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I buoni scrittori toccano spesso la vita. I mediocri la sfiorano con una mano fuggevole. I cattivi scrittori la sforzano e l’abbandonano. Capite ora perché i libri sono odiati e temuti? Perché rivelano i pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole soltanto facce di luna piena, di cera, facce senza pori, senza peli, inespressive.
(da Fahrenheit 451 di Ray Bradbury)
Ogni periodo storico ha avuto il suo rogo di libri, reale o virtuale; specie in tempi di cambiamento c’è sempre stato qualcuno che ha pensato che leggere un libro induca a pensare e che pensare faccia male allo status quo. Dai roghi di libri in Cina nel III Secolo A.C., ai libri bruciati dai nazisti nel 1933, perché contrari allo spirito tedesco, passando per l’Inquisizione del medioevo e per i vari indici dei libri proibiti della chiesa cattolica c’è, da sempre, nella storia dell’uomo, questo reiterarsi della pratica di impedire alle idee “sovversive” di diffondersi; e, nel contesto,  per sovversivo si intende quell’individuo che invece di stare stravaccato su un divano con il mano il telecomando a guardare fiction di dubbio gusto e reality show molto improbabili decide di fermarsi a leggere un libro che non sia l’ultimo best seller sulle barzellette di Zelig.
Nel 2011 il rogo dei libri dovrebbe essere un retaggio di altri tempi, ormai le idee possono essere veicolate velocemente e senza censura attraverso internet; ancora oggi, tuttavia, accade che l’assessore alla Cultura della Provincia di Venezia dichiari:

«Scriverò agli assessori alla Cultura dei Comuni del Veneziano perché queste persone siano dichiarate sgradite e chiederò loro, dato anche che le biblioteche civiche sono inserite in un sistema provinciale, che le loro opere vengano ritirate dagli scaffali: è necessario un segnale forte dalla politica per condannare il comportamento di questi intellettuali che spalleggiando un terrorista».

con riferimento agli scrittori firmatari dell’appello di Carmillaonline in favore di Cesare Battisti. (L’articolo è reperibile qui ). Io non voglio entrare nel merito delle accuse rivolte al “terrorista dei NAR”, non ho le conoscenze sufficienti per valutare a fondo la questione e devo dire che quello che ho letto cercando di approfondire non mi ha aiutato a chiarire le idee, tutt’altro. Del resto sono passati quaranta anni e il contesto storico-politico attuale è profondamente diverso rispetto a quello in cui agiva Cesare Battisti, sarebbe dunque inutile cercare di comprendere le motivazioni di una condanna, probabilmente sensata in quel momento, il cui fantasma ritorna oggi ad agitare le coscienze solo per movimentare uno scenario politico che ha bisogno di nuovi mostri. Una cosa è certa, le parole dell’assessore veneto, involontariamente, rappresentano oggi lo specchio di un’italia che, al di là dei problemi che agitano le notti del nostro  premier, procede sempre più velocemente verso l’autodistruzione socio-culturale; ci mancava solo l’indice di proscrizione per gli autori sgraditi (*). Ogni volta che penso che non possa andare peggio vengo puntualmente smentito.

(*) per inciso fra gli autori all’indice abbiamo Valerio Evangelisti, i Wu-Ming, Tiziano Scarpa, Giuseppe Genna, Sandrone Dazieri, Gianfranco Manfredi, in pratica i pochi autori italiani che ho avuto il piacere di leggere ultimamente ;-)

Quando il regime ordinò che in pubblico fossero arsi
i libri di contenuto malefico e per ogni dove
furono i buoi costretti a trascinare
ai roghi carri di libri, un poeta scoprì
– uno di quelli al bando, uno dei meglio – l’elenco
studiando degli inceneriti, sgomento, che i suoi
libri erano stati dimenticati. Corse
al suo scrittoio, alato d’ira
e scrisse ai potenti una lettera.
Bruciatemi!, scrisse di volo, bruciatemi!
Questo torto non fatemelo! Non lasciatemi fuori! Che forse
la verità non l’ho sempre, nei libri miei, dichiarata? E ora voi
mi trattate come fossi un mentitore! Vi comando:
bruciatemi!

Bertolt Brecht – Il rogo dei libri

 

Gli undici Dottori si sono riuniti oggi per fare gli auguri di Buon 2011.

Il 2010 per ognuno ha avuto un diverso significato, personalmente è stato un anno difficile ma non particolarmente brutto; di sicuro per il nostro paese si potrà annoverare fra gli anni bui. Crisi economica, razzismo, controllo dell’informazione, un governo di gente capace solo ad andare a puttane (pardon… escort) a spese della collettività oltre che ad infliggere danni al tessuto economico e sociale della nazione, ha caratterizzato questo anno che sta per finire. E’ d’obbligo, ovviamente, un augurio di buon auspicio per l’anno che verrà ma, di sicuro, le prospettive non sono delle più rosee. Il 2010 ci lascia in eredità immagini che in italia non si vedevano da tempi immemori, gente per strada a gridare la propria rabbia contro un potere distante, imbavagliati dai media che ne parlano solo  per dire quanto sono brutti i black block, una città bella e grande come Napoli soffocata dai rifiuti per la colpa e l’incapacità degli amministratori locali e nazionali, prospettive di lavoro inesistenti per i giovani laureati di un’università sempre più in decadenza massacrata dalle varie riforme, l’informazione asservita a questo o quel potentato e un’offerta culturale sempre più rivolta verso il basso.

