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O Monti o morte.
Questo è il lietmotiv di questi giorni e grazie Napolitano nostro salvatore. Bah come ho già detto verranno tempi duri e nessuno sarà risparmiato dalla scure che sta per abbattersi sul nostro paese, pensioni, lavoro, scuola, sanità, difesa, enti locali, patrimoni, consumo… tutto verrà attaccato falcidiato per il bene della finanza internazionale, e sarà lo Spread il nuovo dittatore. Già la dittatura dello Spread!

Per la verità non avrei mai pensato che sarebbe avvenuto in questo modo e tanto in fretta ma  quello che è successo in questi giorni ha, di fatto, portato alla sospensione della democrazia. Forse per la prima volta il governo del paese non è espressione del Parlamento, dei Partiti e (almeno teoricamente) delle Urne ma viene imposta direttamente dall’alto per bocca del Presidente della Repubblica che sceglie un tecnocrate dopo le consultazioni con… i capi di stato delle più grandi potenze occidentali. Non che la cosa mi dispiaccia, anzi, la democrazia è un sistema che può funzionare solo se non ci sono problemi o se c’è tanto tempo per risolverli, ma in situazioni di emergenza la sovranità non può appartenere al popolo perché per affrontare un’emergenza non ci si può permettere di avere una leadership espressione della mediocrità; tuttavia, mi domando, come mai quelli che oggi plaudono alla venuta di Monti coma al nuovo Salvatore fino a ieri parlavano di referendum come massima espressione di democrazia e rivendicavano il diritto di scegliere il proprio rappresentate in Parlamento cianciando di leggi elettorali e segreti della casta.

Qualche considerazione sugli ultimi avvenimenti politici. Buone notizie: ci siamo quasi liberati di cavalier pompetta. Fine delle buone notizie. Eh sì, se è pur vero che il governo Berlusconi sembra ormai avere i giorni contati, il merito non è dell’opposizione né tanto meno dell’inesistente indignazione degli italiani; tutto ciò non ha mai impensierito più di tanto il più grande statista degli ultimi cinque secoli. A pensare a far cadere il governo è stato il consesso internazionale, le risatine compiaciute dei leader d’occidente, che, nel nome dello Spread, hanno decretato, di fatto, il licenziamento del leader maximo, che hanno incrinato il cerone che nascondeva le vergogne di un sistema fragile come un castello di sabbia fatto di intrecci,  favori e interessi convergenti. Adesso più o meno tutti stanno festeggiando la fine di un’era attendendo per motivi diversi un governo non politico, da destra perché le elezioni in questo momento sarebbero una disfatta e da sinistra perché la scontata vittoria li porterebbe a governare il paese che, per di più, ha bisogno di misure impopolari. Ed è proprio questo il problema: le misure che ci si appresta a varare sono pensate dalla finanza UE per il bene dell’Europa e per salvarsi dal baratro, per arginare le speculazioni, l’Europa è pronta a sacrificare l’Italia. Nei prossimi mesi ci saranno, in italia, interventi sul welfare, sul lavoro, sulla sanità, sulla pubblica amministrazione, sugli enti locali, sulla scuola, tutto per alleggerire la pressione sulle borse europee. Credo che questo sia stato davvero il momento peggiore per far fuori Berlusconi e sono quasi certo che l’invasione di un paese straniero o quello che ci piace tanto chiamare default non sarebbero stati poi peggiori di ciò che ci aspetta.

Poco dopo il referendum sul nucleare e quando si parlava di AGCOM e diritto d’autore scrissi che presto sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbero capito che internet può essere usato per condizionare le scelte assai meglio dei media tradizionali: signori in questi giorni, non so se ve ne siate accorti, abbiamo assistito alla fase uno.

Mi immagino la scena: brainstorming a Cologno Monzese

– C’è bisogno di far passare un qualche decreto anti-intercettazioni, non è possibile che il nostro povero premier non possa chiamare una squillo senza che i giornali di tutto il mondo abbiano da ridire sulle tariffe.
– Eh, non è facile, appena parli di intercettazioni saltano tutti lancia in resta a difendere la libertà; i giornali e le TV in qualche modo le controlliamo, ma insomma, ricordate il referendum?
– Dobbiamo fermare i blog, dobbiamo fermare Facebook!
– Facciamo causa a Zuckemberg!
– Non possiamo Renzo, lascia stare e torna a creare fake su Google+
– Dobbiamo trovare un modo per distrarli.
– Costruiamo un nostro Facebook e lo controlliamo
– No Renzo, non va bene, tu pensa a diffondere il tag #forzagnocca su Twitter
– Signori, ho un’idea, usiamo la spada della distrazione!
– Spiegati meglio.
– Facciamoli cagare sotto, facciamo una norma per uccidere i blog e i social network, che ne so potremmo rispolverare la vecchia leggenda metropolitana dell’emendamento D’Alia, così mentre saranno tutti lì a difendere il proprio orticello, zac gli infiliamo la norma anti-intercettazioni su per il culo.
– Ottima idea. Serve solo un nome accattivante che renda immediatamente riconoscibile la norma liberticida, emendamento D’Alia non ha mai fatto presa.
– Chiamiamolo emendamento #forzagnocca
– Renzo, per favore, torna a giocare con la pleistescion
– Che ne dite di Comma 29, richiama un po’ i fumetti di Comma 22 e un po’ l’Area 51 di X-Files, che si sa che tutti questi blogger sono dei nerd segaioli.
– Approvato, si parte col Comma 29, noi prepariamo il DDL e tu Renzo vai a preparare i link su Facebook.

