Nel secondo anniversario del terremoto dell’Abruzzo, quello che ha fatto poco più di 300 morti principalmente a causa di un’imperizia colpevole, quel disastro per il quale, dopo due anni, si continua a piangere all’immane tragedia, proprio mentre a L’Aquila si onoravano le vittime nel Canale di Sicilia, un barcone pieno di migranti affondava mietendo oltre 250 morti. Per queste persone, uomini, donne e bambini pochissimi gesti di cordoglio e tantissimi imbecilli a dire cose del tipo “meglio così, almeno se ne stanno a casa loro” oppure “se ne sono salvati troppi, la prossima volta speriamo muoiano tutti“.

La cosa non mi scandalizza affatto, il decadimento sociale e culturale dell’occidente si vede proprio da queste piccole cose, da queste parole pronunciate da egoisti che pensano di potersi rinchiudere, ignavi, nel proprio piccolo recinto lasciando il mondo fuori a morire mentre la TV gli ricorda, ogni tanto, che essi stessi  sono ancora vivi.

Queste persone sono quelle che ti chiedono se gli ingressi in un paese straniero da parte di individui o gruppi di individui provenienti da paesi “poveri”, vada regolamentato, sono quelle che quando gli parli di vasi comunicanti parlano di annacquamento socio-culturale, quelli che credono di vivere nella migliore delle società possibili e che al di fuori del mondo occidentalizzato non ci sia progresso ma solo regressione, quelli che ti citano a sostegno delle proprie tesi la condizione della donna nel mondo islamico e (questa mi mancava) la riduzione dei topless nei paesi scandinavi.

Certo se il polso della situazione femminile in occidente fosse data dalla quantità dell’esposizione delle mammelle scandinave ci sarebbe da chiedersi se non fosse in caso di appoggiare un nuovo totalitarismo che imponga alle creature nordiche oltre i 24 anni di  tenere le tette nel reggiseno, quanto meno per puri motivi estetici. Si potrebbe anche dire che, se il femminismo in occidente fosse simboleggiato dal numero di poppe al vento, farsi un giro a Fort Lauderdale in piena estate sarebbe equivalente a pregare in una moschea di Kabul.  La realtà, purtroppo, è che la femmina occidentale, oggi, non ha nemmeno lontanamente raggiunto la parità politica, sociale ed economica col maschio ed è tuttora, in varie misure, discriminata. A riprova di ciò basta leggere i commenti di alcuni nostri rappresentanti in parlamento quando affermano che è assolutamente legittimo che una donna possa utilizzare il proprio corpo per fare carriera politica (con riferimento alle note vicende di un culo flaccido che ha fatto sedere dei bei culi su importanti poltrone). Del resto quante sono le femmine che possono andare in giro da sole la sera in una qualunque città italiana senza essere tacciate di zoccole o, peggio, importunate dal maschio arrapato di turno?

Al di là di qualunque cosa  io o chiunque altro possa dire o pensare i flussi migratori NON possono essere fermati. Certo, si potrà sparare a qualche barcone, si potranno mandare indietro un po’ di “clandestini”, si potrà pagare qualche Mafia o qualche dittatore africano per far sparire un po’ di potenziali migranti nel deserto, ma la gente che ha fame NON potrà essere fermata e verrà da noi a chiedere il conto.

L’occidente dovrà, prima o poi prendere atto di questo e avrà due scelte. Potrà accettare i migranti superando il concetto obsoleto e anacronistico di “clandestinità” cercando di integrarli nella struttura sociale, economica e politica e cercando di prendere il meglio del diverso impianto culturale creando un mondo migliore per noi e per i nostri figli oppure opporre resistenza. Il fatto è che nel secondo caso “la resistenza è inutile” perché niente e  nessuno potrà fermare  una massa di persone affamate e perché l’occidente è ormai da più di mezzo secolo “impantanato” e non ha più la forza culturale e sociale per contrastare delle nuove idee o una cultura forte basata in molti casi, ahimè, sui fondamentalismi. Il mondo occidentale, il così detto primo mondo, dunque non potrà fare altro che soccombere e verrà “assimilato” come già sta avvenendo in quelle che sono considerate enclavi mussulmane o cinesi.

Lo scenario che ho descritto però non deve spaventare, sono corsi e ricorsi storici, alla fine dopo un periodo di tensioni, di spargimenti di sangue si ricomincerà in un nuovo mondo diverso da questo, forse migliore, forse peggiore di sicuro ancora caratterizzato dai piccoli egoismi di coloro che crederanno sempre di essere migliori, esponenti di una immaginaria razza ariana e fascisti nell’anima che si credono socialisti o libertari e ancora una volta il mondo sarà insanguinato dai tentativi di riscatto di coloro che saranno relegati ai margini della nuova società.

 

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