Un augurio di cambiamento per il 2011, dunque, nella remota speranza che un’invasione dei Dalek ci salvi tutti e un consiglio ai ragazzi che hanno studiato e che vedono ogni sbocco sigillato da un muro invalicabile: seguite l’esempio di Rose Tyler, non fatevi intrappolare in una vita che può sembrare più semplice perché magari ci sono gli amici e i genitori, andate via. Cercate nuove avventure, fate le valige e scappate senza voltarvi indietro, non tornate più nemmeno in vacanza, dimenticate questo paese, le sue tradizioni, la sua lingua, per sentire casa avrete sempre un cellulare, certo non vi permetterà di chiamare se siete su Alfa Centauri nel 2789, ma dubito che andrete così lontano.

C’è stato un tempo, qualche anno fa, in cui, spesso, passavo la serata in libreria fra gli scaffali a leggere le quarte di copertina, a sfogliare i volumi, talvolta a comprarli se erano in offerta (beh ero giovane e squattrinato all’epoca). Da allora molte cose sono cambiate. Io sono cambiato, non ho il tempo di andare per librerie al cazzeggio, ma sopratutto sono cambiate le librerie. Ci sono meno libri, quasi tutti non di genere; ci sono più cazzate: inizialmente solo dischi, oggi anche giocattoli, strumenti musicali, accessori per PC. Sono spariti gli scaffali polverosi e malamente illuminati, sostituiti da tavolini pieni dello stesso libro illuminati al neon. Sono scomparsi librai e apparsi i baristi, insomma è tutto cambiato.
C’era una volta una piccola libreria dove spesso entravo quando ero in quella zona; questa sera ci sono tornato con Pierpaolo perché avevano organizzato una festa di Natale per i bambini. C’è qualcosa di sbagliato in tutto ciò anche se non saprei dire esattamente cosa.

A proposito di iniziative natalizie, ieri sera sono stato, sempre con Pierpaolo, nel, tanto strombazzato, villaggio di Babbo Natale, organizzato a Bari per i bambini. Beh, gli adulti pagavano 4 euro a testa e, nei cinque minuti che siamo rimasti nel “villaggio”, abbiamo continuato a chiederci per cosa?!?

Il 14 dicembre 2010 l’italia ha visto consumarsi l’ultimo atto di una commedia farsesca che si trascina stancamente da ormai tanti anni. Ultimo atto perché,  come un finale di stagione di una serie americana, si è concluso con un cliffhanger per il futuro che verrà; futuro che da qualunque parti la si guardi non appare per nulla positivo. Ultimo atto perché ieri ha avuto ragione il cav. Silvio Berlusconi e, insieme a lui,  un sistema culturale, un modo di pensare e di vivere che ormai caratterizza questo paese. Non mi riferisco, ovviamente, alla fiducia risicata che il governo è riuscito a strappare che, in ultima analisi, è la cosa meno rilevante fra gli avvenimenti di questa giornata. Il 14 dicembre 2010 si è definitivamente decretato che chi ha i soldi, chi detiene il potere è il vincitore. Il 14 dicembre 2010, in italia, si è scritto il necrologio della politica e dell’importanza delle idee e se è pur vero che quanto è successo non aggiunge nulla di nuovo a ciò che tutti noi già sapevamo è servito a formalizzare il fallimento culturale e sociale della nazione; un po’ come i cable di Wikileaks che non rivelano nulla che già non si sappia ma che appongono un sigillo di ufficialità ad una verità supposta. Oggi siamo tutti sconfitti, tutti noi che ci siamo interessati delle vicende personali di oscuri parlamentari che hanno ottenuto un briciolo di notorietà per aver svenduto la propria rappresentanza,  tutti noi che abbiamo vissuto una votazione parlamentare come una partita di calcio, tutti quelli che hanno manifestato pacificamente per vari motivi contro la nuova aristocrazia del potere, tutti quelli che hanno messo a ferro e fuoco una città per combattere un potere distante, barricato all’interno di una zona rossa presidiata da poveracci spinti ad odiare. Sconfitti siamo tutti perché l’italia si sta trasformando in un paese dove non solo non si riesce più a vivere decentemente ma è difficile anche tirare a campare mentre, come novella mariantonietta, la nuova aristocrazia offre prestiti personali come brioche.

Il problema degli incidenti dovuto all’alta velocità è diffuso ormai in tutti i paesi. Le forze dell’ordine sono, chiaramente, un ottimo deterrente ma, di certo, non si può mettere un poliziotto ad ogni incrocio; questo devono aver pensato i sindaci di alcune città della Repubblica Ceca, che, per ovviare alla cronica carenza di poliziotti, hanno deciso di mettere, nei punti più critici, dei cartonati in scala 1:1 che raffigurano poliziotte in minigonna con tanto di paletta in mano.
Effettivamente, nei punti in cui sono piazzati i singolari dissuasori, pare, che gli incidenti siano diminuiti in maniera drastica e, almeno a detta dei sindaci, la riduzione della velocità pare essere motivata con l’effetto deterrente della divisa e non certo a causa delle gambe dei “manichini”. Ma se è così perché poliziotte in minigonna invece di nerboruti poliziotti armati di paletta e con manganello (MANGANELLO) in vista?
Una cosa è certa se lo si fa in italia, sarà proprio il caso di rispolverare le vecchie foto di Edwige Fenech nei panni di avvenente e conturbante poliziotta… o magari così gli incidenti aumenteranno?