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Certo che in questi giorni ne accadono di cose strane. Prima l’ex leader dell’MSI che lancia l’idea di istituire l’ora di religione islamica, poi la proposta trasversale di estendere il voto amministrativo agli immigrati da almeno cinque anni e adesso il ministro filo-leghista dell’economia che abbraccia la teoria del posto fisso come panacea per la stabilità sociale. Sembra quasi che, con la sinistra occupata nelle primarie all’amatriciana e cha ha ormai definitivamente abdicato al ruolo di opposizione, anche in parlamento, i partiti di governo abbiano deciso di farsi opposizione da soli. Così mentre i tifosi della politica continuano a seguire la loro squadra in trasferta, indossando la sciarpetta con i colori sociali, mi tocca sentire da sinistra che il liberismo, in fondo, non è poi tanto male, con i sindacati che ormai plaudono a rinnovi di contratti di lavoro che se fossimo negli anni settanta li avrebbero presi a calci nel culo fino al 2020(vedi contratto Metalmeccanici) e da destra che la mobilità non è un valore da perseguire e che anzi la precarietà è deleteria per la stabilità sociale (grazie al cazzo eh). Meno male che Silvio c’è a ricordarmi che vivo in italia e che tutto questo, tanto per cambiare, è un pessimo reality show.

Notizia principale del giorno: a Barack Obama è stato assegnato il premio Nobel per la Pace. Personalmente credo che sia un po’ prestino e che, anche se Obama potrebbe sicuramente contribuire significativamente alla pace nel mondo e nonostante le sue campagne contro le armi nucleari e il suo avvicinamento alle culture arabe, questo riconoscimento ha un forte significato “politico”.
Tuttavia vorrei far notare una piccolissima differenza di stile con un altro competitor all’ambito riconoscimento, l’uomo che gode del maggior consenso nel suo paese (fra il 65 e l’80 per cento a seconda delle giornate).
Saputo del premio Nobel, Obama, a notte fonda, ci tiene a far sapere di accettare l’ambito riconoscimento con profonda umiltà non essendo sicuro di meritarlo e nella successiva coferenza stampa afferma: «Sono sorpreso e profondamente commosso. Non sono sicuro di meritare di essere al fianco delle persone straordinarie che hanno ispirato me ed il mondo intero. Accetto questo premio come chiamata all’azione per tutte le nazioni di fronte alle sfide del ventunesimo secolo. Un premio non per i risultati ma per gli ideali».
L’altro possibile competitor al premio Nobel della Pace, quello di cui parlavo prima, invece, dopo una due giorni di polemiche e conflitti istituzionali, ci tiene a dichiarare: «Non darò le dimissioni sono il miglior premier di sempre. Sono stato sempre assolto, la prescrizione non è una condanna. I processi di Milano sono autentiche farse. Andrò in tv e lo spiegherò agli italiani. Io sono un argine alla sinistra e vogliono sovvertire il voto degli elettori. Sono in assoluto il maggior perseguitato dalla magistratura di tutta la storia di tutte le epoche del mondo».

[KABUL – Ancora vittime civili nell’offensiva talebana contro il nuovo ordine che la comunità internazionale sta, da anni, tentando di imporre in Afghanistan. Il kamikaze, su un’autobomba imbottita di esplosivo, ha colpito un convoglio militare dell’ISAF, in pieno centro di Kabul. L’esplosione ha provocato l’ennesima strage di civili con 10 morti e 55 feriti tra la popolazione. Distrutti anche due mezzi dell’esercito italiano che scortavano il convoglio con sei vittime fra i militari.]]>

Ieri una ragazza marocchina è stata uccisa, in provincia Pordenone, pare, dal padre perchè coinvolta in una relazione amorosa con un italiano di 13 anni più grande (lei ne aveva 18). Il padre che avrebbe raggiunto i due mentre erano in auto, li ha accoltellati entrambi ferendo lui e uccidendo lei.
Le motiviazioni del gesto omicida, secondo gli inquirenti, sono che il padre non accettava la forte differenza d’età fra i due ragazzi ma, sopratutto, il fatto che non sopportava la figlia insieme ad un italiano per di più cattolico. Ovviamente questa che, in un paese normale, sarebbe solo una normale notizia di cronaca nera da relegare a un trafiletto nel giornale locale, in italia diventa l’ennesima scusa per dare addosso agli immigrati e rafforzare la tesi dell’integrazione impossibile. Beh io, intanto, per non dimenticare, riporto un articolo del codice penale italiano abrogato SOLO nel 1981:

art. 587
Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell’atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.

Indovinello: quanti giorni di galera si fa, in italia, una persona condannata a tre anni?


Oggi ero davvero combattuto se unirmi alle celebrazioni, in diretta nazionale, per la consegna delle chiavi, da parte del presidente del consiglio italiano, di 93 moduli abitativi prefabbricati, tirati su “solo” in 5(CINQUE) mesi per la città di Onna, devastata dal terremoto dello scorso aprile, o se ricordare un avvenimento decisamente più serio.
Esattamente quindici anni fa, ci lasciava a Lione, una vera icona degli anni ottanta: Moana Pozzi.
Arrivista, intelligente, simpatica, bella, Moana incarnava un nuovo modello di donna, non la donna in carriera e nemmeno la casalinga, una donna che era un sogno per tutti quegli uomini che compravano in edicola le sue videocassette nascondendole nel quotidiano, poco importa che fosse il Corriere della Sera, l’Unità o l’Avvenire…
La leggenda ci narra di Moana che aveva “amato” Craxi non ancora presidente del consiglio ma già segretario del PSI, la storia ci dice che Moana ha sdoganato il mondo della pornografia portandolo persino in TV, non dimenticherò mai le sue apparizioni all’Araba Fenice avvolta nella pellicola per alimenti e facendolo entrare nella politica fondando, insieme a Ilona Staller, un vero e proprio partito, il Partito dell’Amore, che, certo, era una boutade, ma ha raccolto numerosi voti proprio grazie a lei.
Il mito di Moana si è visto anche nella sua morte; lei è morta a 33 anni, giovanissima. La sua morte improvvisa, ufficialmente per cancro al fegato, ha alimentato tutta una serie di leggende, da Moana morta per AIDS a Moana Pozzi ancora viva (e di ciò si è occupata anche la procura). In realtà Moana ci ha lasciato quindici anni e con la sua morte, se pure non c’entra nemmeno indirettamente, iniziava un profondo declino sociale, culturale e politico di questo paese che continua tutt’ora in direzione baratro.

P.s. per scrivere queste quattro righe ci ho messo tre ore… che vita!!!