…dal prossimo 9 dicembre diverrà operativo il decreto del 4 giugno scorso del ministero dell’Interno, che introduce il test obbligatorio di lingua italiana per gli stranieri.

Ovviamente un decreto legge di questo tenore non può che arrivare da un leghista. Si tratterà, pare, di un test semplice semplice che servirà per verificare la capacità di comprensione della lingua italiana da parte degli immigrati che aspirano alla cittadinanza italiana. Sembrerebbe, tutto sommato, un’idea sensata, mi pare anche giusto che una persona che si voglia stabilire definitivamente nel nostro paese (quindi un vero disperato) debba essere in grado di comunicare; peccato che uno che sta da cinque anni in qualunque paese, inevitabilmente apprenderà i rudimenti della lingua. Questo test, dunque, a meno che non sia sufficientemente complicato da indagare non solo sulla comprensione della lingua ma sulla padronanza della stessa da parte dello straniero (cosa ovviamente del tutto inutile),  non è che un’altra espressione di razzismo di chi vuole imporre un esame inutile per rimarcare la propria “distanza” dallo sporco immigrato. Per tagliare la testa al toro, a questo punto,  io proporrei un esame di comprensione della lingua italiana a TUTTI coloro che abbiano o che vogliano ottenere la cittadinanza nel nostro paese, quindi anche agli italiani con più di 18 anni e se questi non lo superano… niente di drammatico mica si può togliere loro la cittadinanza (o si può?) ma si può fare in modo che  non possano esprimere le loro preferenze elettorali fino a che non passino l’esame e si evita, così, che possano esprimere propri rappresentanti negli organi legislativi. Per pareggiare i conti con gli immigrati regolari (che con tutta probabilità conoscono almeno due lingue), poi, proporrei anche un esame agli italiani su una lingua a loro scelta da ripetere ad libitum finché non lo superano… no il bergamasco non conta.

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