti pro tempore nell’appartamento suddetto, nonché quali invitati la figlia e il figlio, con i rispettivi coniugi, una sorella della signora Monti con il coniuge, quattro bambini, nipoti dei coniugi Monti, di età compresa tra un anno e mezzo e i sei anni.

e ancora

Gli acquisti sono stati effettuati dalla signora Monti a proprie spese presso alcuni negozi siti in Piazza Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e in via Cola di Rienzo (cotechino e lenticchie).

e ancora

La cena è stata preparata e servita in tavola dalla signora Monti. Non vi è perciò stato alcun onere diretto o indiretto per spese di personale.

Il Presidente Monti non si sente tuttavia di escludere che, in relazione al numero relativamente elevato degli invitati (10 ospiti), possano esservi stati per l’Amministrazione di Palazzo Chigi oneri lievemente superiori a quelli abituali per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, gas e acqua corrente.

e chiosa

il Presidente Monti esprime la propria gratitudine per la richiesta di chiarimenti, poiché anche a suo parere sarebbe “inopportuno e offensivo verso i cittadini organizzare una festa utilizzando strutture e personale pubblici”

il bello di tutto ciò è che il leghista non ha nemmeno capito di essere vittima di una solenne presa per il culo da un troll consumato e si è messo pure a ribattere nel merito della questione. Che la signora Monti abbia comprato cotechino e lenticchie in via Cola di Rienzo, poi, lo considero un vero e proprio colpo di genio.

Personalmente non amo particolarmente le idee di Monti, resta il fatto che finché alle elezioni non potrò votare Doctor Who preferirei tenermi Monti nella sua accezione più troll e liberista infarcita di classe e di sarcasmo. Peccato solo che non solo il dentista padano ma buona parte degli elettori italiani non abbiano gli strumenti per apprezzare un troll per presidente.

Mi sembra che la situazione non sia chiara. Come annunciato, pur controvoglia, il più grande statista degli ultimi cinque secoli si è dimesso. Nemmeno 24 ore e si ricomincia col solito carosello della politica da bar dello sport, con il video messaggio del Presidente del Consiglio uscente che sembrano i titoli di coda della VHS del ’94 e i tifosi di questo e quello schieramento che schiamazzano parlando di politica, come se avesse ancora importanza.

Signori, ribadisco, la democrazia in Italia è sospesa fino a data da destinarsi, qualcuno ha deciso che non ve la meritate, la colpa è tutta vostra. Quindi d’ora in poi non importa chi voterete, chi vincerà le elezioni, chi sarà al Governo, siete Prigionieri dello Spread. Si torna alla Prima Repubblica, quella in cui gli USA e la NATO vi portavano per mano. OK, magari questa volta sono la BCE e Goldman Sachs ad avere l’ultima parola, ma quello che è certo è che da domani le cose cambieranno e voi, vili che l’avete permesso, sarete finalmente contenti di non dover più sforzarvi a pensare. Le monetine a Berlusconi segnano uno spartiacque come quelle lanciate a Craxi nel ’92, si comincia con una tecnocrazia spinta e poi si tornerà ad una falsa democrazia come quella della DC contro PCI dove a vincere saranno sempre gli stessi.

Io, intanto, ho deciso di andare a ripetizioni di tedesco.