Per fato, scelta e necessità mi ritrovo a vivere due volte in provincia. Sostanzialmente trascorro la mia vita in una piccola città provinciale, senza monumenti di rilievo, disorganizzata, sporca, nessuna attività culturale, microcriminalità dilagante. Io ci sono abituato, la cosa non mi fa grande effetto, qui ci sono nato, salvo quando visito per lavoro o per turismo realtà diverse, città metropolitane, multiculturali, meglio organizzate paradossalmente più vivibili. Due volte in provincia, dicevo, perchè i costi delle case in questa, che, a rigor di logica, dovrebbe essere una città fantasma, complici, l’attaccamento alla terra degli indigeni e le forti speculazioni immobiliari degli ultimi anni, sono tali che acquistare una casa diviene impresa quasi impossibile e comunque tale da richiedere dei sacrifici che, francamente, non sono disposto a fare. La scelta obbligata quindi rimane la provincia della provincia. Un piccolo paese a 20 Km dalla città(come convenzionalmente definita). Uno di quei paesini che, come avviene in molti posti in Italia, ha spostato le proprie attività economiche dall’agricoltura all’indotto di una grande area commerciale, sorta lì negli ultimi 15 anni. Dunque il fato e un po’ le mie scelte mi hanno portato a rimanere ancorato ad una tediosa realtà provinciale altre scelte e la necessità mi hanno portato ad andare a vivere ancora più in provincia. Certo io avrei preferito rimanere nella città e la mia metà ancora di più; tuttavia il gusto per la competizione intellettuale, altrimenti detto spirito di contraddizione, mi porta spesso, nelle discussioni in proposito con la mia compagna, a riflettere molto su cosa sia effettivamente meglio fra la città di provincia e la provincia della città di provincia.

La GENTE
Una prima analisi va fatta sulle persone che popolano i due luoghi. Ovviamente questa è una forte generalizzazione ma vediamo i “cittadini” provinciali. Parliamo sostanzialmente di due categorie di persone. Da una parte gente gretta, tipicamente ignorante, approfittatrice e se non di fatto delinquente almeno potenzialmente secondo la convenienza. Dall’altra parte gente falsa, ipocrita, tendenzialmente ignorante (anche se diversamente dall’altra categoria), delinquente nello stesso senso degli altri ma con più risorse per fare danni. Vediamo ora gli abitanti della provincia della provincia. Da una parte gli autoctoni, mediamente anziani, ignoranti come capre, lenti come bradipi, attaccati a una realtà economica morta da anni che contano ancora in lire; dall’altra gente proveniente da altri posti (tipicamente la città) finita lì per convenienza tendenzialmente menefreghista, scostante, poco incline al dialogo che scappa appena può. Tutto ciò fino a quando si radica nella nuova realtà quandi si impegna nel tessuto sociale, economico e politico con l’obiettivo di ricreare il proprio luogo d’origine finendo per fare più danni di quelli che già ci sono.

GLI SPOSTAMENTI
Su questo non c’è storia. Nel paesino ti puoi muovere a piedi e hai tutto quel che serve a disposizione, se ti devi spostare con la macchina quasi certamente non avrai problemi di parcheggio e se devi andare in città, a patto che ci sia una strada decente di collegamento, impieghi lo stesso tempo che per spostarti da un quartiere all’altro (a meno di blocchi o incidenti di cui bisogna tenere conto). Nellè città, in generale, e in quelle di provincia in particolare, i mezzi pubblici funzionano male, non puoi muoverti a piedi, non c’è parcheggio per l’auto. C’è il vantaggio di potersi spostare in bici o in motorino ma questo va bene dove praticamente non esiste una stagione fredda. Di contro i costi per gli spostamenti sono a svantaggio della provincia. Dover fare 20Km quattro-sei volte al giorno, se pure ci si impiega meno di 10 minuti comporta un costo notevole in termini di carburanti e autovetture da cambiare ogni cinque anni (cedrto per compensare il costo della casa dovrei vivere tre volte).

IL COSTO DELLA VITA
Nel paesino tutto costa meno di almeno un 5% e sopratutto è facile trovare negozietti che hano roba di qualità nemmeno lontanamente confrontabile con quella del centro commerciale (che pure ho a due passi)

LA QUALITA’ DELLA VITA
Se è pur vero che nonostante quanto detto sopra la mentalità della gente di provincia, in molti casi, è troppo arretrata (specie per farci crescere un bambino) e pur vero che qui difficilmente si corre il rischio di essere aggrediti se si gira di sera oltre le nove cosa che capita normalmente in città (se è capitato a me che non sono proprio mingherlino, una donna o un bambino hanno il coprifuoco). Molto spesso, anche se poco pubblicizzate e male organizzate, nei paesini, specie di estate, ci sono molte più attività culturali che in una grigia città di provincia.

Potrei continuare per ore, e forse lo farò, ma per adesso riassumo tutto dicendo che da una breve analisi delle due realtà penso sia meglio vivere a Parigi.

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