Non credo sia andata proprio così, ma una cosa è certa mentre tutti i blogger si cagavano sotto per la paura di ricevere l’e-mail dell’avvocato durante la vacanza a Cuba al  Palacio Berlusconi di Rosario in Argentina e Wikipedia Italiana, per colpa di quattro gatti, decideva di mostrare al mondo quello che già si sapeva circa la propria neutralità nessuno, se non qualche giornalista, si è preoccupato del resto del ddl che, ovviamente, passerà così com’è.  Signori blogger, condivisori di link del cazzo sui social network, estensori di note insensate su Facebook siete stati fottuti da un dildo XXL e vi è anche piaciuto.

 

Oggi il comitato promotore per il referendum per l’abrogazione dell’attuale legge elettorale ha vinto la sua prima battaglia: sono stati consegnati in Cassazione 200 scatoloni contenenti 1.210.466 firme, raccolte in due mesi, per chiedere l’abrogazione dell’attuale legge elettorale, il famigerato Porcellum.

Siccome so che è inutile chiedere al milione e passa di individui che sono andati a firmare per un referendum abrogativo che palesemente dovrebbe essere rigettato dalla Corte Costituzionale come funzioni, esattamente, la legge Mattarella a cui guardano con democratica nostalgia, vorrei solo chiedere ad uno qualunque dei firmatari, ammesso che l’abrogazione del Porcellum possa riportarci al precedente sistema elettorale in che modo, col Mattarellum, si aspettano che sia possibile esprimere la preferenza per il proprio candidato. Per rendere più semplice rispondere al mio banale quesito riporto due immagini tratte da questi due link (Camera e Senato) in cui non si spiega il sistema elettorale (troppo complesso) ma solo come votare nel 2001, appunto, col Mattarellum.

Per quanto mi riguarda delle due una: o si riforma il sistema repubblicano dalle fondamenta costituzionali o si torna al Proporzionale e mi date la possibilità di far eleggere di nuovo Cicciolina… e dal momento che l’attuale classe dirigente pare assolutamente incapace di riformare così profondamente l’impianto costituzionale, per cortesia raccogliamo le firme per un referendum che annulli i risultati del referendum abrogativo del 1991.

Figlia di un funzionario del Ministero dell’Interno si occupa di politica già dai primissimi anni ’70 con editoriali radiofonici su temi di attualità. Si candida nella “Lista del Sole” nel 1979 senza, tuttavia, ottenere un grosso consenso elettorale. Nel 1985 entra nel Partito Radicale, note le sue battaglie contro l’Energia Nucleare e per i diritti umani. Nel 1987 viene eletta deputato con più di 20.000 preferenze, seconda nel suo partito, solo al fondatore Marco Pannella. Durante la legislatura lavora depositando svariati disegni di legge a favore dei carcerati, contro la violenza, contro l’uso di animali nelle sperimentazioni, a favore della depenalizzazione della droga, contro ogni forma di censura, per l’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole. Nel 1992, in vista delle nuove elezioni politiche, fonda un proprio partito che non riscuote tuttavia grosso successo.

Se non si fosse capito sto parlando di Elena Anna Staller, nota e indimenticata ex-pornostar di origine ungherese famosissima negli anni ’70 e ’80. In questi giorni, Cicciolina è tornata alla ribalta perché fra qualche giorno l’ancora bellissima show-woman compirà 60 anni e maturerà il diritto a ricevere il famoso “vitalizio” che spetta a tutti gli ex-parlamentari per un ammontare di circa 3000 euro lorde mensili. Ancora una volta insorgono gli anti-casta pronti a denunciare i privilegi dei politici, che poi se sono contro la “casta” come possono essere contro Cicciolina?  Del resto, nel bene o nel male Ilona Staller ha rappresentato un’epoca politica, forse quello del 1987 sarà stato un “voto di protesta”, resta il fatto che fra una pornostar dichiarata in parlamento e quello che si legge su tutti i giornali, anche considerato che Cicciolina quei voti, in un modo o nell’altro se li è conquistati, non mi sembra così drammatico che anche per lei valga quello che vale per un qualunque parlamentare… o no? In fondo c’è qualcuno a cui risulti che Cicciolina abbia corrotto, incassato tangenti, favorito amici o raccomandato un parente?